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27/04/24
CRASHDÏET
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Anthropophagus - Death Fugue
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02/05/2021
( 652 letture )
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Diventati un duo dopo l’uscita del demo Spoiled Marrow (2019), gli Anthropophagous esordiscono con Death Fugue su Headsplit Records. Ad occuparsi di tutto sono il cantante, chitarrista e bassista Shane Dupuy e il batterista Steve Kaminenski, due musicisti su cui si sa poco se non che arrivano da due percorsi molto distanti: il primo è infatti attivo in un gruppo speed/thrash, i Tortured Skull, mentre il secondo arriva dal mondo jazz, qualcosa di molto diverso da quello che è possibile ascoltare su Death Fugue.
I due non fanno tanto per nascondere i punti di riferimento, e non è necessariamente se, come in questo caso, si riesce comunque a realizzare un buon disco in grado di offrire trenta minuti circa di death metal sì semplice, ma che fa il suo dovere. Parliamo di nomi storici del genere, quindi Necrophagia, Death, Autopsy e via dicendo, con un’attenzione marcata per uno stile che va ad esaltare l’aspetto marcio, cupo e cavernoso del genere. Le ritmiche più frequenti dei due si muovono tra quelle più semplici e dai richiami thrash a quelle più sostenute fatte di blast beat e riff serrati. Ed è importante segnalare come siano proprio i riff ad alzare la qualità di una proposta magari poco originale ma fatta come si deve; tutti i brani offrono infatti una buona manciata di riff memorabili, magari semplici e per nulla intrisi di chissà quale tecnicismo, ma comunque buoni e in grado di offrire brani riusciti come Lead Casket in cui abbiamo una seconda parte lenta e che appoggia il suo incedere sulla solista, la più quadrata e, almeno inizialmente, dai richiami ai Celtic Frost Death Fugue. Su Escaphism li sentiamo su coordinate puramente doom, mentre con Ransackers of the Temple si torna al death metal più spietato per arrivare alla conclusiva I Wield the Flame of Chaos in cui fanno capolino soluzioni più tecniche e dinamiche. Chissà che non sia la strada che seguiranno in futuro. Un continuo muoversi tra ritmiche più brutali e non in cui fanno la differenza anche il growl di Shane Dupuy, cavernoso, ancorato alla vecchia scuola e in alcuni punti (True Heresy) in grado di regalare “ritornelli” incalzanti, i suoni e in generale una produzione che pur mettendo in evidenza il lavoro delle chitarre è comunque in grado di dare quel bel tono sporco e che ben si adatta alla proposta. Aspettatevi una giusta dose di reverbero sulla voce e una leggera sensazione da “sala prove” (dove poi è stato registrato) che in contesti simili è sempre molto ben accetta, se fatta con criterio.
Il debutto degli Anthropophagous è semplice, poco originale e come detto all’inizio non si preoccupa tanto di nascondere punti di riferimento. Nonostante questo, è un disco che non dà la sgradevole sensazione di voler scimmiottare il passato, ma anzi, si presenta in modo genuino, con pezzi incalzanti, una buona dose di riff ben inquadrati e in cui viene dimostrato che si possono fare bei dischi anche così, senza inventare nulla.
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1
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100% d’accordo con il recensore. Niente male. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. True Heresy 2. Lead Casket 3. Death Fugue 4. On Black Wing and Foul Wind 5. Escaphism 6. Pile Them Up 7. Ransackers of the Temple 8. I Wield the Flame of Chaos
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Line Up
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Shane Dupuy (Voce, Chitarra, Basso) Steve Kaminenski (Batteria)
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RECENSIONI |
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