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26/04/25
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THE QUIREBOYS + BACKSTAGE HEROES + SIXTY MILES AHEAD - Rock n’ Roll Arena, Romagnano Sesia (NO), 06/11/2013
12/11/2013 (2277 letture)
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Il rock è morto, o comunque non gode di ottima salute, quantomeno negli ultimi anni, almeno in Italia. Al di la dei soliti discorsi è una triste considerazione e purtroppo vera, lo si vive tutti i giorni, nonostante una proposta vastissima di band e dischi in termini quantitativi -ma diciamo pure mediamente anche di buona fattura- la situazione live risente di un calo di partecipazione veramente preoccupante. Si può parlare di crisi, di un numero troppo elevato di band che invadono il mercato, di mode che cambiano e band che deludono, possiamo parlare anche del sesso degli angeli e delle tette rifatte della nostra vicina di casa ma vedere un pubblico risicato di circa 300 persone o forse meno partecipare al concerto di una band come i The Quireboys pone diversi interrogativi, e Mauro Paietta "My Refuge" ci racconta com'è andata la serata.
LOCATION La Rock n' Roll Arena di Romagnano Sesia è la location scelta per la seconda data del combo inglese per il tour italiano. Se ne è già parlato altre volte, ma è giusto ribadire che si tratta di un ottimo locale, a 3 minuti dall'uscita dell'autostrada, in una zona tranquilla vicino al centro città, che è sì piccolo, ma in cui possiamo trovare bar e pizzerie; non è Milano ma chi arriva da un po' lontano può compensare la distanza con la comodità di parcheggi gratuiti in abbondanza e traffico inesistente. Il locale è piccolo, con una capienza indicativa di 500-600 persone, ma ha una buona acustica ed un palco degno di essere considerato tale; il fonico merita questo titolo, il personale è gentile, le bariste carine e simpatiche, le consumazioni costano nella media e la birra e decente, insomma un locale di tutto rispetto che negli ultimi anni ha ospitato concerti di nomi del calibro di Saxon, Rage, Hardcore Superstar, Royal Hunt, Hellyeah, Orphaned Land, Voivod ed altri.
SIXTY MILES AHEAD Sono circa le 21:00 quando arrivo al locale, parcheggio comodamente davanti all'entrata (non è un modo di dire, la mia macchina è a 4 metri dalla porta di ingresso), entro e noto subito che il locale è deserto, il mio scontrino di ingresso è numero 31. Sul palco stanno suonando i Sixty Miles Ahead, giovane band milanese con già due dischi all'attivo, il cui secondo Millions Of Burning Flames uscito per l'etichetta tedesca Antstreet Records a luglio 2013. Purtroppo riesco ad assistere solo all'ultimo brano, ben eseguito, con grinta e buone capacità, ma non è abbastanza per esprimere un giudizio sulla band.
BACKSTAGE HEROES Dopo di loro tocca torinesi Backstage Heroes scaldare i presenti, che per fortuna lentamente stanno aumentando di numero: la band propone un hard rock grintoso e potente, con influenze talvolta sleazy, talvolta più blues. La proposta è interessante, non parliamo di originalità perché in questo genere neanche la si ricerca, ma il gruppo unisce una buona tecnica ad una notevole potenza. Molto buoni i suoni, mai impastati e che danno spazio a tutti gli strumenti di emergere dal mix. La presenza scenica è in linea con il genere rock anni 80, jeans strappati, maglie a rete, capelli lunghi, chitarra rigorosamente Gibson Les Paul amplificata da una testata Marshall JCM 800. Da segnalare l'ottima prova del nuovo cantante Ivan Giannini, decisamente a suo agio nonostante si tratti della seconda data con la band. Non conoscevo i Backstage Heroes, ma non posso che dare un giudizio positivo sui loro brani e sul loro impatto live. Da segnalare che i gruppi di apertura sono stati contattati recentemente dall'organizzazione in quanto i supporter ufficiali del tour dovevano essere gli svedesi Bonafide che per motivi personali hanno dovuto annullare parte delle date del tour.
