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The Axis of Perdition - Deleted Scenes from the Transition Hospital
29/10/2016
( 1401 letture )
Si apre davanti a noi un lungo corridoio. Squarci di luce traspaiono da punti imprecisati delle pareti, fornendoci rapidi flash che illuminano sezioni di un lugubre percorso che pare condurre dritto all’inferno. Non riusciamo a capire come siamo giunti all’interno di questa clinica abbandonata, soffocati da ombre minacciose. Non ricordiamo nulla, quando i nostri occhi si aprono su quello spettacolo terrificante. Qualcuno parla con voce rotta dal panico, il suono rimbomba sulle pareti scrostate e macchiate di sangue, non permettendoci di capire quale sia la fonte del suono. Deleted Scenes I: In the Hallway of Crawling Filth è claustrofobia fatta musica. Una definizione uditiva di un’insolita malattia mentale, virulenta come lo strisciare del sudiciume sul pavimento e sulle pareti di quello stesso corridoio. Un abbraccio malsano, cruento e possessivo che ci trascina sempre più in basso, tra sfuriate di batteria opportunamente modificate e/o elaborate al computer per ottenere un impatto degno del genere musicale, linee di chitarra capaci di sfaldare un cranio umano e voci che si alternano tra il growl più marcio e profondo ed una suadente cantilena in clean. Corriamo lungo il corridoio, con la sensazione che da ogni parete si allunghi un tentacolo sudicio, intenzionato ad afferrarci e trascinarci chissà dove. Scostiamo carrozzine arrugginite, vediamo un’immagine insanguinata e pallida, che in un battito di ciglia svanisce e ci infiliamo in un ascensore cigolante. The Elevator Beneath the Valve ci accompagna in questa lenta discesa, mentre il nostro cuore martella in modo incessante, come se volesse uscire direttamente dal cranio. Scricchiolii, gemiti ed un rumore di catenacci che si avvolgono, carrucole che sanciscono il nostro sprofondare in questo moderno inferno dantesco. Chiudiamo gli occhi, riprendiamo fiato e cerchiamo di calmare il nostro cuore palpitante.

Arriviamo giù in tempo per la seconda incarcerazione nel Pendulum Prey, dove troviamo una delle sezioni più incredibili del disco: una voce gutturale, maligna che sembra provenire direttamente dall’inferno, si unisce ad una chitarra jazz ed una batteria assillante, il tutto mentre si può tranquillamente udire un rumore di elettricità statica capace di mettere i brividi. Dopo questo percorso agghiacciante, ci troviamo rinchiusi nell’Isolation Cubicle 312, dove veniamo lasciati a noi stessi, a sprofondare nelle nostre paure. Un coro in lontananza, quasi clericale, ci richiama appena la traccia scatta su Entangled in Mannequin Limbs: l’effettistica di questi rumori da ospedale psichiatrico, va ad unirsi splendidamente con un organaccio maledetto, prima di accogliere l’ingresso della batteria e degli altri strumenti in piena distorsione. Cerchiamo di fuggire per l’ennesima volta, ma decine di voci affollano la nostra mente, provenendo da ogni direzione; alcune pulite, altre sporcate da una distorsione soprannaturale, a cui si vanno a sommare rintocchi di campana in lontananza. Finiamo in una stanza ma non siamo al sicuro. Rumori di distorsioni multimediali, che a tratti scemano quasi in rumori di trapani dentistici, accompagnati dai sempre presenti cori e da voci lacerate. Non sappiamo più se scappare o se chiuderci in noi stessi: un rumore inquietante si fa sempre più strada verso di noi. Poi un arpeggio leggero, inquietante. This, Then, Is Paradise? è il brano più canonico del lotto, dove la sempre estremamente triggerata batteria mescola le carte su un riffing malsano ma piuttosto lineare. L’atmosfera si fa sempre più caotica, psichiatrica, con un massiccio uso di noise-effects che vanno ad ad amalgamarsi alla voce di Brooke Johnson. Non riusciamo più a capire dove stiamo andando: il corridoio in cui ci introduciamo arriva ad un punto di svolta. Giriamo e ci ritroviamo al punto di partenza. Col fiatone, riprendiamo la corsa. One Day You Will Understand Why, ma il giorno non sarà oggi. Veniamo intrappolati da un suono di distorsione diverso dagli altri e finiamo rinchiusi in una stanza buia da cui provengono grida di donna: Deleted Scenes II: In the Gauze-Womb of the God Becoming è l’epopea di chiusura di questo viaggio agli inferi, che ci ha martellato il cervello fino a farne una poltiglia indistinta. Non c’è mai stata luce. Non c’è mai stato un corridoio. Non c’è mai stato un luogo dove noi abbiamo corso per quasi un’ora di folle riproduzione. Non c’è mai stato nulla. È tutto nella nostra testa.

