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WOLFMOTHER + BUD SPENCER BLUES EXPLOSION - 10 Giorni Suonati!, Castello Sforzesco, Vigevano (PV), 10/07/2012
21/07/2012 (2923 letture)
Stasera aggiungerò un importante tassello alla mia "collezione di concerti live": sono infatti di scena i Wolfmother nella splendida cornice dell'antico Castello Sforzesco di Vigevano.
Gli australiani capitanati da Andrew Stockdale sono l'ennesimo nome di rilievo che partecipa alla terza edizione del festival 10 Giorni Suonati! al Castello di Vigevano e -data anche la relativa vicinanza a casa mia- non me li posso proprio perdere.
Parto quindi verso la meta gustandomi un panorama fatto di risaie e vecchie cascine con un bel sole caldo che si sta pian piano abbassando all'orizzonte e arrivato a Vigevano, dopo un caffè ristoratore preso in un bar situato nel bellissimo centro storico, giungo infine nella famosissima Piazza Ducale -una delle più belle piazze d'Italia, vero gioiello del Rinascimento; mi dirigo alla cassa accrediti dove mostro con fierezza il mio tesserino di Metallized e mi viene rilasciato il ticket. Bene, ora posso salire la scalinata ed entrare...

BUD SPENCER BLUES EXPLOSION
La band che apre il concerto non mi è nuova, ha già suonato dalle mie parti ma purtroppo non ho mai avuto occasione di vederla dal vivo, ed è un vero peccato! Sì perché i Bud Spencer Blues Explosion sono davvero bravi e ci sanno fare alla grande.
Il duo propone un alternative rock/blues senza fronzoli che convince; Adriano Viterbini canta e suona la chitarra con grande enfasi e il bravissimo Cesare Petulicchio pesta alla batteria in maniera stupefacente, tanto che è difficile credere che sul palco ci siano solo due elementi anziché un gruppo formato da più musicisti.
I brani eseguiti hanno un'ottima resa: tra questi citiamo Hamburger e Più del Minimo estratti dall'ultimo album dei capitolini, Do It, uscito a fine 2011.
La band proveniente da Roma sfrutta nel migliore dei modi il poco tempo a disposizione ricevendo la giusta attenzione e gli applausi convinti della platea che sta man mano aumentando.
Alla prossima volta ragazzi, e complimenti!


Zzzzz...
Le zanzare hanno capito che stasera il piatto è ricco e soprattutto abbondante e ci si fiondano addosso senza pietà, ma per ascoltare della buona musica si sopporta questo ed altro. Dal canto mio non rimango certo a guardare e faccio una strage di insetti.
Durante il cambio di palco ho la possibilità di fare una veloce visita ad una mostra a tema situata in un'ala della costruzione e lì posso sbirciare memorabilia (quali poster e dischi di platino) di Metallica, AC/DC e pure dei miei amati Elio E Le Storie Tese insieme a molti altri (alcuni dei quali, fenomeni di massa alla moda, a mio avviso decisamente fuori luogo).
Ma non voglio certo perdermi il concerto da sotto il palco, quindi meglio ritornare nei pressi della struttura...


