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ANATHEMA + RIVERSIDE + METHODICA - Prog Days, Veruno, 03/09/2011
08/09/2011 (4439 letture)
Altra manifestazione interessante sotto gli occhi di Metallized.
Veruno, piccolo paese della provincia alta di Novara, propone infatti una lodevole rassegna musicale che dura da anni: il Settembre Musicale, che gode di numerosi sponsor e che è offerto gratuitamente dall’associazione Ver1musica, comprende anche una tre giorni dedicata al progressive rock con un’offerta piuttosto varia: si va dalle impuntate sonore degli Arti+Mestieri, fino alla dolce e delicata litania depressiva degli Anathema (che il prog, diciamolo pure, lo sfiorano solo con il pensiero), passando per i Goblin, per gli RPWL e per qualche interessante rivelazione italiana (Il Tempio delle Clessidre e i Methodica).

Straordinario constatare, come spesso accade nelle manifestazioni a carattere provinciale, l’esilarante eterogeneità della platea, diviso tra metallari (i miei occhi si soffermano sulle magliette di Novembre, Samael, Nightwish, Wacken – quest’ultima indossata dall’utente One-Eye, che approfitto per salutare, ecc…), progster e semplici passanti (dal parroco, alle nonnette in cerca di refrigerio, alle mamme con le carrozzine). Tutto sembra sposarsi perfettamente con la dimensione particellare di Veruno, che sboccia come un fiore colorato in un prato sconfinato grazie all’immenso potere della musica (che come si auguravano alla vigilia gli organizzatori, ha pure tenuto lontano la pioggia). La piazzetta concerti non è più grande di un parcheggio (“è” un parcheggio), ma è magistralmente allestita con un palco da fare invidia ai più importanti locali milanesi; è stata inoltre prevista un’area dove desinare (a prezzi davvero stracciati), riposare e rifarsi gli occhi davanti a centinaia di vinili, cd e dvd dedicati alla musica progressiva (di metal poco nulla). Tra i banchetti scorgiamo anche Daniel Cavanagh, particolarmente incuriosito da alcune stampe su tela riportanti le copertine dei grandi capolavori musicali degli anni ’70 e ’80: pare un po’ sulle sue, ma noi lo disturbiamo ugualmente per una foto (gentilmente concessa).
Vogliamo soffermarci, prima di passare alle esibizioni, sulla restituzione sonora?
In una parola: eccellente!
Nessun fastidio, nessuna risonanza, una pulizia esemplare: l’impianto è promosso a pieni voti.
Gli unici néi vanno ricercati nella gestione dei mixer: riferendomi a quello da palco ho notato ben due lamentele, da parte degli artisti, per volumi esagerati, mentre dall’esterno va segnalata la presenza sovrabbondante del basso di Jamie Cavanagh durante l’esibizione degli Anathema, solo lievemente mitigata nel corso dell’esibizione. Piccolezze che comunque non ledono la soddisfazione.

Il tutto, lo ribadisco, rigorosamente “regalato”.
Ancora “plausi”.

GRUPPI SPALLA
A fare da apripista agli Anathema ci sono i veronesi Methodica ed i Riverside, bel programmino per scaldare gli animi. Purtroppo però ogni previsione è fatta per essere sconfessata: sono bastate due canzoni per vedere i connazionali dare forfait: nello specifico, Massimo Piubelli - il cantante, si scusa con i pochi intervenuti per i problemi tecnici accorsi alla strumentazione di Marco Ciscato (parla di una chitarra malfunzionante e della rottura di una corda, nel mentre del concerto, in quella di riserva) interrompendo, di punto in bianco, l’esibizione. Difficile valutare quando, tanto le condizioni ambientali (alle 19.00 ci sono solo pochi amici della band) quanto gli imprevisti, giocano così pesantemente sfavore. Posso solo riportare ciò che ho potuto vedere nei dieci minuti scarsi di concerto a cui ho assistito: strumentalmente buoni, smaliziati sul palco e decisamente interessanti a livello compositivo.
Sono generico? Avete ragione! Giudizio sui Methodica rimandato alla prossima occasione.
Dopo circa un’ora e mezza salgono sul palco i Riverside, formazione polacca ultimamente celebrata quale erede dei ben più blasonati Porcupine Tree. La band suona in quest’occasione un prog molto morbido e commerciale, decisamente mescolato con l’alternative rock, quasi a rinnegare le proprie radici metal-addicted. L’abbinamento con gli Anathema, in questo senso (ma non in quello dell’efficacia), è abbastanza azzeccato. In partenza un altro inconveniente: penso in una giornata avversa allorché i quattro troncano il proprio show (ancora una volta durante il secondo brano proposto) lamentando volumi del basso che coprono l’intera jam. Ora, presupponendo che il fastidio sul palco fosse anche massimo (da sotto non mi pareva poi tragico), vorrei ricordare ai nostri quanto citato nel congedo musicale di Freddy Mercury:

The show must go on!

