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MORBID ANGEL + METHEDRAS - Estragon, Bologna - 13/11/14
18/11/2014 (3018 letture)
ACQUAZZONI E DEATH METAL
Dopo una settimana segnata dalla latitanza del sole, dall’armageddon sceso sulla Terra e da disastri e calamità naturali assortite (prendo questo spazio per mandare un pensiero alle zone alluvionate: forza ragazzi!), per uno strano motivo questo giovedì c’è bel tempo. Arrivano i Morbid Angel e smette di piovere, cosa vorrà mai dire? Che bisogna andare all’Estragon a guardarli live o che Satana sta arrivando accompagnato da un patto diabolico? Poco importa, in fondo: arrivati in sede alle nove, quando il concerto dovrebbe già essere iniziato, si percepisce che i tempi si allungheranno vista la scarsità di pubblico. L'area merchandising era un piccolo banchetto dedicato ai Methedras e, in fondo, Giulio dei Cripple Bastards con la sua F.O.A.D. Records. I protagonisti della serata avevano fatto lasciare un bigliettino in cui si specificava che il merchandising ufficiale sarebbe stato presente non prima delle 21:45 (non si è poi capito il motivo). Comunque sia, con un leggero ritardo, delle figure nell’ombra si muovono, i paganti entrano: giusto il tempo di preparare la macchina fotografica ed è il turno del supporting act. Fuoco alle polveri!

METHEDRAS
Con il pubblico in ingresso la sala si sta riempiendo, il gruppo attacca i jack agli amplificatori e una botta death/thrash prende vita. Ottimo l’impatto sonoro, accompagnato ad una carica notevole: i nostri riescono a movimentare una sala sino a pochi minuti prima immobile come una lucertola al sole. Gli smartphone accendono i led, e foto e filmati registrano i momenti dell’esibizione incentrata sul nuovo album System Subversion, uscito appena qualche giorno prima. Come detto da Claudio (cantante), tutte le tracce della serata saranno prese proprio da questo nuovo lavoro, che aumenta notevolmente l’impatto death, lasciando leggermente più in ombra la componente thrash. Non è un male, chiaro: la potenza e l’energia sono ottimali! La prestazione di Eros alla chitarra dimostra che la tecnica è aumentata rispetto al passato, andando a finalizzare di più gli stacchi e i cambi di tempo tra un passaggio e l’altro. Ogni traccia, se presa singolarmente, spacca e potrebbe essere un perfetto singolo d’apertura, ma nel complesso probabilmente la monoliticità tende a prendere il sopravvento, andando a a perdere alcuni passaggi. Roba da poco, però, perché magari sono sensazioni personali causate dai volumi, i quali anche se non altissimi offrono la possibilità di cogliere ogni strumento ed singolo passaggio. Ottima la presenza scenica: i ragazzi si muovono e cambiano posizione in molteplici momenti per dare maggiore dinamismo all’esibizione, che nei suoi quaranta minuti circa ha una carica molto positiva dentro quel bunker ancora semideserto dell’Estragon. In attesa di assaggiare l’album in sede ufficiale, mi limito a applaudire questi ragazzi che hanno avuto l’ingrato compito di aprire per una delle band più importanti al mondo: ci sono riusciti e meritano attenzione perché il nuovo album può riservare sorprese. Bravi, ragazzi!

MORBID ANGEL
Nella pausa durate il cambio palco il merchadinsing degli headliner è arrivato: la folla si affretta a compare maglie, felpe, toppe e cappellini vari, mentre i tecnici allestiscono una scenografia scarna ma d’effetto. Solamente due immagini ai lati, che richiamano il famoso retro del booklet, mentre dietro un logo trionfale campeggia isolato e maestoso. Le luci si spengono, la musica di sottofondo viene abbassata e dietro, nella penombra, alcune losche figure si iniziano ad intravedere: la famosa chitarra rossa di Trey prende vita!

Vorrei fermarmi un attimo a fare qualche considerazione a cui ho pensato in questi giorni pre e post concerto, prima di proseguire con il report. Se non vi interessano passate tranquillamente oltre, senza problemi.
Covenant lo consociamo praticamente tutti nel mondo del metal: è l’album che ha venduto di più nella storia del death e quello che ha trascinato i floridiani nel circuito "mainstream". È un album di rottura e celebrare la ricorrenza dei suoi vent'anni è doveroso, non tanto nei confronti della band ma del disco stesso, tanto idolatrato da molti quanto ripudiato da altri. Il motivo che spinge, negli ultimi anni, le band a riproporre nella loro interezza passaggi chiave della propria discografia è ancora un mistero: la risposta può barcollare tra moda o perdita di idee, oppure sta nell’unione tra la necessità di tornare in tour e il mancato successo di lavori più recenti (in questo caso evito di menzionare anche solo il nome) che porta all'ovvia scelta di riproporre un album di grande successo. Sono passati due anni da quando questo carrozzone è iniziato: erano diciannove gli anni quando partì e oggi sono ventuno; magari arriveremo a trenta, ma sino ad allora godiamocelo, ascoltiamocelo e cerchiamo di andare oltre l’attesa del disco con la “J", immergendoci in un passato tanto bello quanto "ingombrante". Voi che ne pensate, in merito?

