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BLACK MASS - LA STORIA DELL`OCCULT ROCK - La nostra lettura
29/04/2022 (1272 letture)
Streghe, maghi, pozioni e filtri, calderoni, antri bui, polvere e ragnatele, altari, sacerdoti, sacrifici, vittime, riti arcani, alchimisti, sangue, tenebra e nebbia, entità soprannaturali, Dei antichi e moderni, cosmo, stelle, cimiteri, lapidi, ossa, organi interni, serpenti, capre, gatti neri, pipistrelli, vampiri, mostri di qualunque sorta, pietra filosofale, esoterismo, sette e cospirazioni, non morti, putrescenze, funghi e unguenti vari, conoscenze proibite, libri misteriosi, evocazioni, liturgie, paramenti, cappucci, Maestri, numerologia, kabbalah, angeli, bafometti e via elencando. Il materiale offerto dal mondo dell’occulto all’immaginario musicale è ricchissimo e carico di suggestioni, tale da avere da sempre intrecciato un legame strettissimo, con opere o musiche che si ritengono ispirate direttamente da forze oscure o paradisiache, musicisti posseduti o che hanno venduto l’anima, compositori maledetti e così via. Un mondo nascosto, esoterico appunto, che cela sotto apparenze di normalità la propria vera natura. Un mondo, che nel rock ha conosciuto una forma espressiva potente e per certi versi primordiale, legata inizialmente al ritmo e poi sempre più intimamente connessa. Che siano Aleister Crowley, il satanismo di LaVey o Alex Sanders, il Dragon Rouge, le sette dalla Mano Sinistra, le streghe Wicca o Lilyth e le sue compagne di liberazione femminile, è certo che le fonti di ispirazione per chi ha voluto fondere ricerca e musica sono sempre state moltissime e se fino alla fine degli anni Sessanta non è possibile parlare di un vero e proprio movimento di Occult Rock, da lì in avanti il fenomeno è letteralmente esploso, tanto da coinvolgere decine di band, più o meno davvero interessate a intraprendere un cammino spirituale o, piuttosto, a cavalcare determinate tendenze per esprimere una musicalità ricercata ma non necessariamente praticante e, infine, chi ha sfruttato determinate tematiche per puri fini artistici o meramente commerciali. Fatto sta che l’indagine sul mondo del rock Occulto si rivela non solo interessante, ma offre uno spaccato trasversale e in un certo senso un riflesso importante dell’intera Storia del Rock.

L’OCCULT ROCK COME EVOLUZIONE NEGLI ANNI
Bisogna riconoscere a Stefano Cerati una notevole volontà, che va unendosi alle conoscenze diffuse e alla curiosità, base di tutte le ricerche. Il giornalista e scrittore, infatti, in pochi anni ha saputo indagare il mondo del Doom, offrirci una lunga cavalcata lungo i cinquanta anni di heavy metal e ora questa nuova, intrigante, immersione in un mondo che più o meno chiunque ascolti rock e metal ha potuto toccare con mano e che, forse per la prima volta in maniera così sistematica, viene approfondito e portato alla luce. Il percorso seguito da Cerati, seguendo quello che è il sottotitolo di Black Mass, ovverosia La Storia dell’Occult Rock, sarebbe di carattere cronologico e, difatti, ecco che ci troviamo in partenza con le origini (da Elvis Presley ai Beatles, dai Rolling Stones ad Arthur Brown e The Doors, dagli Iron Butterfly a David Bowie), per poi conoscere i Capostipiti (Coven, Black Widow, Jacula / Antonius Rex) e naturalmente da lì al mondo del rock e del metal propriamente detto, con gli immancabili Black Sabbath, Led Zeppelin, Blue Oyster Cult ad aprire le danze del magico mondo degli anni Settanta e Ottanta. Si passa quindi al periodo definito “buio” (in termini di band dedite al rock occulto) degli anni Novanta e, infine, alla rinascita del genere, con la particolare ventata dell’Occult Rock al femminile degli ultimi anni, senza dimenticare il filone del black metal e un doveroso approfondimento dell’Occult Rock italiano. Che il nostro Paese sia uno dei punti nevralgici del rock occulto a livello mondiale non lo scopriamo certo oggi ed è, peraltro, una normale conseguenza della presenza del Vaticano, oltre che di riti pagani ancora precedenti e che resistono anche alla cristianizzazione della penisola. Merito di Cerati è indubbiamente quello di corredare il libro non soltanto con la descrizione delle band e dei dischi di maggiore interesse, ma soprattutto quello di fornire una notevole collezione di piccole o meno piccole interviste ai gruppi trattati, ben amalgamate al testo, che consentono di approfondire non solo gli aspetti musicali, ma soprattutto quelli tematici. Appare evidente che l’intento di Cerati non sia insomma solo quello di fornire un elenco di band più o meno conosciute, ma piuttosto quello appunto di capire quali motivazioni si nascondano dietro la scelta di trattare determinate tematiche e quanto di effettiva volontà di conoscenza occulta o piuttosto “di teatro”, ci sia effettivamente nell’identità della band o dei singoli. Un approccio questo che il giornalista non manca poi di commentare, tra un passaggio e l’altro, mostrando un evidente simpatia per quelle band che dichiarano apertamente di avere intrapreso un percorso di ricerca occulto reale (se questa parola può avere un significato parlando di occulto) e quindi di non essere solo professionisti che utilizzano un linguaggio più o meno approfondito e sentito, ma veri praticanti che utilizzano il mezzo musicale come parte integrante dell’esperienza.

