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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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IL RITORNO DELLE TAPES: SOUNDTRACK FOR THE CASSETTE GENERATION - Con un contributo di Paolo Bandera
09/05/2019 (2984 letture)
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LA FINE È IL LORO INIZIO 17 agosto 1982, Hannover, Germania: viene presentato, ad opera della Philips, il primo CD ad uso commerciale. L’astro nascente dei formati sancisce, come conseguenza immediata, la fine della “LP Era” -la prima fabbrica a chiudere le linee di produzione ad essi dedicati fu la Deutsche Grammophon (DDG) che, nel 1989, annunciò la propria conversione al CD, e l’abbandono progressivo del vinile. La straordinaria espansione e l’adattamento pressoché immediato del mercato al nuovo supporto, sembravano lasciar intendere che tanto le cosiddette musicassette quanto i vinili sarebbero rimasti merce rara per audiofili e collezionisti. Come fa notare difatti Greg Millner, nel suo libro Perfecting Sound Forever, la trasformazione esercitata sul mercato dal CD non ha eguali: fu il formato in grado di imporsi più celermente, sebbene fosse soltanto percepito quale alternativa a musicassette e vinile. Sono significative a tal proposito le parole di Rob Campkin, manager nel campo della produzione dei supporti musicali dagli anni Ottanta fino al 2004:
“A metà degli anni ’90 le etichette e i rivenditori si sentivano indistruttibili. La sensazione era che sarebbe andato avanti per sempre”.
Il mezzo recava simbolicamente in sé ciò che ne avrebbe decretato la fine: l’aver portato nelle nostre case musica in digitale con una qualità particolarmente apprezzabile. Le sempre maggiori possibilità di copia e distribuzione al di fuori dei canali ufficiali, suscitarono sempre più fermento ed agitazione. E laddove vi fu, da parte dell’industria discografica, la preoccupazione di sopprimere in ogni modo la diffusione di CD masterizzati, la fruizione dei prodotti musicali prese inderogabilmente la via del sottovalutato mp3, con i risultati da noi ben noti. In tale interregno si pone il ritorno, più o meno pervasivo, tanto del vinile -di cui avremo modo di parlare prossimamente- quanto, quasi inspiegabilmente, delle amate odiate musicassette -o tapes- che dir si voglia, mai del tutto scomparse dall’underground. Sebbene le percentuali di vendita di suddetti supporti siano piuttosto infinitesimali rispetto agli anni d’oro, il fatto stesso che abbiano fatto capolino, in una temperie dominata dal download digitale e dallo streaming, non può che suscitare una riflessione in merito. Ma procediamo con ordine. La prima audiocassetta ad uso commerciale, nel formato in cui ci è nota oggigiorno, fu introdotta al pubblico per la prima volta nel 1963, alla fiera della radio di Berlino. La tecnologia di registrazione su nastro non rappresentava una novità: lo era tuttavia la possibilità di fare a meno degli ingombranti registratori a bobine utilizzati fino a quel momento. Nel 1965 furono inoltre messe in commercio le Compact Cassette che, nonostante la qualità audio piuttosto bassa, permettevano un’agevole registrazione e riproduzione di suoni. La maneggevolezza, il basso costo e le ridotti dimensioni ne favorirono il successo. Fu tuttavia in primis nel 1978, con l’introduzione delle cassette TDK, che ebbero un ruolo essenziale nella distribuzione di audio preregistrato ad alta qualità e, in secondo luogo, nel 1979, anno di invenzione del walkman, che la diffusione del supporto raggiunse il proprio acme. Essendo le tapes pensate anzitutto come mezzo per registrare, prima ancora che strumento dell’industria discografica, si assistette ben presto all’imponente fioritura tanto della pirateria musicale, quanto al loro utilizzo quale mezzo utilizzato dalle formazioni prive di contratto discografico per farsi conoscere. Era parimenti l’epoca delle compilation casalinghe che passavano di mano in mano tra gli appassionati di musica affamati di novità, attraversavano paesi e continenti alla ricerca di confronto e scambio.
