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Persuader - The Fiction Maze
( 2241 letture )
Ben otto anni dividono The Fiction Maze, nuovo lavoro dei Persuader, dal precedente When Eden Burns. Formatosi nel 1997 a Umeå (Svezia), il gruppo in questione è autore di quattro album, compreso quello oggetto della presente recensione, improntati ad un power metal melodico, ma niente affatto privo di tiro. Nel periodo che intercorre tra il disco del 2006 e The Fiction Maze, Jens Carlsson e Emil Norberg sono apparsi sull’album dei Savage Circus insieme all’ex-drummer dei Blind Guardian, Thomen Stauch ed a Piet Sielck (Iron Savior), mentre Daniel Sundbom e Efraim Juntunen hanno lavorato con i thrashers Guillotine. Questo può spiegare sia la buona forma di tutti, che alcune ritmiche possenti inserite a macchia di leopardo nel nuovo cd. L’originalità non è il loro punto di forza, ma se per questo i Persuader sono quasi sempre stati accostati ai Blind Guardian, è anche vero che Jens Carlsson e compagni risolvono la pratica con grande perizia e professionalità. Il tempo, trascorso anche invischiati nei problemi di sopravvivenza della precedente etichetta discografica e nei propri progetti personali di vita, non è passato invano. Il mastering ed il mixing affidati a Ronnie Björnström (Aeon, Apostasy), infatti, restituiscono un lotto di pezzi quadrato ed aggressivo, dal suono molto massiccio, caratterizzato da ritmiche febbrili, cori ariosi e coinvolgenti, assoli impetuosi quasi sempre di interessante rilievo ed arrangiamenti oculati. Piacevole anche la copertina firmata dall’onnipresente Felipe Machado Franco.

Caratterizzato fin dal principio dalla vocalità di Carlsson, spesso giocata sulla forzatura dei toni acuti, The Fiction Maze è aperto da un trittico di tutto rispetto. One Lifetime, War e The Fiction Maze mostrano infatti con chiarezza tutte le qualità anticipate nel paragrafo precedente e, pur non inventando assolutamente nulla, si fanno ascoltare con piacere, risultando molto ben equilibrate tra potenza e fruibilità. La capacità di costruire ritornelli semplici, coinvolgenti e non privi di una certa epicità scevra da appesantimenti eccessivi, risalta con chiarezza in Deep in the Dark, poi c’è spazio per la velocità a cavallo tra power e speed metal di InSect, la quale mostra anche qualche sporcatura nel canto che, pur essendo di puro contorno, aggiunge pepe alla canzone. Qualche momento di stanca si registra nella parte centrale del lavoro, in cui Son of Sodom non riesce a coivolgere più di tanto, risultando un po’ pesante da ascoltare, mentre il ritorno su binari più speed di Sent to the Grave risulta davvero efficace solo all’ascolto dell’ormai canonico bel refrain. Più “easy listening” Heaten, potenziale singolo dell’album. Un pezzo che, probabilmente, potrebbe ottenere anche airplay radiofonico in nord Europa, pur essendo ben più potente di qualsiasi cosa possa trasmettere una radio generalista italiana, che però può contare ancora su qualche spruzzata di growl appena accennata e (indovinate) su un ritornello di buon effetto. Piacevole la strumentale Dagon Rising, opportunamente contenuta in meno di un minuto e mezzo di durata e chiusura affidata alla doppietta Worlds Collide, canzone che si mantiene in linea con il tasso medio qualitativo di The Fiction Maze e Falling Faster, sfuriata speed/power ad alta velocità che conclude il tutto con una scarica di adrenalina, pur non essendo certo la miglior composizione dell’album. Qualche piccolissima caduta di stile qua e là (i secondi iniziali di The Fiction Maze e InSect ricordano le intro rispettivamente di Metallica e Sonata Arctica) non inficia il risultato finale.

