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MASTER + DEHUMAN + WARHAMMER + SOUTHERN DRINKSTRUCTION - Traffic Club, Roma, 11/10/2012
17/10/2012 (2244 letture)
Sarà capitato certamente anche a voi di trovarvi nella situazione paradossale in cui pur volendo vedere così tanto una band, ogni volta che c'è la possibilità di andare ad un loro concerto, succede sempre qualche imprevisto a sbeffeggiarvi e ad impedirvi di partecipare e, quasi con sadismo, il destino punta il dito e sghignazza! Questa storia, nella mia esperienza, è stata raccontata soprattutto con due band, i Master ed i Frozen Autumn. Per questi ultimi ci sto ancora lavorando -ma ne parlerò in altre sedi- però, mio caro destino, posso con orgoglio dirti di essere finalmente riuscita a spezzare la catena che mi impediva di assistere ad uno spettacolo live dei Master; posso con fierezza urlare di esser stata anche io tra coloro che lo scorso 11 ottobre erano presenti al concerto dei deathster americani, nella sede oramai nota del Traffic Club.

Ad un solo anno di distanza dalla loro ultima esibizione capitolina, i Master tornano nelle nostre lande freschi dell’uscita del loro ultimo lavoro, The New Elite. Il concerto si preannuncia molto ghiotto, anche per la presenza dei Warhammer come gruppo spalla –sebbene sarebbe forse il caso di parlare di co-headliner- nome che senza dubbio ha aggiunto un surplus notevole alle già alte aspettative della serata.
All’arrivo al locale veniamo purtroppo avvisati del fatto che la scaletta subirà delle variazioni: nel corso del viaggio che ha portato i Master ed i Dehuman da Torino a Roma, il furgone su cui viaggiavano le band ha infatti subìto un guasto che ha costretto l'entourage a ripiegare su un van più piccolo, facendoli arrivare alla location in netto ritardo, alle ore 23.00.

La serata viene aperta da una band già a noi nota, i Southern Drinkstruction, che al mio ingresso in sala hanno già iniziato la loro esibizione. La gente è ancora poca, come purtroppo succede ad ogni inizio concerto (quando impareremo ad essere puntuali?), anche a causa del solito caldo che si accusa all’interno del locale e che costringe il resto dei presenti a riversarsi nella parte esterna. La band assicura comunque un ottima prestazione, rivelandosi sempre garanzia di buona musica e divertimento, grazie anche ai piccoli episodi che di volta in volta coinvolgono il pubblico sottostante, come quando il singer Francesco gioca alla morra con un fan/amico accorso sotto il par terre. La loro presenza nell’ambito dei live romani, seppur molto accentuata, è tuttavia sempre un piacevole appuntamento e ha il merito di riunire una folta schiera di supporters senza tediare. Per questa occasione i nostri decidono di passare in rassegna brani estratti esclusivamente dal loro ultimo full lenght, Drunk Till Death.

Terminata la fase di riscaldamento arriva il momento dei Warhammer, la cui presenza ha costituito, per quanto mi riguarda, una forte motivazione per essere qui questa sera, nonostante l’indomani la sveglia suonerà spietata e senza ammettere ritardi. La band tedesca, nata come tributo agli Hellhammer, ha perseguito con perfezione quasi ossessiva il tentativo di assomigliare sempre più ai loro idoli di riferimento, a partire dalla strumentazione fino ad arrivare alla produzione ed ai suoni, per raggiungere un risultato davvero impeccabile. Volker "Iron Lung" Frerich sale sul palco ed insieme ai suoi sfoggia un look da vero true black/thrasher, con tanto di borchie, spuntoni ed un accenno di facepainting sugli occhi, presente anche sugli altri membri ad eccezione del bassista, che sfoggia un paio di occhiali da sole Rayban. Ragazzi, senza dubbio questo gruppo ha attitudine, ma attenti a non cadere nell’errore, perché i Warhammer non sono solo platealità scenica e semplice emulazione, sono anche e soprattutto contenuto! Dall’inizio della loro esibizione i musicisti ci hanno trascinati in un vortice che alla fine ci ha lasciati quasi sfiniti, per quanto abbiamo pogato e per quanto ci siamo divertiti; si respirava entusiasmo e anche la band sembrava molto contenta di ricevere tutto il calore da parte del pubblico, dimostrando un forte attaccamento con i presenti e prestandoci spesso il microfono per farci intonare i ritornelli dei pezzi più celebri della loro discografia. Ottime le cover, che senza dubbio hanno avuto il pregio, oltre che di essere eseguite senza sbavature, anche di coinvolgere quei pochi che all’inizio si erano dimostrati un po’ riluttanti verso lo show: come fare a resistere quando ti viene proposta Poison dei Venom e quando la chiusura è affidata ad un classicone del black metal quale Return Of Darkness And Evil dei Bathory?
Tra i pezzi che personalmente mi fanno letteralmente perdere il controllo vorrei citare Necrophobia, Total Maniac e soprattutto Hell Is Open, uno dei miei preferiti, tratto dall’album che stavo ascoltando proprio mentre ero alle prese con la preparazione al concerto -The Doom Messiah.
La scaletta dei Warhammer, ci diranno in seguito, è stata un po’ allungata per sopperire ai ritardi di cui vi avevo accennato prima ma, quando la band si congeda, per noi è ancora troppo presto: vorremmo ricominciare ad ubriacarci con i tupa-tupa e le schitarrate zanzarose che hanno caratterizzato questo spettacolo.