DEL TERZO MILLENNIO, DEL VAPORWARE E DELLA NUOVA GIOVINEZZA DEL NASTRO A partire dal 2017, la Official Charts Company (OCC), ovverosia l’ente che si occupa di stilare le classifiche relative al mercato musicale inglese, rivela un boom della vendita di cassette del 400% negli ultimi cinque anni, seguito dalla ripresa delle linee di produzione di tape player e walkman. Sebbene le vendite siano trainate da edizioni deluxe destinate ai soli appassionati, il dato non è trascurabile. La tentazione di rubricare tale fenomeno quale puro e semplice feticismo o velleità di volersi distinguere dalla massa può esser forte, e tuttavia val la pena considerare le motivazioni che risiedono al fondo di tale scelta sempre più frequente. Anzitutto, sarebbe ingenuo escludere qualsiasi velleità estetica ed ignorare come costituiscano indubbiamente un pezzo di design. In secondo luogo, non sono trascurabili i costi di produzione, soprattutto per le band underground, cosa che consente agli stessi di vendere la copia fisica su nastro a prezzi molto simili rispetto alle versioni digitali, evitando in parte le gravose royalty da corrispondere alle piattaforme di streaming e download. Non da ultimo il suono di per sé caldo e sporco, da molti appassionati preferito rispetto a produzioni impeccabili e tecnicamente netti. Oltre ai rilievi tecnici fino ad adesso considerati, alla convenienza economica del formato, si vuol qui sottolineare il dato più estetico ed antropologico della faccenda. Alla stessa maniera del fenomeno del vaporware e delle tendenze più mainstream della moda, è innegabile che vi sia un corso una sorta di revival degli anni 80-90, dei quali le tapes costituiscono un elemento immaginifico piuttosto importante. E se il richiamo di una congiuntura storica che, con tutte le sue contraddizioni, viene letta come proiettata in un futuro ottimisticamente delineato dalla mano della tecnica esercita il proprio fascino su chi vi ha trascorso la propria infanzia, rappresenta parimenti un canto delle sirene ancor più ammaliante nei confronti tanto della generazione Y (ovverosia i nati fra i primi anni Ottanta e i primi anni Novanta) quanto dei nati dopo il 2000. Il nuovo “possesso del mondo” tecnologicamente determinato, l’accorciarsi sempre più dirimente delle distanze, non hanno fatto altro che svelare spietatamente all’uomo la propria fragilità. Da un lato dinanzi all’ignoto, rappresentato dai cambiamenti climatici -e persino dalla minaccia della repentina inversione dei poli magnetici terrestri- dall’altro da un’ipertrofia della comunicazione che antagonizza e depaupera. Tutto ciò è magistralmente espresso in un episodio della -ahimè non troppo nota- serie televisiva Halt and Catch Fire:
“The barriers between us will disappear, and we're not ready. We'll hurt each other in new ways. We'll sell and be sold. We'll expose our most tender selves, only to be mocked and destroyed. We'll be so vulnerable, and we'll pay the price. We won't be able to pretend that we can protect ourselves anymore. It's a huge danger, a gigantic risk, but it's worth it. If only we can learn to take care of each other. Then this awesome, destructive new connection won't isolate us. It won't leave us in the end so... totally alone”.
“Le barriere che sussistono tra di noi spariranno, e noi non siamo pronti. Ci faremo del male in modi inediti. Venderemo, e saremo venduti. Mostreremo la nostra parte più fragile solo per essere derisi e distrutti. Saremo a tal punto vulnerabili, e ne pagheremo il prezzo. Non potremmo far finta di poterci proteggere. È un pericolo enorme, un rischio gigante, ma ne vale la pena. Se solo potessimo imparare a prenderci cura l’uno dell’altro, questa distruttiva nuova connessione non ci isolerebbe. Non ci lascerebbe, alla fine…completamente soli”.
In ultima analisi, riportiamo di seguito l’intervento di una delle istituzioni dell’elettronica italiana, Paolo Bandera (Sigillum S, Sshe Retina Stimulants), che ha deciso di fornirci il suo prezioso punto di vista sul tema.
“Per una persona della mia età le cassette sono state il primo modo con cui mi sono approcciato alla musica. Prima ancora di essere in grado di acquistare dischi, era molto più facile procurarsi una cassetta con cui registrare dalla radio oppure dalla televisione le canzoni che venivano passate, scoprendo ogni volta mondi e sensazioni diverse. Per giunta, quando ci si era stancati di quello che si era registrato, si poteva cancellare o sovra incidere utilizzando decine e decine di volte la stessa cassetta... una meraviglia! Quando ho iniziato a non soltanto ascoltare ma anche produrre musica, le cassette sono diventate il mezzo essenziale per sviluppare idee e trasformarle in vere e proprie opere.... tutti i nostri primi lavori Sigillum S sono stati registrati su cassette a quattro tracce e poi pubblicati duplicando dal master originale: la facilità con cui tutto questo era realizzabile ha quasi dell’incredibile.... inoltre, riascoltando a distanza di decenni, non solo la qualità non si è deteriorata, ma anche il suono ha caratteristiche veramente eccezionali. Ovviamente, il rapporto segnale / rumore di fondo non è ideale, ma la potenza di riproduzione delle armoniche e la fedeltà con cui saturazione e distorsione vengono rese rimangono uniche. Con il passare degli anni, la digitalizzazione e la de-materializzazione della musica hanno spinto la cassetta in una super nicchia, ma la riscoperta del piacere della registrazione analogica e dell’oggetto come complemento essenziale del suono le ha ridato dignità. Ora è come se ci fosse un legame misterioso, quasi simbolico, tra il nastro di registrazione delle grandi produzioni e la sua versione domestica, trasformandola in una specie di feticcio, a protezione dell’arida (e spesso gelida) precisione del suono digitale e del suo fluire ininterrotto in rete... un ingarbugliamento ruvido e prezioso che non può che attrarre i cultori del caos e dell’imprevisto”.
Voi, invece, che idea vi siete fatti in merito?
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Io ce l'ho un mangianastri stereo anche se lo uso molto poco... la cosa mi fa molto piacere.
