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THEATRES DES VAMPIRES + MOTHERSTONE + S.B.S. - Legend 54, Milano, 12/05/2011
18/05/2011 (3951 letture)
Giovedì sono andato al concerto dei Theatres Des Vampires con un milione di pensieri nella testa, stanco come pochissime altre volte nella vita e anche un po’ ammaccato. Fisicamente intendo. Psicologicamente invece mi sentivo forte, corroborato e incuriosito. Loro mi piacciono: gli ultimi due dischi mi hanno soddisfatto moltissimo e, come ciò non fosse sufficiente a convincermi, non avevo mai visto la band romana dal vivo, fatto che mi ha reso definitivamente impossibile l’elusione dell’evento.
Tra l’altro, quando voglio a tutti costi fare una cosa, fatico a scordarne perfino i particolari, ragion per cui mi trovo facilitato nel convogliare ora tutti i ricordi e le sensazioni vissute nel momento.

Arrivo al Legend 54 ad un orario abbondantemente “comodo” così da permettermi qualche public relation per conoscere gli organizzatori della serata (Eagle Booking). Il locale milanese è piccolo ma accogliente, soprattutto nella propria zona all’aperto dove si può anche desinare o semplicemente ingannare l’attesa con la consumazione di qualche “spazzasete”. Ad una prima occhiata il contesto sembra molto più adatto ad un aperitivo pre-serale, piuttosto che ad un concerto metal, tuttavia ho imparato con il trascorrere degli anni che anche l’ambiente nero/borchiato, un tempo rigorosamente irreprensibile da questo punto di vista, ha oramai sviluppato un gusto imborghesito che ne permette l’agio in locali anche decontestualizzati, sottoscritto incluso naturalmente. Per tirare il tutto “a lucido” sarebbe bastato che la proprietà inserisse un sottofondo leggermente meno pop/dance rispetto a quanto distribuito dalle casse, ma dell’affaire ho notato che non se n’è curato nessuno, tantomeno gli intervenuti che, anzi, hanno apprezzato la convivialità dello spazio a discapito delle formazioni d’apertura. E questo, in un certo senso, stona.
La serata prevede infatti due gruppi spalla, a differenza della data romana al Blackout narrataci da Filippo Festuccia “Zarathustra” in cui si sono ascoltati i soli Endaemonia: i locali SBS ed i romani Motherstone.
Band diverse tra loro e diverse dai Theatres Des Vampires che hanno avuto su di me un effetto decisamente opposto. Se da un lato i SBS, che presentano un gothic molto convenzionale ed ingenuo -piacione, ma non commerciale al punto di essere immediatamente assimilabile-, non mi hanno per nulla colpito, dall’altro vi sono stati i Motherstone che, liberatisi in una commistione tra thrash panteriano e metal di stampo vagamente “nu”, hanno invece soddisfatto i miei padiglioni auricolari.
I SBS sono una band relativamente giovane che fatica un po’ ad uscire dai canoni di un genere che ha oramai raccontato tutta la sua storia: melodie trite e ritrite, intarsi vocali molto standard, uscite strumentali poco coinvolgenti. Anche la prestazione on stage è un po’ timida, troppo, anche se comprendo perfettamente la difficoltà di proporre un set animato davanti ad una manciata di persone ciondolanti nell’attesa degli headliners. Nel caso non parlerei nemmeno di occasione sprecata, dato che i limiti stilistico-creativi dei milanesi non sono certo attribuibili a condizioni sfavorevoli o altro. Mi riserverò l’ascolto di una studio-performance, ma per ora mi permetto di bocciare.
Sorpresona con i Motherstone che dispongono l’ascolto del loro recente secondo full intitolato Terror Is Over. Alle prime note sono colto di sorpresa, dato che l’immagine estetica della band (forse solo quella della vocalist Vale, in un “intrigante” travestimento laracroftiano) mi aveva implicitamente indotto ad aspettarmi un wall of sound meno deciso e più sornione. Ed invece i capitolini “spaccano” dalla prima all’ultima nota, mostrandosi molto consci delle loro capacità e cinici nel raggiungere un risultato di rispetto davanti ad un pubblico che ad una prima disamina non parrebbe adatto ad apprezzare pienamente il loro tiro devastante (l’estrazione dei fan dei Theatres è molto diversa). Tutto l’ensemble è giocato sull’alternanza vocale tra l’urlato/distorto di JJ Mammasasso (davvero bravissimo, complimenti) ed il clean squillante di Vale posizionati sul tappeto ritmico fornito da Dani, Ivano e Rik, tutti affiatati nel forgiare un metallo semplice, irreprensibile e schiacciasassi.
JJ Mammasasso esagera forse con le movenze simil Phil Anselmo, ma non sono nell’ottica di volerlo “rimproverare” per questo, dato che le influenze di Darrel & soci sono talmente evidenti da divenire derivative (in senso positivo, vista l’evoluzione vocale). D’altra parte, nelle note dei Motherstone, si sentono i Metallica del post Master Of Puppets. La citazione di Harvester Of Sorrow all’interno di un brano proprio ne è la più candida e serena ammissione. Dal punto di vista scenico si può ancora crescere in occupazione degli spazi (talvolta Vale rimane un po’ troppo defilata), ma la prestazione è da considerarsi decisamente sufficiente. I suoni ottimi (già con gli SBS) completano il lavoro. Il tempo a loro disposizione mi vola e l’attesa per i Theatres Des Vampires si fa meno noiosa di quanto mi aspettassi.
E qui devo congratularmi con tutti. Dalla Eagle agli stessi headliners che hanno saputo confezionare un buon aperitivo sonoro.

