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Graveworm - Diabolical Figures
( 4285 letture )
Giungono al settimo studio album i nostrani/teutonici Graveworm, una band che in più di quindici anni di carriera è ruscita a costruire attorno a sè una solida base di fan, in Italia così come all'estero, quindi sicuramente una formazione che non necessita di ulteriori presentazioni. Premesso che conosco solo di striscio la discografia della band, ascoltando Diabolical Figures mi sembra di poter affermare che, rispetto al passato prossimo e remoto, i Graveworm abbiano voluto virare su soluzioni meno melodiche e più estreme, focalizzando la propria attenzione sulla compattezza dei suoni, sullo scambio tra growling e screaming, sull'intreccio tra i frammentatissimi passaggi di batteria e le ritmiche delle chitarre, i cui arrangiamenti per terze costituiscono uno dei punti armonici focali del disco, le cui melodie sono spesso tracciate da semplici sequenze di note eseguite dalle tastiere.

Sostanzialmente, quindi, il sole dei Graveworm brilla di una luce molto diffusa in ambito estremo: l'apripista Vengeance Is Sworn aggredisce l'ascoltatore con un blast beat molto veloce seguito da delle strofe metricamente lineari, e lo sviluppo dei riff di chitarra tende ad alternare il brano tra sezioni marcatamente black ed altre più vicine al death melodico di stampo nordeuropeo. La successiva Circus Of The Damned si basa prevalentemente su un sei ottavi che, rispetto al brano precedente, sembra quasi cadenzato: le chitarre sono spesso armonizzate e le tastiere di Sabine Mair riempiono gli accordi di melodie altrimenti inesistenti, andando quindi a sostituire le chitarre in un lavoro che dovrebbe essere loro più congeniale, considerato ciò che ci si potrebbe aspettare da un album di questo tipo. Sono proprio le tastiere ad essere al vero centro dell'attenzione della titletrack, che commercialmente potrebbe essere benissimo essere venduta come "singolo" a scopo promozionale: melodie catchy, quintali di doppia cassa e perfetta sovrapposizione di ruoli tra screaming e growling, oltre ad una bella sezione centrale "groove" che ricorda il celebre ed ultracitatissimo riff di Domination dei Pantera. Tra tutti e undici i brani, comunque, sicuramente Forlon Hope costituisce l'unico esempio veramente caratteristico e degno di nota: l'introduzione atmosferica, l'attacco in levare del refrain (tra l'altro posto inusualmente all'inizio del brano) ed in genere gli arrangiamenti rendono questa canzone l'unica ad essere veramente all'altezza del nome della band che la suona.

Tutto ciò che ho sentito in Diabolical Figures è stato composto, arrangiato ed inciso quantomeno discretamente, però c'è un grosso difetto che non ho modo di nascondere... cioè che qui tutto suona vecchio e conformista. Quanti sono i dischi in cui le chitarre suonano velocemente (ottavi e sedicesimi: accordi suonati aperti e corde singole stoppate)? Quanti sono i dischi in cui al growling si alterna lo screaming? Quanti sono i dischi in cui le tastiere suonano in prevalenza dei semplici giri d'accordi accordi ed al più tessono qua e là qualche melodia? Quanto sono i dischi in cui il basso è ridotto ad una figura di poco rilievo, sia a livello compositivo/esecutivo che a livello produttivo? Quanti sono i dischi in cui la batteria si limita a dare il tempo agli strumentisti, mascherando questo limite autoimposto attraverso lo sfruttamento delle ottime capacità tecniche e di resistenza del batterista, che nel frattempo si fa un mazzo così a suonare quattro note per battito girando sui tom e lavorando sodo di doppia cassa? Troppi: ma questo non sarebbe un problema se suddette basi (che comunque costituiscono l'ossatura di un determinato tipo di musica) venissero almeno integrate da melodie originali o soluzioni nuove. Una volta i Graveworm usavano dei violini nei loro brani (A Dreaming Beauty), usavano le chitarre per creare dei piccoli ma efficaci contrappunti (Nocturnal Hymns), usavano emozionare con dei semplici ma inaspettati giri d'accordi (Abandoned By Heaven). Che fine ha fatto quella band? Che fine ha fatto quell'attitudine? Non voglio creare polemica né provocare nostalgia: il punto è che ho trovato molto difficile digerire Diabolical Figures, e me ne dispiaccio. Forse la mia sarà un'opinione controcorrente, ma non posso consigliarvi l'acquisto di quest'album: piuttosto volgete il vostro sguardo al passato della band, anche quello più recente di (N)Utopia, che offre sicuramente un quadro musicale ed artistico più coinvolgente di quello disegnato da Diabolical Figures.



VOTO RECENSORE
48
VOTO LETTORI
53.34 su 32 voti [ VOTA]
Warty
Martedì 5 Gennaio 2010, 12.03.00
5
A me gli altri album piacciono. Di questo a mio parere si salvano solo Circus of The Damned e Message In A Bottle...
AdemaFilth
Sabato 26 Dicembre 2009, 16.05.41
4
Un album inutile
Uno qualsiasi
Giovedì 24 Dicembre 2009, 18.03.09
3
Una band che prima di entrare a far parte della Nuclear Blast aveva fatto i primi due album niente di che, e il terzo disco tutto sommato bello. Senonché la Nuclear Blast, in cerca forse di qualcuno da affiancare ai Dimmu Borgir, li mise sotto contratto stuprando il loro songwriting. Oggi sono una band mandata al massacro in mezzo ai grandi nomi. E i loro ultimi tre dischi (questo compreso) fanno pena.
Khaine
Giovedì 24 Dicembre 2009, 7.56.38
2
Eh, è la verità purtroppo... è una di quelle band su ci devo recuperare cultura...
Arekusu
Giovedì 24 Dicembre 2009, 0.06.07
1
E meno male che la loro discografia la conosci solo di striscio...
INFORMAZIONI
2009
Massacre Records/Nuclear Blast Records
Melodic Black
Tracklist
1 Vengeance Is Sworn
2 Circus Of The Damned
3 Diabolic Figures
4 Hells Creation
5 Forlorn Hope
6 Architects Of Hate
7 New Disorder
8 Message In A Bottle
9 Ignoreance Of Gods
10 The Reckoning
Line Up
Stefan Fiori - voce
Sabine Mair - tastiere
Martin Innerbichler - batteria
Harry Klenk - basso
Eric Righi - chitarra
Orgler Thomas - chitarra
 
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