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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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FIRE WALK WITH ME tour vol II - VREID, SOLEFALD, IN VAIN - 14-15/04/2013, Colony, Travagliato(BS)/Cycle Club, Firenze
17/04/2013 (3664 letture)
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Il viaggio è da sempre simbolo di un’esperienza formativa, un’occasione in cui la persona è libera di arricchire il proprio bagaglio culturale aggiungendovi l’eredità dei propri spostamenti, l’incontro con persone nuove e un’accresciuta dose di saggezza, proveniente dall’aver esperito una volta in più il mondo della vita in tutte le sue forme. Il nostro viaggio comincia sabato pomeriggio, per raggiungere la località di Travagliato (in provincia di Brescia) dove si sarebbe tenuta la prima delle due date del Fire Walk With Me tour, vedendo partecipi in questo ordine In Vain, Solefald e Vreid. La traversata procede senza intoppi, permettendoci di raggiungere il locale intorno alle 19, in ampio margine di anticipo rispetto all’inizio della serata perché non vorremmo mai correre il rischio di trovarci senza biglietto. E qui la prima sorpresa: ad accoglierci ci sono un paio di camionette di polizia municipale. Dopo una settimana passata con il batticuore in attesa di sapere se le scaramucce tra il Colony e il comune di Travagliato siano state risolte, vedendo la conferma dell’evento solo pochi giorni prima dello stesso, questo non è un segnale incoraggiante. Tra i presenti ci si chiede se si tratti di un semplice gesto dimostrativo, se le forze dell’ordine intendano lasciare che il concerto si svolga attendendo l’uscita delle persone per fare dei controlli, se gli uomini in divisa facciano parte delle rilevazioni acustiche di cui si era parlato nel comunicato da parte del locale. Il tempo trascorre e i musicisti fanno la loro apparizione andando su e giù dal tour bus, si intravedono Cornelius Jakhelln ed i frateli Nedland e c’è chi inizia a gioire perché Lazare, che aveva annunciato di poter coprire solo un paio di date del tour, ha scelto di partecipare proprio ad una delle esibizioni italiane. Ma la gioia lascia spazio ad una nuova perplessità: il titolare del club è a più riprese coinvolto in accesi scontri verbali con le forze dell’ordine, la di cui presenza dichiara non essere legittima e motivata, ma una semplice ritorsione. È in questa situazione che Cornelius dimostra una gran dose di umiltà, invitando in italiano presenti ad entrare e prendere posto nel locale: “Nessuno ancora ha fatto gli onori di casa stasera: dunque benvenuti a questo concerto e accomodatevi pure, tra non molto l’evento avrà inizio.” Il tempo di svolgere le formalità del tesseramento alla cassa e facciamo il nostro ingresso nell’area concerti: un’ampia sala in cui c’è molto spazio per l’audience di fronte al palco; alla sinistra si trova il bancone del bar, sulla destra invece è stato allestito il caratteristico spazio per il merch. Non c’è nemmeno il tempo di andare ad ordinare la prima birra, che la polizia municipale fa il proprio ingresso nel locale e inizia a chiedere ai presenti se siano i proprietari degli strumenti, facendo anche qualche controllo di documenti, lasciando presagire che la situazione è solo destinata a peggiorare. Il titolare del Colony continua a discutere animatamente con quello che sembra il coordinatore delle forze di polizia, alzando la voce e gesticolando “I permessi ci sono, guarda qui! Manca qualcosa? La procura non ha trovato nessuna evidenza dei reati contestatici!”. Pochi minuti dopo vediamo un ragionevole Cornelius discutere con le forze dell’ordine e farsi scuro in viso, il verdetto non trapela se non quando vediamo gli In Vain salire sul palco e cominciare a smontare tutta la backline: “There’s no concert” ci dicono, il nostro biondo anfitrione spiega che devono portare fuori tutto entro quaranta minuti perché al locale saranno posti nuovamente i sigilli e tutto ciò che sarà al suo interno dovrà lì rimanere. Mentre i musicisti impacchettano tutto in fretta e furia, la trentina di persone presenti in sala cominciano ad imprecare, il sangue va alla testa e sembra una situazione talmente assurda da rasentare il kafkiano. “E noi ci saremmo fatti 200 km per tornare a casa con le pive nel sacco?”