Torniamo a noi. Dicevamo che il momento è arrivato: saluti di circostanza e Rapture è la miccia che scatena l’inferno, un’orda indemoniata prende forma (intanto il pubblico ha riempito per tre quarti il locale) e i flash scattano momenti indimenticabili quando già la formazione si è assestata nei ranghi classici. Nell’angolo sinistro Destructhor, in quello destro mister Trey Azagthoth, sul palco centrale dietro le pelli Tim Yeung e al centro sua enormità mister David Vincent. Tutto è perfetto e limpido: suoni, arrangiamenti, nemmeno un sibilo lontano da parte dei microfoni, immacolati. Dal momento in cui l’album prende vita non c’è stata una sbavatura che fosse una da parte della tecnologia, che risuscita uno dei pilastri del death made in Florida. Ogni canzone viene eseguita chirurgicamente e non si perde un secondo: Pain Divine, World of Shit, per arrivare fino a Nar Mattaru, tutte sono identiche in ogni minimo particolare alla versione originale. Ovviamente è comprensibile qualche errore qua e là da parte di Yeung, preso dalla foga del momento, ma comunque una macchina da guerra: il suo doppio pedale viaggia talmente veloce che sembra quasi irreale e a conti fatti potrebbe essere definitivamente un degno erede per il Sandoval che fu. Trey è sempre il classico capellone degli anni ottanta, con le Nike ai piedi, che se fotte dell’apparenza estetica ma suona come un dannato: il suo modo di imbracciare la chitarra è unico al mondo e oramai questo è il marchio di fabbrica dei Morbid Angel; defilato e in disparte rispetto alla sua classica presenza scenica, saluta velocemente e distrattamente il pubblico tra una canzone e l’altra, guarda per il 95% del tempo la sua B.C. Rich: dedizione ammirevole! Destruchtor è un cazzone in posa costante per le foto e scommetto qualsiasi cosa che non può stare comodo nella posizione plastica denominata “uomo sulla turca”; ma è bravo nulla da eccepire, oramai è un membro fondamentale alla riuscita di ogni concerto, dove dimostra di aver preso le redini di certi classici del passato e di averli fatti suoi. La seconda chitarra nel gruppo è sempre stata un problema, tra alti e bassi, senza mai dimenticare un certo Rutan, ma a conti fatti pare proprio che possiamo avere un ottimo erede (sperando di vederlo in sede di registrazione tirare fuori riff alla Zyklon: i sogni son desideri). Manca egli, isso, lui, l’innominabile e il nominato: David Vincent, forte di una presenza scenica catalizzatrice di ogni sguardo, si piace e autocompiace tirandosela a dovere, ben conscio della sua notorietà. Il basso potrebbe anche metterlo da parte, tanto visti i volumi della serata non ha fornito nessun accento in più, però fa figo e lui ha quel non so che di "sex symbol" che non guasta mai. Anche lui sempre in posa per i fotografi, centra la prestazione al 100%, riuscendo a tenere la voce lungo tutto il concerto. Coreografie a parte, dimostra definitivamente quanto mancasse ai fan la sua figura nel periodo dove Tucker ne fece le veci. Mi ero fermato a Nar Mattaru, perché dalla successiva e conclusiva God of Emptiness gli animi si sono un po’ dilatati: guardando il pubblico durante la prestazione notavo menefreghismo e devozione contemporaneamente, in base alla canzone scelta per il proseguo della scaletta. Where the Slime Lives è un gioiello, ma pescare solo quella da Domination in favore di Bil Ur-Sag o Ageless, Still I Am da album dove il frontman non compare (Formulas Fatal to the Flesh e Gatways to Annihilation) è alquanto inusuale; non che quegli album non abbiamo momenti interessanti, ma sicuramente non è una decisione di David Vincent. La serata va man mano concludendosi con un tuffo nel recente passato: Existo Vulgoré spegne tutte le voci in sala, solo 4 o 5 animi che dimenano un horns up tanto timido quanto solitario. Questa canzone, se presa nel contesto, non stona nemmeno tanto, perché si percepisce un continuum col passato… ma quell’album no, per favore! Il tutto si chiude con la doppietta terremotante Immortal Rites/Fall from Grace, splendidamente reinterpretate ad una velocità anche maggiore: le si sono sentite talmente tante volte in stereo che non ci si rende conto di saperle a memoria mentre lì, a pochi metri di distanza, vengono eseguite. Si chiudono i battenti, si torna a casa con un pollice in alto, musicalmente parlando, e qualche punto interrogativo verso quei musicisti che eseguono alla perfezione, ma si comportano come attori, non sentendo più nello spirito quello che decadi prima han realizzato. Ma chi se ne frega, come si sul dire nella cultura moderna: l’importante è suonare. E allora balliamo!

