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27/04/24
CRASHDÏET
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Winterfylleth - The Ghost of Heritage
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04/11/2023
( 617 letture )
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Sono passati ormai ben più di cinque lustri da quando i Winterfylleth fecero uscire il loro demo Rising of the Winter Full Moon, il quale, nonostante l'acerbità dell'opera, mostrava del fulgido potenziale, che ha permesso ai tre britannici di incidere il primo album di debutto The Ghost of Heritage, per la ben nota casa discografica Profound Lore Records.
I nostri, senza troppe riserve, partono decisi subito con Mam Tor: questo brano, così come il resto del platter, in sé trasuda viscerale amore per il metal estremo cresciuto e pasciuto all'ombra dei fiordi norvegesi, soprattutto per alcune band come ad esempio Ulver ed Enslaved, di cui si avverte un importante richiamo. Il ritmo della canzone è bello cadenzato, il basso è presente ed efficace così come lo sono anche i cori. A metà esecuzione si assesta su bruschi cambi di velocità molto interessanti, piazzando già la prima traccia tra le più riuscite dell'album. The March to Maldon è un bellissimo pezzo acustico dalle tinte invernali e drammatiche e grazie ad esso possiamo immaginarci immersi nel gelo tra le rovine di qualche landa desolata sotto i cieli del Nord. Il nostro ascolto torna a colorarsi di nero pece grazie a Brithnoth: The Battle of Maldon, che riprende appunto il giro melodico della composizione precedente; qui i riff funzionano alla grande sprigionando furia da ogni dove, anche qui il ritornello è azzeccatissimo per sette minuti che scivolano senza neanche accorgersene, altro grande centro colpito dal gruppo. Forging the Iron of England fa rallentare i battiti per qualche istante, da apprezzare la semplice quanto creativa idea di utilizzare il rumore del piatto come suono simile a quello di un martello da fabbro su una spada, ma poi d'un tratto l'organico musicale accelera dove il doppio pedale di S. Lucas è un autentico rullo compressore piantato nelle nostre orecchie. Giungiamo quindi alla title track, qui ci travolge un muro sonoro innalzato dagli strumenti, voce inclusa, che continua per tutta la durata della canzone; in particolare modo si nota una certa vivacità in alcuni stacchi per successivamente chiudersi su un'andatura marziale: luci e ombre.
Più avanti troviamo Defending the Realm, un altro brano di discreta fattura, le soluzioni stilistiche trovate da C. Naughton e R. Brass sono ottime, i riff si stagliano in testa fin dal primo ascolto e pure i cori aggiungono maggior tono tragico al tutto. E' il momento del secondo pezzo acustico con Guardian of the Herd, che si compone di un crescendo rossiniano con gli strumenti che sistematicamente si aggiungono man mano col passare dei secondi per raggiungere climax emotivo. Siamo vicini alla fine del nostro viaggio, Casting the Runes è molto veloce nel suo tiro efferato, la forza del brano risiede nelle parti dove tuona una dissonanza splendidamente graffiante, un grande concentrato di rabbia che non può che farci piacere. An Englishman's Verse presenta il riff principale piuttosto valido, ma viene a perdersi un po' nella struttura del pezzo, il mordente qui viene a mancare e non resta così memorabile.
In The Ghost of Heritage il gruppo inglese tira fuori un validissimo primo lavoro dove mostrano subito le loro ispirazioni, le chiavi di composizione ci sono e già rivelano una propria identità, identità che appunto sapranno sviluppare e consolidare con le uscite a venire. Ascolto più che consigliato anche per farsi una prima impressione del loro percorso evolutivo sul piano artistico nel corso di quindici anni.
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1
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Gran bel disco. Voto 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Mam Tor (The Shivering Mountain) 2. The March to Maldon 3. Brithnoth: The Battle of Maldon (991 A.D.) 4. Forging the Iron of England 5. The Ghost of Heritage 6. Defending the Realm 7. Guardian of the Herd 8. Casting the Runes 9. An Englishman's Verse
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Line Up
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C. Naughton (Voce, Chitarra, Basso) R. Brass (Voce, Chitarra) S. Lucas (Voce, Batteria)
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RECENSIONI |
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