. Bestemmia. Improperio. “No dai, diteci che state scherzando”. Altra bestemmia. Pugni al muro, chi esce sconsolato e va ad annunciare la triste notizia alla folla nel parcheggio, che già annusando l’imminente sorpresa era rimasta ad attendere un segnale di smentita prima di entrare nel locale. Lo scontento si diffonde, se ne sentono di tutti i colori: chi si infuria con le forze dell’ordine, chi riconosce che non sono che il braccio di una forza che questa sera non è presente, chi incolpa il titolare del locale per aver voluto forzare le tappe e garantire a tutti i costi un concerto che non era in condizione di poter ospitare. Le band terminano di impacchettare tutta la propria attrezzatura e rimangono per un paio d’ore a fare compagnia ai fan delusi, non sanno cosa dire per risollevare loro il morale se non che il giorno dopo avrebbero tenuto uno show a Firenze, perciò si concedono a foto di gruppo, autografi e chiacchierate e si scusano. Avete letto bene: si scusano. Ricevono in risposta le nostre scuse, rivolte in particolar modo a Lazare che aveva voluto benedire i fan italiani con la propria presenza, compiendo un viaggio a vuoto, vengono applauditi per l’umiltà e l’onesta con cui si sono comportati: non si sono lasciati andare a dare le colpe (cosa che in determinate situazione viene istintiva) ma hanno pensato a confortare gli animi di chi è sfortunato attore in questa tragedia. La foto finale, scattata dai Solefald con tutti i fan, e l’applauso dei presenti alle band, in grado di dimostrare una signorilità che in pochi si sarebbero attesi (Cornelius su tutti) in una situazione del genere saranno gli unici ricordi positivi di una serata da dimenticare. Le scene del fratello del titolare del Colony che stacca l’alimentazione al locale e la polizia che sigilla il cancello della venue sono il definitivo epilogo di una serata cominciata sotto i peggiori auspici. Un beffardo applauso (condito da un “vaffanculo”) ringrazia la polizia municipale, che precisa ai presenti che sta solo facendo ciò che è stato ordinato, mostrando un briciolo di umanità nei confronti degli accorsi. Ancora un po’ di attesa per recuperare i soldi dei biglietti, l’ultimo saluto alle band che lasciano il parcheggio del Colony sul tour bus, e la serata si conclude.
In attesa di chiarire le reali dinamiche di ciò che è accaduto, a quanto pare non ancora del tutto limpide e lasciate ai legali di ambo le parti, non vale la pena di cominciare a fare il gioco delle colpe. La verità è che in queste situazioni non esiste mai un unico e vero colpevole, come diverse uscite fuori luogo dell’uno o dell’altro schieramento durante la serata hanno rivelato, in compenso le vittime di questo scontro di potere sono ben evidenti: dei musicisti costretti a prendere ferie dal proprio lavoro per poter fare un tour ed i fan accorsi da tutto il nord Italia per sostenerli, il che dovrebbe già essere un indice sufficiente della passione che ripongono entrambe le parti nella musica.
Penso di non esagerare, sostenendo che sabato sera è stata scritta una delle pagine più tristi nella storia della musica dal vivo nel nostro paese. È in queste situazioni che, per quanto mi impegni, non riesco a dare torto a chi dice che viviamo in una nazione con delle potenzialità incredibili ma completamente cestinate, un paese in cui lo sport nazionale è darsi la zappa sui piedi pur di danneggiare l’orticello del vicino. Facciamo i nostri conti sul perché sempre più tour cominciano ad aggirare l’Italia, se davvero vogliamo trovare un colpevole non abbiamo che da guardarci allo specchio.
IN VAIN Minchia, tanta roba! Ecco, questa frase pronunciata da Nagash in preda al barb-banging (non è lungocrinito ma barbuto) è adattissima a descrivere il concerto degli In Vain! Forti del neonato (e bellissimo) Ænigma, troviamo la band norvegese in forma smagliante e decisa a offrire al popolo italico una grande prestazione in seguito a quella non avvenuta la sera prima in quel di Travagliato. Non è presente a causa di problemi lavorativi la sezione ritmica del gruppo: il bassista è sostituito da Alexander Boe (Strenght To Strenght) e il batterista da Baard Kolstad (Borknagar,Rendezvous Point). Proprio quest’ultimo si rivela una graditissima sorpresa: è una macchina, non sbaglia un colpo e ha 19 anni! Sei sono i pezzi proposti questa sera dall’act: Captivating Solitude (da Mantra), tre estratti da The Latter Rain (Det Rakner, October’s Monody, The Titan) e due soli da Ænigma (Against The Grain, Image Of Time). La prestazione è pulita e i suoni sono ben bilanciati tranne nel primi minuti dell’esibizione in cui le voci risultano poco percepibili. Tutto si sistema molto presto e assistiamo ad uno show grandioso, inteso e privo di sbavature. L’unico appunto che si può fare è la scelta piuttosto monotematica dei pezzi in scaletta: una Wayakin ad esempio avrebbe concesso un po’ più di varietà ad uno show comunque perfetto. Ne è decisamente valsa la pena e i presenti applaudono copiosamente.
