|
27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
|
|
Velvet Revolver - Contraband
|
06/02/2016
( 5612 letture )
|
Nel 2002 erano passati già sei lunghi anni dalla "fine" dei Guns N' Roses, quando Slash stanco del comportamento di Axl aveva ufficialmente chiuso un capitolo che per molti era stato fondamentale. Dopo il suo abbandono le cose erano crollate in maniera abbastanza precipitosa, Matt Sorum fu il successivo a mollare e Duff McKagan a seguire. Era quindi il 2002 quando un'altra figura iconica del rock venne a mancare per un tumore, Randy Castillo, e fu proprio al concerto in sua memoria che i tre musicisti si ritrovarono assieme sullo stesso palco. Da lì le cose cominciarono a muoversi verso nuove direzioni e nacque l'idea di fondare una nuova band. Nel dicembre dello stesso anno si unì ai tre ex-guns Dave Kushner nel ruolo di chitarrista ritmico; una conoscenza di Duff, in quanto aveva militato proprio nella sua band, i Loaded, sin dall'anno precedente. Creato il saldo nucleo centrale della band mancava solamente un vocalist all'appello; fu così che si aprirono le audizioni per trovare un cantante. Tra i numerosi nomi che vi parteciparono ricordiamo Josh Todd dei Buckcherry su tutti, ma anche Travis Meek e Kelly Shaefer. Per un periodo girò anche voce che la scelta si fosse concretizzata in Sebastian Bach ma già allora, come anche nel 2008, risultava essere una bufala a tutto tondo. Finalmente il gruppo trovò il proprio finale assetto con l'inserimento di nientemeno che Scott Weiland, meravigliosa ed istrionica voce degli Stone Temple Pilots, dietro il microfono. La band iniziò quindi a buttar giù materiale che si concretizzò inizialmente con Set Me Free, brano registrato appositamente per la colonna sonora dell'Hulk di Ang Lee. Il brano di matrice fortemente hard n' heavy si classificava comunque piuttosto classico e vicino -il paragone risulta inevitabile- a qualcosa di già sentito con i Guns N' Roses. Per altro vero materiale si dovrà così attendere l'otto giugno del 2004, quando i Velvet Revolver, tramite RCA rilasceranno il primo lavoro in studio, Contraband.
Il disco, sin dal primo minuto, spazza via qualunque idea ci possa esser fatti sentendo la sovracitata Set Me Free. L'album si apre con un quartetto a dir poco granitico, composto rispettivamente da Sucker Train Blues, Do It For the Kids, Big Machine ed Illegal I Song. Il primo dei quattro pezzi, Sucker Train Blues, ha il merito di aggredire completamente ed inaspettatamente l'ascoltatore con un brano dalla struttura molto particolare: risulta essere vicino a sonorità più dure rispetto all'hard n'heavy mostrato con l'unica traccia incisa ed oltretutto riesce ad unire sapientemente una forte dose di sonorità anni novanta -la cui matrice grunge si fa sentire- ad un punk fuso, infine, con delle influenze post 2000, creando qualcosa di unico che influenzerà in maniera molto netta gran parte delle produzioni rock e metal successive. Il brano si sostiene fortemente sui riff del duo Slash/Keshner, i quali fanno letteralmente il diavolo a quattro, con fraseggi frenetici ed estremamente azzeccati. Il solo poi risulta essere la perfetta sintesi del brano in sé, con quel qualcosa di classico e moderno fuso in un unico grande elemento. Da sottolineare poi come un maiuscolo Matt Sorum sia presente sin dall'inizio del disco, presentando una delle sue miglior prestazioni in assoluto. Capitolo a parte risulta essere Scott Weiland che grazie ad una voce stupenda ed un'interpretazione sublime ci regala una prestazione semplicemente gigantesca; che sia filtrata o meno la voce del californiano singer si insinua tra i vari riff creando una sinossi davvero unica. Went too fast I'm out of luck and I don't even give a fuck Così si apre Do It for the Kids brano che tratta di una relazione naufragata e gioca sulla frase fatta quale "fallo per i bambini" che molto spesso le coppie continuano a ripetersi per non compiere il passo definitivo. Ancora una volta il brano è impostato su un grandissimo lavoro di chitarre, il quale viene ben diviso con Keshner dedito alla parte ritmica e Slash ad incursioni soliste. Ogni effetto scelto per le due chitarre è minuziosamente azzeccato, dalla