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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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IL TEATRO DEGLI ORRORI - Festa della Musica & Selvaggina in Tavola, Parco Fucoli, Chianciano Terme (SI), 22/07/2016
27/07/2016 (1313 letture)
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Chianciano Terme è famosa più per i suoi stabilimenti termali ed i suoi alberghi che per la presenza di concerti. Quest'anno però il comune in provincia di Siena, in occasione della XVII edizione della Festa della Musica, ospita una delle rock band più controverse del panorama italiano: Il Teatro degli Orrori. La band capitanata da Pierpaolo Capovilla si trova nel bel mezzo del suo tour estivo, in giro per il Belpaese a presentare l'ultimo album, al quale non è stato dato un vero titolo se non un essenziale Il Teatro degli Orrori, evidenziando il nuovo corso intrapreso dal gruppo con i nuovi acquisti Kole Laca alle tastiere e Marcello Batelli alla chitarra elettrica, presenti in realtà nelle performances live già dal 2012.
PRE-SHOW Arriviamo nel grande, verde e pacifico Parco Fucoli intorno alle 21 sapendo che l'ingresso è gratuito e che Il Teatro degli Orrori si esibirà dopo le 23:30. Questo perché ad aprire la serata ci sono due artisti italiani a me sconosciuti, ovvero la diciannovenne Birth e il duo electro-pop Yombe, così decidiamo pragmaticamente di dedicarci al cibo: in fondo il nome dell'evento per esteso è Festa della Musica & Selvaggina in Tavola.... Ovviamente per cenare incappiamo in una lunga coda, così ci perdiamo totalmente la prima esibizione, mentre riusciamo ad ascoltare qualche brano degli Yombe. Alfredo Maddaluno e Cyen sono rispettivamente un tastierista e una cantante che, almeno secondo la descrizione del programma, dovrebbero proporre un mix fra musica elettronica, soul e sonorità oscure e tribali degli strumenti primordiali! A me in realtà, per quel poco che riesco ad ascoltare della loro esibizione, sembrano più un dj e una vocalist (con una buona estensione vocale), ai quali piace riprendere e reinterpretare il tipico sound dell'eurodance anni 90 in chiave un po' più moderna. Sta di fatto che dimostrano di saperci fare sul palco riuscendo a riempire quasi metà Palamontepaschi, ovverosia la tensostruttura ove si svolge il concerto.
IL TEATRO DEGLI ORRORI Il gruppo più atteso della serata, o forse ormai dovremmo definirla nottata, entra in scena poco dopo la mezzanotte. Pierpaolo Capovilla appare con indosso degli eleganti abiti scuri e saluta il pubblico con la consueta carica che lo contraddistingue: pugno destro verso l'alto e l'immancabile sigaretta stretta fra le dita della mano sinistra, che tra l'altro non sarà l'ultima della serata. Lo sfondo sul palco raffigurante la copertina dell'ultimo album della band, vale a dire l'omonimo Il Teatro degli Orrori, rivela la volontà di eseguire molti brani tratti da questo LP (alla fine della serata saranno sette sui sedici totali), andando a caratterizzare tutta la prima parte del concerto. La partenza è potente, riprende difatti l'avvio dell'ultima fatica del sestetto, così Disinteressati e Indifferenti e La Paura aizzano una folla in chiara astinenza da rock. Parte anche il primo pogo, dal quale dovrò uscire immediatamente a causa dello stinco di maiale ingerito poco prima. Il sonoro inizialmente risente di seri problemi: il bilanciamento dei suoni è errato dato che il cantante viene sovrastato dagli altri strumenti, ma fortunatamente la situazione migliora col passare del tempo e dei pezzi, peccato però che un testo complesso come quello di Benzodiazepina sia incomprensibile proprio per la scarsa nitidezza impressa alla voce del frontman. Fatemi spendere qualche parola proprio per lui: Pierpaolo Capovilla. Lo sappiamo, la sua voce e le sue interpretazioni sono particolari, ciò rende difficile porsi in una terra di mezzo quando lo si giudica, di fatto è uno di quei cantanti che si ama o si odia; l'unica certezza è che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio animale da palcoscenico. Durante le esibizioni il quarantottenne è irrefrenabile: urla, gesticola, scalpita, corre, litiga col microfono, ma soprattutto regala interpretazioni magnifiche prendendosi la scena e dimostrando le sue grandi doti teatrali. Il pubblico però sembra apprezzare maggiormente le scariche noise e frenetiche della band, rispetto alle parti più riflessive realizzate dal singer, così paradossalmente su un brano fantastico ed introspettivo come Majakovskij le prime file sembrano irrigidirsi un po' ed addirittura nelle