Alla fine dell’esibizione dei Motherstone, come da copione, la crew del Legend 54 sale per sistemare il palco degli headliners. Mi adagio su un divanetto in postazione “dormiveglia”, ma dopo pochissimi istanti sale un curioso personaggio chiedendo l’attenzione del pubblico (sempre piuttosto limitato, purtroppo).
Il soggetto (di cui non ricordo il nome) dice di essere uno scrittore. Parla metaforicamente di “silenzi” e “fragori” ed inizia la declamazione di un soliloquio. Inizialmente la cosa mi pare una pagliacciata, ma nel continuum dei suoi minuti il sottofondo narrativo si fa piacevole. Per di più, nel mentre, si esperiscono tutte le “noiosità” del cambio set in modo del tutto indolore.
Terminato il momento cultural/letterario si abbassano le luci.
Sulle note di Keeper Of Secret arrivano i Theatres Des Vampires.

Inizialmente privi della Scarlett, che si riserva un ingresso altamente scenografico appena prima dell’attacco vocale dell’opener del new album, i nostri si posizionano sul piccolo palco del Legend 54 guarniti di maschere veneziane (rigorosamente bianche ed inespressive). I suoni sono equilibrati fin da subito, anche se le tastiere di Fabian sembrano sovrastare gli altri volumi. Il bilanciamento cambierà pochissimo nel corso dell’esibizione con la conseguenza di relegare il guitarism di Benfante ad un livello lievemente più basso del dovuto. Ciò, intendiamoci, costituisce un peccato assolutamente veniale e non penalizzante nell’economia del concerto.
Vi dicevo della prima comparsa di Sonya. Se mai ci fosse qualcosa di più rappresentativo nell’ambiente nostrano, fatemelo sapere. La frontwoman si apre la scena, con passo lento e controllato, adornata di un lungo abito trasparente ed anch’ella nascosta da una maschera carnevalesca, sotto una mise “catenata” in lattice e boot. Le movenze sono conturbanti ed il vocalism piuttosto aderente a quanto ascoltabile su CD. L’avvio della sua performance è da brivido (positivo). Sulla Scarlet v’è sempre stata una grossa spaccatura all’interno della critica, principalmente per il suo registro strascicato ed eccessivamente ammiccante: io sono dalla parte dei sostenitori, dato che ho sempre considerato questa profonda parafrasi canora un valore aggiunto alla musica dei Theatres, tuttavia in questa sede non voglio ribadire quanto già detto in ambito di recensione di Anima Noire e Moonlight Waltz, bypassando consapevolmente qualsivoglia riferimento al suo stile ed alla sua tecnica. Quello che invece voglio puntualizzare nel presente articolo, che volge l’attenzione sulla dimensione live dei nostri gothster, è la grande capacità di Sonya nel tenere viva l’attenzione del pubblico. La vocalist non interrompe mai la propria “recitazione”, nemmeno nelle pause (peraltro brevissime) tra un brano ed il successivo: tale “forzatura” conferisce una sensazione di continuum allo spettacolo che sublima in contorni al limite dell’enfatico e che -proprio per questa evidente bulimia interpretativa- tiene serrata l’attenzione morbosa del parterre. Musica e corpo si sposano perfettamente, soprattutto quando la band si propone in brani dell’ultimo Moonlight Waltz, concept (o presunto tale dal sottoscritto) sulla donna a cui solo una donna può veramente rendere onore: da brivido, in tal senso, le esecuzioni di Carmilla e Medousa, talmente emozionanti da impedirmi di trovare una motivazione all’esclusione delle sorelle Moolight Waltz e Black Madonna, colonne portanti dell’episodio discografico più recente. Le movenze trasognate e l’occhiata “ipermetrope” alle prime linee di Sonya conferiscono un sapore apocalittico alla scena che mi ritrovo davanti e la compenetrazione con ciò che esce dalle sue corde vocali rimane sorprendente anche quando si vira su episodi più elettronici (Rain, Unspoken Words, Kain) o sulla porzione incalzante della discografia moderna (Blood Addiction, Sangue, Le Grand Guignol).
Ben rappresentata anche la declinazione sinfo: Dracula, The Gates Of Hades e la storica La Danse Macabre Du Vampire, ottimamente ri-arrangiata senza lo screaming, fanno capolino tra i vari titoli citati.
Il pubblico apprezza.

