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COUGH + LENTO - Init Club, Roma, 07/05/2011
14/05/2011 (2553 letture)
Assistere a un concerto doom metal nella Capitale è un evento ormai raro: a parte l’annuale edizione dello Stoned Hand of Doom e qualche caso particolare, come nel caso del concerto dei Cathedral del 14 novembre (cui non sono riuscito a partecipare a causa della contemporanea presenza di Grave, Misery Index, Arsis, The Last Felony, The Rotted lo stesso giorno al Blackout Rock Club) e come nel caso dei monumentali Electric Wizard, è veramente difficile che Roma sia presente nel tour europeo di un qualsivoglia gruppo. Oggi ho avuto la dimostrazione effettiva di quale sia la causa di questa situazione, grazie all’apporto indiretto proprio degli headliner della serata, ossia i Cough. L’Init Club è ancora una volta, fortunatamente, il locale che ospita ciò che può essere già definita una delle serate più tetre e underground del 2011: sabato 7 maggio 2011 la compagnia è fatta dalla musica degli allucinanti Cough e dei cupi e strumentali Lento.

E’ veramente faticoso. Ieri per i Voivod sono tornato a casa alle due di notte, per poi la mattina stessa andare a scuola e tornare a Roma per un altro concerto... Che posso farci, per me la sede live è una droga. Fosse per me e il mio corpo, tali fatiche vorremmo sentirle ogni singolo giorno; le distorsioni pesanti che filtrano dalle orecchie per toccare l’anima, un’esperienza che solo ammirando i propri numerosi beniamini si può provare e, seppure se si è costretti a dormire poche ore al giorno, la voglia è talmente insaziabile e incolmabile che sforzi simili vengono sopperiti totalmente dall’adrenalina. Prima di cominciare effettivamente il racconto, è doveroso ringraziare l’Init Club: ormai tale location è la mia preferita in assoluto sia per valore affettivo, sia per il lato intimo che si va ad instaurare tra gruppo-pubblico a causa della mancanza delle fastidiose transenne. Ma ora bando alle ciance e iniziamo!
Prendo l’autobus alle ore 18.00 da Tivoli cosi da poter arrivare in tempo al solito appuntamento con il mio fidato amico a Ponte Mammolo alle 19.00 e con molta calma e tranquillità ci avviamo al ristorante di fronte al locale, La Villetta, ove abbiamo prenotato per le 20.30. Finito di cenare, salutiamo i Cough che mangiavano vicino a noi e ci andiamo a piazzare davanti i cancelli della location in attesa di poter entrare. Come da orario previsto, alle 21.30 entriamo e andiamo subito a visionare ciò che il merchandise dei Cough propone. Ecco il primo motivo per cui stimo questa band: i prezzi applicato. Al concerto dei Voivod del giorno precedente i CD venivano venduti a “soli” venti euro e le maglie ad una trentina di euro, mentre oggi Ritual Abuse costa solamente dodici euro (con in regalo una toppa ed un adesivo), e così a 12 euro venivano vendute anche le maglie e aggiungo inoltre che il biglietto veniva solamente dieci euro; questi sono ragazzi da ammirare, l’amore per la musica e la voglia di suonare, per loro, va ben oltre la moneta corrente e cosi dovrebbe essere sempre! Altro motivo di stima è dato dall’atteggiamento nei confronti dei fan: ogni membro era ben disposto a chiacchierare, scherzare e a far foto anche prima di salire sul palco, come se fossero persone qualunque, solo che loro han pubblicato due splendidi dischi e han firmato per Relapse Records (che non sono cose che fanno "le persone qualunque").

LENTO
L’Init è completamente avvolto nella nebbia (effetto creato dall’eccesso di fumo sparato sul palco che si va a sparpagliare ovunque) quando sul palco salgono i capitolini Lento, freschi del nuovissimo ed ottimo album intitolato Icon, quest’oggi supportato a pieno regime e suonato quasi per intero con ben nove canzoni su dodici in setlist. I Lento sono un gruppo post/sludge metal completamente strumentale ed hanno all’attivo tre album (anche se il debutto non è completamente ascrivibile a loro in quanto fu pubblicato in collaborazione con gli Ufomammut) mai deludenti e sempre ad alti livelli; la loro proposta è veramente molto difficile da assimilare e, seppur non siano affatto nuovi sui palchi romani, la mancata presenza di pubblico dimostra proprio che non siano adatti a molti. Si incomincia il viaggio nell’oscurità con Admission, la musica ci trasporta in una dimensione plumbea, dove la speranza di uscire è solo un termine da dizionario, ma la voglia di rimanere in quel mondo si incrementa sempre di più. Un viaggio esoterico senza pause, lo sludge atmosferico fa rimanere con gli occhi incollati ad ammirare questi quattro musicisti violentare i propri strumenti con una originalità e classe fresca ed ammaliante. L’atmosfera rende il tutto più ritualistico, la nebbia imperversa sia nell’b>Init Club che nelle menti offuscate dal sonoro caotico ed assolutamente attraente scaturito dagli strumenti di questi ragazzi. Le pause non sono ammesse, neanche un accenno di parole ma solo la musica “lenta/o” che imperterrita continua a mietere vittime con Limb, Hymen e Hymn. La sede concertistica è il luogo più adatto per i conterranei, la freddezza su disco diviene ghiaccio sul palco e per il genere proposto è sempre un bene, cosi si continua con Still, Throne per poi proporre il primo pezzo da Earthen -secondo disco, per la precisione- ossia Need. Le canzoni sembrano molo più lunghe di quello che sono, e questo è un fattore che può in parte stancare, ma è tanto l’interesse che non ci lamentiamo minimamente e continuiamo ad assaporare l’oscurità emanata dalle distorsioni opprimenti. Dyad, Least e Icon rappresentano l’ultima tripletta dell’ultimo disco, per poi ritornare nel duemilasette e concludere con Hardrons e Earth -tratte da Earthen. Sono passati quarantacinque minuti spaccati: è possibile che la band sia stata così precisa o siamo talmente drogati dalla musica che ci illudiamo sia così?