distorsione al riverbero. Accattivante e molto ben congegnato il ritornello e la parte corale che si stampano immediatamente in testa. L'intro di Big Machine è scandita dal basso di Duff e dalla batteria di Matt che oltretutto forniscono una ritmica fondamentale per tutto il brano su cui si stagliano potenti riff. Ancora una volta il ritornello risulta essere molto ben studiato, con una ripetizione quasi ossessiva che rende la composizione ancora più martellante. Illegal I Song uno dei brani più pesanti dell'intero platter si apre con le rullate di Sorum a cui si unisce il forsennato lavoro delle sei corde, le quali regalano bridge e strofe sempre più veloci, con un particolare accento ai soli. Molto suggestiva la parte centrale del brano grazie ad un intermezzo dove la band tira fuori un tappeto sonoro davvero unico, mescolando sapientemente batteria, basso ed influenze elettroniche derivanti dalle precedenti esperienze di Scott. Illegal I Song risulta essere un meraviglioso ibrido, mischiando la violenza e la cattiveria punk a delle radici heavy con l'aiuto di qualche picco di elettronica. Spectacle segue bene la traccia precedente in quanto a velocità, mostrando però più ampio respiro e soli più canonici. Fall To Pieces è invece un'inaspettata ballata che oltre ad essere perfettamente realizzata risulta anche inserita nel punto giusto: dopo cinque brani uno più veloce e duro dell'altro risultava infatti fondamentale lasciare un po' di tranquillità all'ascoltatore. Il brano si apre con un dolce fraseggio in pulito accompagnato dalla sommessa linea di basso su cui, sin da subito, si staglia la voce di Weiland più interpretativa che mai. In questo brano dalle tinte tanto amare il cantante mostra tutto il proprio sentimento ed una fragilità che lo ha sempre contraddistinto, portando inoltre grandi contaminazioni proprio della sua band madre, gli Stone Temple Pilots. Il brano poco dopo l'introduzione esplode in tripudio di strumenti che non intendono abbandonare la loro veste elettrica nemmeno in occasione di una ballata, creando comunque una composizione dolce e triste allo stesso tempo. Più che maiuscolo il solo che sprigiona, in contrasto con il resto, vitalità seppur con velata amarezza. Chiusa la parentesi tranquilla si riprende con una carica punk non indifferente portata grazie ad Headspace, brano a dir poco forsennato. Superhuman è l'ennesimo ibrido ben riuscito, che mischia singolari partiture di chitarra alla versatile voce di Weiland che riesce a far mutare il brano come fosse argilla nelle sue mani, portandolo davvero nelle direzioni che più lo aggradano. Molto buona la scelta della sovraincisione della voce nel bridge che fornisce un interessante effetto stereofonico. Con lo scorrere del disco ci rendiamo sempre più conto di come la sperimentazione sia davvero il punto forte di questo lavoro e di come il gruppo sia riuscito ad unire e creare laddove molti altri si sarebbero semplicemente crogiolati sugli allori. You Got No Right è la seconda e penultima ballata, con la band che questa volta si concede in una veste parzialmente acustica. Come sempre la voce di Weiland la fa da padrone in maniera eccezionale, ponendosi su una linea vocale molto semplice ma con una classe davvero innata. Nuovamente maiuscola la prestazione di Slash pienamente ispirato, il quale regala un solo davvero spettacolare. Si arriva quindi a Slither una delle canzoni più famose e più rodate dell'intero disco, che giovò di una ripetuta messa in onda su MTV al tempo del rilascio. La composizione si basa su granitici riff in palm mute su cui Slash districa la sua Les Paul per farla poi scatenare durante il bridge. L'esplosione completa si ha dalla metà in poi dove il brano guadagna un crescendo sempre maggiore, accompagnato da parti soliste e dai cori di Weiland/McKagan. In chiusura troviamo Dirty Little Thing, che ricalca lo stile di diversi brani precedenti sia come commistione di sonorità che come soluzioni vocali, e Loving the Alien, ballata finale in veste completamente acustica. Il brano, decisamente pacato, si pone come agrodolce finale per un lavoro che ha fatto di sentimenti e contaminazioni contrastanti il suo punto di forza.