In conclusione: serata piacevole, molto. Una programmazione intelligente ed un gruppo decisamente in forma hanno fatto di queste ore milanesi un’occasione da iscrivere nella mia lista “bianca”, nonostante in tutto ciò manchi l’elemento base per consentirmi di parlare di “successo”: il pubblico. È mancato il pubblico. Ci lamentiamo spesso che le band straniere non varcano i confini del belpaese. Ci offendiamo quando gli organizzatori dirottano i nomi importanti fuori dalle grandi città. Siamo sempre pronti a fare dell’inutile vittimismo. E poi? E poi, di fronte ad una realtà di tutto rispetto, ci troviamo in compagnia di un centinaio scarso di persone. Se non cambiamo, se non cambieremo mai, è perché non abbiamo intenzione di farlo.
Rendiamocene almeno conto.



sans
Venerdì 27 Maggio 2011, 9.41.36
14
oooooooops
Belial
Venerdì 27 Maggio 2011, 1.00.33
13
@Sans: meno male che non ci HAI andato, allora...
sans
Giovedì 26 Maggio 2011, 16.09.48
12
sì, però: ho ascoltato il cd dei TDV, ed è stata una delle esperienze più noiose della mia vita. una fatica, arrivare in fondo, peggio delle lezioni di procedura civile all'università... quindi non vedo perchè avrei dovuto andare al concerto. per carità, non è il caso di compiacersi se le cose a qualcuno vanno male, anzi! dopodichè se il prodotto è di basso livello, non si può nemmeno accusare chi lo fa notare... italiani o non italiani!
BILLOROCK fci.
Venerdì 20 Maggio 2011, 9.57.14
11
quoto il commento di lizard.....
Lizard
Venerdì 20 Maggio 2011, 8.49.21
10
Non cambieremo mai ed i commenti lo illustrano benissimo... Il punto non sono neanche i Theatres che, evidentemente, spaccano "l'opinione pubblica"... Ma basta leggere anche il bel Report degli Eldritch. Anche lì, siamo sugli stessi numeri come partecipazione... Un disastro... Ma quale scena? Ci sono più gruppi che consumatori e sono tutti lì col ditino da puntare, invece di capire che sostenere la band nostrane è clamorosamente più importante che le liti da pollaio....
Sgarbi v.
Venerdì 20 Maggio 2011, 8.20.45
9
6 una: Capra, capra, capra, capra, capra,capra...... capra berlusconi ???? capra capra e capra
Flag Of Hate
Venerdì 20 Maggio 2011, 0.18.16
8
@Mariamaligno: Carpe diem, diceva Orazio: l'occasione per sfottere Mr.Capra era servita su un piatto d'argento, non potevo non approfittarne! Scusa per l'OT, prometto che non lo farò più (per oggi.... ).
mariamaligno
Giovedì 19 Maggio 2011, 15.25.10
7
Anche a me dispiace molto. Sono un'ottima band e non capisco tutto questo accanimento. @Flag, condivido spesso i tuoi commenti e le tue opinioni e ti trovo uno degli utenti piu' "illuminati" che frequentano il sito ma, cavoli, perche' ci devi sempre mettere in mezzo politica/attualita'??
Flag Of Hate
Giovedì 19 Maggio 2011, 14.39.14
6
Li ho sempre trovati mediocri, ma sono ugualmente dispiaciuto per la trombata che si sono beccati. E' sempre triste quando un concerto fallisce, anche solo per l'impegno dell'organizzatore. Meno di 100 persone è un flop pesante, come quello di Sgarbi ieri sera in TV (ma per lui godo come un porcello :3 ).
Khaine
Giovedì 19 Maggio 2011, 13.31.16
5
Avete almeno qualcosa da argomentare o entrate solo per insultare a gratis, così?
Giuseppe
Giovedì 19 Maggio 2011, 10.40.29
4
cit.:"di fronte ad una band di tutto rispetto": scusate, ma non stiamo parlando dei Theatres des vampires?!!? cit.2:"un centinaio scarso di persone": spero che siano stati solo i loro amici.
wangel
Giovedì 19 Maggio 2011, 10.14.30
3
a questi non servono le maschere veneziane per essere inespressivi...ma scusatemi...il carnevale è mica a febbraio?eheh!è giusto che ci siano poche persone ad un "concerto" del genere ...a volte la meritocrazia esiste!!però lo scrittore avrei voluto sentirlo...eheh..
Belial
Mercoledì 18 Maggio 2011, 22.16.31
2
hyppocaballus: xk tu nn te la faresti Sonya, no? Cmq ascoltati il disco, altrimenti fai solo la figura di quello che parla a vanvera.
hyppocaballus
Mercoledì 18 Maggio 2011, 21.24.10
1
scandaloso, 100 persone a vedere questo gruppo ridicolo? secondo me lo zoccolone ti ha mandato il sangue lontano dal cervello!!!
IMMAGINI
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La locandina del concerto
ARTICOLI
18/05/2011
Live Report
THEATRES DES VAMPIRES + MOTHERSTONE + S.B.S.
Legend 54, Milano, 12/05/2011
 
 
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