retrovie alcuni iniziano ad abbandonare l'area dedicata ai concerti, forse anche a causa dell'ora tarda. Tale scelta si rivelerà assolutamente sbagliata poiché la seconda metà del live è straordinaria, a partire dalle due esibizioni stratosferiche de Il Terzo Mondo e Padre Nostro, complice anche l'aggiustamento del sound, che rende finalmente efficaci le due chitarre: ben distinguibili fra loro e di supporto al cantante, ma mai coprenti. Per far riaccendere definitivamente i fans c'è però bisogno di una prova infuocata di Skopje, ancora più carica e distruttiva dell'originale, soprattutto sul finale quando il batterista Francesco Valente picchia sulle pelli come un forsennato, mentre Capovilla disintegra i timpani dei presenti. Questa parentesi è anche la più possente dello show, infatti neanche l'unica track della serata appartenente al primo disco Dell'Impero delle Tenebre riesce a raggiungere una tale furia, mi riferisco alla grezza e primitiva Compagna Teresa. Terminato questo pezzo i nostri si riposano qualche minuto per poi riapparire sul palco osannati dall'esigua folla rimasta. Pierpaolo spiega che la prossima canzone è dedicata ad un partigiano dei giorni nostri, segue un forte applauso dato che quasi tutti hanno intuito che verrà suonata A Sangue Freddo. Era il 10 novembre 1995 quando il poeta nigeriano anti-trivelle Ken Saro-Wiwa ed altre otto persone vennero ingiustamente condannate a morte da un tribunale militare, sostanzialmente per il loro attivismo contro le compagnie petrolifere, colpevoli di danni ambientali nel territorio popolato dagli Ogoni, nel delta del fiume Niger. Personalmente considero questa track il punto più alto della carriera de Il Teatro degli Orrori ed effettivamente è il brano che riesce maggiormente a trasportarci nello show: molti dei presenti cantano assieme a Capovilla le parole ispirate da La vera Prigione, proprio una delle poesie di Ken Saro-Wiwa. Non vedo l'Ora è una bella scarica di adrenalina prima della lunga presentazione del frontman dedicata al pezzo conclusivo. Il cantante si porta vicino al pubblico per parlare di un gruppo che lo ha profondamente ispirato negli anni 90, ossia gli Slint, stesso nome del titolo della canzone che sta per eseguire, la quale è stata scritta contro il trattamento sanitario obbligatorio previsto dall'attuale legge italiana del 1978, poiché Il Teatro degli Orrori trova ingiusto che una persona che non ha commesso reati venga presa e reclusa in un ospedale psichiatrico senza la sua volontà, perciò Pierpaolo invita tutti i presenti a firmare la petizione per abolire tale "tortura". L'interpretazione del singer è emozionante e le parole da lui enunciate ci lasciano dentro un profondo senso di paura e malinconia, difficile da scrollare di dosso al termine del concerto.
SETLIST IL TEATRO DEGLI ORRORI 1. Disinteressati e Indifferenti 2. La Paura 3. Cazzotti e Suppliche 4. Benzodiazepina 5. È Colpa Mia 6. Lavorare Stanca 7. Il Lungo Sonno (Lettera Aperta al Partito Democratico) 8. Majakovskij 9. Il Terzo Mondo 10. Padre Nostro 11. Skopje 12. Doris 13. Compagna Teresa
---- Encore ----
14. A Sangue Freddo 15. Non Vedo l'Ora 16. Slint
CONCLUSIONI Partiamo dal dato più importante, cioè la prestazione de Il Teatro degli Orrori. La band è una vera bomba ad orologeria sul palco, pronta ad esplodere a seconda degli input del proprio leader, infatti il vero ago della bilancia è proprio Pierpaolo Capovilla, capace di reggere il palco e d'intrattenere il pubblico come pochi altri in Italia. È notevole anche l'apporto elettrico delle due chitarre, le quali regalano i momenti più rumorosi ed apprezzati del live, ciò lo si evince dalle reazioni degli uditori. A proposito, il dato della partecipazione non è stato granché - tenendo conto della gratuità dello show e dell'importanza della band - però va considerato che la location è molto dispersiva: un parco ampio, contenente oltre all'area concerti, un ristorante all'aperto, una pizzeria/hamburgeria, aree per il beveraggio ed alcune bancarelle. Insomma molti dei presenti si sono fatti "distrarre" da tutte queste attrazioni, in più Il Teatro si è esibito ad un'ora veramente tarda, terminando di suonare addirittura intorno alle due: questo ha portato ad una seconda parte di show con pochi spettatori. Per quanto riguarda il sound ho già accennato a delle lacune iniziali, migliorate (seppur molto lentamente) in corso d'opera e fortunatamente attenuate dalla tensostruttura Palamontepaschi, che ha reso il suono meno dispersivo rispetto ai consueti concerti estivi all'aperto.
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