Così si chiude il primo lavoro dei Velvet Revolver i quali -come già detto- riescono a stupire tirando fuori qualcosa di completamente diverso e nuovo, nonostante avessero una semplice scappatoia sempre a disposizione, potendo crogiolarsi sugli allori piuttosto che tirare fuori qualcosa di nuovo, sperimentare e magari rischiare di non piacere; ma in fondo è proprio questo il bello della musica, avere il coraggio di inventare sempre qualcosa di nuovo e, se possibile, differente. Contraband è anche il lavoro migliore del supergruppo che tornerà nel 2007 con Libertad, album dai grandi difetti ed altrettanti limiti. Possiamo quindi dire che la vera creatura nata dall'incontro di tutti questi giganteschi nomi è questo lavoro, il quale risulta essere molto vicino alle sonorità degli STP piuttosto che a quelle dei GNR se proprio si vuole fare un paragone -ed al tempo se ne fecero eccome.Come sottolinearono diverse riviste: se si ascolta questo disco aspettandosi di sentire i Gun N' Roses 2.0 si rimarrà irrimediabilmente delusi; se lo si sente invece con il giusto ordine di idee, ovvero che si sta trattando un grande prodotto dalle molteplici sfaccettature non si potrà far altro che apprezzare la grande mole di lavoro che ha fatto scuola, tirando fuori qualcosa di molto personale. Ogni singolo musicista riesce a dare del proprio meglio in questo lavoro, contribuendo alla resa finale con le proprie influenze e passioni. Ed è così che troviamo un Sorum al massimo della forma, un McKagan certosinamente presente, un Koshner perfetto con i suoi micidiali riff, degni della sua scuola punk, uno Slash notevolmente divertito ed ispirato e, per finire, uno Scott Weiland magnifico e semplicemente monumentale. Artista versatile e poliedrico che, purtroppo, è venuto a mancare troppo presto, divorato alla fine da tutti quei suoi demoni interiori che lo hanno accompagnato per così tanto tempo. Contraband a distanza di dodici anni rafforza ancor di più il suo status quo di album seminale per generazioni musicali moderne.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
38
|
Ho letto alcuni dei commenti più vecchi che per me sono assolutamente vergognosI!
Questo magari non sarà bello come un disco dei Guns ma lo reputo un disco Hard Rock più che godibile che all\'epoca univa il classico al moderno. Fu un successo enorme!
Al tempo in cui uscì tutti lo avrebbero voluto ma era assolutamente impossibile che Slash e Duff tornassero nei Guns a differenza di oggi... |
|
|
|
|
|
|
37
|
Rispolverato da poco, I Guns sono una delle mie band preferite, gli STP pure. Ma questo disco proprio non decolla, non c'è un brano che possa essere definito ottimo. Disco piattissimo, una noia pazzesca. Se arriva alla sufficienza è per via di qualche discreto momento |
|
|
|
|
|
|
36
|
Disco discreto e nulla più, ottimi i singoli e le ballad, per il resto brani riempitivi e a volte un po' anonimi e troppo simili tra loro. Meglio del successivo Libertad, comunque. |
|
|
|
|
|
|
35
|
Molto d'accordo con la recensione. Un disco che amai dal primo istante e del quale ancora oggi ascolto molte tracce con gran gusto. |
|
|
|
|
|
|
34
|
un disco e una band assolutamente perdibili...non un coro coinvolgente...non una canzone ben fatta...con questa band slash perde pure il bellissimo tocco blues che aveva con i guns scimiottanto partiture dissonanti e strambe come solo lo schifoso grunge ci ha insegnato...da dimenticare poi la voce biascicata di quel fallito a nome scott weiland....band da dimenticare al piu' presto!!! |
|
|
|
|
|
|
33
|
Un bel disco. Da fan dei Guns e degli STP lo acquistai a scatola chiusa e non mi deluse. |
|
|
|
|
|
|
32
|
disco appena sufficiente messo in cantina dopo alcuni ascolti forzati la vita è troppo breve per perdere tempo con dischi come questo e stessa cosa vale per LIBERTAD |
|
|
|
|
|
|
31
|
voto esagerato, album indegno x le stars che fuggirono da questa macchietta .voto 4 |
|
|