The Fiction Maze non è un capolavoro ed i Persuader non sono certo i nuovi messia del power metal europeo, però ci sanno fare. Pur citando spessissimo il lavoro altrui, Blind Guardian in primis, questi svedesi sanno lavorare con criterio, puntando su scelte specifiche ed oculate. Non potendo scoprire nulla di nuovo e dovendo per forza rifarsi a modelli pre-esistenti, lo fanno con mestiere, puntando sull’impatto della registrazione, su arrangiamenti molto professionali e, soprattutto, sulla qualità principale che possiedono e che avrete già forse intuito leggendo i paragrafi precedenti: la capacità di coinvolgere e divertire con ritornelli che, quasi sempre, hanno il pregio di funzionare. In un mondo in cui non sempre si ha la lucidità di capire i propri limiti, possono anche essere motivi sufficienti per interessarsi alla loro opera.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
73.8 su 5 voti [ VOTA]
Ovest
Martedì 28 Ottobre 2014, 21.03.04
6
La title track mi piace moltissimo
W.Axl
Martedì 4 Febbraio 2014, 0.59.02
5
Se questo album ha preso 70 da Raven, ed essendomi piaciuto molto When Eden Burns, penso proprio che gli darò un'ascoltatina.
The Sentinel
Giovedì 30 Gennaio 2014, 17.19.00
4
Sentiti solo i primi 2 tempo fa, discreti/buoni, power-speed europeo di quello fatto bene, melodico e ruvido allo stesso tempo ispirato a vecchi BG, Iron Savior ecc. ma appunto già per questo da lodare, perché di solito nel campo le band si sono ispirate a migliaia ad altri (forse perché più imitabili appunto, più o meno), Stratovarius su tutti, negli ultimi 10-15 anni. Chiaro che non sono nulla di imprescindibile per ovvi motivi, ma chi ama il genere e in particolare un approccio di un certo tipo appunto allo stesso, di sicuro li trova piacevolissimi, come tanti altri trovano tali band che, in altri generi, sono ancora meno personali eppure in quel caso non si sognano mai, molti almeno, di dire "a che servono se ci sono già da anni gli Slayer (o chi volete)?", tutto dipende molto da cosa uno ama ascoltare di solito appunto, allora cambiano anche i criteri per stabilire se uno ci suona "clone" o meno. Spero che chi dice che sarebbero cloni dei cloni non intenda che anche gente come i BG sarebbero cloni di qualcuno (giusto il debutto era molto dipendente dai primi Helloween per loro stessa ammissione, ascoltavano al tempo fisso "Walls Of Jericho"), visto che si parla di una delle band se non la band più personale, fin quasi dall'inizio appunto della carriera discografica ufficiale, che ci sia stata nel campo e forse anche nel metal classico in generale negli ultimi 25 anni. I cloni e i cloni dei cloni ecc. sono ben altri se mai, oggi o ieri o ieri l'altro, e non solo nei campi power e dintorni, ovviamente.
Frankeinstein
Martedì 28 Gennaio 2014, 17.30.45
3
Sono i cloni dei cloni
Punto Omega
Martedì 28 Gennaio 2014, 12.10.45
2
Essendo in crisi di astinenza di Blind Guardian, penso proprio che lo dovrò ascoltare.
HyperX
Domenica 26 Gennaio 2014, 10.13.19
1
When Eden Burns e` fantastico ma temevo si fossero sciolti. Mi tocchera` ascoltarlo...
INFORMAZIONI
2014
Inner Wound Recordings
Power
Tracklist
1. One Lifetime
2. War
3. The Fiction Maze
4. Deep in the Dark
5. InSect
6. Son of Sodom
7. Sent to the Grave
8. Heathen
9. Dagon Rising
10. Worlds Collide
11. Falling Faster
Line Up
Jens Carlsson (Voce)
Emil Norberg (Chitarra)
Daniel Sundbom (Chitarra)
Fredrik Hedström (Basso)
Efraim Juntunen (Batteria)
 
RECENSIONI
 
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