Da almeno 3 anni molti sono tornati a stamparne in tiratura limitati (spesso da 100 pezzi)... é la prova che le cose belle non moriranno mai. |
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@joey Buona notte, provo a rispondere, criptico, vero, ma basta sforzarsi un po', non siamo in un supermercato, e non mi voglio accontentare.vero,la musica da ascoltare c'è ma bisogna volerla ascoltare, ascoltare non è semplice, e questi non sono tempi. Ciao
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@ Replica van pelt: dovresti essere meno criptico, in maniera che io ti possa capire… Comunque, volendo rispondere alla tua domanda del post 103, direi: assolutamente si, c'è ancora musica da ascoltare!! Però, è chiaro che è tutto molto relativo e che soggetti diversi (con esperienze e sensibilità diverse) tra di loro, ti daranno inevitabilmente risposte dissimili le une dalle altre. Buona notte. |
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@defilippi si tratta di vita quotidiana, delle sue miserie e dei suoi slanci, e, nella migliore delle ipotesi, del suo non mollare malgrado tutto. |
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Mi sfugge il senso di questo articolo: si tratta di una celebrazione del “revival” con annesse storie personali, o di una mera notizia curiosa legata alle tendenze del momento? O di qualcos’altro? |
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Ultimamente mi trovo un po' in difficoltà: ho comprato l'auto nuova, e purtroppo come tutte le auto nuove non ha il lettore cd... Come molti di voi anche io ho poco tempo per ascoltare i miei amati cd a casa e quindi ne approfittavo per farlo proprio in macchina andando al lavoro. Certo c'è sempre la possibilità di collegare lo smartphone e utilizzare spotify o YouTube... Ma non è la stessa cosa.. |
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...adesso con internet abbiamo tante opportunita' di ascolto....certamente....come dice no fun...come era bello andare al negozio ad ascoltare le novita'.....scambiarsi le cassette......per far conoscere ad altri le nostre scoperte......ora c'e' troppo.....personalmente cerco di essere piu' selettivo possibile......per dedicare il poco tempo libero....a dischi che meritano davvero..... |
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Ciao @Skull! Guarda io non so bene cosa sia Spotify. Non lo dico per fare l'alternativo, è proprio che avere troppo da ascoltare a me non va bene. Mi perdo, mi disperdo. Uso giusto bandcamp e se qualcosa che ascolto mi piace ordino il cd dalla band. La chiavetta con centinaia di dischi in macchina è inutile ma non ho voglia di copiare i dischi prima di ascoltarli quindi li tengo tutti lì e metto in una cartella apposita quelli che voglio ascoltare in settimana. Io non credo proprio che una volta ascoltavo meno. Ascoltavo in maniera diversa. Andavo al negozio (che adesso ha chiuso) e ascoltavo qualcosa, poi sceglievo, ci si scambiavano i dischi, si copiavano su cassette quelli altrui che ci piacevano e si facevano cassette con cui far conoscere questi dischi agli altri. Insomma ci si scambiava un sacco di musica e la quantità era tanta, almeno, per me era ampiamente sufficiente. Il fatto è che crescendo per ovvi motivi quel modo di condividere musica non è più possibile e allora internet aiuta. Certo c'era meno musica a disposizione ma penso che la quantità e la diversità di quello che effettivamente si ascolta non sia cambiato molto. Buona serata!
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Quoto volume C,sarebbe interessante approfondire "ma chi ha più tempo di ascoltare musica",è cambiato anche il modo di ascoltare,compreso i supporti,non so se la cosa abbia un senso di reciprocità,ma c'è ancora Musica da ascoltare?ascoltare e non unicamente di sottofondo da centro commerciale.E' cambiato o sta cambiando l'homo sapiens con l'homo ignorantus. |
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Silvia, sicuramente è il nostro background thrash che ci fa prediligere alcune scelte, tra cui appunto leggere review essenziali, concise e dritte al punto. O nel caso contrario, come da Te accennato, divise per paragrafi, come per esempio per alcuni album di King diamond 😉😀 |
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Vinile, Cassetta, CD, mp3 ecc.. ma chi ha più tempo di ascoltare musica? che poi il 98% sono ciofeche di album e gruppi.. direi che il problema del supporto non si pone...
