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Stevie Ray Vaughan and Double Trouble - In Step
10/11/2015
( 3501 letture )
”I'm finally in step with life, in step with myself, in step with my music.”

In questo modo Stevie Ray Vaughan rispose a chi chiedeva il significato del titolo del suo quarto album in studio con i fidi Double Trouble. In Step uscì, infatti, in un momento estremamente complesso della carriera fino a quel punto in costante ascesa del chitarrista texano. Lo strameritato successo di pubblico e critica, come troppo spesso accade, portò il grande Stevie ad abbandonarsi all’abuso di cocaina e alcool che furono alla base del collasso che lo portò quasi alla morte dopo uno show in Germania nel settembre del 1986. Grazie agli alcolisti anonimi e ai celebri “12 step” (e qui il legame con il titolo diventa evidente) l’asso della sei corde riuscì ad uscire dal tunnel e riprendere l’attività live che verrà catturata nell’ottimo Live Alive, con l’intenzione di iniziare anche a lavorare al quarto album in studio. Passate anche le difficoltà legate alle dispute legali per il divorzio dalla moglie Lenny, Stevie poté dedicarsi alla composizione delle canzoni che andranno a costituire In Step. Inizialmente il timore che insieme all’alcool e le droghe se ne fosse andata anche l’inspirazione era molto forte, facendo dubitare il chitarrista dei suoi mezzi. Trovatosi insieme al produttore Jim Gaines e all’autore Doyle Bramhall nei Kirva Studios di Memphis, tutte le insicurezze sparirono presto spazzate via dal blues che ricominciò a sgorgare dalla sua inseparabile, malandata e iconica Stratocaster.
Completate le registrazioni a Los Angeles In Step uscì nei negozi nel giugno del 1989, rivelandosi il maggior successo commerciale per il chitarrista texano che portò la sua straordinaria musica addirittura nei piani alti delle classifiche, ricevendo in contemporanea il plauso della critica che definì l’album la migliore opera fino a quel momento pubblicata da Stevie e i suoi Double Trouble.

Fra le dieci tracce che lo vanno a comporre In Step propone sette composizioni originali e tre straordinarie reinterpretazioni di pezzi da novanta del blues. L’apertura è affidata ad uno dei brani più celebri di Stevie Ray Vaughan: The House Is Rockin’, con un tiro e un ritmo travolgente, un assolo ovviamente spettacolare e un grande lavoro al piano in stile Honky Tonk di Reese Wynans su cui si staglia la voce abrasiva con il tipico accento strascicato a stelle e strisce di Mr. Vaughan. Si passa quindi ad un altro grande brano: Crossfire, scritto dai Double Trouble, è guidato da un accattivante giro di basso supportato dai fiati su cui Stevie ricama come solo lui sa fare: mai una nota di troppo, attenzione alla melodia e grande emozione. Blues di valore assoluto per un altro capolavoro come Tightrope che a partire da un minuto e venti contiene una masterclass di feeling, tecnica, ritmo e capacità espressiva totalmente fuori dal comune permettendo all’ascoltatore di apprezzare in tutto il suo splendore il celeberrimo suono della Strat SRV: pulitissimo e secco, ma, incredibilmente, allo stesso tempo caldo e avvolgente. Spazio quindi alle spettacolari reinterpetazioni di Let Me Love You Baby del grandissimo Willie Dixon e di Leave My Girl Alone di nientemeno che Buddy Guy entrambe hanno la straordinaria pecularità di mantenere lo spirito del sound di Chicago aggiungendo però un po’ di polvere e sudore del Texas come solo Stevie Ray Vaughan sapeva fare. Travis Walk è una strumentale in SRV sfoggia la sua straordinaria tecnica e abilità esecutiva in un immenso assolo interrotto solo dal piano irriverente di Wynans; Wall of Denial ha un po’ di influenze degli anni ‘80 nel suono delle tastiere che però non vanno ad alterare la sostanza di una traccia che ha il suo tesoro nel testo fortemente autobiografico e liberatorio riguardo il muro alienante costituito dagli abusi e della libertà che scaturisce dal suo abbattimento. Scratch ‘N Sniff è un breve blues ad alto numero di ottani molto coinvolgente e sempre di classe a cui segue un altro esempio di talento cristallino come Love Me Darlin’ classica sia nel testo che nell’andamento viste le origini che riportano nientemeno che a Howlin’ Wolf, ma non per questo banale o poco efficace visto lo strepitoso lavoro di chitarra che sostiene il tutto. In Step si chiude con un’altra perla come Riviera Paradise una strumentale soffice, soave e quasi jazzistica con la sei corde che sembra andare in crescendo verso “l’elettricitià”, ma si mantiene sempre su registro di straordinaria delicatezza ed espressività. Se acquistate la reissue in CD la Epic ha avuto l’ottima idea di inserire quattro bonus tracks, che aggiungono all’esperienza di ascolto un’altra dimensione imprescindibile di Stevie Ray Vaughan, quella live, dove il talento del chitarrista perdeva i “limiti” dello studio per lasciarsi guidare dall’istinto portando la sua musica ad un livello ancora superiore.