L’OCCULTO COME RICERCA E I TANTI LECITI DUBBI
Un approccio del genere può generare ancora oggi un certo sconcerto o addirittura scandalo oppure, al contrario, scetticismo e derisione. Se per la maggior parte delle band trattate infatti appare evidente come l’argomento sia quasi esclusivamente di interesse artistico e semmai raccolgano una forte attenzione film, libri, sceneggiati e altre forme intrattenitive, che hanno stimolato interesse e ispirazione e hanno contribuito a creare un immaginario culturale a cui attingere in maniera copiosa, diverso è il caso di gruppi che dichiarano apertamente di praticare riti magici, nella loro vita privata o addirittura che utilizzano il mezzo musicale come via per propagare -sempre esotericamente, si intende- la propria dottrina occulta, fino a chi si spinge a confessare la propria appartenenza a sette più o meno conosciute. In questi casi, è evidente come la lettura incontri inevitabilmente un punto di rottura. Per qualcuno, infatti, queste parole, sempre e volutamente ambigue e sempre difficilmente interpretabili, se non si è addentro alla materia, non avranno quasi alcun senso o suoneranno forse sinistre e addirittura disturbanti, per altri il tutto risulterà pericolosamente comico e parossistico, al punto da chiedersi se veramente “ci sono o ci fanno”. Ci sarà chi invece troverà il tutto affascinante, fino a chi potrebbe addirittura ritenerlo superficiale, pieno di improvvisati e sedicenti conoscitori e lontano dal vero mondo dell’Occulto. Questo naturalmente al netto di casi decisamente più complessi e drammatici, come ad esempio quello del leader dei Dissection, Jon Nodtveidt, tristemente famoso -anche- per la drammatica dipartita da questo mondo. E’ ovvio insomma che l’argomento va affrontato con un minimo di predisposizione d’animo, dato che pur nella forma di un’opera di divulgazione musicale e non certo di proselitismo per questa o quella filosofia esoterica, Black Mass è un libro che tocca tematiche profonde, come quelle della ricerca spirituale individuale, dell’affrancamento da tabu e limiti imposti dalla società, fino a toccare attualissimi temi di liberazione femminile da costrizioni e ruoli subalterni. Il terreno comune che emerge da quasi tutti gli artisti coinvolti è infatti quello di una ricerca sentita come necessaria, a fronte di una insoddisfazione insopprimibile per le risposte che vengono fornite dalle principali religioni e dagli altri centri di potere o, al minimo, il desiderio di conoscere e trovare altre vie. Non sorprende insomma che, al di là del percorso poi effettivamente prescelto, siano stati gli anni Sessanta e i Settanta a dare la prima vera e profonda risposta a questa curiosità, anche in ambito musicale, come non sorprende che siano generi come la psichedelia, il prog e il folk i primi a farsi carico di questo ritorno alle origini, seguiti poi da un dark sound più oscuro e propriamente detto, che porterà al doom e alle altre derive musicali metal.