@Rob Fleming.. calcolare la durata di un lato, cercare di avere più o meno i lati con poca differenza di durata e poi registrato il lato più lungo, stoppare,aprire cassetta, tagliare pellicola reincastrarla, richiudere il tutto e registrare il lato rimanente... questo è un caso estremo, se no ultimamente (parlo di almeno 15anni fa) le cassette si trovavano con un'ampia gamma di durate, dai 35 min ai 120min passando per 40 50 60 74 80 90 min |
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@Rob: "sperare che li avesse" sopratutto! E' qui che vince il web/cloud prima ancora della liquida in se... antipatico ordinare andando via a bocca asciutta e poi aspettare... passaggio eliminato. Però ci credi che avevo comprato Shehili in preordine su amazon ed un paio di giorni prima della consegna mi hanno scritto che quel "cd" arrivava il 4 giugno (anzichè il 7 maggio). Ordine annullato, fanculo, lo acquisterò dal loro sito almeno quegli sporchi quattrini andranno alla band (forse)... ma me lo sto godendo su spotify dal day one  |
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Leggendo @Fabio Rasta mi rendo conto come alla fine fossimo in tanti nelle stesse condizioni. E difatti l'avvento del cd mandò a gambe all'aria anche il sistema di registrazione delle cassette con tutti quegli artisti desiderosi di pubblicare 50-60 e oltre minuti di musica. Spotify oggi è fondamentale. Ieri ho ascoltato il singolo dei Five Finger Death Punch con Kenny Wayne Shepherd, Brain May e un altro country man. Così ho scoperto un gran bel gruppo. In epoca di cassette sarei dovuto andare nel negozio che noleggiava i cd o da qualche soggetto che speravo che li avesse e quindi registrare su una cassetta da 90 lasciando vuoti 20 min in attesa di riempire. Da questo punto di vista meglio oggi |
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Anch'io adoravo ascoltare musica in auto. È super immersivo. Almeno da me tra i monti in VDA. In mezzo al traffico in città un pò meno. |
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Ho una parete intera di cassette, quasi tutte C-90, che, come sapete, poteva contenere 2 LP. Al punto da farti bestemmiare quell'artista che aveva fatto un disco da 50 minuti, allora dovevi accoppiare con un disco + breve, o ti trovavi le canzoni sparpagliate. Si creavano associazioni alle volte improbabili (lato A e lato B). Comode all'epoca x chi era povero, ma non tornerei indietro x niente al mondo. Il supporto è bello, ma io credo fermamente che ciò che conta è la Musica che contiene. Oggi sono ben contento di portare + di 12000 canzoni, x un totale di 1000 e rotti album, tutte in tasca, immediatamente usufruibili singolarmente o in random (quest'ultima è l'opzione che avevo sempre sognato), e con una qualità audio assolutamente sopraffina (chi ha un IPOD lo può confermare, come legge la Musica lui, con un paio di auricolari buoni, non teme rivali di sorta), e soprattutto gratis. E manco ha bisogno delle pile, 'fanculo il Walkman. Ma, come ho detto in altre occasioni, l'aver vissuto quei periodi di fame e carestia, ci fa maggiormente apprezzare l'abbondanza odierna. |
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@rik sarà il nostro background thrash! 😉😃. X quanto riguarda le recensioni in linea di massima preferisco quelle "chiare" e dirette. Mi sta bene se sono lunghe ma in tal caso devono essere divise in paragrafi e leggo prima il parere sui pezzi poi l'introduzione che però spesso trovo superflua (poi dipende ovviamente). Il #95 era x TheSkull! |
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Sì infatti io sto pensando di passare a Spotify ma (come detto precedentemente) mi piace ancora avere un supporto fisico x ciò che amo di più./// @No Fun, ottima considerazione, sarà di sicuro così perché infatti non mi piace "ascoltare" la musica con altri ma solo "sentirla" (spero si capisca 😅 |
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Non ascolto mai l heavy metal in auto, mi distrae troppo e poi certe 'sonorità' thrasharole mal si adattano alla guida. Come Silvia 😀, ascolto la musica, ma non con le cuffie, ad un volume che non disturba i vicini. Quoto @Rob, per quanto concerne le review sulle riviste cartacee, in quanto essenziali e dritte al nocciolo della questione senza sbrodolature eccessive, come invece accade sui siti online che sembrano dei trattati. I cd sono pratici e in teoria durano nel tempo, cosa che purtroppo non accade con i vinili, se questi ultimi vengono 'suonati' spesso nello stereo, la puntina pur di qualità sfrega sempre sul disco... Cmq, guardate quante considerazioni e opinioni sono emerse con un articolo che apparentemente sembrava parlare di un oggetto preistorico 😉 |
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Anche io ascolto prevalentemente in auto, perchè mi sparo un paio d'ore di viaggio tutti i giorni ed ho una decina di cartelle sull'usb: una coi singoli del momento, una di roba acustica per tenermi calmo al volante, più un 7/8 album che mi garbano. Rinfresco il tutto una volta al mese o giu di li.
Non credo che in macchina servano 300 album, non c'è modo materiale di goderseli tutti. Ormai trovo sensato quello che fanno ormai in molti: spotify in giro e vinile a casa, o cd che sia. Spotify azzera il problema dello spazio (memoria) ed offre tutto, ha i suoi pregi... uso ancora beatamente l'usb sulla vecchia auto, ma spotify in salotto, potendo esplorare con tutta calma su uno schermo a 40", è meraviglioso per un appassionato, come un luna park (anche nella versione gratuita, a patto che giri su pc)
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Preferisco di molto anch'io "essere avvolto dalla musica" e di solito non apprezzo le cuffie, tranne che quando sono in treno. Lì mi piace molto sentire la musica in cuffia e farmi cullare dal dondolio del treno. Inoltre la prima musica che ho ascoltato che non fosse la radio erano cassette ascoltate e riascoltate di notte con le cuffie nel letto. Quindi ci dev'essere un collegamento musica con cuffie - dormire o rilassarsi. La musica riempie l'ambiente ma le cuffie fanno sì che l'ambiente sei solo tu e per "ampliare" questo ambiente bisogna chiudere gli occhi. |
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Alex tranquillo non sei strano, ognuno di noi ha il suo metodo 😉. Penso che io chiudo anche gli occhi mentre ascolto la musica in quel modo. Ovviamente non è l'unico, chiaramente |
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Sono d'accordo con Alex anche io adoro l'ascolto in macchina e odio quello in cuffia |
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@Silvia E invece sai che a me la macchina dona una dose di concentrazione che neanche a casa in cuffia trovo; anzi, ti dirò di più: l'ascolto in cuffia lo detesto, ho la fortuna di aver un buon impianto stereo che mi fa cogliere le sfumature che mi interessano nei dischi che ascolto (o che registro) e sfrutto quello perché mi piace essere "avvolto" dalla musica che viene riprodotta piuttosto che sentirmela nelle orecchie con le cuffie.. Non so come spiegarlo.