Deleted Scenes From the Transition Hospital è un disco folle, malato, psichiatrico nella sua ossessiva promulgazione di un pantano sonoro che penetra nel cervello come un martello pneumatico. Più si cerca di individuare il genere musicale di questa band, più si rischia di sprofondare in un limbo dove non esiste risposta, allo stesso modo in cui si gira in cerchio all’interno di un ospedale psichiatrico infestato da presenze. Quel che è certo è che Brooke Johnson e soci hanno dato vita ad una creatura che vive negli anfratti delle strutture psichiatriche più inquietanti del mondo, traendo ispirazione e beneficio da quel capolavoro horrorifico che è Silent Hill e condensando il tutto in un testamento musicale che pare risalire dagli inferi stessi. Un mix di alternative, industrial, black e musica elettronica, inframezzata da intere sezioni di veri e propri rumori che ci catapultano direttamente nella location da loro immaginata. Se pensate che la musica estrema si limiti a certi nomi nel black e nel death metal, allora non avete allargato a sufficienza i vostri orizzonti. Quel che è certo è che se cercate la musica più inquietante, ossessiva e violenta a disposizione sul mercato, di sicuro i The Axis of Perdition potrebbero essere una delle scelte definitive. Una volta che ci si è affacciati su questo mondo, ci sono poche parole per definire Deleted Scenes, se non che si tratta di un vero e proprio capolavoro poliedrico, musicale e psicologico al contempo. Detto questo, mentre gli state dando un ascolto, lasciate che vi dia il benvenuto al Transition Hospital e mettetevi l’anima in pace. Non ne uscirete più.



VOTO RECENSORE
93
VOTO LETTORI
91.5 su 2 voti [ VOTA]
MrFreddy
Venerdì 4 Novembre 2016, 18.15.46
4
@Giosy: il disco è disponibile a offerta libera o anche gratis sul loro Bandcamp.
Lizard
Mercoledì 2 Novembre 2016, 17.34.45
3
@Giosy: capisco la difficoltà, ma ti chiedo di tener presente che non puoi richiedere su questo sito come scaricare illegalmente un album. Se poi intendevi un download legale a pagamento, nessun problema.
Giosy
Mercoledì 2 Novembre 2016, 14.39.17
2
Questo cd non si trova da nessuna parte nemmeno a pagarlo, sapete dirmi dove lo posso scaricare?
MrFreddy
Martedì 1 Novembre 2016, 15.55.13
1
Disco immenso e indefinibile. L'orrore in musica.
INFORMAZIONI
2005
Code666 Records
Industrial/Alternative
Tracklist
1. Deleted Scenes I: In the Hallway of Crawling Filth
2. The Elevator Beneath the Valve
3. Pendulum Prey (Second Incarceration)
4. Isolation Cubicle 312
5. Entangled in Mannequin Limbs
6. This, Then, Is Paradise?
7. One Day You Will Understand Why
8. Deleted Scenes II: In the Gauze-Womb of the God Becoming
Line Up
Brooke Johnson (Voce, Chitarra, Effetti)
Michael Blenkarn (Chitarra, Tastiere, Programmazione, Pianoforte)
Ian Fenwick (Basso)
Dan "Storm" Mullins (Percussioni)
 
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