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26/04/25
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EUROPE + TAX THE HEAT - Alcatraz, Milano (MI), 20/11/2016
25/11/2016 (2294 letture)
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Trent'anni sono un traguardo importante e tanto più questo discorso vale se il festeggiato è un disco; devono essere stati in molti a pensarla così se la data milanese del tour celebrativo di The Final Countdown all'Alcatraz ha fatto registrato il sold out. Ma la cosa in effetti non deve stupire più di tanto: gli Europe sono una band che abbraccia un pubblico assai vasto e diverse generazioni, qui c'è gente di ogni età, dallo studente al metallaro alle famiglie intere fino al signore brizzolato che seguiva la band già agli esordi oltre naturalmente alla folta schiera di ex adolescenti un tempo -o ancora oggi?- innamorate di Joey Tempest, e non mancano nemmeno i bambini (una ragazzina in particolare cantava tutti i testi a memoria). Personalmente avevo già avuto modo di vedere gli Europe all'opera in un Gods of Metal (grandissima performance la loro) ma un concerto indoor da headliner è tutta un'altra cosa rispetto all'esibizione pomeridiana in un festival: tra l'altro l'ottimo War of Kings mi aveva ulteriormente ingolosito, ma purtroppo me li ero persi nel 2015 nella medesima venue meneghina per cui, una volta procuratomi il biglietto grazie ad un inaspettato colpo di fortuna il giorno stesso dell'evento, raggiungo il locale in questa serata uggiosa mettendomi in coda proprio mentre comincia a piovere. Per fortuna le porte vengono aperte in orario, entriamo e prendiamo posto tra le primissime file...
TAX THE HEAT Salgono sulle assi dell'Alcatraz i Tax the Heat, band di cui si dice un gran bene e che ha attirato l'interesse degli addetti ai lavori: i britannici suonano un rock potente e chiaramente ispirato a sonorità vintage, così come old-style sono anche il logo, gli strumenti e soprattutto il look dei musicisti, piuttosto eleganti nei loro completi. Il sound del gruppo ricorda moltissimo i Rival Sons, il frontman Alex Veale si prodiga sia al microfono che alla sei corde dimostrando enorme talento, così come ottima è la prestazione dietro alle pelli dell'altro membro fondatore Jack Taylor; completano la line up il chitarrista JP Jacyshyn e il bassista di chiare origini italiane Antonio Angotti. Pezzi energici, quindi, che pescano a piene mani dal rock di settantiana memoria e dal rhythm 'n' blues creando una miscela esplosiva che conquista fin da subito la platea, la quale non lesina applausi per brani coinvolgenti come Hit Me Hard e Animals, estratti dal debut album Fed to the Lions. I ragazzi di Bristol apprezzano l'accoglienza e promettono di tornare nel nostro Paese al più presto, congedandosi dal tour di spalla agli Europe nel miglior modo possibile e scambiando quattro chiacchiere presso il banchetto del merchandising a fine serata con i fan.
SETLIST TAX THE HEAT 1. Stood on the Platform to Leave 2. Animals 3. Under Watchful Eye 4. Learn to Drown (You're Wrong) 5. Your Fool 6. Hit Me Hard 7. Some Sympathy 8. Fed to the Lions 9. Lost Our Way 10. Highway Home
EUROPE Dopo il consueto cambio palco, reso ancora più rapido dalla sobrietà della strumentazione dei Tax the Heat, non attendiamo molto prima che si spengano le luci e il boato dell'Alcatraz accoglie il video di presentazione sui maxi schermi che campeggiano sullo stage: le immagini ripercorrono la carriera della band svedese presentando in maniera degna il disco che viene celebrato in questo tour, ma prima... tutto War of Kings! Avevo volutamente evitato di sbirciare la scaletta della data romana del giorno precedente e mai avrei pensato che in questo tour, oltre al famoso disco uscito nel lontano 1986, avrebbero suonato l'ultimo album nella sua interezza, per cui personalmente la soddisfazione è totale. Il "nuovo" corso della band -con un sound più oscuro e pesante- mi piace moltissimo, ho apprezzato ogni singola traccia dell'ultima fatica e sono in fremente attesa: quindi faretti puntati su John Norum che suona il breve riff e si parte con la vigorosa Hole in My Pocket in un'esplosione di luci. I ragazzi sono in palla e lo si capisce fin da subito, mentre gli occhi di tutti sono puntati su un Tempest in posa plastica da frontman navigato qual è. Attimo di tregua con le più cupe atmosfere delle cadenzate The Second Day e Praise You e poi via di nuovo a pestare sull'acceleratore con Nothin' to Ya e California 405; menzione speciale per la magnifica Angels (with Broken Hearts) che col suo mood ipnotico incanta i presenti in un gioco di luci di grande impatto visivo. È poi il turno di Norum di catalizzare l'attenzione con la strumentale Vasastan che potrebbe benissimo essere associata al compianto Gary Moore (e se non è un complimento questo...) per poi chiudere opportunamente con la monolitica title track -che in realtà sarebbe l'opener del disco- per la gloria anche dell'ottimo Ian Haugland. Dopo una breve pausa, sugli schermi