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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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The Kovenant - Animatronic
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( 5517 letture )
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Nati nel 1993 grazie al bassista/cantante Nagash ed al chitarrista Blackheart, i Covenant esordirono nel 1997 con In Times Before The Light, a cui seguì l'anno dopo Nexus Polaris, un album symphonic black metal che regalò buona fama alla band (e un Grammy Award nella nativa Norvegia), che tuttavia si trovò nel 1999 a ribaltare completamente il proprio status. Cambiato il monicker in The Kovenant a causa dell'omonimia con un altro gruppo (ottimo, fra l'altro) e stravolta la line-up, di cui rimasero solo i membri fondatori (rinominati in Psy Coma e Lex Icon) e il batterista Hellhammer (Von Blomberg), non rimaneva che cambiare radicalmente genere musicale.
Eccoci quindi giunti al nostro Animatronic, debutto dei "nuovi" The Kovenant in ambito industrial metal, ricco di trame tastieristiche ed elettroniche e dalle ritmiche (fin troppo) squadrate. Lex e Psy si sbizzarriscono infatti a creare atmosfere nuove, fredde ed aliene, alle prese con sonorità cyber in cui gli strumenti tradizionali fungono spesso solo da base ritmica, lasciando all'elettronica il compito di caratterizzare i singoli brani. Poco presente è quindi il basso di Lex e quasi completamente dedita al groove è invece la chitarra di Psy, con entrambi i protagonisti più concentrati ad intessere i loro evocativi arabeschi tastieristici. Di certo i blackster, che si aspettavano un bis dell'ottimo Nexus Polaris, rimasero all'epoca un po' interdetti, perché sono pochissimi i richiami al symphonic black che solo un anno prima caratterizzava il sound della band, dimostrando una versatilità ed una capacità di reinventarsi davvero rara (in quanti ci hanno provato? In quanti ci sono davvero riusciti?). Dal canto suo Von Blomberg offre una prestazione assolutamente piatta. Indubbiamente si tratta di un effetto voluto (d'altronde stiamo pur sempre parlando del signor Hellhammer), ma l'impressione è che si sia esagerato un po' troppo con la ricerca della semplicità a tutti i costi e che un po' di estro compositivo in più avrebbe, in alcuni frangenti, fatto davvero la differenza. Di certo non ha bisogno di presentazioni il leader (e unico membro rimasto, attualmente, nella band) Lex/Nagash, polistrumentista attivo in diversi contesti ed in diverse band nel corso degli anni, fra cui i Dimmu Borgir del periodo d'oro (come bassista), i Chrome Division (come batterista) ed i Troll (come cantante, tastierista e versatile tuttofare). In ambito vocale, Lex si conferma qui un ottimo interprete, mediando abilmente fra le reminiscenze black e le nuove derive di matrice marilynmansoniana, coadiuvato dalla soprano Eileen Kupper (già attiva anche nei Therion).
Se vogliamo essere anche un po' cattivi, Animatronic offre un lotto di brani tutto sommato abbastanza uniformi (compresa la cover dei Babylon Zoo, resa in fin troppo perfetto The Kovenant-style), basati sulle stesse soluzioni compositive che tendono a ripetersi in un po' tutti i singoli brani. E’ quindi difficile scegliere una traccia "più rappresentativa" da consigliare (anche perché un ascolto lo merita l'album nella sua interezza), anche se la mia preferenza personale va a New World Order, alla carica di Jihad e alla veloce ed esplosiva In The Name Of The Future. Certo, a chi non conoscesse i The Kovenant "industriali" (vergogna!) consiglierei innanzitutto di recuperare il seguente SETI, vero e riconosciuto capolavoro della band, nonché loro testamento artistico (diciamo che giorno dopo giorno le mie aspettative per Aria Galactica si stanno assottigliando sempre più), ma anche Animatronic, seppur indubbiamente meno maturo e completo, ha parecchie frecce al proprio arco. Dategli una possibilità.
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11
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Avevo bisogno di scoprire nuove band nel campo industrial-elettronico-metal. Non li conoscevo lo ammetto, daro' un eeeeeeeeeeeeeeee ascolto ! |
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10
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Grande album!new world order su tutte!voto 9 |
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9
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Io li conoscevo già come i Covenant di Nexus polaris. Mai e poi mai avrei immaginato vette simili. Questo è uno dei capolavori dell'industrial. Solo i Rammstein sono arrivati a questi livelli. 90 |
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8
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Bel disco. Ultimamente mi sto appassionando a sto genere loro e static x han fatto veramente bei dischi.. Voto 85 |
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7
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Mi aggiungo a chi si stupisce nel leggere di SETI "riconosciuto" capolavoro ... Cmq questo e Nexus Polaris spaccano (in generi e modi diversi). Io li seguì ai tempi dell ' uscita di questo e tutt' ora posso ripetere che erano "avanti" per quegli anni. 85 meritatissimo!!! |
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6
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Li ho visti al gods of metal 2000, sembravano un incrocio tra manson e black metal, ma non mi hanno impressionato x niente...il cd e' divertente e nulla piu',trascurabili |
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5
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Concordo con enry, tolto "Nexus Polaris" sono un accozzaglia di idee che non vanno da nessuna parte e ricordo anch'io le stroncature nette a "Seti" che per quanto mi riguarda in parte le meritava pure. |
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4
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Concordo con enry, tolto "Nexus Polaris" sono un accozzaglia di idee che non vanno da nessuna parte e ricordo anch'io le stroncature nette a "Seti" che per quanto mi riguarda in parte le meritava pure. |
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3
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Band che, a mio modesto avviso, ha dato il meglio con In time before the light. |
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2
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boh a me sono molto piaciuti entrambi i lavori post-Nexus Polaris...forse questo è più frizzante e fresco di SETI, ma entrambi buoni lavori |
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1
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Scusatemi ma Seti 'vero e riconosciuto capolavoro della band' da chi? Io ricordo che fu stroncato da quasi tutti nel 2003. Per me mediocre anche questo, potevano chiudere con Nexus Polaris per quanto mi riguarda. E non per il cambio stilistico (io adoro gli altri Covenant figuriamoci), ma proprio per il disco in sè, mi ero pure scordato di averlo in casa da tanto che mi è piaciuto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Mirrors Paradise 2. New World Order 3. Mannequin 4. Sindrom 5. Jihad 6. The Human Abstract 7. Prophecies of Fire 8. In the Name of the Future 9. Spaceman 10. The Birth of Tragedy
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Line Up
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Lex Icon (Voce, Basso, Tastiere) Psy Coma (Chitarra, Tastiere) Von Blomberg (Batteria)
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RECENSIONI |
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