|
|
|
|
30
|
al tempo pensai ad uno scherzo. scott weiland con 3 guns n roses ? Infatti il risultato è insulso , una banda di pseudo drogati , musica non coinvolgente...... lontano anni luce dalle songs delle band madri. |
|
|
|
|
|
|
29
|
a tanti è piaciuto, ad altri come me non tanto. Un album rimpiazzo x una band che con molte probabilità fu messa insieme per vendere e che duro' due album sciogliendosi in men che non si dica. Slash osceno dai , altro che quel bel pathos che lo contraddistigue! |
|
|
|
|
|
|
28
|
Ahahahaha ma quante cazzate.... |
|
|
|
|
|
|
27
|
Album mediocre, fatto da mestieranti discreti che uscendo da superbands fecero bagnare i testicoli a coloro che vanno scontrandosi a mode e iconica storia sex drogs & rock n' roll. Scarso ! |
|
|
|
|
|
|
26
|
Completamente in disaccordo con le recensioni che lessi appena uscito il cd. Secondo queste, il lavoro di Weiland e quello di Slash &company non si era amalgamato bene, dando vita ad un ibrido nel quale la voce e la musica sembravano viaggiare su binari diversi. Ma dove?? Per me era logico attendersi qualcosa di diverso dai Guns n' Roses... All'inizio la voce mi sembrò un po' "fuori posto", ma poi con gli ascolti cambiai radicalmente idea... per me c'è una prova di altissimo livello di Weiland per voce e testi, e anche Slash a livello compositivo tocca punte di alto livello su diversi brani. Quindi lo riacquisterei ad occhi chiusi. |
|
|
|
|
|
|
25
|
*Independent Days, cavolo scrivo.. XD |
|
|
|
|
|
|
24
|
Dischetto bello tirato e divertente. Senza troppe pretese. Visti all'Indipendente Days in quel di Bologna, una decina d'anni orsono mi pare. Bello show. Gli STP li vidi negli States durante la tournée di "Purple", con un Weiland letteralmente...ipnotico. Ad un passo dall'abisso ma ancora nel pieno delle forze. Riposi in pace. |
|
|
|
|
|
|
23
|
No vabbè, per curiosità, dato che il voto era sceso sotto la sufficienza e i commenti erano tutti positivi tranne il tuo. Non che mi cambi la vita questa cosa, e che non fosse il nuovo Appetite lo avevo detto nei commenti prima, e meno male che me lo hai ricordato tu Comunque occorre dirlo in redazione che il voto è roba di 30 anni fa, magari non se ne sono accorti! ma come faranno a mettere ancora i voti! |
|
|
|
|
|
|
22
|
@ kappa . ma non è che se un disco non mi piace ho ragione o no! I gusti sono soggettivi ma che diavolo stai dicendo ? io non ho mai votato nessun disco , i voti erano roba di 30 anni fa x me. vedo che ha un 65 ... mi sembra più che sufficiente , cosa vi aspettate xk siete in 4/5 che vi piace , pensavate davvero che fosse il nuovo Appettite ? |
|
|
|
|
|
|
21
|
ilfrancese899: ma tu sei il tipo sfigato che continua a dare voti bassi al disco per darti ragione visto che non ti si fila nessuno? |
|
|
|
|
|
|
20
|
x lux chaos : vediamo se ti piace la mia ilarità , e visto il tuo accento romanesco subentra la grande ed unica frase finale che proprio la tua immensa città ha coniato : ' A rigazzino, cagate en mano e datte due pizze cosi poi di' che t'ha picchiato 'no stronzo ' su questa dovresti scompisciarti dalle risate e la dedica e ovviamente con amore. |
|
|
|
|
|
|
19
|
P2K!: Pensa che io a dire il vero ero solo un fan di Scott e degli STP, la presenza di quasi solo ex Guns mi irritava anche un po', seppur riconosca che un disco come Appetite For Destruction sia qualcosa di monumentale e che ancora oggi nessuno ha saputo replicare. Questo disco quindi lo trovai fresco come sound, perchè a dire il vero strizzava un po' l'occhio a qualcosa dei Guns e qualcosa degli STP, ma lo riproponeva con un sound abbastanza personale e con dei pezzi che possiamo definire davvero riusciti, almeno su metà tracklist. Ci sono almeno 5 hit qui dentro e il resto lo reputo comunque più che discreto. la voce di Scott in realtà per me era un valore aggiunto, ma qui assume nuove tonalità rispetto a quelle che usava negli STP. Aggiungiamo una produzione