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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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FLESHGOD APOCALYPSE + SCREAM 3 DAYS - CAP 10100, Torino, 27/10/2016
30/10/2016 (1858 letture)
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Non credo di dire nulla di nuovo constatando come i Fleshgod Apocalypse siano ad oggi una delle realtà più importanti della scena metal italiana. La band di Perugia ha saputo negli anni costruirsi un seguito -soprattutto all'estero- e una professionalità che hanno davvero pochi rivali tra i gruppi nati qui nello stivale. Nonostante ciò si sono imbarcati (con la complicità di Bagana Rock Agency) in un tour italiano di ben tredici date, un numero piuttosto elevato considerando i numeri attuali della scena metal italica e soprattutto il poco supporto che spesso ricevono le manifestazioni dal vivo. Eppure, e qui possiamo parlare della data di Torino, il responso del pubblico è parso invece ottimo, con un gran numero di persone che hanno affollato il CAP 10100 in un -non troppo freddo- giovedì autunnale
SCREAM 3 DAYS L'arduo compito di introdurre il concerto della band umbra tocca ai torinesi Scream 3 Days, fautori di uno swedish death abbastanza canonico in approccio e tematiche ma estremamente godibile in sede live.
La band mostra giù una buona dose di professionalità sia nel modo in cui tiene il palco e sia per l'ottima strumentazione utilizzata (purtroppo confinata in una piccola parte del palco vista l'imponenza della scenografia dei Fleshgod Apocalypse). Ritmiche serratissime si susseguono una dopo l'altra, grazie al drumming senza pietà di Unas e all'apporto molto scenografico e sostanzioso del bassista Kahlemberg (al secolo Andrea Signorelli, già musicista dei Braindamage). Alle chitarre AleXXX e C.i.t.t.e svisano riff efficaci, privilegiando un approccio più corale negli intrecci e non sbilanciato verso eccessive parti soliste, il tutto al servizio di una prova vocale convinta di J.Kross, che con il suo growling ben piantato prima ci porta alla scoperta dei brani che andranno a comporre il loro primo album Kolera 666 e poi conclude con una discreta resa di Slaughter of the Soul degli At the Gates.
Un ottimo antipasto, nonostante dei suoni non ancora perfettamente livellati, che non hanno impedito alla band di mettere in piedi una gran prova.
FLESHGOD APOCALYPSE Dopo un cambio di palco piuttosto lungo, durante il quale la crew dei Fleshgod Apocalypse assembla l'ultima parte della scenografia e completa il linecheck dei molti microfoni presenti sul palco, calano le luci e dai diffusori iniziano ad udirsi le note dell'intro Marche Royale. Come sempre è la cantante lirica Veronica Bordacchini, in abiti di scena e maschera, ad aprire le danze, andando a prendere posizione dietro il suo microfono con un passo solenne, scandito dal movimento di una sorta di asta cerimoniale che batte ritmicamente sul palco. L'ingresso del resto dei ragazzi dà il via alle danze con In Aeternum e l'impatto live dei Fleshgod Apocalypse diventa evidente nel giro di pochissimi istanti. Dopo tanti anni di gavetta, altri di tour ad alti livelli e un successo che ormai gli permette di sostenersi solo grazie alla musica (caso non così frequente in Italia), i nostri sono ormai una macchina perfetta e rodata, sia nell'esecuzione -chirurgica- dei brani e sia nella strutturazione dello show, con posizioni sul palco studiate, movimenti sincronizzati e ovviamente una gran cura dei dettagli più scenografici. Ci sono il fumo -che uscirà durante tutto il live- proveniente dallo scheletro di pianoforte che nasconde la tastiera pesata del maestro Francesco Ferrini, gli abiti vittoriani (complimenti per la resistenza al caldo), il leggero, ma spettrale facepainting senza cui i Fleshgod non salgono sul palco o il discreto bicchiere di vino posto proprio vicino ad una versione dell'Inferno di Dante tanto cara a Tommaso Riccardi. Il tutto però senza perdere un italianissimo “cuore”. Perché Fleshgod Apocalypse sul palco si divertono e si vede, ed è questo forse che fa la differenza tra un gruppo professionale rinchiuso nei propri schemi dopo centinaia di concerti e un gruppo che invece dimostra di amare quello che fa.
Le canzoni scorrono senza nessuna pietà, con il loro sound denso quasi all'estremo, saturato dal drumming incessante di Francesco Paoli e dalle articolate linee di basso di Paolo Rossi, effettivamente la componente ritmica del sound -dalla nostra posizione almeno- tende a sovrastare parecchio le orchestrazioni e le parti più acute, ma l'impatto che ne consegue è al limite dell'annichilimento. Il frontman Tommaso Riccardi, tra una canzone e l'altra, si dilunga in presentazioni articolate (classica appunto quella con la parte del Canto XXVI dell'Inferno che introduce The Violation), mentre durante le esecuzioni è incontenibile alla chitarra ed estremamente coinvolto nel canto, grazie al suo tipico ed intenso growl. Nel canto è inoltre supportato dal chitarrista solista Cristiano Trionfera (che contribuisce -anche lui in growl- a raddoppiare alcune parti), da Paolo Rossi che si concentra sul pulito con un falsetto veramente molto spinto e soprattutto dalla citata Veronica Bordacchini che- insieme ad un incontenibile Francesco Ferrini al piano- contribuisce con il suo canto lirico a quell'anima classica dei Fleshgod Apocalypse che tanto li distingue da altri gruppi simili. Il concerto scorre tra grandi classici (Pathfinder, Cold as Perfection, The Fool), fino a che la bellissima The Egoism (durante la quale ha luogo un wall of death che coinvolge praticamente tutto il locale), non si conclude con l'uscita della band dal palco. L'encore invece ci riporta indietro nel tempo con In Honour of Reason prima di concludere degnamente con Minotaur (The Wrath of Poseidon e l'immancabile The Forsaking.
I Fleshgod Apocalypse portano così a casa un concerto davvero da ricordare, tenutosi in un ottimo spazio come il CAP 10100, in grado di fornire un palco e uno spazio adeguati e una discreta acustica, se proprio si volesse trovare il pelo nell'uovo forse l'impianto luci potrebbe essere migliorato, ma si tratta di quisquilie che non hanno minimamente compromesso la resa di un'ottima serata.
SETLIST FLESHGOD APOCALYPSE 1. Marche Royale 2. In Aeternum 3. The Deceit 4. Pathfinder 5. Cold as Perfection 6. The Violation 7. Prologue 8. Epilogue 9. The Fool 10. The Egoism
---- ENCORE ---- 11. In Honour of Reason 12. Minotaur (The Wrath of Poseidon) 13. The Forsaking
Tutte le foto a cura di Giada Boaretto "Arianrhod"
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Visti a pordenone due anni fa,veramente ma veramente bravi,concordo sulla presenza scenica,e a loro modo propongono una tipologia di death metal originale |
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Visti a Roma per la prima volta, davvero notevoli! Bravissimi a suonare, senza dubbio, ma la cosa che mi ha colpito di più è stata la presenza scenica, complimenti davvero! |
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