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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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Necromass - Abyss Calls Life
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25/12/2021
( 1093 letture )
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Quando si parla di black metal italiano poche band possono vantare lo status di band di culto che si sono guadagnati i Necromass, anche a livello internazionale, grazie ai loro primi due, seminali, lavori. Il combo fiorentino si può infatti annoverare tra i capostipiti del genere sul territorio nazionale, ma anche tra i rappresentanti più apprezzati di un'intera scena e di un modo di intendere il nero metallo tipicamente del sud Europa, in cui soprattutto Italia e Grecia hanno visto nascere sul proprio suolo tante realtà nate ed evolutesi poco dopo se non contemporaneamente ai colleghi scandinavi. Scena che si è spesso distinta proprio da quella nordeuropea per alcuni tratti come la non totale emancipazione dalle radici death metal, un senso della melodia e delle atmosfere differente, generalmente meno gelido e più gotico, decadente, un immaginario visivo e lirico spesso basato su occultismo, ritualismo satanico e Thelema.
I Necromass, che rientrano a pieno, con le loro specificità, in questo filone, dopo un debutto da incorniciare quale Mysteria Mystica Zofiriana che riscontra tantissimi feedback positivi già all'epoca della sua uscita, tutt'altro che sazi delle vette compositive raggiunte, danno vita ad un disco molto differente, che pur partendo da una base stilistica quasi identica a quella del suo successore, elabora idee e atmosfere con un approccio nuovo che mostra un'altra anima della band toscana. Abyss Calls Life, scritto per la maggior parte in concomitanza con materiale confluito nei lavori precedenti della band, non è quindi propriamente un'evoluzione nel sound e nella carriera dei Necromass, quanto piuttosto il segno evidente di una creatività artistica che non poteva rimanere confinata agli stilemi dettati da Mysteria Mystica Zofiriana e che quindi si è espressa in forme nuove. Laddove il debutto era immediato, malvagio e senza fronzoli, pur con sprazzi di melodia, con un'evidente preferenza per brani brevi e veloci e una durata complessiva di circa mezz'ora, Abyss Calls Life predilige composizioni più complesse e lunghe (solo due brani sotto i cinque minuti, eccezion fatta per l'intermezzo - titletrack), ritmi raramente elevati e arriva a quasi cinquanta minuti di durata. Le mai definitivamente accantonate influenze death metal sono sempre ben tangibili (persino la copertina, pur non bellissima, si avvicina a un'iconografia più death che black), ma si adattano alla natura meno istintiva della musica, facendosi più vicine proprio alla sensibilità di un certo succitato metal “mediterraneo” e meno alle sfuriate quasi war metal del debut. Le componenti melodiche si intensificano grazie anche al ricorso più sistematico a tastiere e chitarre in clean e si fanno veri e propri elementi fondanti di brani come Unpure e A Serpent Is Screaming In the Abyss, forse le canzoni che rappresentano più brillantemente l'approccio stilistico dell'intero disco. Entrambe introdotte da sognanti arpeggi di chitarra acustica e tastiere e inframezzate da sezioni d'atmosfera in cui si distingue anche una soave voce femminile, si districano poi fra vari riff e cambi di tempo tra cui anche un raro blast beat in Unpure ad accompagnare le melodie malinconiche della chitarra in tremolo, mentre la seconda viaggia su tempi medi e su armonie più tipicamente death metal. La continua e reciproca commistione tra death e black e la loro fusione in uno stile ben definito e originale si può ben individuare ad esempio nell'opener (An Animal) Forever: ad un riffing che integra intuizioni e stilemi di entrambi i generi si unisce una voce quasi totalmente in growl e una batteria precisa e varia che macina chilometri con la doppia cassa pur senza mai eccedere in tempi veloci, un basso ben presente anche con partiture indipendenti dalla chitarra e qualche tocco di tastiera a sottolineare l'oscurità ma anche la maestosità della musica. Brani come Vibrations of Burning Splendor o Into the Warmth of Darkness mostrano invece tutti i lati più sperimentali dello stile della band con le tastiere che si fanno orchestra accompagnate dal solo basso, alternate con riff acuti, veloci e melodici in tremolo e begli assoli ragionati ed espressivi. Infine, anche i testi vergati dall'allora cantante Charles Blasphemy, pur rimanendo sulle classiche tematiche, sono sviluppati in una chiave talvolta più introspettiva o allegorica e generalmente abbastanza articolati e ben scritti.
Disprezzato da qualcuno all'epoca della sua uscita per il cambio stilistico rispetto al debutto e consegnato invece al culto degli appassionati dalla storia, Abyss Calls Life è un disco dall'impatto certamente non immediato e forse leggermente ridondante qua e là, ma figlio di una ricerca continua e riuscita di nuove e coerenti forme in cui incanalare le stesse potenti energie oscure e tutt'ora, a ragione, considerato tra i dischi più importanti del metal estremo italiano grazie alla qualità e alla varietà stilistica che lo caratterizzano.
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5
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Il loro disco che preferisco, grande album |
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3
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Discone, non ai livelli del primo anche perché si cambia registro, meno Black più melodic death, però tanta roba li stesso troppi ricordi. |
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2
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Disco che comprai appena uscito. Totalmente fondamentale per l'estremo italiano, alla pari di Above the Light dei Sadist |
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1
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Disco che comprai appena uscito. Totalmente fondamentale per l'estremo italiano, alla pari di Above the Light dei Sadist |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. (An Animal) Forever 2. Vibrations of Burning Splendour 3. Into the Warmth of Darkness 4. Bloodstorm Collide 5. Unpure 6. Abyss Calls Life 7. A Serpent Is Screaming In the Abyss 8. Before to Obsess
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Line Up
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Charles Blasphemy (Voce) J. C. Kerioth (Chitarra, Chitarra acustica) Nachzerehrmara (Chitarra) Ain Soph Aour (Basso) Black Wizard (Batteria)
Musicisti Ospiti Cristina Lai (Voce) Simone (Tastiera)
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