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22/03/25
PUNKREAS
ALCATRAZ, VIA VALTELLINA 25 - MILANO
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ZEAL & ARDOR + NYOS - Proxima, Varsavia, 18/11/2018
22/11/2018 (1256 letture)
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La Polonia è come una seconda casa per il sottoscritto, oramai ho fatto il callo alle situazioni che convivono all’interno di estremismi e contraddizioni nel quotidiano. Si tratta certamente di un popolo bizzarro e fuori dai classici schemi europei da noi conosciuti ma, ciò di cui non ci si può lamentare, è la passione per la musica, specialmente quella metal. I concerti iniziano tutti presto e finiscono altrettanto presto poiché v’è un concetto di vita completamente differente da quello Italiano, ma, sopra ogni cosa, sono sempre affollati, e ognuno partecipa attivamente. Apertura porte alle 19:00, concerto alle 20:00 e fine prevista entro le 22:30, poiché il giorno successivo la gente deve andare al lavoro: semplice ma efficace. Alle 18:30 mi presento di fronte al locale e la coda è già presente: si prospetta una serata di pienone e chi come me, è ancora senza biglietto, si presenta lì davanti senza il dovuto anticipo, ha il rischio di rimanere fuori. Pioggia e un po’ di neve non hanno di certo raffreddato gli animi degli astanti, che hanno riempito il Proxima in ogni buco disponibile -come del resto successe a gennaio con i Sepultura-. Ore 18:58 precise come un orologio polacco le porte si aprono. Ho un’ora da attendere, mi piazzo in saletta a bere una birra, il locale si riempie velocemente e sui monitor viene mostrato qualche blockbuster hollywoodiano per far passare il tempo -Batman VS Superman in polacco è destabilizzante!
NYOS Bravissimi: questi due giovani finlandesi sono stati l’antipasto perfetto per il main act della serata. La loro proposta, in contraddizione con la tendenza contemporanea, è completamente strumentale. Esso offre tuttavia al suo interno una carica e una potenza che fanno comprendere come un cantante, in questo caso specifico, sarebbe completamente fuori luogo. La mezz’ora concessa è abbastanza per lasciare intendere come vi sia del valido in questo duo, che propone un mix perfetto di math-rock e psichedelica, inondando il pubblico attraverso sovra incisioni e textures di riff che prendono vita minuto dopo minuto. Le chitarre di Tom Brooke sono spesso pulite, con ritmiche semplici, dirette e di facile appiglio; il lavoro sporco viene lasciato a Tomas Kainulainen ed ai suoi prodigiosi virtuosismi sulla batteria, che sono da applausi. Certamente, pur essendo Brooke il mastermind del progetto, si evince come il tutto poggi sulle spalle del batterista. Quest’ultimo, funambolico e preciso al millimetro, non sbaglia una sola virgola. Nel pubblico si accendono gli animi: gli astanti, applaudendo, entrano in contatto con l’atmosfera della serata attraverso luci meticolosamente dosate, che ci portano in un mondo parallelo. Sotto alcuni aspetti la formazione mi ha ricordato, pur rischiando l’eresia, una forma più contorta e cervellotica degli ormai celebri Twenty one Pilots, senza i ritornelli pop che li hanno portati ai vertici delle classifiche di mezzo mondo. Si capisce che ci sarebbero voglia e spazio per qualche brano in più, ma il tempo è tiranno. Non sapevo nemmeno dell’esistenza dei Nyos, ma, a partire da oggi, hanno acquisito un nuovo fan: promossi!
ZEAL & ARDOR Ci siamo: ore 21:02 minuti, il locale è colmo, le luci oscurate e l’intro Sacrilegium ci ricorda che questa sera siamo tutti schiavi, schiavi di una musica che toglierà il fiato attraverso 20 brani e centinaia di applausi. La band si presenta sul palco con cappucci e in posizione statica, mentre le loro silhouette si intravedono in penombra. Da questo momento in poi si concretizza il delirio in forma canzone, mentre il pubblico inizia a scalpitare. Il pogo parte dopo pochissimi secondi dal momento che In Ashes smuove gli animi, e siamo tutti qui per loro. Certamente, come prevedibile e risaputo, il buon Gagneux non può essere da solo -differentemente da quanto avviene in studio-: in sede live si avvale difatti di due cantati in appoggio per le parti corali (Denis Wagner e Mark Obrist), Mia Rafela Dieu al basso, Tiziano Volante alla chitarra solista e, infine, Marco Von Allman alla batteria. La macchina gira a meraviglia ma si percepisce come, a dispetto delle versioni incise, questa sera i brani suonino differenti, più strutturati e meno impetuosi. I blast-beat sono dosati e i riff di chitarra più aperti, anche i vocalizzi tendono a puntare di più sull’enfasi e le atmosfere che i testi trasmettono, piuttosto che concentrarsi sullo screaming fine a sé stesso. Nessuna parola, nessuna pausa tra un brano e l’altro se non per un piccolo sorso d’acqua. Verso la metà del live il mastermind si rivolge al pubblico con testuali parole:
”Ciao Varsavia, siamo contenti che siate qui in molti per supportarci: queste sono le uniche parole che sentirete da noi perché voi siete qui per la musica. Non sprechiamo altro tempo”.