bella pompata e una prestazione per buona parte trascinante e adrenalinica e il gioco era fatto. Un disco hard rock ma dal piglio moderno. Questi i segreti di un disco che vendette molto e piacque molto, unito a dei concerti di grande impatto grazie alla caratura di Scott soprattutto. Lo trovo ancora fresco comunque, perchè proporre dell'hard rock di classe e non antiquato con puntate sul pesante non è cosa facile. E infatti abbiamo davanti una band composta da fuoriclasse. Il discorso del francese899 è davvero superficiale. Fossero bastati i nomi, allora gli Slash's Snakepit o i Loaded avrebbero dovuto ugualmente fare il botto, ma non lo fecero. Questo album era semplicemente molto meglio e idem i concerti che ne seguirono, di cui fui spettatore a Bologna nel 2004. |
|
|
|
|
|
|
18
|
A francè899, hai provato a fare lo sgargiante e hai preso gli schiaffi da tutti...mò hai provato a fare il simpatico, e sembra che sia andata male anche qui....secondo me è meglio che taci e ti fai un giro, no? Ma non te ne voglio eh? tranquillo... |
|
|
|
|
|
|
17
|
Questo disco all'epoca, ma già prima della sua uscita, fece molto parlare per diversi motivi extra_musicali. Uno era il rivedere Slash in azione con Duff (2 Guns originari) e poi mettiamoci pure Matt (che originario non era però poi ne fece parte). Aggiungiamo l'inserimento di una star "maledetta" e affascinante come Scott Weilland, che oltre al carisma aveva una voce "particolare" per il genere che ci si aspettava. Beh le aspettative del sottoscritto salirono alle stelle. Anche perché sia "Set Me Free" prima e "Slither" dopo fecero una GRANDE impressione. FOrse caricato come ero il disco mi deluse un po', dove trovai solo la metà dell'album interessante, mentre il resto invece non mi esaltò. Posso (quasi) confermare che questo disco si avvicinava più agli Stone Temple Pilots di "Core", "Purple" e "N°4" per la presenza delle vocals di Scott, ma musicalmente la presenza di Slash e degli altri si sentiva eccome. Per me è un disco da 65/70. Il successivo "Libertad" mi piacque ancor di meno. Nota curisiosa, proprio lo scorso anno, poco prima della "reunion" dei Guns lessi la biografia di Slash, che si chiudeva proprio narrando le vicissitudini del periodo in cui era uscito questo "Contraband". Fa strano sapere come poi le cose siano andate diversamente da quanto dichiarato. Comunque Scott fece uscire il disco degli STP veramente indecente. |
|
|
|
|
|
|
16
|
Ilfrancese899 sei pessimo |
|
|
|
|
|
|
15
|
ilfrancese899: se vabbè...Comunque a me è piaciuto e ti dirò di più. 3/5 della formazione mi stava altamente sulle palle. |
|
|
|
|
|
|
14
|
Mi dispiace molto che kappa -lux caos- métal schock- éd altri se la siamo presa e xk non ho àmato un album e xk chiamati in causa alla parola mentecatto. Capisco e perdono anche l ignoranza di coloro ke non conoscono il significato della parola mentecatto, il che tradotto in un italiano corretto significa folle; capisco anche che toccare un album di tale pochezza ma prégno di stars possa far storcere la bocca; posso anche capire che siate tirati in causa vista la pochezza e la non lucida osservazione néi miei confronto. Non vé ne voglio, spero invece che vi ecciterete con album che à mio avviso ne valgono davvero la pena. |
|
|
|
|
|
|
13
|
@ Kappa: può darsi che hai ragione tu, comunque è brutto che artisti così validi si buttino via per la droga. Io sta cosa non la capirò mai. |
|
|
|
|
|
|
12
|
x Metal Shock: non so se sia finita per colpa di Scott, dato che lo stesso Scott poco dopo ri riunì agli Stone Temple Pilots e fece un nuovo album con loro. Forse era tutto previsto, al di là delle sue dipendenze... |
|
|
|
|
|
|
11
|
Non capisco come certi idioti scrivano commenti su dischi o band che non piacciono insultando coloro che invece apprezzano tali dischi. Comunque, Contraband è un ottimo album, più vicino ai Stone Temple Pilots che ai G'n'R' con una grande prestazione di Scott. I primi quattro brani sono killer, ma adoro anche Slither e Dirty little thing. Peccato che la band sia finita proprio per colpa di Scott e della sua dipendenza, avrebbero potuto scrivere altri ottimi album |