SETLIST IN VAIN: 1. Captivating Solitude 2. Against The Grain 3. Det Rakner 4. Octobers Monody 5. Image Of Time 6. The Titan
SOLEFALD 15 anni, una generazione praticamente. Un lasso di tempo talmente vasto nella vita di una persona nel quale ci si potrebbe inserire ogni tipologia di emozione, esperienza. Sconfitte e vittorie si susseguo e in 15 anni la gente cambia, non è più la stessa. Tu che stai leggendo magari 15 anni fa non sapevi nemmeno che un gruppo proveniente dalla Norvegia avrebbe calcato per la prima volta il suolo italico sconvolgendo i ricordi di altri (o magari anche i tuoi se fossi stato lì). I Solefald non esistono formalmente senza chi li ha fondati, per cui vi parlerò di Cornelius e dei musicisti che l’accompagnavano, non citerò il nome della “creatura”. Due entità distinte sia chiaro ma fondamentali e complementari, l’uno ha bisogno dell’altro per vivere nella serata del 14 Aprile. Belli come il sole, in uniforme militare simil-tedesca si apprestano a eseguire il secondo set della serrata, come è per ognuna delle date del tour. Sembra quasi non sia successo niente pochi minuti prima e lo show targato In Vain potrebbe essere visto come l’aperitivo, un riscaldamento, anche se così non è stato. Le macchine fotografiche iniziano a scattare i primi flash e CK II Chanel N°6 prende vita, ciò che poteva sembrare irreale si è materializzato. Un po’ di freddezza, un qualche accenno di staticità, solo il tempo di aggiustare il tiro e già con la successiva Red View, presa dal primo album (The Linear Scaffold) i toni cambiano. Purtroppo a risentirne è il suono che a volte viene quasi a mancare, in certi momenti si possono udire solo le clean vocals di Sindre. Durante Mont blanche Providence Crow per alcuni secondi è proprio svanita la voce di Cornelius, giochi che possono capitare ma che danno sempre un leggero fastidio intercostale. I giochi cambiano con la terza canzone, dove tolte le vesti da colonnello steampunk-tedesco Cornelius inizia a giocare col pubblico e farlo cantare. Il ritornello di The USA Don’t Exist è troppo invitante per non essere afferrato e tutti reagiscono al meglio. Insieme a Vitets Vidd I Verdi, Sun I Call è l’unica rappresentante della musica all’interno degli ultimi tre dischi, ovviamente il sax ha avuto necessità di un sample ma non ne ha danneggiato il risultato finale. La scaletta va avanti tranquilla, metaforicamente, i problemi di suono che erano intercorsi all’inizio sembrano spariti e non ci sono pecche da segnalare, si percepisce benissimo come i musicisti che accompagno il Norvegese sappiano il fatto loro, preparatissimi e di sbavature non se ne percepisce nemmeno l’ombra. Il finale è dedicato a un'altra gemma tratta da The Linear Scaffold. Con un abbraccio finale e foto ricordo varie la prima degli ipotetici Solefald chiude i battenti tra applausi e fischi d’incoraggiamento. Dieci minuti dopo tutta la crew è presente al banchetto del merchandising a firmare autografi e foto di gruppo. In fin dei conti lo show era questo, ma ricordo ci fosse anche un altro gruppo, o forse sbaglio?
SETLIST SOLEFALD: CK II Chanel N°6 Red View Mont Blanche Providence Crow The USA Don’t Exist Sun I Call Jernlov Backpacka Baba Vitets Vidd I Verdi Philosophical Revolt When The Moon Is On The Wave
VREID L’unico problema dei Vreid è il dover suonare dopo i Solefald: scelta che risulta scriteriata in virtù del fatto che un buon 80% della gente è palesemente nel locale per Cornelius e soci. Il risultato è una catastrofe sonora che fa risultare la fruizione del concerto una tortura cinese coi fiocchi. Dalle stelle alle stalle si potrebbe dire. Assistiamo a un concerto di black’n roll neanche di pregevole fattura che lascia il tempo che trova: primo per la proposta, secondariamente per i motivi di cui sopra. Misteri delle case discografiche o del marketing, direbbe qualcuno; fatto sta che il concerto dei Vreid scorre in maniera indolore e tutt’altro che memorabile. La band a dire la verità suona bene, è coesa (anche se un po’ freddina tranne il bassista) e offre un’ottima esecuzione del proprio repertorio. Da registrare il fatto che sotto il palco ci sono più o meno la metà delle persone presenti durante i Solefald. I Vreid sono semplicemente stati cancellati dai due gruppi precedenti sotto tutti i punti di vista, sarebbe falso affermare il contrario. Probabilmente sarebbe stata una scelta più saggia piazzarli in apertura di serata ma tant’è...