È mai possibile fermare un pezzo in corso di esibizione live? Il tutto mi è suonato di spocchia, ma andiamo avanti.
Sono Mariusz Duda e Michal Lapaj, certamente aiutati dall’ottimo impianto, i veri protagonisti della serata: l’uno, con la sua voce accattivante, attrae magneticamente il parterre della piazzetta della musica, l’altro, attraverso le sue tastiere multisfaccettate (si va dai suoni sintetici più classici, all’hammond settantiano), massaggia le tempie dei tanti intervenuti. Per la tracklist, forti anche della recente uscita dell’EP Memories In My Head, si scelgono brani abbastanza light che ricadono nel metal solo per qualche lavoretto “di gamba” del batterista Kozieradzki e per alcuni passaggi chitarristici sostenuti. Per quanto mi concerne la palpebra tende a calare.
A metà della loro esibizione si scatena l’unico acquazzone di tutta la serata: qualcuno scappa ai ripari, ma molti rimangono per godere del concerto che prosegue senza nessun intoppo.
Sul palco la staticità dei Riverside è massima, ma l’atteggiamento ben si sposa con i temi malinconici delle partiture presentate. I chiacchiericci di Duda paiono un po’ boriosi, quasi sillabati da un pulpito da cui, il pur bravo bassista/cantante, vuole pretenziosamente scrutare i propri fan. Anche ciò mi puzza di spocchia.
Uno show, in definitiva, che ha divertito i parecchi fan e che ha soddisfatto solo in parte i rimanenti spettatori (il seguito degli Anathema, per capirci); volendosi limitare all’aspetto tecnico va ammessa l’ottima capacità esecutiva nel riprendere fedelmente partiture molto interessanti sia dal lato melodico, sia da quello armonico, ma volendo cercare delle emozioni forti… beh… non ci siamo dato che l’ensemble suona (e viene percepito) con un certo distacco.
Ma d’altra parte, il piatto forte, deve ancora arrivare…

ANATHEMA
Pochi minuti dopo le 22, è giunta l'ora del viaggio alle viscere stesse dell'emozione. Devo dire che sono veramente pochi gli artisti i cui concerti sono attesi dal sottoscritto con particolare ansia ed eccitazione, quella che mi ha fatto fare quasi tutta di corsa, nonostante il grande anticipo, la stradina in salita del centro storico di Veruno che separava l'area concerto dal parcheggio, con buona pazienza del caro One-Eye al seguito. Un concerto dei ragazzi di Liverpool (sponda “sfigata”, come piace dire a me) è proprio uno di quei pochi, anzi pochissimi, in cui mi sento totalmente coinvolto: sono così stipato di sollecitazioni, connessioni e pensieri che se io per primo tentassi in quel momento di far uscire qualche filo coerente e pretendessi di dipanarne un qualche tipo di sviluppo logico semplicemente non ci riuscirei. Ed a tal proposito non vi dico le condizioni in cui versavo a fine concerto (presente l'unica persona a petto nudo? Piacere, avete appena conosciuto Autumn).
Un'intro di carillon al limite dell'inquietante fa da sfondo all'ingresso sul palco dei cinque “maledetti”: e gli applausi sono ovviamente tutti per i fratelli Cavanagh (i dimessi Smith e Douglas ce la mettono comunque tutta per rimanere confinati sullo sfondo) con Danny con il suo oramai classico completo finto-dandy camicia/gilet ed uno stilosissimo Vincent nella versione fighetta di Lord Cavanagh. Ma questa è Metallized non Vogue, e tantomeno voi non siete Anna Wintour perciò procediamo. I nostri dimostrano di riporre ancora enorme fiducia nell'ultima release ed è così che We're Here Because We're Here verrà riproposto nella sua quasi interezza. L'apertura di concetto è infatti affidata alle prime 4 tracce del suddetto disco: Thin Air e Summernight Horizon risentono nei cori della defezione di Lee (che come spiegherà Vincent è ad assistere il proprio ragazzo in ospedale) ma un pubblico già rapito si rivelerà ottimo gregario in questo senso della band; Dreaming Light risente invece della defezione di Vincent che evita accuratamente gli acuti e non riesce a tenere per bene le code delle note. Mettiamola così, probabilmente il buon Vincent era ancora in fase di riscaldamento dato che la sua prova sarebbe migliorata notevolmente durante il prosieguo del concerto. Il resto del gruppo, a parte qualche sbavatura di troppo dietro le pelli, gira che è una meraviglia e tocca constatare come il migliore sia anche questa volta Daniel, e nelle vesti di esecutore e in quelle di trascinatore e leader.
Il concerto si dipanerà su pezzi estratti esclusivamente da Alternative 4 in poi, con picchi di entusiasmo da parte del pubblico su Deep, Empty, Lost Control (inusualmente lasciata cantare per larghi tratti dalla platea), Flying (immancabile), One Last Goodbye (e le fanciulle con gli occhi chiusi rivolti al cielo) e Fragile Dreams (allora volete saltare o no?). Pubblico che comunque elargisce calore a profusione su ogni singola parte del set, persino sui pezzi a parere di chi scrive un po' noiosetti (Universal, la coda strumentale di A Simple Mistake); forse, ecco, un po' freddino sull'unica sorpresa della serata, quella Release tratta dal solitamente poco rappresentato in sede live A Fine Day To Exit. Certo, alcuni classici sono mancati, penso ad Angelica, Hope, Anyone Anywhere, Panic, Are You There, Judgement, Leave No Trace, Parisienne Moonlight, Shroud Of False, Temporary Peace, Regret, Inner Silence (Dio mio quanta roba...) ma gli Anathema hanno ormai raggiunto una cifra stilistica, una consapevolezza dei propri mezzi ed un repertorio tali da non riuscire a scontentare mai alcun presente qualsiasi cosa propongano ed in qualsiasi maniera la propongano. Persino chi non li conosceva nemmeno (vero One-Eye?).
Sulle note del valzerino di chiusura i nostri risalgono per acclamazione ed un cantilenante Time To Go! di Vincent non lascia dubbi a proposito di quale canzone concluderà la serata. E così, se il protagonista Pink per regredire ha bisogno dell'iniezione del dottore, a noi sono “bastate” queste due ore di musica tutt'altro che insensibile ma del tutto confortevole per ricordarci una volta di più che abbiamo ancora un disperato bisogno di questi ragazzi di Liverpool.
Sponda sfigata, ovviamente.

