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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 4065 letture )
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Non si dispone di molte informazioni sui Dystopia Nå!; si sa solo che si tratta di una giovane band proveniente da una terra sempre molto prolifica ed attiva, la Norvegia, ed in particolare da Oslo. Syklus rappresenta l’album di esordio per questo trio, che propone uno stile difficilmente classificabile, che può genericamente essere indicato come avantgarde metal. Come gli intenditori certamente sapranno, questa etichetta viene spesso utilizzata per tentare di dare un nome a qualcosa che in realtà sfugge per sua natura ad ogni improbabile catalogazione, e questo concorre a rendere ancor più attraente questa proposta. Un alone di mistero avvolge i componenti della band, di cui si conoscono solo le iniziali K-S-A, nessuna ingombrante storia alle loro spalle, non si riesce neanche ad apporre una precisa targhetta sul loro sound… Insomma tutto è stato costruito con perizia per accrescere la curiosità di chi si approccia per la prima volta a questo enigmatico project. Ma chi avrà l’ardore ed il proposito di farlo, ne rimarrà estasiato, o almeno questo è quello che è accaduto al sottoscritto. Del resto un po’ c’era da aspettarselo, dato che tutto nasce e prende forma in una label nostrana che da tempo ci ha abituato a piacevoli sorprese, ovvero la Avantgarde Music, e penso proprio che non sia un caso fortuito che questo gruppo emergente abbia operato questa scelta.
Una struttura dei brani imprevedibile ed articolata, un eccellente mix di suoni ed ambientazioni diverse, un grande risalto alle parti strumentati, una produzione ottima ed un eccellente songwriting sono tra i principali punti di forza di questo album, che va necessariamente sviscerato nelle sue parti elementari per poterne comprendere appieno l’essenza. Il breve brano introduttivo, Vemod, è totalmente strumentale - se si escludono dei vocalizzi sullo sfondo - e mette in luce un aspetto importante, cioè l’uso di suoni sintetici evocanti risvolti apocalittici. Questo breve ma toccante preludio ci annuncia che la fine è vicina ed acuisce la frustrazione dell’attesa di svelare la vera natura di questo disco. Ma la risposta non tarda ad arrivare: dopo un intro al piano, con voci recitanti sullo sfondo, un urlo impetuoso dà il via alle danze. Con i tre brani successivi si entra nel cuore di questo straordinario lavoro, fatto di momenti strumentali dal ritmo andante, tessuti meravigliosamente da inserti di piano, splendidi motivi di chitarra ritmica e riffing melodici o robusti in down tempo, alternati a momenti assolutamente distruttivi e vigorosi, in cui l’andatura si fa sostenuta, la voce squarcia l’aria emanando scream graffianti, ma soprattutto il riffing si fa ruvido e tagliente allo stesso tempo. Spesso si ha l’impressione di essere travolti da una vera e propria pioggia elettrica, che sovrasta qualunque altro suono penetrando con violenza nei padiglioni auricolari. Gli accordi diventano indistinti, in un flusso elettrico dirompente, a causa del massiccio impiego di distorsione e tremolo picking. La voce solista a volte si fa anche roca svincolandosi dallo scream puro e non manca il blast beat con cori di voci clean, cui tutti i membri del gruppo contribuiscono insieme. Voci recitanti e sofferenti, urla, ghigni e strani effetti sonori contribuiscono a creare un’atmosfera piuttosto inquietante, in un contesto in cui emerge prevalentemente l’anima black di questa band.
Termina qui il primo atto ma le emozioni non sono finite, perché Neon è un brano strumentale che rasenta la perfezione, che dà spazio a tutti gli strumenti classici ed elettrici, con alti e bassi di tensione ed intensità, fino a scatenarsi in urla devastanti e vere e proprie raffiche di mitra, per chiudersi con suoni sintetici prima mesti e poi sinistri, come a volersi fermare a contemplare gli effetti catastrofici di tanta potenza. Pensavate che le sorprese fossero finite? Vi sbagliavate, perché i tre rimescolano le carte in tavola, ed in Barn Av Lerret (Del I) è come se lo spirito di Max Cavalera ed ex soci si impossessi di loro. Il cantato stavolta si trasforma in un potente growl, a tratti sconfinante nello scream o appeso tra i due stili di canto estremi, il riffing si fa molto pesante e i toni si abbassano, il basso va a sostegno mentre il drumming ingrana la marcia… Ma questo è death/thrash! E adesso che succede? Le chitarre si mantengono possenti ma rallentano, i tempi si dilatano, il tono del growl diventa basso e molto profondo… Ma questo è funeral doom! Insomma è incredibile come nello stesso platter possano convivere tante anime diverse. Ma è proprio dopo aver ricevuto questo pugno sullo stomaco che ci si deve nuovamente fermare a riflettere, e lo si fa ascoltando, sullo sfondo di Kollaps, il frastuono della città, che ha ormai coperto completamente quello della natura che ci circonda e che si ripete sempre uguale a se stesso, generando un senso di solitudine, di urbana frustrazione. L’inquietudine aumenta ulteriormente, e permane dopo il brano finale Barn Av Lerret (Del II), con le sue parti canore gracchianti e lamentose, le atmosfere meste e i suoni spettrali, come quelli organistici al suo interno. Tutto ciò allo scopo di prefigurare un ipotetico futuro fatto di perdite, desolazione, distruzione, un futuro tutt’altro che utopico, anzi la parola giusta per descriverlo è proprio l’antitesi dell’utopia, cioè la “distopia”, per l’appunto.
Questa inattesa sequenza di emozioni scorre fluidamente lungo i circa tre quarti d’ora di questo album e, quasi senza rendersene conto, si passa da un brano al successivo, da uno stile all’altro, in modo continuo e graduale. In definitiva, si sa poco di loro, ma questo debut album è una degna presentazione che fa venir voglia di saperne di più, che non lascia indifferenti ma al contrario stimola ad attendere ulteriori sviluppi. Anzi, se apprezzerete questo sorprendente lavoro, allora state in campana, perché il trio K-S-A non ha ancora fatto in tempo ad incidere ed editare i brani di Syklus che è già al lavoro sul secondo album. C’è da scommettere che questo è solo l’inizio di un ciclo e che le sorprese non finiranno qua…
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4
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Sullo stesso link c'è anche Neon. Le due canzoni sono belle, sicuramente vanno segnati e studiati. |
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Grazie anche da parte mia x il link,non li ho mai sentiti^^ |
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Puoi ascoltare "Av Piller Og Idioti" su http://www.myspace.com/dystopianow (autorizzato da khaine) |
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la recensione mi ha incuriosito molto, dove posso ascoltare qualcosa? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Vemod 2. Av Piller Og Idioti 3. I Metropolens Favn 4. God Morgen, Dystopia 5. Neon 6. Oslo S / Barn Av Lerret (Del I) 7. Kollaps 8. Barn Av Lerret (Del II)
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Line Up
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K. - Vocals, Guitars, Keyboards S. - Guitars, Bass, Vocals A. - Drums, Programming, Vocals
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