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Conspiracy - Irremediable
( 1192 letture )
Si conferma ancora una volta l’imprevedibile miscela di black e classic metal targata Conspiracy, un mix che non può lasciare indifferenti, specie se lo si ascolta in una rispettabile ed ingrigita biblioteca del centro, vagando con la mente per paesaggi più o meno lovecraftiani. La one-man band olandese, nata nel 1994 da un progetto di Carpathian Wolf (un tempo membro degli israeliani Melechesh, noto con lo pseudonimo di Al’ Hazred), non si distacca, infatti, dai singolari percorsi melodici più volte sperimentati dal suo inquieto artefice. Ne è prova Irremediable, terzo full-lenght che, pubblicato per Pulverized Records, vanta per le parti orchestrali la collaborazione del compositore tedesco Aryan Blaze.

Si tratta di un disco particolarmente atmosferico, a tratti ricco di elementi malevoli e sinistri che, a volte quasi impercettibilmente, serpeggiano nel bel mezzo di contorte trame melodiche. Vaghe assonanze sono da rinvenirsi nella tradizione di un metal classico di matrice satanica alla King Diamond, anche se non mancano una serie di guizzi strumentali maggiormente riconducibili alle tendenze di un blast-beat più propriamente caratteristico delle strutture musicali che sostanziano il black. Singolare curiosità: alcuni dei pezzi presentano un drumming realizzato tramite le parti di batteria preregistrate da Dirk Verbeuren (Aborted, Soilwork, Scarve, ecc.) per il drumkit sampler midi The Library Of The Extreme – Blasts & Fills. I testi, valorizzati da un cantato quanto mai variegato (si passa dal pulito allo scream, dal falsetto al growl, dai cori femminili alle voci sovrapposte), sono ispirati alle tenebrose liriche di Aleister Crowley e Charles Baudelaire. Interessante anche la scelta dell’artwork di copertina, rielaborazione di un dipinto del pittore e occultista belga Félicien Rops (1833-1898).

Ma veniamo alla tracklist. Ipnotica intro quella di Nocturnal Hunters, destinata ad una serie di repentini cambi di registro, compresa una macabra marcetta a base d’organo dal vago gusto orrorifico, vera e propria costante dell’intero album. Un medesimo sapore a metà tra il tetro ed il fantastico imperversa anche nelle cadenzate e sinfoniche Ouverture e Carpathian Sunset, entrambe strumentali. In particolare, il solenne tema musicale già sviluppato in Ouverture viene ulteriormente rielaborato dalla successiva Black Mass, in cui la voce, imperversante latrato, si alterna ad improbabili coretti tra il cavernoso ed il fantasmagorico. Ritmiche più propriamente black riecheggiano a fondo nelle meno incisive End of Religion, The Invocation of Hecate, The Hag, Armageddon Broke e A Dream of Fear. Un riffing tirato di stampo evidentemente più classico è, invece, caratteristico della title-track Irremediable, in cui non può non spiccare il singolare coacervo di voci, quasi disparato esercizio di timbrica vocale. Omaggio alla terra natale di Carpathian Wolf è, poi, la finale Bukovina, ancora una volta variegata creatura dalle molteplici armonie, tanto nel sound quanto nel singing. Notevole, infine, tra tutte, la suprema The Pentagram, inno all’oscura potenza del male, inframmezzato di struggenti pause melodiche dai languidi arpeggi. Non si può, inoltre, non segnalare la frequente presenza nel disco di una serie di assoli sparsi, chiaro lascito di una struttura compositiva più che tradizionale e fortemente influenzata dalle già menzionate radici classic metal.

La produzione, come nei precedenti album, si mantiene grezza, cruda e volutamente sottotono, quasi in qualità demo.

Quale, dunque, il verdetto? Un disco dagli spunti discreti, ma non eccelsi che, proprio in quanto inserito nel genere black, spiazza per la lucida improbabilità della proposta che, a volte, in quell’ostinata tensione ad un songwriting pomposo ed articolato, rischia di strafare e quasi attorcigliarsi su se stesso. Sconsigliato agli intransigenti, potrebbe forse rivelare nuovi scenari agli amanti del metal classico e della sperimentazione, a patto, però, che siano disposti ad ascoltarlo almeno una decina di volte.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
48.78 su 23 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2010
Pulverized Records
Black
Tracklist
1. Nocturnal Hunters
2. Ouverture (Instrumental)
3. Black Mass
4. End of Religion
5. Pentagram
6. The Invocation of Hecate
7. Irremediable
8. The Hag
8. Armaggedon Broke
9. A Dream of Fear
10. Carpathian Sunset (Instrumental)
11. Bukovina
Line Up
Alex “Carpathian Wolf” - All Instruments
 
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