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HELLIGATORS - Dateci un palco e spazzeremo via tutto!
26/11/2015 (1787 letture)
Tornati di recente sulla scena con un secondo, interessantissimo lavoro, i romani Helligators sanno perfettamente cosa vogliono: suonare rock ‘n’ roll alla vecchia maniera, divertendosi e facendo divertire il proprio pubblico. La loro musica ed attitudine hanno attirato la nostra attenzione ed il risultato è questa piacevole, divertente. Buona lettura!

Barry: Buongiorno e benvenuti su Metallized! Innanzitutto, vi va di presentarvi ai nostri lettori? Come nascono gli Helligators?
Alex: Buongiorno a te e ai lettori di Metallized! Gli Helligators nascono nel 2009, anche se in realtà noi tutti ci conosciamo da oltre 20 anni! Possiamo dire che la band rappresenti umanamente e musicalmente la classica chiusura del cerchio, dopo le tante esperienze individuali nelle rispettive band.
Mik: Nel 2009 avevo l’esigenza di avviare un nuovo progetto musicale e così accettai la proposta di Hellvis, che mi contattò proponendomi di formare una band. La mia risposta fu: Ok, ma senza impegno, solo per divertimento. A ripensarci, direi che mi è convenuto, no? Non credevo arrivassimo a questo punto!
Hellvis: Nasciamo dall'esigenza di fare una musica che fosse libera espressione del gusto personale. Desideravamo fare sul palco quello che ci piacerebbe ascoltare da sotto.

Barry: Una domanda classica che amo sempre rivolgere ai musicisti che ospitiamo: a distanza di qualche anno dal vostro primo album, Against All Odds, ne siete ancora soddisfatti o, avendone la possibilità, modifichereste qualcosa?
Mik: Against All Odds non ha la maturità compositiva e la compattezza che abbiamo ora, ma ci sono affezionato perché ogni musicista tiene nel cuore ogni album fatto e ogni pezzo nato dal proprio lavoro.
Hellvis: Probabilmente rifaremmo alcune cose con maggiore attenzione, si matura e si scopre sempre qualcosa di nuovo…ma dobbiamo molto a quel disco! Molti ci hanno scoperto e seguito con affetto dopo averlo ascoltato!
Alex: Io non ero presente sul primo album, quindi è evidente che sia brutto! Ah ah ah! Scherzi a parte, credo che Against All Odds sia un buon lavoro, ma che la band stesse ancora cercando la sua collocazione musicale e un sound più personale. Il risultato di questa ricerca è Road Roller Machine.
Kamo: Quello che è stato fatto è stato fatto ormai ma personalmente oggi cambierei diverse cose di quell’album… comunque rappresenta quello che eravamo nel 2009 e va bene così!

Barry: Road Roller Machine è il vostro secondo album in studio; come nasce l’idea per questo titolo? Ha a che fare con la vostra musica, che spazza via tutto?
Alex: Cercavamo un titolo che rappresentasse e catturasse la nostra attitudine “live”. Trovo che la schiacciasassi sia un’immagine perfetta! Dateci un palco e noi spazzeremo via tutto. In fondo il rock’n’roll non è questo?
Mik: Road Roller Machine è diretto e monolitico, non ha virtuosismi tecnici, accende il motore e prosegue diritto per la sua strada. Ecco come sono gli Helligators! In quest’album abbiamo tirato fuori la vera essenza e il nostro modo di fare rock.

