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02/05/24
SVEST FEST
NAMA BREWING, VIA ROGGIA VIGNOLA 3 –TREVIGLIO (BG)
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Eternity - Pestiferous Hymns – Rev. I-I-XXXIII
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( 1197 letture )
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Black metal. Classico e originario. È ciò che si respira e si amplifica all’interno di Pestiferous Hymns – Rev. I-I-XXXIII, il nuovo album dei teutonici Eternity. Di certo una band non particolarmente prolifica e produttiva. Una manciata di demo, diversi split e un paio di full-lenght sono il bilancio di quasi vent’anni di attività.
Formati nel 1994 gli Eternity mostrano un attaccamento ai limiti della devozione per il sound che ha caratterizzato le loro origini. Richiami che vanno dai Mayhem ai Dissection, dai Watain agli Emperor si materializzano con forza, e pesantemente, lungo tutte le tracce dell’album. Stesso stile, periodi diversi e regioni diverse. La band rimane volutamente e indissolubilmente vincolata al black metal dei primi anni ’90, quello dei loro esordi, con brani che non puntano tanto alla scarna brutalità, e neanche alla pura violenza, ma si sviluppano reiterando maniacalmente riff permeati spesso di malinconiche melodie. L’intenzione è buona, la resa un po’ meno. I brani si sviluppano su strutture molto lineari, pochi i cambi di tempo e i riff sono ripetuti in modo morboso e ossessivo. Troppo. La ripetizione è infatti nota caratterizzante, ma troppo spesso dolente, di tutto il full-lenght.
Down to the Southern Abyss, il primo brano, manifesta esplicitamente il legame al black metal tradizionale che diviene più un tributo che fonte d’ispirazione. Suggestive le atmosfere dell’intro, il passo è lento e cadenzato, ma sostenuto da una batteria dinamica e strutturata. Incede con ritmo apatico Temple of Flesh, il secondo brano, incentrato su un unico insistente riff, in grado comunque di creare un’atmosfera fredda, glaciale e ipnotica. ...Like 1000 Suns segue una direzione diversa, parte con un ritmo più serrato prendendo in prestito anche dei passaggi death-thrash sui quali si innesta in modo efficace lo screaming rauco di A.Krieg, ma l’intermezzo centrale ancora una volta viene troppo prolungato, con il rischio di risultare banale e monotono. Buona la ripresa finale, veloce e brutale, con la voce che continua a declamare Lucifer Arise, rendendo esplicite anche le tematiche trattate all’interno dell’album. …Of Satans Blood è il brano che più si diversifica dagli altri, di breve durata, conciso, rapido e aggressivo, con un ritornello davvero accattivante. Un pezzo che non si perde in diversioni e inutili divagazioni. Si prosegue con passo rallentato fino alla fine. Bellissimo il motivo iniziale e finale di Waiting in the Abyss, se non fosse già stato scritto dagli Emperor. Mi riferisco al brano The Wanderer, troppo palesemente preso in prestito.
La produzione è molto buona, i suoni sono chiari anche se le chitarre sono doverosamente distorte e graffianti, come da tradizione, tutti gli strumenti si sentono distintamente e i volumi sono ben equilibrati.
Ma gli Eternity sono fermi nel tempo, e fin troppo derivativi. Ci sono si diversi passaggi ispirati, ma si perdono tra brani che hanno fin troppo di già sentito. I riff, le melodie, le distorsioni delle chitarre, le atmosfere, lo screaming rauco che a tratti diviene una litania recitata sono tutti elementi chiaramente debitori di un certo tipo di sound cui gli Eternity si rifanno in modo esplicito.
Considerando la decennale esperienza e la lunga gestazione dell’album, ci si poteva aspettare qualcosa di più.
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5
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Uhm... il commento è scomparso, comunque, Patricia lieto di essere stato utile |
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4
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Ascoltato una volta, io ci sento un bel po' di Watain... |
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3
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Band che seguo con interesse dagli albori e che mi piace molto, ma ancora questo non l'ho sentito. Devo farlo! |
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2
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Undercover, leggo sempre con molto interesse i tuoi commenti che mi hanno anche fatto scoprire band meravigliose.. E' vero che il cd degli Eternity scorre bene ma lo trovo un po' troppo semplicistico.. In ogni caso grazie per la preziosa integrazione dei guest, mia mancanza.. Evidentemente, quando ho mandato la rece, una parte di me era già in ferie! |
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1
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Tra i richiami aggiungerei i Darkthrone ma il disco per quanto derivativo scorre bene e le guest che stranamente non sono state citate Drakh dei Katharsis e Nocturnus Horrendus e V-Kaos entrambi nei Corpus Christii quel qualcosina di loro lo danno. Non ti cambia la vita ma piacevole, a un prezzo decente si potrebbe pure acquistare come del resto ho fatto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Down to the southern Abyss 2.Temple of Flesh 3....like 1000 Suns 4....of Satan's Blood 5.Reborn through the Flame (Against the Creation) 6.Waiting in the Abyss 7.Black Clouds on a psychic Horizon
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Line Up
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A.Krieg (Vocals & Bass) Diabolus (Guitar) M.Alicious (Guitar) Basilisk (Drums)
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RECENSIONI |
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