E in macchina, dato che sono spesso da solo, riesco proprio a entrare in una dimensione di concentrazione che non ho da nessuna parte. Ma sono strano io, questo lo so bene ahah. |
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@No Fun, sul modo di apprendere sono d'accordo con te ma questo in parte non è legato al mezzo ma al metodo secondo me. Mi spiego, l'esercizio mentale x imparare una poesia a memoria non cambia se viene letta da un libro o da un tablet. Giustamente però questo non vale x altri aspetti. Più che altro è l'atteggiamento che conta come dicevo prima.... si può far andare una cassetta distrattamente o ascoltare con attenzione un mp3./// @Alex Cavani forse la discriminante è l'ascolto in auto che necessariamente non può essere attento come quello che può essere a casa magari di notte con le cuffie (il mio preferito). |
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Qualche volta penso che tino sia no fun, sarebbe bello così non dovrei scegliere che mi fa più scassare dal ridere e sento vicino per indole. Anche io volevo appuntare che l'ascolto come o quando lo si gestisce noi in prima persona, ma obiettare riguardo l'educazione ricevuta dai media originali é consapevolezza pura. Tecnicamente, ragazzi, se non siamo "indietro" poco ci manca, mi ci metto anche io, ma arrivarci metabolizzato col proprio sentire/pensare... tanta roba, respect |
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Vero @Silvia, però secondo me l'atteggiamento non nasce del tutto spontaneamente, il mezzo può "costringerti" ad avere un atteggiamento abituandoti a un certo comportamento. Ad esempio è un fatto che la memoria sia meno esercitata adesso che in passato quando non potevi vedere tutto sul web, quando facevi di conto a mente o a mano, imparavi poesie a memoria, per saper le cose chiedevi ad altri e non a un computer. Ma è sempre un fatto che i calcoli che ti fa un computer non può farteli nessuno. Bisogna solo esserne consapevoli per cercare comunque di mantenere certe capacità che potrebbero andare perse (fino a un certo punto ovviamente, altrimenti torniamo al filatoio a mano e a cacciare cervi con le frecce) |
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Nono ma sono d'accordo @No Fun, io infatti da anni ormai uso la chiavetta in macchina, ma ci metto dentro soprattutto dischi e musica che mi mandano da recensire, quindi devo "analizzare". I cd invece li ascolto quando voglio ascoltare qualcosa che amo o che desidero ascoltare per intero (lo stesso vale per cassette e vinili), quindi la dicotomia chiavetta/disco per me è importante anche proprio a livello pratico ahah. E dato che passo molto tempo in macchina e quella è la mia fonte di riflessione principale perdere una di queste possibilità mi spaventa un po'. |
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Secondo me però è l'atteggiamento della persona che permette l'ascolto attento non il mezzo... Le uniche discriminanti x il supporto sono a mio avviso la qualità (resa sonora) e l'artwork ma probabilmente in quest'ultimo caso si tratta di mentalità perché le immagini si possono reperire su internet
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@Rob Fleming e @Alex Cavani, su con la vita! in realtà non è una cosa così terribile avere la chiavetta e non i cd nella macchina. Inizialmente rimasi allibito perché non avevo neanche chiesto se ci fosse il lettore, lo davo per scontato, ritiro la macchina e poi ta daan mi accorgo che "manca il buco" (è venuta spontaneamente, ma il paragone descrive bene la sorpresa) però è vero che preferivo i cd perché mi "costringevo" all'ascolto quindi sì non mi convince molto, ma i cd continuo a prenderne a pacchi, li ascolto a casa e li copio sulla chiavetta per la macchina. E soprattutto la cosa mi ha "costretto" a cominciare a copiarli tutti, cosa che mai altrimenti avrei pensato di fare, quindi adesso posso facilmente ascoltarli su computer mentre scrivo e inoltre so cosa cavolo possiedo mentre prima perdevo, prestavo, lasciavo in giro decine di dischi e poi dopo anni mi trovo a chiedermi "ma questo ce l'avevo, dove cavolo è finito?" |
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@No Fun ha tutto il mio appoggio e anch'io sono stato un irriducibile della cassetta e sono stato tra gli ultimi a capitolare. Poi in effetti la praticità del cd è indubbia (ho orrore a pensare quando dovrò cambiare auto anch'io). Di sicuro, complice anche l'età, una volta si aveva più tempo per l'ascolto e gli album si assimilavano meglio = si imparavano a memoria. Certi dischi di quando avevi 14-20 anni ti rimarranno per sempre, mentre quelli odierni per quanto belli non hanno più lo stesso impatto (parlo per me, ma...). Una volta ho sentito che "il vero lusso del futuro sarà il tempo libero a nostra disposizione". Io tendenzialmente gli album che compero li ascolto tutti e per intero per decine di volte; poi li ripongo negli scaffali e...e poi quando voglio andare ad ascoltare qualcosa di quel determinato gruppo recupero - ma guarda un po' - l'album preso a 21 anni (in questo preciso istante sto ascoltando l'ultimo Dream Theater che a me piace veramente molto. Ma fra due anni quando avrò voglia di ascoltare qualcosa di loro cosa farò? Lo so già; andrò a dare una spolverata a When the dream...Images - preso in cassetta; distrutta, quindi vinile e alla fine cd - o Falling into Infinity). |
