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GBH - Momentum
28/05/2018
( 1566 letture )
Dopo sette anni dal precedente Perfume And Piss i GBH tornano con un album nuovo di zecca: Momentum continua la storia della band di Birmingham nata quasi quaranta anni fa. La loro musica non cambia, l'attitudine nemmeno, il punk/hardcore che a volte strizza l'occhio al metal proposto dalla band è sempre potente e tirato; la band formata per ¾ da chi all'epoca c'era e che ha contribuito in modo pesante alla nascita di un genere che va oltre l'aspetto musicale ed è ancora qui con tutta la propria riluttanza ad un sistema globalizzato.

Momentum si apre con Birmingham Smiles: la voce abrasiva di Colin Abrahall è supportata con veemenza da Colin ''Jock'' Blyth alla chitarra, Ross Lomas al basso e da Scott Preece alla batteria; il brano in apertura ricorda decisamente Iron Fist dei Motorhead ed anche alcuni passaggi all'interno dello stesso risultando un tributo alla band del grande Lemmy; si prosegue con Tripwire Strange tipicamente punk old school, in fondo è un brano rock'n roll ma è proprio da qui che è nato il punk, enfatizzandolo e dandogli connotati politici. Il disco non ha troppe variazioni sul tema GBH come è giusto che sia, a differenza di altre band (storiche) spesso troviamo la doppia cassa che non è tipica del genere ma che gli inglesi hanno già utilizzato spesso e volentieri, i brani non sono troppo lunghi e sono un concentrato di puro punk rock. Indubbiamente la band ha modernizzato il proprio sound sempre nel proprio ambito, in fondo la Hellcat Records è di proprietà di Tim Armstrong dei Rancid e quindi è abbastanza naturale: Population Bomb ne è un esempio, melodie ben architettate ed un mood tipico della band Californiana; è indubbio che la band continua a proporre la propria musica in modo sincero ma che d'altro canto non riesce e non vuole cambiare di una virgola la loro essenza punk, alla fin fine è normale La title track è un buon brano punk nella sua forma più naturale, in fondo è il genere stesso che si rigira su se stesso ma i GBH lo sanno fare bene, quello che manca però è l'irruenza e l'irriverenza del punk stesso; infatti i brani mancano di quel marciume che ci si aspetta e la produzione sicuramente non aiuta essendo fin troppo laccata; questo è ormai un problema diffuso nelle produzioni odierne, dove in base al genere suonato ci sono degli standard di produzione che seguono dei binari ben precisi ,a differenza di un tempo dove anche sotto questo aspetto si cercava di essere personali. Avviandoci alla fine dell'album troviamo la viscerale I Never Asked For Any Of This decisamente uno dei brani migliori del platter grazie al portamento punk in ogni sua nota grazie anche ad un paio di cambi di tempo davvero efficaci: la conclusiva Liquid Paradise (The Epic) invece è il brano più lungo dell'album, chitarre in levare e raddoppi di cassa sono l'intro che conduce ad un'atmosfera più rockabilly/rocksteady con la potenza del punk e un drumming più vicino al thrash metal, insomma un mix che sicuramente risulta efficace seppur non propriamente GBH per come li conosciamo o almeno per come li ricordiamo.

Momentum è un buon album, forse un po' troppo ''pulito'' per una band dal moniker storico come quello dei britannici ma che comunque sa regalare una buona dose di adrenalina; forse risultano un po' anacronistici ma alla fine quello che è importante rimane l'attitudine e la voglia di spaccare. Certo che i fasti del passato e album come City Baby's Attacked By Rats o No Need To Panic sono ormai morti e sepolti ma comunque rimangono un pezzo di storia del punk.



VOTO RECENSORE
64
VOTO LETTORI
70 su 1 voti [ VOTA]
Ricksen
Sabato 29 Agosto 2020, 23.42.18
3
Concordo con Prankster: immensa band, grande album
Prankster
Lunedì 8 Aprile 2019, 0.08.13
2
Anacronistiche sono le boiate che dici.coglione.album stupendo.il migliore che potessero fare .altro che le cagate sensa senso del vostro death, Trash e cagate varie piene di demoni ,mostri e cretinate assortite.ridicoli.grandissimi gbh.
No Fun
Giovedì 23 Agosto 2018, 11.08.21
1
Come dice forbiddenevil i fasti del passato sono morti e sepolti (io direi piuttosto che sono, semplicemente, appunto, passati) ma visti dal vivo al frantic suonano ancora con violenza e Colin è un folletto punk incazzato e trascinatore.
INFORMAZIONI
2017
HellCat Records
Hardcore
Tracklist
1. Birmingham Smiles
2. Tripwire Strange
3. No News
4. Population Bomb
5. Enemies
6. Us Against The World
7. Momentum
8. The Perfect Storm
9. Fifty What?
10. I Never Asked For Any Of This
11. Blue Sky Thinking
12. Liquid Paradise (The Epic)
Line Up
Colin Abrahall (Voce)
Colin ''Jock'' Blyth (Chitarra)
Ross Lomas (Basso)
Scott Preece (Batteria)
 
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