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FALL IN HELL FESTIVAL - Legend Club, Milano (MI), 06/09/2014
11/09/2014 (1899 letture)
E’ l’accogliente e rilassante Legend Club di Milano ad ospitare il Fall In Hell Festival, evento che vede impegnate una serie di band che si muovono tra il thrash e il death metal, capitanate dai meneghini Irreverence, ormai prossimi ai vent’anni di attività. La serata, baciata da un buon clima, si svolge nella sala interna del locale, che prima dell’inizio dello show ospita un buon numero di persone intente a consumare un aperitivo in compagnia e all’aria aperta. La sensazione che si ha fin dall’inizio è di essere in un contesto di amici, tant’è vero che tutti i musicisti impegnati nella serata si conoscono direttamente o indirettamente, e di sicuro tutti conoscono gli Irreverence, che li hanno invitati a partecipare all’evento. Bando alle ciance, passiamo alla musica proposta dalle cinque formazioni impegnate nel festival.

KARONUS
Formatisi nel 2013, sebbene non proprio di primissimo pelo, i Karonus propongono una miscela di death e thrash con molti inserti melodici, in un impianto che cerca di essere prog seppur con qualche passaggio a vuoto. La formazione a tre elementi sciorina altrettanti brani, tutti di durata piuttosto lunga, e nel corso dei 25 minuti circa dell’esibizione mette in evidenza tutta l’inesperienza on stage, giustificata dal momento che la band è al suo debutto. Davanti ad un più che sparuto numero di persone presenti ad ascoltarli, tra suoni impastati e lo scarso impatto sonoro dovuto all’uso di una sola chitarra, i Karonus dimostrano una vena compositiva ancora acerba: a dispetto infatti del buon gusto melodico delle partiture ritmiche, che richiamano in particolare il death svedese, l’aspetto che maggiormente prevale è la poca coesione compositiva, con stacchi troppo netti e passaggi spesso poco fluidi. A ciò si aggiunge qualche assolo francamente rivedibile. Tuttavia, essendo la prima esibizione dal vivo e non avendo ancora pubblicato materiale, non ce la sentiamo di dar loro la croce addosso più del dovuto.

BLINDEATH
I secondi a presentarsi sul palco sono i Blindeath, attivi fin dal 2011 e giovanissimi. I ragazzi denotano da subito l’attitudine e la fedeltà al thrash metal, e in effetti partono bene e con discreta convinzione. A dispetto dell’età –i ragazzi hanno tutti 21 anni circa- sanno tenere il palco già piuttosto bene e sorprende Gioele Zoppellaro, il cantante, per il cambiamento netto nel momento in cui iniziano a suonare, trasformandosi in un attimo in un ottimo musicista da palco. Ancora da migliorare anche in questo caso l’interazione col pubblico, ma quello verrà col tempo e con l’esperienza. Va anche detto che non è certo facile di fronte a poche persone, per giunta molto statiche, inventarsi granché. Comunque sia, nella setlist dei Blindeath sono presenti diversi estratti dal loro prossimo, nonché primo, full-length, in uscita a fine ottobre. La matrice sonora è chiaramente thrash di stampo classico, sebbene non ci siano delle somiglianze così nette con nessuno dei grandi nomi. Nonostante i riff siano generalmente piuttosto buoni, a mancare in diverse occasioni è il giusto tiro, quella trovata ritmica in grado di rendere più trascinante il pezzo. Buoni invece gli assoli, eseguiti per giunta con grande perizia e sicurezza da Simone Aiello. Tutti in pantaloncini, con attitudine scanzonata ma buona aggressività, lo show dei Blindeath procede liscio e solido fino alla chiusura, affidata all’apprezzata cover di Parla Parla degli In.Si.Dia.

ENDLESS PAIN
E’ il turno dei bresciani Endless Pain, e il livello si alza. Non tanto dal punto di vista prettamente musicale, quanto dell’esperienza e dell’aspetto scenico. Giungono sul palco del Legend Club due vessilli col logo della band, che ricordano orgogliosamente l’attività ormai ultradecennale. Unici della serata privi degli odiosi e odiati cavi per collegarsi agli amplificatori, assalgono subito e si dimostrano abrasivi e potenti col loro riffing atonale, innalzando un muro sonoro mica da ridere. Il vocalist Hate, col suo growl profondo, non smette di dimenarsi sul palco e incita come meglio può il pubblico. La presenza del basso a sei corde dà una grande profondità al suono. Peccato però che i nostri risentano di un songwriting non sempre brillante, che lascia spazio ad una certa ripetitività di fondo tra un brano e l’altro. Con loro fa capolino il primo problema tecnico della serata (si stacca il microfono del rullante), cosa che purtroppo capiterà in diverse occasioni a chi li seguirà. Nel complesso, performance convinta e convincente per una band ormai assestata e solida sul palco.

IRA
Ormai con una lunga storia alle spalle, a dispetto dello scarsissimo numero di pubblicazioni, gli IRA salgono sul palco intorno a mezzanotte. Dopo una curiosa e divertente intro, i nostri impattano subito il pubblico, accresciuto nel corso della serata, con un death metal incisivo e dalle forti venature thrash, come evidenzia anche a livello “estetico” Gigi Corinto, il bassista ex-Irreverence, che presenta maglia dei Megadeth e tatuaggio dei Metallica. E’ interessante il contrasto tra l’aria bonaria e simpatica del frontman Giuseppe “Rex” Caruso e l’aggressività del suo cantato e del suo modo di suonare. Molte sono le parti solistiche o unicamente strumentali, dove si evidenzia la chitarra solista di Christian Scorziello, abile ma almeno in apparenza un po’ fuori contesto, in particolare per attitudine. Nota di merito va fatta agli IRA per essere stati i primi, nel corso del festival, a tirar fuori un urlo dal pubblico. Peccato per i suoni, non molto definiti e figli anche di un soundcheck quasi inesistente.