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Condivido in toto il ragionamento di @No Fun, su tutta la linea. Tra l'altro io ho una macchina non nuovissima e il lettore cd ce l'ha, ma poco tempo fa mi hanno mandato un disco da recensire e, pensando potesse piacere anche a mio padre, gliel'ho dato consigliandogli di ascoltarlo in macchina. Quando mi ha detto che in macchina il lettore cd non ce l'aveva (macchina abbastanza recente) ci sono rimasto troppo male. Se penso che quando cambierò la macchina io, forse rischierò non avere il lettore cd a mia volta, sto male. |
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Per Silvia. Certamente,ma io parlavo di stile non di contenuti. Quoto Rob, personalmente le recensioni sul web non mi piacciono, sono lunghe, boriose e ridondanti. Una gran perdita di tempo. Preferisci 10 righe che un esercizio letterario di 300 righe. Perché le recensioni ora sono questo. Un modo per impratichirsi a scrivere a discapito del povero lettore...  |
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Bell'articolo interessante che offre molti spunti. A me il primo che è venuto in mente riguarda non tanto la qualità del suono (anche perché non sono abbastanza esperto per giudicarla bene) quanto il modo di ascolto che le cassette ti costringevano ad avere. Quando avevo undici dodici anni mi ritrovavo con amici ad ascoltare musica in una stanza. Un giorno a casa di uno di questi amici comparve lettore cd e un cd, mi sembra fosse l'Appetite dei Guns. Lo ascoltammo e dissi "ma a che serve il cd, io continuo a prendere cassette" (come al solito ho un intuito da paura). Mi rispose che a parte che si sentiva meglio era più comodo e potevi saltare da una canzone all'altra ad esempio. Al che risposi "ma io i dischi li ascolto per intero". Le cassette erano pratiche, economiche, te le ascoltavi nel mangianastri a differenza dei vinili e ti costringevano più dei cd ad impegnarti nell'ascolto. Ovviamente dopo poco cedetti anch'io, mi sa che l'ultima cassetta originale che comprai fu Innuendo però continuai a prenderne parecchie taroccate o a fare copie di cd o vinili. Stessa cosa mi è capitata di recente dovendo passare dal cd alla chiavetta usb: nella macchina nuova non ho il lettore cd. La cosa mi mandò in bestia, ma poi mi copiai, per adesso, circa trecento cd su una chiavetta. Beh,non mi convince, il cd mi costringeva a sceglierne alcuni e quelli li dovevo ascoltare. Adesso potrei andare di qua e di là e per non disperdermi faccio delle sottocartelle con la musica che voglio ascoltare nella settimana. Penso che chi ha ascoltato musica su cassette o vinili abbia potuto avere un ascolto più attento che anche adesso ricerca. Molti ascoltano musica che diventa per forza soltanto un sottofondo da cambiare svogliatamente con un clic sullo smartphone. Con le cassette nel mangianastri era diverso, era un po' come portarsi dietro un libro da leggere. Secondo me quindi le cassette possono essere un buon compromesso perché ti costringono come i vinili a un ascolto attento ma nello stesso tempo sono maneggevoli, costano pochissimo e si possono duplicare facilmente. |
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Io la vedo come @Silvia: poco spazio, è vero, ma in 10-15 righe coglievi l'essenza. Certe recensioni che leggi oggi in internet sembrano monografie o sono zeppe di considerazioni che veramente non hanno nulla a che vedere con l'album in oggetto. E comunque ai dischi del mese o quelli da mettere in evidenza lo spazio riservato era maggiore |
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@Gals “Il confronto tra le varie recensioni non è sportivo, su carta si aveva pochissimo spazio“. Certo ma l’opinione essenziale comunque c’era |
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@Galilee: eh si, in tanti abbiamo fatto così in questi anni (mi detesti perché siamo simili) ma ancora la transizione evolve ed è vero che molte auto non hanno più il cd... ma sono connesse a spotify... |
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Fai come me. Metti tutto su mp3 e il formato fisico lo ascolti solo a casa. Alla fine è comodo e i CD li usuri di meno. |
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Come tanti qui sotto, potrei scriverne a fiumi. Nostalgia? Tanta! Tornerei alle cassette? No! Trovo il CD ancora il mezzo migliore nell’insieme. Mi piace leggere il booklet, avere delle foto, delle note, i testi. Se penso che a breve dovrò cambiare l’auto e in diversi modelli il lettore cd non esiste nemmeno come optional divento matto. |
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Collegandomi al discorso riviste, anche io le ho tenute tutte. Hard, Flash(la mia ufficiale) HM, Psycho, Grindzone, Rock hard etc.. Insomma ne ho tantissime e le sfoglio sempre con interesse. Classi me lo persi, non lo presi subito seriamente, ma sbagliai. Pazienza, ormai seguo tutto sul web. Metallized, Metalitalia, slam etc...... Il confronto tra le varie recensioni non è sportivo, su carta si aveva pochissimo spazio. |
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Io penso sia soprattutto questione di abitudine. /// @TheSkull 😂😂😂 |
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E' più facile che perisca il supporto musicale, ma il cartaceo proprio no. La fruizione di un libro o rivista su un video è una esperienza impossibile per me. Mi meraviglio come si faccia a leggere su un monitor, già faccio fatica a leggere una bolletta. |