appare il conto alla rovescia con i diversi album della band, un viaggio a ritroso nel tempo che parte dai dischi più recenti per arrivare alla fatidica data 1986: un computer Commodore impolverato si accende e la tastiera di Mic Michaeli scatena le urla dei fan per quello che è uno dei riff più famosi degli Eighties; la band attacca con The Final Countdown e il pubblico si ritrova a saltare all'unisono e cantare a squarciagola il ritornello di questa canzone tamarra quanto volete, ma divertente come poche altre. Quindi senza stacchi si passa a Rock the Night e vi lascio immaginare il coro della platea seguito dal doppio pedale e dalle rullate di Haugland che, assieme a John Leven, forma una sezione ritmica assolutamente granitica. Sulla sdolcinata Carrie Joey si dimostra una bella persona, recandosi sulla parte sinistra dello stage e richiamando l'attenzione di un membro dello staff, al quale affida una manciata di plettri da distribuire a un gruppo di persone disabili che sta seguendo il concerto proprio in quella zona: davvero un grande, non c'è che dire. La festa continua tra una Ninja e una Cherokee fino al gran finale affidato a Love Chaser cui segue nuovamente un frammento di The Final Countdown per chiudere in gloria una serata megica che ha celebrato sì il passato degli Europe, ma ci ha anche presentato una band in splendida forma proiettata nel prosieguo della propria carriera con grande entusiasmo: Norum -si sa- è un grandissimo musiscista e i suoi compagni non sono da meno, ma chi mi ha stupito è stato Joey Tempest, autore di una prestazione da urlo e con una voce incredibile dalla prima all'ultima canzone, assolutamente fantastico. Purtroppo sono stati inevitabilmente lasciati fuori brani come Superstitious, Prisoners in Paradise e Let the Good Times Rock ma speriamo ci sia modo di rifarsi in futuro in quanto lo stesso Tempest ci dice che è in preparazione un nuovo album per il prossimo anno e relativo tour e se la band sarà in gran spolvero come stasera, varrà senz'altro la pena tornare a vederli. Questi sono rocker di razza, se c'è qualche scienziato che sta leggendo mi permetto un consiglio: clonateli!
SETLIST EUROPE ---War of Kings--- 1. Hole in My Pocket 2. The Second Day 3. Praise You 4. Nothin' to Ya 5. California 405 6. Angels (with Broken Hearts) 7. Days of Rock'n'Roll 8. Children of the Mind 9. Rainbow Bridge 10. Vasastan 11. Light It Up 12. War of Kings ---The Final Countdown--- 13. The Final Countdown 14. Rock the Night 15. Carrie 16. Danger on the Track 17. Ninja 18. Cherokee 19. Time Has Come 20. Heart of Stone 21. On the Loose 22. Love Chaser (The Final Countdown snippet)
Foto a cura di Dany Blondies
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6
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@ Metal Shock : guarda io ero nelle primissime file e lì partecipazione ce n'era, magari chi ha scritto altro si trovava più indietro e forse nelle retrovie la situazione era diversa. @ terzo menati : io poi sono stato doppiamente fortunato perché il concerto era sold out ed ero senza biglietto, il giorno prima tramite fb una mia amica trova una persona che ne aveva uno in più e ci accordiamo per il ritiro sul posto a prezzo di costo. Una volta arrivati all'alcatraz al momento dell'acquisto questa persona (grazie Giampaolo) incredibilmente mi regala il ticket dicendo che si accontentava di una birra... non l'ho scritto nel report ma è stata una vera botta di q! |
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5
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Ho letto un`altro report dello stesso concerto dove lo scrivente dice che il pubblico si e` esaltato dol per tre, quattro brani piu` famosi e che, sopratutto per i brani dell`ultimo periodo, per il resto era praticamente morto, con commenti che non riporto perche` troppo allucinanti. Ma mi chiedo: oggi la gente ha soldi da buttare per andare ad ascoltare quattro canzoni live? E sopratutto: ma perche` tanta gente non se ne sta` a casa??? |
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4
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Anch'io Roma! Band veramente in forma, Norum su tutti. Gli ultimi due album due capolavori, peccato dal vivo non abbiano fatto nulla da Bag of Bones! |
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3
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Sono stato alla data romana. Semplicemente fantastici. Musicisti di prim'ordine ed esebizione emozionante. |
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2
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Li ho visti lo scorso anno, band fantastica. Bella l'idea di celebrare due album così distanti. Fortunato chi c'era |
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1
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visti a roma l altra sera FANTASTICI!norum e tempest su tutti!oltre a final mi ha fatto molto piacere che abbiano suonato tutto war of kings un album stupendo! |
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