Barry: Come avete lavorato per comporre musica e testi? Da cosa traete ispirazione?
Alex: La musica viene composta nella nostra sala prove, partendo magari da un embrione di riff e poi jammando tutti assieme. Credo sia il modo migliore per comporre e per far crescere esponenzialmente una band. L’ispirazione dei testi viene invece dalla vita quotidiana, da ciò che ci circonda…le nostre vite sono piuttosto “piene” ed abbiamo centinaia di storie da raccontare, divertenti o amare che siano. La vita reale ci offre spunti a sufficienza per comporre musica per i prossimi 10 album!
Mik: Componiamo tutti assieme, con le nostre differenti personalità ma parlando la stessa lingua. Tiriamo fuori musica e quando il riff piace, c’è un inequivocabile scambio di sguardi e sorrisi tra noi. Tempo due prove ed il pezzo è pronto per accogliere un nuovo testo di Hellvis.
Hellvis: É la cosa bella di conoscersi da cosi tanto tempo...la musica nasce spontaneamente e i testi spesso vengono da immagini...idee che si formano ispirate dalla musica stessa.

Barry: So che è stato il vostro primo lavoro sotto Sliptrick Records; cosa vi ha portato a scegliere questa label? Siete soddisfatti della vostra collaborazione?
Alex: Tra le varie proposte che ci sono arrivate, quella della Sliptrick Records era di gran lunga la migliore. Per certi versi abbiamo firmato un contratto che ricorda molto quelli degli anni 80, ovvero estremamente rispettoso verso la band. L’etichetta fa l’etichetta e investe sulla band, invece che spremerla o fotterla. La band fa la band e deve solo preoccuparsi di comporre musica e suonarla al meglio, senza fare marchette e calarsi le braghe. Abbiamo ampia libertà di movimento e un ottimo dialogo con loro. Ci troviamo molto bene anche umanamente con i ragazzi dell’etichetta, tanto da farci sentire un vero “team” quando lavoriamo assieme! Non a caso, Carlo Muselli della Sliptrick apparirà come special guest sul nostro prossimo video!
Hellvis: Avere un’etichetta ti rende consapevole delle tue potenzialità e dei tuoi limiti, ma anche delle regole da rispettare. La Sliptrick é al momento la cosa migliore che potesse capitarci!
Mik: La Sliptrick Records ci sta dando professionalità, serietà e rispetto! Ognuno fa il suo lavoro e lo fa bene. Il rapporto con loro si sta poi trasformando in amicizia profonda. Ho sempre sognato di firmare con una label così!

Barry: Road Roller Machine ha anche segnato l’ultima collaborazione con il vostro ormai ex bassista, Rob “Goblin”; cosa vi ha portato a scegliere The Yeti come nuovo “Helliguy”?
Alex: Dopo la dipartita del tutto amichevole con Rob, la scelta è caduta in maniera naturale sullo Yeti, perché è un nostro amico fraterno da decenni e perché lo conosciamo bene come bassista. Non abbiamo mai pensato a nessun altro! Ora la “Helli-family” è davvero completa!
Hellvis: Lo Yeti…come si fa a non amarlo? Con quel faccino da cerbiatto! Ah ah ah! Farlo entrare nella band é stato naturale, la spontanea conclusione di una ricerca di equilibrio.
Mik: Due bassisti eccezionali! Yeti è un amico di vecchia data, cosa si può desiderare di più?

Barry: Ascoltando il vostro album, ho percepito influenze nette tanto dai nomi imprescindibili come i Black Sabbath, ma anche da band più recenti, come Down, Black Label Society ed un pizzico di Guns N’ Roses. Vi riconoscete in queste mie impressioni? Che genere di band citereste come vostre ispirazioni?
Alex: Hai citato grandi band che ci piacciono e che ascoltiamo! Alle influenze da te citate, aggiungerei AC/DC, Metallica e Motorhead! Inconsciamente, quando componiamo, sicuramente vengono fuori. Ma è un processo del tutto naturale e non studiato a tavolino. Io personalmente ascolto anche cose molto lontane dai nostri standard come Beatles, Tori Amos, Anathema… motivo per cui vengo puntualmente preso per il culo dagli altri!
Kamo: Ascoltiamo musica da 30 anni…abbiamo un oceano di cose che ci frullano per la testa e influenzano la nostra musica…poi è logico che si canalizzino in una direzione che nel nostro caso calza molto con le band da te citate. Ora però vorrei prendere per il culo Alex!
Hellvis: Mi fa piacere tu abbia notato le influenze di band di quel calibro ma, almeno io, non credo di avere neanche un loro disco! Li ho ascoltati sicuramente però!