SETLIST
Thin Air
Summernight Horizon
Dreaming Light
Everything
Balance
Closer
Angels Walk Among Us
Deep
Pitiless
Forgotten Hopes
Destiny Is Dead
Release
A Simple Mistake
Lost Control
Empty
Universal
Flying
One Last Goodbye
Fragile Dreams
Encore
Comfortably Numb


Introduzione e report Methodica-RIverside a cura di Massimiliano Giaresti “Giasse”, report Anathema a cura di Stefano Asti “Autumn”.

Tutte le foto a cura di Cristina Mazzero
.



mychemical
Domenica 2 Ottobre 2011, 8.42.01
6
Gran concerto sono andato con un amico , altro che i DT ... complimenti a Autumn.
One~Eye
Domenica 11 Settembre 2011, 15.09.43
5
Gran bel concerto e graziosa cornice offerta da Veruno. Ottima serata, anche senza andare a chissà quali blasonati eventi o festival musicali si riesce comunque a vedere e vivere buona musica. Autumn a dorso nudo è spettacolo, mi ha fatto piacere anche conoscere Giasse e moglie... alla prossima !!
yurtys
Giovedì 8 Settembre 2011, 21.42.57
4
che rabbia non averli potuti rivedere dal vivo!!! troppa distanza ed un senso doppio di sfiga visto che il live era gratuito ((
Flv
Giovedì 8 Settembre 2011, 17.36.41
3
serata fantastica e indimenticabile .Innanzi tutto bisogna lodare l'organizzazione per aver regalato tale ben di dio in una cornice cosi' accurata e intima . I riverside sono stati bravi ma non ho apprezzato quella"spocchia" di cui si parla nel report , il batterista dai modi maleducatissimi e' stato detestabile ... cmq buon concerto . Gli Anathema sono stati come sembre sublimi , generosi con 2 ore abbondanti di show per una scaletta ben bilanciata e con qualche sorpresa rispetto alle ultime sortite in Italia .Mi dispiace abbiano cambiato tastierista e che Lee non sia stata presente ma alla fine conta la sostanza e quella c'e' stata per l'ennesima volta come la magia inesauribile di riuscire a comunicare certe emozioni con la musica .
Sbiriguda
Giovedì 8 Settembre 2011, 16.00.20
2
Esperienza meravigliosa e irripetibile come tutti i concerti dei fratelli Cavanagh. Riguardo la scaletta, io credo che una scelta incentrata sul recente capolavoro 'We're Here Because We're Here' per i fan di lungo corso dovrebbe essere ben accetta, in fondo sono quindici anni che gli Anathema suonano 'Angelica', 'Hope' e 'Far Away'. Più discutibile la scarsa attenzione dedicata ai brani di 'A Fine Day To Exit', ma egoisticamente ne avevo già fatto incetta in un doppio concerto acustico a Helsinki verso metà agosto, quindi non posso proprio lamentarmi!
Metal4ever90
Giovedì 8 Settembre 2011, 12.17.16
1
Stima per Autumn!! XD Comunque bellissima manifestazione a cui avrei volentieri partecipato.
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Daniel Cavanagh degli Anathema
ARTICOLI
08/09/2011
Live Report
ANATHEMA + RIVERSIDE + METHODICA
Prog Days, Veruno, 03/09/2011
 
 
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