Resoconto della serata al Colony Club di Travagliato a cura di Giovanni Perin “GioMasteR” Report di In Vain e Vreid a cura di Gianluca Fontanesi “Waste of Air” Report dei Solefald e fotografie a cura di Andrea Poletti”Ad Astra”.
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Lazare a Firenze non c'era, è ripartito per impegni improrogabili di lavoro ed è stato sostituito dal il singer degli In Vain (il fratellino a quanto mi pare di aver capito) |
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I Vreid con i due gruppi che li hanno preceduti non c'entrano niente .-. Sono un ottimo gruppo, ma boh stonano come il sale nel gelato D: |
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No Lazare c'era (mi pare sia stato scritto nel report, almeno nella prima parte, la seconda non l'ho letta per non innervosirmi ancora di più ._.) ma a Brescia è stato Cornelius quello più al centro dell'attenzione (direi più che altro per il suo più che buon italiano, l'ho anche visto parlare con la polizia) |
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scusate ma dei Solefald c'era solo Cornelius? E Lazare??? |
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Gnari, brutte robe Brescia è una provincia industriale e sono le grandi aziende che comandano, lo so bene o porco di un cane purtroppo. |
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mi aggiungo anch'io alla lista degli indignados presenti alla farsa bresciana!!!! meglio che non aggiungo, se non citando una grandissima italiana ,polizia un razza da estinguere!!!!! e pensare che consideravo area bresciana la migliore della Lombardia ma ora ho cambiato idea!! |
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Ma si,una marea di balle,tutti i controlli erano già stati effettuati da parte della Procura di Brescia,che ha dato l'ok!Vogliono che lavorino solo gli industriali i soliti della zona,appena non rientri nei loro canoni ,ti tagliano le gambe,mafiosi,ecco la parola giusta,poi parlano del sud.......E potrei andare avanti conoscendo molto bene il marcio delle aziende della zona,il bresciano,Lumezzane ecc....Vergognoso! |
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Sì a quanto pare hanno tirato fuori una serie di scuse come viabilità, parcheggio e rumore che avrebbero dovuto essere verificate appunto sabato, peccato che i vigili, una volta trovato niente a cui attaccarsi (vedi controllo delle tessere e dell'età dei presenti), abbiano pensato bene a mettere lo stesso i sigilli, come ordinato loro dal comune. La cosa grottesca è che a quanto pare sono stati lì tutto il pomeriggio ma hanno aspettato l'inizio per fare tutto ciò |
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Al Comune di Travagliato stanno sul cazzo i metallari,non vogliono vedere in giro capelloni e gente tatuata, vogliono tenere "tranquilla"la loro ricca cittadina di perbenisti,il Colony ha tutti i requisiti tant'è che anche la procura di Brescia ha dato l'ok al locale per lavorare tranquillamente,la Polizia Municipale ed il Sindaco hanno deciso di testa loro violando la legge,punto.sapendo di poterlo fare e sapendo di rimanere impuniti,al di sopra della legge!Il che,oltre che essere gravissimo e vergognoso è ILLEGALE!Questa non è democrazia,è dittatura bella e buona! |
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Qualcuno può riassumermi in 3 parole la faccenda Colony VS Travagliato? Grazie. |
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Il ruolo dai musicisti è stato fondamentale per mantenere il controllo sabato. Eravano sull'orlo di una diacussione dai toni molyo accessi. Purtroppo non abbiamo foto per documentare le facce compiaciute di chi sapeva di essere in torto in quel dato momento. Penso che la domenica il concerto ne abbia risentito ma in meglio. Probabilmente le avvisaglie lungo la settimana facevano propende verso un nulla di fatto. Tant'è e ora una triste pagine,che il 99% degli italiani ignorerá, è stata scritta nellamusica |
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è una vergogna, veramente.ho seguito la vicenda da lontano quasi in diretta e sono rimasto sconcertato. e in tutto questo vorrei far notare il ruolo dei musicisti, dei veri signori. |
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*francesismo random*, mi dispiace un sacco..... Ma dopotutto siamo in italia...... |
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Sono uno di quelli che per colpa della chiusura del Colony si è speso una barcata di soldi per il viaggio a Brescia e non è pottuto andare il secondo giorno a Firenze, bestemmio ancora... e poi cazzo, RED VIEW! Il mio pezzo preferito di tutta la spettacolare carriera dei Solefald perso per chissà quale scontro di potere tra Colony e Comune di Travagliato... |
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