Barry: Ho apprezzato particolarmente Swamp Man Voodoo, forse la traccia più sludge del disco, Black Sun, più sul southern rock e Stone Crusher, il macigno più metal. Credo che queste tre tracce identifichino al meglio le sfumature del vostro sound. Cosa ne pensate? Volete dirci qualcosa di più su queste tre belle canzoni?
Mik: Tre pezzi che rappresentano tre aspetti che comunque ci appartengono: Black Sun l’aspetto più romantico e oscuro, Swamp quello più pazzo e sperimentale, Stone Crusher quello più pesante ed è il mio preferito! Amo questo pezzo!
Alex: Queste canzoni possono sembrare leggermente atipiche per noi, ma sono la prova che ci piace comporre liberamente. Suoniamo quello che ci piace, senza preoccuparci di rimanere nello “standard” dell’heavy rock. Swamp Man Voodoo è indubbiamente una delle nostre canzoni preferite e la proporremo regolarmente dal vivo!
Hellvis: É strano come le persone leghino le emozioni a canoni così diversi. Eravamo persino in dubbio se queste canzoni sarebbero piaciute, perché si fa più spesso riferimento a noi per brani più veloci, diretti e d'impatto. Queste tre canzoni sono più oscure, anche nei testi, per chi vorrà leggerli.

Barry: Siete un nome molto attivo nell’underground romano; che potete dirci sulla scena rock/metal capitolina ed italiana in generale, per come la conoscete?
Alex: Oltre che essere molto attivi sul palco, lo siamo anche come “fruitori di concerti” e “sostenitori della scena”, abbiamo quindi un’ottima conoscenza dell’underground romano. Posso dirti che, in questi anni, la scena capitolina gode di ottima salute ed è composta da ottime band! Te ne potrei citare parecchie, ma rischierei di far torto a qualcuno! Purtroppo tutto questo talento non è sufficientemente supportato dalla discografia locale e nazionale. E’ uno dei motivi per cui abbiamo firmato per un’etichetta straniera.
Mik: Roma vanta gruppi fantastici e questo mi inorgoglisce profondamente! Il problema principale è che, per andare avanti e poter sopravvivere, devi ostinarti a restare in piedi e non devi avere aspettative ma solo tanta passione e la profonda esigenza di esprimerti! In caso contrario, sei spacciato.
Hellvis: C’è tanta ottima carne, ma pochi barbecue e cuochi scadenti. Le band sono a volte costrette ad affrontare situazioni a dir poco imbarazzanti…

Barry: Cosa significa, al giorno d’oggi, suonare questo tipo di musica nel nostro Paese? Avete mai avuto a che fare con il famigerato “pay to play”?
Alex: Gli Helligators sono 5 morti di fame! Quindi, anche volendo, non potremmo proprio! Ah ah ah! Sputare per aria è rischioso perché poi potrebbe ricaderti in testa, ma posso tranquillamente affermare che non avremo mai a che fare col “pay to play”. Preferisco non esprimermi su chi lo fa, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Personalmente trovo già poco dignitoso suonare gratis, figuriamoci pagare! E’ disgustoso e degradante. Preferisco suonare meno, ma essere rispettato e pagato il giusto per quello che faccio.
Kamo: Sopravviviamo a stento venendo pagati per suonare, figuriamoci se paghiamo noi! AH ah ah ! Pago volentieri per sentire suonare gli altri, stop. Se tutte le band dicessero NO a questa pratica, nel giro di qualche mese sparirebbe per sempre. Detto questo, per la legge dello sputo in aria che ti ricade sempre in faccia, domani manderò un bonifico all’agenzia X per comprare qualche slot…di solito funziona così!
Mik: Pay to play? Assolutamente no! Preferisco farcela da solo ed essere pagato con strette di mano e complimenti sinceri. Per crescere come band non ha importanza con chi suoni, ma quello che trasmetti mentre suoni.
Hellvis: Io sono favorevole al pay to play! Cioè, sarebbe ora che ci pagassero per suonare...no? O forse non ho afferrato il senso della domanda? Ah ah ah!

