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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ELDRITCH + SAILING TO NOWHERE + NOUMENO + TIMESTORM - Traffic Club, Roma (RM), 05/03/2016
10/03/2016 (2603 letture)
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Il Traffic Club di Roma ci accoglie con discrezione, stavolta. Ad accedervi, un pubblico non numeroso, ma davvero motivato, che si rivelerà nel corso della serata particolarmente entusiasta e partecipe.
TIMESTORM L’avvio della serata è affidato ai Timestorm, combo capitolino dedito ad un power/prog melodico dai toni sinfonico/epici, con all’attivo un demo ed un album, intitolato Shades of Unconsciousness. I brani presentati dalla band in questo opening act alternano momenti dinamici, nei quali spicca il cantato tipicamente power del singer Pierpaolo Calore, a passaggi sovente strumentali, contraddistinti da un mood più atmosferico e riflessivo. Degna di nota anche la performance dello special guest della serata, Emiliano Cantiano dei Noumeno, alla batteria.
NOUMENO A seguire sul palco sono proprio i romani Noumeno, band di instrumental prog/death metal fondata nel 2007 dallo stesso batterista Emiliano Cantiano. I Noumeno hanno rilasciato due album, quello d’esordio nel 2009 intitolato Trapped ed Escape, portato alle stampe nel 2014, entrambi interamente strumentali. Benché il genere possa sembrare di non facile fruizione in occasione di un live, c’è da dire che la forma-canzone presentati in questa sede, alla quale i nostri si attengono con rigore e precisione, nonché le loro indubbie doti esecutive, rendono la loro esibizione d’immediata e godibilissima scorrevolezza.
SAILING TO NOWHERE È la volta dunque dei Sailing to Nowhere, band melodic power nata nel 2013 alla quale appartiene Marco Palazzi, ex cantante dei più noti e concittadini Kaledon. I Sailing to Nowhere chiudono nella città natia lo "Ship Wrecking 2016", il secondo dei loro tour di presentazione dell’album di debutto To the Unknown lungo lo Stivale. In questa data romana, inoltre, abbiamo l’onore di assistere al passaggio di consegne tra la singer uscente Veronica Bultrini, che ha inciso le linee vocali del full-length, e la nuova cantante Federica Garenna, che viene presentata ai fan per la prima volta proprio al Traffic Club. Un bellissimo modo, devo dire, per congedarsi e ringraziare la ex front-girl e per creare un trait d’union, una continuità tra il passato ed il presente. Federica proviene infatti dalle fila dell’hard rock e la sua voce nitida, potente ed aggressiva nella giusta misura, nonché l’appeal sul palco, non fanno altro che confermarlo. Il duetto con Marco Palazzi, come pure l’alternanza stessa tra le due voci, contribuiscono a rendere più varie e “dense” le tracce presentate (che comunque dal punto di vista compositivo sono già molto ricche ed articolate), così come la performance trae vantaggio dal punto di vista estetico grazie alla validissima presenza scenica dei due interpreti. Il pubblico viene coinvolto a più riprese dalla band, che mostra un entusiasmo per nulla artefatto. Ed è forse proprio perché i fan colgono la spontaneità della loro esuberanza che la risposta consiste in un fervore di pari misura. Non c’è la platea delle grandi occasioni, ma essa appare sicuramente partecipe ed entusiasta, capace di creare un’atmosfera calda. vivace, che ben predispone all’esibizione oramai imminente degli headliner.
ELDRITCH La setlist del concerto dei livornesi Eldritch contiene non solo -e come da prassi- numerosi estratti dall’ultimo, fortunato album, dal titolo Underlying Issues, ma propone anche altri cavalli di battaglia provenienti dalla pluridecennale discografia della leggendaria band power/prog. Non appena la musica si diffonde dal palco, inoltre, si ha fin da subito l’esatta percezione della portata in termini di suono (nitido e potente), di songwriting (complesso e vario, ma sempre fluido e fondato su melodie di facile assimilazione) e di esecuzione (precisa ed appassionata) della loro musica e pertanto della meritata fama di cui essi godono. L’impressione è che i brani si susseguano senza soluzione di continuità, come se il flusso sonoro non si interrompesse: merito, questo, di uno stile virulento e potente che sa aprirsi con naturalezza in passaggi melodici sovente affidati alla virtuosa chitarra solista di Eugene Simone. Un’immediatezza melodica che non è mai sinonimo di banalità. Lo splendido lavoro delle chitarre, assieme al solido e possente drumming di Raffahell Dridge costituiscono la trama sonora a fondamento delle composizioni, sulla quale si innesta la voce di Terence Holler. Il singer, italo-americano originario di Brooklyn, ha una voce “mimetica” nel senso più alto del termine, vale a dire capace di adattarsi al mood dei brani, di modularsi senza perdere mai la sua espressività, l’appassionata intensità emotiva dell’interpretazione. Un concerto di grande spessore, dunque, in grado di confermare ancora una volta, se ve ne fosse il bisogno, il valore indiscusso di questa band.
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Presente al concerto. Bellissima serata, tutti i gruppi validissimi e hanno fatto un grande show. Gli headliner impressionanti, delle vere e proprie macchine da guerra live! |
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