WOLFMOTHER
Si abbassano le luci e dalle primissime file vediamo muoversi nel buio delle sagome scure; i Wolfmother hanno preso posizione sul palco e l'eccitazione della platea esplode in un boato fragoroso.
Andrew Stockdale sembra molto dimagrito e sfoggia un paio di baffi che lo fanno sembrare un po' più vecchio di quanto non sia in realtà, ma i suoi famosissimi riccioli sono sempre lì come un marchio di fabbrica (pure il bassista Ian Peres non scherza in quanto a chioma).
Il ruolo di opener è affidato alla tranquilla Love Train dove oltre all'assolo di chitarra del leader brilla anche quello dello stesso Peres alle tastiere, il quale dimostra ottime capacità dietro la sua Korg (e non sarà l'unica volta). Quest'ultimo ora si prodiga in un giro di basso distorto che altro non è se non l'inizio di una delle song più acclamate, la mitica California Queen; la gente impazzisce di gioia e salta al ritmo incalzante del brano estratto dal secondo album del combo australiano.
Stockdale appare fin da subito vocalmente in palla, non mostra cedimenti o stonature di sorta nelle impegnative esecuzioni dei brani e anche strumentalmente è ineccepibile.
È ora il turno del batterista Hamish Rosser (ex-The Vines) di mettersi in mostra nell'attacco di Dimension, il cui ritornello viene urlato a squarciagola da tutto il pubblico, con somma soddisfazione del quintetto; quindi per la successiva New Moon Rising il frontman chiede un mega-battimani ritmato per accompagnare charleston e cassa prima della festosa esplosione elettrica delle sei corde che scatena un vero e proprio putiferio.
A questo punto Stockdale imbraccia una chitarra a doppio manico e tutti noi abbiamo già capito che il prossimo brano in scaletta sarà White Unicorn, lunga semi-ballad dal sapore zeppeliniano molto amata dai fan del gruppo; è sempre un piacere ascoltare questo bellissimo pezzo tratto dall'album di debutto dei canguri.
Fenomenale anche il lavoro di Elliott Hammond che oltre alle tastiere si cimenta pure alle percussioni e soprattutto all'armonica: ne dà una dimostrazione pratica in Keep Moving (nuova canzone degli australiani) durante la quale il polistrumentista salta come un invasato soffiando dentro il piccolo oggetto con grande maestria.
Una moderna versione distorta della Toccata e Fuga in Re Minore di J.S.Bach ad opera del solito Ian Peres -applauditissimo dalla platea- fa da preludio all'allegro riff di Cosmic Egg, a cui segue quello più pesante della stupenda Woman sulle note della quale è davvero impossibile restare fermi. La lunga parte strumentale di quest'ultima è un'orgia di suoni molto seventies che ammalia gli ascoltatori portandoli a intraprendere un trip mentale; alla fine della canzone Vin Steele lancia un plettro che mi prende in pieno zigomo, risultando per il sottoscritto un graditissimo "trofeo di caccia".
Long Way to Go è un'altra chicca che deve ancora vedere la luce su disco e quindi ce la gustiamo live in attesa del prossimo album; il pezzo comincia con un semplice quanto efficace motivo di chitarra che verrà poi ripetuto per tutta la song.
Lo show continua con Apple Tree -la quale alterna velocità a pesantezza in un riuscitissimo mix- e quindi si rallenta con la sognante Mind's Eye e con la stupenda Vagabond dando così modo ai più esagitati di tirare un po' il fiato. L'appropriatissima (vista la venue) In the Castle chiude magnificamente questa lunga parte di concerto, i nostri salutano e si dirigono dietro le quinte e subito parte il coro "Wolfmother, Wolfmother!" per riportarli on stage.
Dopo una breve pausa ecco che i musicisti si ripresentano tra il tripudio generale per il bis: Andrew Stockdale ci chiede se ne vogliamo ancora e all'ovvia risposta affermativa dei presenti i cinque ci propongono Colossal, altra perla della band caratterizata da un bellissimo intermezzo tastieristico; ma è con la conclusiva Joker & the Thief che si raggiunge l'apice della performance; l'incredibile riff di chitarra di questo conosciutissimo brano ci esalta in maniera esagerata e tutti cantano il ritornello senza risparmiarsi e ballando come forsennati.
È il degno epilogo di questo magnifico concerto, il riccioluto leader chiama a sé i suoi compagni e dopo averci ringraziato di cuore i Wolfmother si congedano salutandoci alla maniera dei veri rocker: affiancati uno all'altro uniscono le mani formando un gigantesco horns-up e ricevono la più che meritata ovazione di tutti i presenti, mentre gli strumenti emettono gli ultimi vagiti distorti prima di ammutolirsi definitivamente.

SETLIST WOLFMOTHER
1. Love Train
2. California Queen
3. Dimension
4. New Moon Rising
5. White Unicorn
6. Keep Moving
7. Cosmic Egg
8. Woman
9. Long Way to Go
10. Apple Tree
11. Mind's Eye
12. Vagabond
13. In the Castle


---Encore---

14. Colossal
15. Joker & the Thief


La formazione a cinque rende giustizia nel contesto live al sound di quella che per il sottoscritto è una delle più interessanti e talentuose realtà moderne nell'ambito rock; Andrew Stockdale ha un range vocale spaventoso oltre ad essere un validissimo chitarrista, mentre il bassista Ian Peres è già un beniamino del pubblico, cosa più che giustificata dalle sue incredibili doti di musicista; ma il discorso si può tranquillamente estendere anche agli altri tre componenti del gruppo.
Torno a casa soddisfatto ed appagato, da oggi avrò un magnifico ricordo in più da conservare nei cassetti della memoria. Rock'n'Roll guys!



Matocc
Domenica 22 Luglio 2012, 13.40.18
3
confermo i 2 commenti qua sotto... poi avessero fatto anche Far Away sarei impazzito, ma è stato comunque uno spettacolo incredibile
Lizard
Sabato 21 Luglio 2012, 23.54.38
2
Gran bella band e scaletta da urlo.
Daniele
Sabato 21 Luglio 2012, 17.25.06
1
I Wolfmother,li ho sempre adorati,in assoluto il loro primo album è fantastico. Leggendo la recensione del concerto,mi sembra che non abbiano deluso. Le varie Dimension,Woman dal vivo devono essere delle vere bombe. Che dire,reputo Andrew Stockdale un piccolo genio e spero proprio di vedermeli la prossima volta.
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