THE QUIREBOYS Sono circa le 22.30 quando i The
Quireboys salgono sul palco. Il pubblico per fortuna è aumentato e posso stimare circa 300 persone: se da una parte quello che si creerà sarà un concerto da club con un'atmosfera molto calda ed intima dall'altra fa veramente specie vedere una band storica che ha toccato vette di successo notevoli ritrovarsi a suonare davanti ad un pubblico così esiguo. Per chi non li conosce o non se li ricorda i The Quireboys nei primi anni 90 hanno ottenuto un notevole successo, con il loro album di debutto A Bit of What You Fancy raggiunsero il numero 2 della UK charts e supportarono i Guns N' Roses nella tournée di Use Your Illusion. Successivamente lo scioglimento, la reunion, cambi di moda e un supporto promozionale non adeguato ne hanno minato inevitabilmente il successo commerciale nonostante una serie di lavoro più che buoni contenenti una serie di potenziali hit. Un grande telone con la scritta The Quireboys campeggia sullo sfondo del palco, ed è la blueseggiante Black Mariah ad aprire lo show dei rocker inglesi. La band è in gran forma, con uno Spike sempre pronto a sorridere ed incitare i presenti, con il suo look in stile gitano con camicia, gilet giacca e grosso bandana in testa che ormai ne fa un'icona del rock stradaiolo. La band è compatta, con Guy Griffin e Paul Guerin impeccabili nel lavoro alle chitarre ed il fido Keith Weir alle tastiere ed al piano elettrico, strumento assolutamente fondamentale nel sound del sestetto inglese. Alla batteria troviamo Pip Mailing, che per le successive due ore non smetterà di masticare la stessa cicca e suonare con una disinvoltura ed una precisione imbarazzante. Nota a parte per il bassista Nick Mailing, dal look incredibilmente assimilabile a quello di un rabbino, che è protagonista di una prestazione stratosferica: non sto parlando di virtuosismi o tecnicismi, ma di una capacità di muoversi sul manico del suo basso semiacustico e reggere il tempo che mi ha lasciato sbalordito, oltre al fatto di possedere un look che completa l'immagine di una band assolutamente sopra la media. Misled e There She Goes Again sono i primi classici proposti, con uno Spike che nonostante il palco non enorme volteggia l'asta del microfono e si muove con disinvoltura saltellando e muovendosi a ritmo di musica. Homewreckers and Heartbreakers, tratto dall'ultimo Beautiful Curse, piace molto al pubblico che partecipa cantando il ritornello, dimostrando che anche i brani più recenti funzionano ed hanno un buon potenziale, ma ovviamente sono brani come Mona Lisa Smiled, I don't Love Anymore e la hit Hey You che suscitano maggior clamore. La voce di Spike è calda, bassa e roca, plasmata da anni di tabacco e alcool e ricorda in modo incredibile quella di Rod Stewart; perfetta per le atmosfere dei brani della band, che sul palco non ha mai un incertezza ed è protagonista di una performance invidiabile. Il set è chiuso da 7 O'Clock, che apriva il primo album della band, altro brano country rock con un bel piano in evidenza. La band saluta e lascia il palco prima dei consueti bis; da segnalare Sweet Mary Ann in cui Spike invita un ragazzo del pubblico sul palco a cantare con lui che se la cava egregiamente, fino alla chiusura affidata alla classica Sex Party.
Un concerto più che dignitoso, ben fatto e divertente, da una band che nonostante abbia ormai salutato per sempre il successo ed il proprio periodo d'oro continua a crederci, ad andare avanti. E' vero che l'hard rock è disseminato di band che hanno toccato vette incredibili ed ora sono relegate a band di culto per pochi intimi: possiamo citare gli Skid Row, i Tyketto, i Faster Pussycat, i Cinderella, ma la lista sarebbe lunga…vero che molte di queste band dopo un disco memorabile o una manciata di hit non hanno più centrato il bersaglio, ma è anche vero pure nomi strablasonati sono decenni che non pubblicano un album che possa anche lontanamente essere paragonato ai fasti del passato eppure attirano tutt'oggi migliaia e migliaia di persone. Thank you very much, God bless You. Così ripete più volte Spike prima di lasciare il palco, mah, forse avesse bestemmiato a più riprese aggiungendo qualche fuck qua e la avrebbe strappato più consensi dal pubblico italiano che pare esaltarsi tanto con queste cose, ma questa è un'altra storia, un altro discorso, un altro articolo…
SETLIST THE QUIREBOYS 1. Black Mariah 2. Too Much of a Good Thing 3. Misled 4. There She Goes Again 5. Homewreckers and Heartbreakers 6. This Is Rock 'N' Roll 7. Mona Lisa Smiled 8. Diamonds and Dirty Stones 9. 27 Years 10. I Don't Love You Anymore 11. Tramps and Thieves 12. Hey You 13. Beautiful Curse 14. Chain Smokin' 15. I Love This Dirty Town 16. 7 O'Clock
---- ENCORE ----
17. For Crying Out Loud 18. Mother Mary 19. Sweet Mary Ann 20. Sex Party
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4
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Purtoppo gli anni d'oro son passati,e son cambiati i gusti ecc.,cmq sia onore ai Quireboys,che nonostante essere stati delle star assolute,ora che godono di un successo infinitamente minore,se ne fottono e ci regalano ancora tanto r'n'r,Grazie! |
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3
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D'accordissimo! Scaletta ineccepibile, avrei solo messo un paio di brani in più per ricordi personali, ma non si può aver tutto! Comunque band davvero onesta e meritevole |
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2
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Grandissima band e scaletta da paura... Lo spirito del rock passa da gruppi come questi. |
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1
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bravissimi come sempre The Quireboys!!! Una garanzia! |
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