COUGH
E’ il tempo degli headliner, sono le 23.45 e parte il countdown per la solita discoteca techno prevista per mezzanotte e mezza. Dunque, sono quarantacinque i minuti a disposizione degli americani per distruggere e rallentare i nostri sensi con lo sludge/doom metal influenzato da maestri come Grief, Sleep e gli stessi Electric Wizard, passati per la Capitale solo pochi mesi fa. La nebbia è scomparsa e l’approccio sarà più “diretto”, ma la proposta si rivelerà essere ancor più depressiva e malinconica di quanto ci si aspettasse, persino più di quanto lo sia su disco. I Cough provengono dall’America, si son formati nel 2005 ed hanno all’attivo due ottimi album, Sigillum Luciferi e Ritual Abuse, proprio quest’ultimo supportato durante il tour in questione. Come già detto in precedenza, i ragazzi sono riusciti a firmare un contratto con la Relapse Records, ed è proprio grazie ad essa che il Ritual Abuse Tour 2011 si dipana per circa un mese e mezzo. Il pubblico presente è diminuito, alcuni fan dei Lento sono usciti prima che i Cough salissero sul palco e dunque ci aggiriamo intorno alle quaranta persone, forse anche meno, ma era molto prevedibile visto che nella stessa serata avrebbero suonato i Theatres Des Vampires al Blackout Rock Club e solo il giorno prima sarebbero stati presenti i Voivod, senza poi considerare il fattore “sconosciuti immeritatamente” che va ad aggravare la situazione. Si parte alla grande con Mind Collapse, la mia canzone preferita -tratta da Ritual Abuse- e la prima cosa che notiamo è lo scream allucinante del cantante/chitarrista David Cisco, ai limiti del depressive black ed è proprio la sua voce incredibile ad echeggiare e a distruggere le pareti dell’Init, il cantante pulito e bassista Parker Chandler fa tremare il nostro corpo per quanto è alta la distorsione e con il suo vocalism morboso ripete ossessivamente liriche inneggianti a Lucifero, nel tipico stile degli Electric Wizard. Tanto quanto il supporting act, l'unica cosa che la fa da padrona durante il poco tempo previsto per la band è la musica, fermarsi è impossibile ed infatti il rito prosegue imperterrito e le nostre anime sono state conquistate fin dal primo terrificante urlo. I passaggi quasi funerei, l’ossessione, la psichedelia acida sono elementi cosi affascinantida obliterare la volontà dei presenti, incollati con lo sguardo al palco. Purtroppo il tempo passa, A Year in Suffering, Northern Plaghe e Ritual Abuse vengono sciorinate in men che non si dica, senza rendersi minimamente conto della lunga durata dei pezzi e con questi già si arriva alla conclusione: eppure in seguito a tanta dose di lentezza, gli occhi stanno ancora osservando i Cough sul palco seppur sia tutto finito. Se dovessi descrivere con una sola parola il concerto degli headliner, direi proprio: impressionanti!



Gnezz
Lunedì 16 Maggio 2011, 18.42.33
10
Grande Sans, supporta il doom italiano!
sans
Lunedì 16 Maggio 2011, 15.37.51
9
Ottimi gruppi, mi sarebbe piaciuto esserci! Inparticolare Icon dei Lento mi è arrivato venerdì e non ho smesso di ascoltarlo!
Gnezz
Lunedì 16 Maggio 2011, 1.36.57
8
@Undercover: Ma più che tardare la disco, sarebbe stato più giusto cominciare un po' prima il concerto cosi da combinare tutto senza tagli di setlist.
Undercover
Domenica 15 Maggio 2011, 16.56.48
7
Mi avevano informato bene, rinnovo il rammarico per chi era presente, di sicuro han fatto una gran prova però la discoteca magari se la potevano risparmiare o farla iniziare in ritardo favorendo il live, malcostrume italiano a manetta.
Gnezz
Domenica 15 Maggio 2011, 13.47.29
6
@Undercover: E' vero, a causa della discoteca che inizia a mezzanotte e mezza sono stati costretti a finire prima.
Blackout
Domenica 15 Maggio 2011, 13.12.06
5
@Undercover: sì, hanno sunato tipo 4 pezzi. Il tempo a disposizione era effettivamente poco a causa della discoteca iniziata alle 00.30 in punto, ma in quei 45 minuti ci hanno veramente impressionato. @Doom: complimenti anche da parte mia solo per il fatto di conoscerli!
Undercover
Domenica 15 Maggio 2011, 12.45.54
4
Io adoro i Cough ma è vero che hanno suonato un cazzo a causa di tempistiche errate? Mi è arrivata voce che han fatto solo 3-4 pezzi? sarebbe un peccato aver sprecato tanto potenziale per una prova così ingiustamente breve.
Doom
Domenica 15 Maggio 2011, 10.28.40
3
complimenti a te ed ai ragazzi che c'erano che comunque sostenete la scena . Doom on
Gnezz
Domenica 15 Maggio 2011, 6.38.32
2
@Doom: È già tanto che li conosci! Ahahahah che ti piacciano o no, complimenti lo stesso per l'ottima cultura!
Doom
Domenica 15 Maggio 2011, 0.25.21
1
sul concerto live non mi esprimo perché non li ho visti da studio altamente superflui opinione personale
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