TRACKLIST
1. Rapture
2. Pain Divine
3. World of Shit (The Promised Land)
4. Vengeance Is Mine
5. The Lion's Den
6. Blood on My Hands
7. Angel of Disease
8. Sworn to the Black
9. Nar Mattaru
10. God of Emptiness
11. Where the Slime Live
12. Bil Ur-Sag
13. Ageless, Still I Am
14. Curse the Flesh
15. Existo Vulgoré
16. Immortal Rites
17. Fall from Grace


FATTI DELLE DOMANDE, DATTI DELLE RISPOSTE
Ok il giovedì, ok i 30€ ok la location. Tutto ok, perché in fin dei conti la serata andata bene ed il pubblico era presente, anche se non un folla oceanica (qualcuno mi dica in proposito della serata del venerdì, per cortesia)… come chiudere questo articolo? I Morbid Angel han fatto scuola, i Methedras hanno offerto una ottima esibizione e tanto di cappello, e la gente torna a casa con le orecchie sature, alcuni pieni di lividi e molti con dei bei sorrisi. Riaccendiamo i fanali, questo è un altro ricordo che ci portiamo dietro; magari chissà, per il trentennale di Illud Divinus Insanus ci si ritrova a fare una spaghettata, ma stasera era un doveroso tributo ad un album che ha segnato un'epoca. Ossequi.



Giasse
Giovedì 20 Novembre 2014, 7.30.07
7
Sono stato a Trezzo. Condivido molti dei passaggi del report di Andrea. Hanno suonato benissimo, ma si sono "fumettizzati" (soprattutto Vincent e Destrchtor che sceneggiqno come adolescenti) e soprattutto hanno lasciato per strada troppi brani importanti. Li avevo incrociati qualche anno fa ai Magazzini Generali: rispetto a quello show hanno beneficiato di suoni e location migliori e di un Yeung iperbicamente migliorato (ora in perfetto stile Commando, a parte quando si e' perso per strada le bacchette) su una setlist pero' meno emozionante. Mi sono divertito, ma onestamente mi aspettavo di godere di piu'...
MPostmortem
Mercoledì 19 Novembre 2014, 22.54.16
6
Averne di più spesso di serate così! Bravi i ragazzi dei Methedras e immensi i MA! Ora ci si cura i lividi in attesa dei Cannibal Corpse...
paio76
Mercoledì 19 Novembre 2014, 21.17.53
5
Ottimo concerto, suoni molto buoni e performance di alto livello. Se facevano pure maze of torment svenivo. I methedras invece non mi sono piaciuti per gusti personali ma comunque bravi esecutori.
pazuzu
Mercoledì 19 Novembre 2014, 13.35.47
4
Album che ha venduto piu nella storia del death? Circuito mainstream? Ai ai ai
LAMBRUSCORE
Mercoledì 19 Novembre 2014, 12.52.19
3
Posizione "Uomo sulla turca"....questa mi ha fatto piegare -non sulla turca, che non sopporto- .....comunque mi sembra che loro siano ancora molto in forma, spero di rivederli live, dopo parecchi anni, se poi mi fanno i primi 2 album per intero.....
Andrea
Mercoledì 19 Novembre 2014, 10.40.50
2
Bel reportage, complimenti. Mi mangio le mani per non essere andato a Trezzo.
maiden1976
Martedì 18 Novembre 2014, 23.20.36
1
ero presente, grande concerto e immensi Morbid Angel. una precisazione, il merchandise della band insieme alla strumentazione è arrivata alle 22,00 minuto più minuto meno perché il camion ha avuto un guasto! se ci fai caso infatti hanno cominciato a montare il palco mentre ancora il gruppo di spalla suonava l'ultima canzone. abbiamo davvero rischiato grosso di vederci annullata la gig!
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Estragon, Bologna - 13/11/14
 
 
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