Barry: Siete appena stati in tour nei Paesi Baltici, vi va di parlarci di questa esperienza? Come hanno reagito i fan locali alla vostra proposta?
Alex: Siamo tornati da pochi giorni e siamo davvero entusiasti dell’esperienza! E’ sempre magnifico suonare in posti nuovi, incontrare nuovi fans e confrontarsi con bands locali. In Lettonia e Lituania il pubblico segue ed ama profondamente il rock e l’heavy metal. Ci hanno trattato con grande affetto e stima, ci siamo davvero sentiti a casa! Torneremo sicuramente a suonare da quelle parti!
Hellvis: Abbiamo trovato rispetto e affetto, nessun preconcetto e tanto amore per la musica! Niente pose, ma solo tanto coinvolgimento...il rock'n'roll, da quelle parti, è una cosa seria!
Mik: E’ stata una grandissima esperienza! C’è una sete di conoscenza musicale che in Italia è finita negli anni 90… Trovi curiosità, attenzione e un bellissimo approccio con la band che suona!

Barry: So che state per filmare un nuovo video, vi va di anticiparvi qualcosa?
Kamo: Vi anticipo che abbiamo camminato tantissimo per girare questo video! Ah ah ah!
Alex: Abbiamo approfittato della nostra trasferta “baltica” per girare il video di Scream. Ci siamo affidati ad un ragazzo lettone molto promettente, Peteris Gertners, ed è stato davvero molto divertente e suggestivo lavorare con lui in locations per noi davvero esotiche e cariche di storia! Non vediamo l’ora di vedere il video ultimato!
Mik: Abbiamo sviluppato la storia assieme con Peteris, poi abbiamo riposto tutta la nostra fiducia nella sua capacità artistica. Siamo in attesa anche noi di vedere cosa ne uscirà fuori.
Hellvis: Peteris é incredibile, con un talento che va oltre l'immaginario! Credo che abbia compreso il senso del testo di Scream e che tirerà fuori il meglio.

Barry: Ulteriori progetti futuri? Sogni nel cassetto?
Kamo: Visto che i Metallica hanno già suonato in tutti i continenti della terra, noi stiamo progettando un live su Marte…venite in massa!
Hellvis: Fare ancora dischi...e poi suonare a “Italy’s got talent” vestiti da nani da giardino!
Mik: Stiamo promuovendo Road Roller Machine e, contemporaneamente, componendo materiale nuovo. Puntiamo a fare sempre meglio in ogni campo, con la consapevolezza che dando si riceve sempre!
Alex: L’obiettivo resta sempre lo stesso: conquistare il mondo! Ah ah ah! Proseguiremo la promozione di Road Roller Machine suonando live ovunque verremo chiamati, anche nel salotto di casa vostra!

Barry: Ok ragazzi, l’intervista è conclusa; non posso fare altro che ringraziarvi e lasciarvi le prossime righe per un saluto conclusivo!
Helligators: Grazie ancora a te ed a Metallized per questa intervista ed il supporto! Speriamo che Road Roller Machine vi piaccia e, se capitate in zona, vi aspettiamo sotto al palco il 12 dicembre al Jailbreak di Roma per una birra ed un po’ di sano rock ‘n’ roll!



brainfucker
Martedì 1 Dicembre 2015, 14.44.07
1
divertentissimi e bravissimi!il nuovo bassista poi è anche batterista dei doomraiser quindi che si può volere di più? la scena romana può vantare ottime band, non ci sono dubbi.
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