IRREVERENCE
Arriva infine il momento degli headliner della serata, gli Irreverence, ormai prossimi al ventennale della loro carriera. Quattro dischi all’attivo, un’attività costante e falcidiata dalle mille difficoltà di tirare avanti in un mondo, quello della musica, che è complesso e molte volte ingiusto. Tuttavia, a fronte di diversi cambi di line-up e contratti, gli Irreverence resistono ancora, forti del nocciolo duro costituito dalla coppia Riccardo Paioro e Davide Firinu, rispettivamente voce/chitarra e batterista, i fondatori della band e di conseguenza autentici cardini. I suoni sono quasi ottimali, sebbene per la totalità del concerto la chitarra del frontman non si riuscirà a sentire, mentre forse fin troppo elevato è il volume del basso. Nonostante ciò, l’inizio dello show non è dei migliori, a causa di una scarsa interazione col pubblico e una conseguente scarsa partecipazione. Tuttavia, dopo una fase iniziale di riscaldamento, la prestazione sale di tono e lo spettacolo migliora in intensità e resa. Da segnalare come a questo punto della serata la sala del Legend Club sia piuttosto piena, cosa che crea evidente soddisfazione nei membri del gruppo, che non mancano di ringraziare, di sottolineare il numero di presenti –comunque nei dintorno delle 50 persone o giù di lì- con Riccardo che afferma <>. Nonostante i molteplici problemi tecnici, tra spie, volumi e una corda che si rompe al chitarrista solista Eros Melis, gli Irreverence suonano un’ora piena e pescano a piene mani da tutta la discografia, con un’ovvia strizzata d’occhio all’ultimo Shreds Of Humanity. La coesione stilistica è buona, per quanto gli Irreverence di War Was Won fossero probabilmente più potenti e duri di quelli attuali.

CONCLUSIONI
Gradevole serata in compagnia di band milanesi e bresciane, il Fall In Hell si è svolto in un clima familiare, considerando la reciproca conoscenza tra i vari musicisti impegnati nel corso della serata. Colpisce come in alcuni casi sia mancato il supporto, in termini di presenza sotto al palco, da parte degli altri musicisti, lasciando in particolare le prime band ad esibirsi di fronte ad una sala quasi del tutto vuota. Tuttavia, il contesto piacevole del Legend Club, il prezzo molto basso e la bella serata settembrina hanno contribuito a far funzionare l’evento. L’acustica della sala si è rivelata all’altezza, e i problemi tecnici sottolineati nel report sono stati per la maggiore frutto di incidenti. Sempre bello, inoltre, vedere band ormai esperte dividere il palco con ragazzi giovanissimi che nascevano quando loro iniziavano a suonare, si veda il caso dei Blindeath e degli Irreverence. L’affluenza all’evento, invero non molto pubblicizzato se non dalle band impegnate, è stata bassina: considerando anche le band, probabilmente si saranno raggiunte le cinquanta presenze grosso modo, un dato che non fa che dimostrare quanto la cosiddetta “scena” sia pigra e tendenzialmente disinteressata, nonostante il costo irrisorio dell’evento che, ricordiamo, era di 10 euro con consumazione inclusa.



Oh none is Moe
Venerdì 12 Settembre 2014, 21.25.20
7
Ah beh...
Andy Thrasher
Venerdì 12 Settembre 2014, 20.59.29
6
La stessa sera a due passi dal Legend Club c'era una serata analoga, con gruppi thrash\death appartenenti alla stessa scena, con la stessa tipologia di pubblico. Ambedue i locali in quanto a numero di paganti non hanno molto da sorridere, idem le band. Queste sono faide fra poveri, non ha senso dividersi in cricche e boicottarsi quando si condividono le stesse passioni, come se non bastasse il pubblico reale è sempre una sparuta minoranza.
evil never dies
Venerdì 12 Settembre 2014, 18.41.07
5
@ Riccardo , la seconda che hai detto. @ thrash till death, i pochi soldi mi sa che non c'entrano. tutti dicono che c'è crisi ma i locali( tranne quelli che fanno metal underground.... strano) sono sempre pieni. E non parlo di Milano ma parlo di Napoli . vuoi vedere che gli unici puzzati di fame sono i metallari che seguono la scena underground? invece per i metallari/ Metallica i 100 euro escono! ... o sono gli stessi?
Thrash 'Till Death
Venerdì 12 Settembre 2014, 14.59.43
4
Si fatica a fare numeri degni di nota per i nomi di seconda fascia, quelli subito sotto i big per intenderci, figuriamoci per l'underground. Purtroppo la tendenza è questa, a prescindere da costi/logistica. Un mix di pigrizia, disinteresse e, aggiungo, anche pochi soldi, che inevitabilmente portano a dover compiere delle scelte.
AL
Venerdì 12 Settembre 2014, 14.26.57
3
ho saputo tardi dell'evento e avevo altri impegni altrimenti un salto lo facevo. band interessanti.
Raven
Venerdì 12 Settembre 2014, 14.11.30
2
Punto tutto sulla seconda.
Riccardo
Venerdì 12 Settembre 2014, 13.22.34
1
Sarebbe carino capire da chi non e' andato il motivo dell'assenza. Voglio dire, non colpevolizziamo nessuno ma con l'ingresso a 10 € persone puo' voler dire solo 2 cose: le band non interessavano a nessuno oppure la gente per nomi underground non si muove piu'.
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FALL IN HELL FESTIVAL
Legend Club, Milano (MI), 06/09/2014
 
 
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