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@Skull, fintanto che c'è un editore coraggioso che malgrado tutto riesce a pubblicare le riviste che anche @Rob conosce e apprezza, senza rimetterci soldi, ben venga. Il giorno che dovessero decidere di realizzare quelle riviste solo in formato online, beh ognuno di noi trarrà le proprie conclusioni. Lo so, può sembrare strano, ma c'è chi ancora, magari non siamo in tanti, che apprezza leggere un magazine in formato cartaceo. Ma tieni presente, che tratta un genere, l heavy metal degli eighties, quindi è una specie di romanzo a puntate 😉, non cercano assolutamente l oggi, anche se lo trattano. Piccola precisazione : ehm, non sono assolutamente uno specialista in thrash, bensì un appassionato, tanto che sto imparando a conoscere band e album pubblicati negli eighties, che neanche sapevo dell esistenza. Gli specialisti sono quelle persone, anche di questo sito, che ne sanno mooooolto ma mooooolto più di me. Dove abito?... Mmmhh bella domanda. Abito a più di due ore da uno dei più forniti e preparati negozi di heavy metal (ma non solo) del Veneto 😉, nota che non sono Veneto ma milanese.... Cmq bella quella dei minions 😉 |
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@tino #1 il mio pensiero in fotocopia, qualche cd lo compro ancora anche io ma quando dici che "non c'è un reale bisogno" dici la verità, così come @silvia #64 dice bene che la carta esce già vecchia. Viviamo una transizione fra lo scemare della vecchia tecnologia e l'affermarsi della nuova (di solito migliore, in qualcosa).
Bello anche comprendere perchè avvenga così lentamente: auguro a Rik, Rob e tutti i "very lettori" del cartaceo (cretaceo) di continuare a trovare in edicola le loro riviste preferite. Non credo che aumenteranno i @Rik&@Rob, aumenteranno le @Silvia, inesorabilmente, e come una valanga di minions seppelliranno l'edicola. @Rik: domanda seria, dove vivi? leggere del dischivendolo di fiducia mi ha fatto sobbalzare (a Torino sono praticamente quasi estinti)
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...che ridere, scusate l'OT, stavo pensando al fatto che Rik è specializzato in thrash, come un medico specialista... mentre io sono un metallaro della mutua!  |
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Sì rik, bello ri-sentirci! 😁😉 Sicuramente l'effetto nostalgia fa la sua parte ma come dici tu questo "revival" ci permette anche di recuperare album che magari abbiamo perso all'epoca. Tutto questo ha portato anche ad azzerare le distanze fra generazioni x me, gap che all'epoca era notevole. Rob è vero non stiamo parlando più di cassette ma alla fine il topic è legato al revival. Certo chissà come la vedono i giovanissimi cone dice rik nel suo #2 |
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Mi inserisco: quello che scrive @Rik bay lo condivido in pieno (e della rivista in questione abbiamo già parlato a lungo). Oltre a quella citata c'è la sorella maggiore senza "metal", i giornalisti sono gli stessi, che spazia sul rock a 360°. La loro bellezza è che alle uscite odierne affiancano articoli monografici su band, periodi o scene determinate. E quindi ti ritrovi la discografia commentata su un determinato gruppo o l'approfondimento di un particolare album di 25 anni fa con a corredo interviste, impressioni, ricordi del pubblico...Andarsi a rileggere le vecchie recensioni per me è una scusa per andare a dare una spolverata ad album che non ascolto da tempo o andare a scoprire che - chessò - i Mad Season alla loro uscita non impressionarono come avrebbero dovuto, mentre The Gallery) o Jester race erano già incensati al momento della pubblicazione. Che c'entra tutto ciò con le vecchie cassette? Niente, ma la discussione sta diventando troppo stimolante Dov'è (@Metal Shock, l'utente? Qua ci andrebbe a nozze...). |
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@Skull, ma infatti aver modo di poter fare questi raffronti, permette di vedere quanti errori di valutazione all epoca ci sono stati. Poi sulle review degli album sono in quantità industriale, ma lo hai fatto presente anche Te 😉.. Ciao Silvia 😀, piacere di ri-scriverti dopo molto tempo, finalmente un argomento che ci accomuna 😉😀. Sì, in effetti leggere le review o le interviste dell epoca raffrontate con mente fredda e con l esperienza di alcune decadi, beh sì, effettivamente è molto strano. C'è nostalgia, ricordi che si rincorrerono e molte nuove informazioni che all epoca, cioè senza internet, non si sapeva neanche dell esistenza. Ora è più completa la situazione. Ma quello che è più importante riguarda le review degli album, che con internet ha permesso di poterne venire a conoscenza di album che all epoca non vennero mai recensiti. |
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Ciao rik! 😃 in effetti a me il paragone fra nuove e vecchie recensioni interessa molto così come le vecchie interviste. Così x curiosità 😊. ///
Piccolo OT, io oggi mi sono abituata al web e la carta stampata mi sembra già vecchia quando esce (parlo di notizie, i libri sono ben altro anche se ormai mi trovo benissimo con gli ebook) |
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@Rik, sarà che amo i paradossi ma certe sparate le ricordo a distanza di un quarto si secolo e mi limitato a quell'aspetto. Del tipo, chicca di repertorio da MH riguardo al futuro del metal nelle mani dei Taproot. Io ricordo la sparata, mentre il mondo non ricorda nemmeno il nome dei Taproot. Questi "flop" roboanti sarebbero divertenti da catalogare... qui ho letto qualcosa di simile - scritto però da un utente - riguardo ai Gojira, quando probabilmente questi avevano già la flebo attaccata alle chitarre.... |