Con tempismo perfetto, quando usciamo dalla sala notiamo che sono da poco arrivati i Master con i Dehuman, che ora si apprestano a salire sul palco. La band di Bruxelles trova davanti a sé un pubblico molto scarno e poco partecipativo, situazione tanto evidente da aver probabilmente influito sulla performance del gruppo, un po’ scialba ed in tendenza nettamente opposta con l’energia sprigionata dagli act che l'hanno preceduta. I Dehuman propongono un death metal con influenze melodiche ed assoli che strizzano l’occhio al virtuosismo technical death; a mio parere nel loro complsso sono ancora un po’ immaturi, ma d'altra parte la band è ancora al suo primo full-lenght. Nonostante il frontman Andrea Vissol, che dopo scoprirò essere originario di Milano, cerchi in qualche modo di trascinarci, la risposta degli astanti è molto timida e fredda: guardandomi attorno mi rendo conto di non essere l’unica a giudicare il prodotto musicale abbastanza mediocre.

Dopo tanta attesa e qualche inconveniente, finalmente siamo a pochi minuti dall’inizio della performance dei Master; Paul Speckmann viene accolto con molto entusiasmo e non si smentisce nelle cattive (o buone?) intenzioni alcooliche, portando con sé Cola Cola ed una bottiglia del nostro affezionato Jack Daniel’s, con cui nel corso del concerto si cimenterà in cocktail ad alto contenuto di etanolo. C’è una certa analogia tra l’elevata gradazione alcolica del whiskey-cola e la temperatura sempre più alta che si respira al Traffic: alcuni saranno molto carichi ed incrementeranno la loro partecipazione man mano che scorrerà la scaletta, che passa in rassegna gli immancabili Pay To Die e Submerged In Sin, a sorpresa la cover di Children Of The Grave dei Black Sabbath e l’omonima Master.
Devo però instillare un pizzico di polemica: ammetto con schiettezza di essere rimasta un po’ delusa dal concerto -forse a causa dell'eccesso di aspettative che nutrivo nei confronti di questa serata- ma l’adrenalina di avere finalmente a pochi metri da me la lunga barba di Speckmann non si è convertita poi in sano delirio da concerto, anzi, è stata molto altalenante; ho trovato noiose alcune parti dell’esibizione e non credo assolutamente di esagerare, in particolar modo considerando i (forse troppo) lunghi assoli di chitarra e successivamente di batteria, utili a riempire i tempi morti in cui il resto della band scendeva dal palco per andare a rifocillarsi nel backstage... ecco, questo proprio l'ho trovato inutile ed evitabile, a maggior ragione perché durante un concerto death metal il pubblico richiede solo ed esclusivamente tre cose: velocità, immediatezza e zero virtuosismi.
Per il resto, ho potuto constatare come Paul Speckmann fosse esattamente come immaginavo: una persona molto alla mano, disponibile e soprattutto affezionata al suo pubblico di Roma. Ad ogni modo, va’ riconosciuto il merito all’organizzazione ed alle band stesse di essere riuscite a far fronte ai disagi iniziali con prontezza e professionalità, tanto da non creare troppe ripercussioni negative sul concerto, con il risultato globale di una serata ben riuscita.



Selenia
Mercoledì 17 Ottobre 2012, 16.40.35
3
@brainfucker: mi fa piacere che ti siano piaciute! eheh
brainfucker
Mercoledì 17 Ottobre 2012, 15.47.39
2
belle le foto di questo report
alessio
Mercoledì 17 Ottobre 2012, 15.26.57
1
sono rimasto sorpreso dai master (e dire sorpreso è strano per i master) questa è la terza volta che li vedo live e non mi aspettavo la jam mooolto rock blues che hanno fatto, cazzarola tanto di cappello paul veramente bravo e dimostra di sape suonare tutto e di non confinarsi solo nel death metal, ma tutta la band sa cosa vuol dire suonare. qui il death metal non c'entra perchè i master hanno dimostrato di saper essere musicisti di buon livello e di saper avere anche un buon gusto per la melodia( si ho detto melodia hahaha). e la cosa brutta veramente è stato sentire qualche coglione gridare basta proprio mentre avveniva questa jam vabè tralasciamo va. poi warhammer vabè sono copie degli hellhammer vabè c'è poco da dire come copie vanno bene.i dehuman sinceramente si è capito poco purtroppo. il primo gruppo non l'ho visto ma già li conoscevo. in generale un buon concerto anche se i prezzi si sono un po elevati heheheheh.
IMMAGINI
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La locandina della serata
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17/10/2012
Live Report
MASTER + DEHUMAN + WARHAMMER + SOUTHERN DRINKSTRUCTION
Traffic Club, Roma, 11/10/2012
 
 
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