Purtroppo tutti sanno che questa sarà l’ultima incisione di SRV con Double Trouble, seguita da Family Style con il fratello Jimmy, prima che un destino assurdamente beffardo ponesse fine alla vita di questo straordinario chitarrista. Il rammarico è immenso perché con soli quattro album Stevie era riuscito a reinventare il blues, dato per spacciato negli anni 80, imponendosi come punto di riferimento di una intera scena, portando probabilmente a compimento in modo definitivo il matrimonio fra il sound di Chicago e il blues/rock di John Mayall e compagni dall’altra parte dell’oceano.
E’ stata una perdita incalcolabile per il mondo della musica in generale, per fortuna abbiamo almeno testimonianze come In Step per continuare ad apprezzare e a ricordare il grande Stevie.

"I’ve said that playing the blues is having to be black twice. Stevie Ray Vaughan missed on both counts, but I never noticed” (B.B. King)



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
96.40 su 22 voti [ VOTA]
Galilee
Giovedì 13 Gennaio 2022, 14.26.53
6
Album che ho ascoltato un pò poco. Dovrei riprenderlo. L'ho cercato per anni in vinile, poi quando l'ho trovato avevo altro per le orecchie. Ma il blues non muore mai, quindi nessun problema.
Argo
Giovedì 13 Gennaio 2022, 13.40.06
5
Finalmente "in step". Lo metto su sempre con piacere, 20 anni fa girava 4/5 volte al giorno nel mio stereo.
GRC
Giovedì 13 Gennaio 2022, 0.11.12
4
Esatto, goduria pura! Il mio bluesman preferito, perdita incalcolabile!
Dan
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 20.52.30
3
Lo sto riascoltando adesso…goduria! Gran disco davvero e ottima rece
Rob Fleming
Sabato 13 Febbraio 2016, 10.04.07
2
Lo scoprii con questo album. I suoi video passavano con assiduità su Videomusic. 80
jek
Martedì 10 Novembre 2015, 20.45.07
1
Purtroppo l'ultimo disco coi Double Trouble di quello che per me è il miglior bluesman bianco della storia di questa musica. Leggermente inferiore a Soul to Soul ma altro capolavoro. Si parte con l'adrenalinico The House Is Rockin’ e si finisce con la dolce Riviera Paradise in mezzo solo grande Blues. @Abarth ottima recensione e bella chiusura con le parole di B.B. King
INFORMAZIONI
1989
Epic Records
Rock/blues
Tracklist
1. The House Is Rockin’
2. Crossfire
3. Tightrope
4. Let Me Love You Baby
5. Leave My Girl Alone
6. Travis Walk
7. Wall of Denial
8. Scratch ‘N Sniff
9. Love Me Darlin’
10. Riviera Paradise

---Bonus---
11.Stevie Ray Vaughan Speaks
12.The House is Rockin’ (Live)
13.Let Me Love You Baby (Live)
14.Texas Flood (Live)
15.Life Without You (Live)
Line Up
Stevie Ray Vaughan (Chitarra, Voce)
Tommy Shannon (Basso)
Chris Layton (Batteria)
Reese Wynans (Tastiere)

Musicisti Ospiti:
Joe Subllet (Sassofono)
Darrell Leonard (Tromba)
 
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