Con il gioco di parole (sprecare, in inglese, si dice waste) Waste e la sua violenza si liberano sul pubblico, mentre qualcuno inizia a fare stage diving in completa libertà. Che bellezza quando il pubblico interagisce e v’è sinergia delle parti! La setlist va avanti senza nessun problema, attingendo da entrambe le release del gruppo: riusciamo a percepire distintamente come Strange Fruitsia un disco più ragionato, maturo con le potenzialità razionalizzate sul lungo tragitto, a dispetto dei brani tratti da Devil is Fine, che, per quanto splendidi, risultano più caotici. Anche i suoni sono dosati alla perfezione, nessun disturbo o pecca, ogni strumento è calibrato alla perfezione, a dispetto del locale che non brilla certamente per ampiezza. Sembra che tutto fili liscio, quando avviene il tracollo: le luci si spengono e la band esce di scena dopo We Can’t Be Found (sempre prestando attenzione ai giochi di parole). Silenzio nell’aria, non si capisce cosa stia accadendo, poiché sono passati 55 minuti e poco più. Quando le luci non si accendono e la musica in sottofondo rimane in silenzio, sai che la band tornerà da lì a breve: così è successo, fortunatamente. Emozionati e stanchi i nostri tornano sul palco, prima di applaudire l’audience che estasiata, ne vuole ancora: ne voglio ancora, ne vogliamo ancora. Mi gusto gli ultimi brani dell’encore a distanza: sotto il palco c’era troppa ressa. Capisco come vi sia ardore in questa band: sono veri, non costruiti, e anche i musicisti ingaggiati per i live credono fortemente in questo progetto. Con Baphomet, dopo 75 minuti incredibili, mi avvio all’uscita prima della bolgia, soddisfatto, ed entro in macchina mentre rifletto su che ho appena vissuto.
IL DIAVOLO STA BENE? Il diavolo sta benissimo: col sorriso sulle labbra mi metto in moto mentre il nevischio mi accompagna lungo la strada e l’unico pensiero che mi viene in mente è: “Era giusto così, dovevo esserci”. Dovere verso la musica e la sua evoluzione poiché questo ragazzo di 29 anni ha concepito una macchina terribile che, a dispetto dei gusti personali, è di altissima qualità, sentita nel profondo e con un potenziale per esplorare ogni ambito musicale disponibile sulla terra. Quando crei qualcosa di unico che non risiede entro certi schemi prestabili, ma che voglia solo evadere dalla monotonia, tutto ti è concesso, e spero vivamente che i Nostri siano una delle prossime “Next big thing”, con gli anni. Chapeau!
Right hand up, Left hand down. Flame on the top and moon around
SETLIST ZEAL & ARDOR 1. Sacrilegium (Intro) 2. In Ashes 3. Servants 4. Come On Down 5. Row Row 6. We Never Fall 7. Blood in the River 8. You Ain't Coming Back 9. Fire of Motion 10. Ship on Fire 11. Waste 12. Hold Your Head Low 13. Stranger Fruit 14. Cut Me 15. Gravedigger's Chant 16. Children’s Summon 17. Built on Ashes 18. We Can't Be Found
Encore: 1. Sacrilegium III 2. Don't You Dare 3. Devil Is Fine 4. Baphomet
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Grande band e bellissimo report. Andre sei tornato su metallized? Felice di (ri)leggerti! |
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@Nattleite Sì sì, capisco, non fossi andati a vederli la cosa non mi avrebbe proprio toccato Visto il programma di questa settimana, ma non posso seguire. |
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@Tatore: a mio e nostro avviso è anche carino di tanto in tanto dare uno sguardo a come vengono organizzati e recepiti alcuni eventi altrove, e la Polonia -seconda casa di Andrea per l'appunto- sembrava un'occasione interessante P.S: hai visto che questo fine settimana ci sono i Necromass al Defrag? |
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@Ad Astra: se non altro, non è una loro prerogativa esclusiva: il lettore se lo sorbiscono anche gli altri Paesi parlanti lingue slave occidentali (Slovacchia e Repubblica Ceca) e gli ungheresi (di questi sono a conoscenza, non ho idea, per es.,di cosa facciano nei Paesi baltici). Ad ogni modo do zobaczenia. |
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@Room101 Grazie per la delucidazione, ma avevo intuito vi fosse una motivazione valida. È che stavo aspettando il report perché il concerto mi è piaciuto un sacco e speravo fosse fatto da Roma
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@Tatore: Il redattore che ha scritto questo report, al momento, a Varsavia ci vive. Quindi l'abbiamo fatto da lì. |
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Concordo in pieno, hai detto tutto . Credo sia un segno distintivo del paese. Penso che per certe cose sono 30 anni avanti all’Italia e contemporaneamente 40 indietro. Devono avere ancora un bilanciamento culturale. |
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Intendevo in generale: il polski lektor è una cosa che non riuscirò mai a comprendere, anzi diventa persino irritante. Il fatto di sentire le voci originali, che dopo vengono coperte da una voce monotona e inespressiva,è dannatamente fastidioso. Non si tratta di doppiaggio, anche perché i doppiatori recitano, quì si tratta di una voce narrante che diventa un abominio. Se non altro, sono riuscito a farlo capire a molti di loro... Mettano i sottotitoli e fine. |
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@Punto Omega: ma intendi in merito a Batman VS Superman oppure una questione a livello più generale? Difficilmente di mio guardo la TV e al cinema raramente, ho visto qualche film in inglese in Polonia, ma era di serie B. La cosa più assurda è vederli con un solo doppiatore che fa ogni personaggio ad ogni modo. monoespressione  |
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@Ad Astra: dopo tutti questi anni, non riesco ancora a capire peché abbiano introdotto il lettore nei film (fenomeno diffuso anche in altri Stati), fortunatamente ai cinema trasmettono le versioni sottotitolate (e, in rarissimi casi, persino doppiate). |
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Personalmente avrei preferito (ovvviamente) la recensione del concerto cui ho assistito  |
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Lo vedrei come un valore aggiunto.../ |
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Cioè...è stato fatto il report da Varsavia e non da Roma? Bah?! |
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