|
|
|
|
|
|
10
|
Non capisco come certi idioti scrivano commenti su dischi o band che non piacciono insultando coloro che invece apprezzano tali dischi. Comunque, Contraband è un ottimo album, più vicino ai Stone Temple Pilots che ai G'n'R' con una grande prestazione di Scott. I primi quattro brani sono killer, ma adoro anche Slither e Dirty little thing. Peccato che la band sia finita proprio per colpa di Scott e della sua dipendenza, avrebbero potuto scrivere altri ottimi album |
|
|
|
|
|
|
9
|
Il commento del francese è talmente stupido....quando in ballo ci sono grossi nomi è più semplice criticarli piuttosto che ammettere di aver fatto un buon lavoro. Quest'album, che all'epoca consumai, uscì in un momento storico perfetto e, per quanto mi riguarda, fa il paio col primo album degli Audioslave: altro disco abbastanza massacrato ma solo, secondo me, per partito preso. NB: il viideoclip di Falling to pieces quasi predice quella che sarà la fine di Scott. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Eh già Lux Chaos, quasi mi vergogno di essere andato anche a Bologna nel 2004 a vederli...Tra l'altro concerto stratosferico! |
|
|
|
|
|
|
7
|
@Kappa, ahahahah non c'è niente da capire, meno male che c'è gente come lui che ascolta musica di quella buona, e la tramanda ai posteri...noi mentecatti ci godiamo questi dischi di merda e siamo felici così! |
|
|
|
|
|
|
6
|
ilfrancese899: quindi il fatto che a te non sia piaciuto fa di te un non mentecatto? Non può essere che il disco piaccia a prescindere? E se invece fossi tu il mentecatto che non l'ha capito? Milioni di mentecatti che sono torturati nel farsi piacere per forza un disco mediocre? Fammi capire. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Disco veramente insignificante. Ricordo di essermi forzato ad ascoltarlo per molto tempo, la super formazione faceva gola a tutti, ennesima riprova che il Currriculum vitae non fa la qualità di un disco. Merce per il solito pubblico di mentecatti legati ai nomi e alla masturbazione mentale. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Discone che all'epoca vendette milioni di copie. Per un fan accanito come me di Scott Weiland fu manna dal cielo. Aggiungiamoci alcuni spunti dei primi Guns e una produzione moderna e possiamo parlare tranquillamente di un quasi capolavoro, tra canzoni più iruuente e stradaiole ad altre splendide ballate. Veramente un supergruppo che aveva realizzato un super disco. Quanto manca di già Scott Weiland... |
|
|
|
|
|
|
3
|
Chiedo venia per il doppio errore ma (senza cercare giustificazioni ahahah) la febbre da cavallo che mi porto dietro da giorni ha finito per influire su tale dettaglio! |
|
|
|
|
|
|
2
|
Bello, classico e moderno al tempo stesso, nettamente superiore al successivo. P.S.: Kushner, Keshner, Koshner... un po' di confusione, eh? |
|
|
|
|
|
|
1
|
Quando si mettono insieme personaggi del genere per me è sempre difficile essere obiettivo (impazzisco anche per molte song del successivo Libertad), ma cercando di essere più obiettivo possibile questo disco è pieno di buone canzoni, alcune meno commerciali di quel che si potrebbe pensare! Da avere soprattutto se fan della chitarra di Slash e delle voce del grande (RIP) Scott |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Sucker Train Blues 2. Do It For the Kids 3. Big Machine 4. Illegal I Song 5. Spectacle 6. Fall to Pieces 7. Headspace 8. Superhuman 9. Set Me Free 10. You Got No Right 11. Slither 12. Dirty Little Thing 13. Loving the Alien
|
|
Line Up
|
Scott Weiland (Voce, Tastiere) Slash (Chitarra Solista) Dave Kushner (Chitarra Ritmica) Duff McKagan (Basso, Cori) Matt Sorum (Batteria, Cori)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|