UN NON GENERE MUSICALE CHE ATTRAVERSA TUTTA LA STORIA DEL ROCK
Al netto insomma di considerazioni di carattere personale sulla volontà di sospendere o meno il giudizio in merito a determinate esternazioni, Black Mass si rivela lettura interessante e impegnativa, con una ambizione che va oltre quella della mera elencazione di carattere universale ed enciclopedico su un genere-non genere, legato più alle tematiche toccate che a un suono condiviso e che unisce invece tradizioni musicali distanti, seppure tutte o quasi racchiudibili sotto il grande cappello del rock. Proprio l’estrema ampiezza del ventaglio musicale trattato costituisce invece un ulteriore motivo di interesse, dato che al di là dei nomi più noti, l’esplorazione di Cerati, ancorché probabilmente non esaustiva, riesce ad andare piuttosto in profondità, tirando fuori dall’oblio piccole e grandi perle altrimenti patrimonio di una ristretta cerchia di appassionati e che invece risultano ancora oggi assolutamente ammalianti e credibili nelle loro evocazioni strumentali. Piuttosto, si potrebbe forse richiedere una maggior sistematizzazione degli artisti trattati, come anche una scansione temporale un po’ più chiara e netta, dato che ci si trova a leggere di artisti tra loro musicalmente piuttosto distanti e diventa difficile collocarli, specie se al criterio cronologico si affianca anche quello geografico, con le scene americana, inglese ed europea che si rincorrono, per poi riunirsi nei “metallici” anni Ottanta e nuovamente dividersi negli anni Duemila, con l’ulteriore complicazione dell’indagine sulla scena italiana, su quella dell’occulto al femminile e infine del black metal. Insomma, se è apprezzabile la volontà di dare un’immagine il più possibile ampia del fenomeno, parrebbe che l’idea di fornire una “Storia” del genere abbia finito per diventare piuttosto elastica, col rischio che la lettura, già spezzettata dalle numerose interviste, finisca per apparire come un lungo elenco di band non sempre chiaramente correlate tra loro e in qualche caso messe lì perché non si può proprio fare a meno di nominarle, come nel caso degli Iron Maiden di Seventh Son of a Seventh Son, nel calderone della NWOBHM. Peccato invece, ad esempio, che nel caso di King Diamond si sia soprattutto centrato l’attenzione sui Mercyful Fate, quando la carriera solista del cantante danese offre spunti decisamente interessanti in praticamente tutti i dischi, parlando di occulto.
Ma insomma, come sempre accade in questo tipo di pubblicazioni, è difficile accontentare tutti e praticamente impossibile parlare di tutto. Quel che è certo è che la scusa offerta per andare a riscoprire tante ottime band e tanti ottimi dischi e magari ascoltarli con un’attenzione diversa, andando a esplorare un aspetto come quello testuale e lirico in generale non sempre considerato come merita, sia ben più che ghiotta. Onore quindi al merito per Stefano Cerati, che ha compiuto un’opera non facile e meritoria, di non mera compilazione, come fin troppo spesso capita di leggere ed evidentemente sentita.

::: ::: ::: RIFERIMENTI ::: ::: :::
AUTORE:Stefano Cerati
TITOLO: Black Mass – La Storia dell’Occult Rock
PRIMA EDIZIONE: Gennaio 2022
EDITORE:Tsunami Edizioni
COLLANA: Le Tempeste
COPERTINA: Flessibile
PAGINE: 354
ISBN: 978-88-94859-54-6
PREZZO: € 23



Lizard
Mercoledì 4 Maggio 2022, 10.13.44
8
Figurati… era solo per confermartelo. Band citate ce ne sono tante e sicuramente ne mancano altrettante. In effetti, come dicevo, il libro resta un po’ a metà tra la tentazione enciclopedica di citare tutti e quella di stendere invece una vera e propria storia della scena internazionale. Col rischio di non raggiungere ne un obbiettivo ne l’altro.
Galilee
Mercoledì 4 Maggio 2022, 10.04.36
7
X Lizard.. Grazie, ma come ho detto non sono affatto un esperto, anzi l'opposto. Quindi non posso dare opinioni a riguardo
Lizard
Mercoledì 4 Maggio 2022, 9.57.41
6
@Galilee: tutti i gruppi da te citati sono nel libro.
Galilee
Mercoledì 4 Maggio 2022, 9.18.07
5
Penso che mai come in questo caso la scelta dei gruppi sia determinante per stabilirne la qualità. Questo però lo può verificare solo un appassionato e conoscitore di questo filone. Quindi non io. Il Libro mi incuriosisce e prima o poi lo leggerò. Riguardo all'occultismo, L'unica band che conosco che abbia trattato questo tema in maniera approfondita e non superficiale durante la sua lunga carriera sono i, mai lodati abbastanza, Death SS. Ora citando l'utente Zess, non ricordo se gli Zess del mitico Mercy fossero intortati di occultismo. Certo è che sia negli Zess che nei Malombra e Segno del comando, i testi non erano molto solari, ma non ricordo tematiche dell'occulto.
Lizard
Lunedì 2 Maggio 2022, 16.24.21
4
@Zess: dici lato scelta dei gruppi/album o lato approfondimento della tematica legata all’occulto in musica? Se hai altri titoli da suggerire, mi fa piacere conoscerli. Grazie
Lele 13,5 DiAnnṏ
Lunedì 2 Maggio 2022, 16.23.44
3
@Zess Magister Dixit, il libro di Vitolo, l’hai letto?
Zess
Lunedì 2 Maggio 2022, 16.05.26
2
Secondo me, libro pessimo. Argomento probabilmente non nelle sue corde, perchè cimentarsi? Ne ha fatti di (decisamente) migliori. Sul tema c'è molto di meglio.
Evil never dies
Domenica 1 Maggio 2022, 15.40.36
1
Lo sto leggendo. In alcune parti lo trovo un po' superficiale, ma comunque è interessante. D'accordo sul king diamond solista.
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29/04/2022
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BLACK MASS - LA STORIA DELL`OCCULT ROCK
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