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@Skull, si possono fare per esempio paragoni, si può notare come possono essere cambiati i metodi di valutazione, alcune cose le hai scritte Te 😉. @tino, classix metal è una rivista italiana realizzata e prodotta da un ex capo redattore di metal shock, insieme ad altre persone che hanno competenza e conoscenza della materia. Proprio nuova non è, considerato che viene pubblicata da oltre 15 anni. Sì, è un magazine dove vengono realizzati per intero (o quasi) articoli che trattano le band che sono state protagoniste, chi più chi meno, degli eighties in ambito heavy metal. Chi ha vissuto in diretta quei anni, ha modo di recuperare molte informazioni mai giunte all epoca. Ci sono storie, aneddoti, vicende extra, e non per ultimo, le review degli album. Aah, sono presenti anche le review di album metal, realizzati ai giorni nostri 😉 |
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Cioè spiegami rik classix cosa sarebbe una rivista dove rimettono vecchie recensioni o è una rivista ex novo che parla di roba vecchia ai giorni nostri? Premetto che mi informo solo su metallized e rock hard (oltre a youtube) |
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@rik bay area thrash... sorprese si fa per dire. Puoi vedere dischi che han preso 70 poi 30anni dopo sono classici così come band date per vincenti che un secondo album non lo hanno mai fatto.. quello che - seriamente- potremmo fare è valutare il lascito effettivo di molte band che avevano un buon seguito ma oggi ne ricordiamo una sola song o due, magari pure il lentaccio o il singolo e commerciale stigmatizzato a suo tempo. Qualcuno ha raccolto troppo, imho |
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Conservo le mc quelle con le registrazioni di album praticamente Introvabili, sebbene non abbia più il riproduttore a a cassette. Sono tdk e basf di alta qualità al cromo ||. Per quanto concerne le riviste ho ancora i rockerilla, metal shock, flash, kerrang, metal forces, hm e per ultima (ma non ultima per qualità) classix metal. Sfogliare e leggere con calma le review dell epoca è un po' come avere un amarcord, però ha il privilegio di poter comparare le odierne review, realizzate con la mente 2.0 con quelle realizzate all epoca. E si scoprono delle belle sorprese... |
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@galilee: l'ho detto per sportività, ti ho assegnato il punto del pari  |
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Vabbè, io ho cercato di fare del mio meglio comunque...  |
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@Galilee: questa vale quanto la mia battuta sulle mani in pasta... ripigliamoci, almeno garantire un livello decente di humor... per non lasciare l'esclusiva a tino...  |
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X Theskull. Hai buttato via tutto? Sempre pensato fossi un tipo senza cuore. |
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... non collegavo la cosa a Starlord... quel film mi è piaciuto molto tolta la scena del balletto finale, che reputo una merdata colossale che per fortuna non rovina il film... visto che la scena è collegata al pezzo ed al Walkman, avevo rimosso. Io sono groot |
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@rob l'ho pensato anche io... non so se il film ha anticipato questa " ,moda", o in effetti ha contribuito a crearla. Certo star lord non poteva usare i cd |
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E' tutta colpa di Peter Quill/Star Lord dei Guardiani della Galassia (chi ha visto i film capirà). |
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@TheSkull sì sì "ritorno di fiamma” in senso ironico, x questo virgolettato 🤣. Mi spiego meglio, con le cassette non si hanno la comodità degli mp3, né il booklet del CD né la resa sonora o l'artwork del vinile... Quindi perché? 🤔 @entropy sì ne stanno producendo sempre più |
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@silvia: affettuosamente, of course, rendiamoci conto che questo non è un ritorno di fiamma bensì un tentativo commerciale. Prova ad invertire il pensiero: quella roba è lì perché qualche nostalgico la compri, non perché la gente lo chieda a gran voce. O no? Ok il romanticismo, ma non buttiamo nel cesso il buon senso... detto questo chi le vuole -a tutti i costi, permettermi la battuta- se le prenda pure  |
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Allora le riviste a malincuore le ho buttate anni fa, al terzo trasloco. Ogni tanto mi dispiace... però ho segnato almeno i voti delle recensioni . Cassette sono andato buttandole man mano che compravo i cd, me ne saranno rimaste due ma davvero mi stupisce il ritorno di moda che stanno avendo. Tra l'altro l.ho realizzato proprio ieri. Sono in vacanza a san Francisco è i negozi di musica ne hanno tantissime! |
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Comunque tornando alle cassette c’è da chiedersi come mai (al pari del vinile) c’è questo “ritorno di fiamma” dato che entrambi vennero dati x spacciati come supporti di qualita’ inferiore al CD....🤔 La domanda è ancora più rilevante dal momento che la musica liquida è spesso l’unico mezzo di ascolto soprattutto x i giovani. |
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@tino non si tratta di conservare oggetti inutili come i depliant, non tendo ad accumulare in genere... però non so perché non riesco a disfarmi di tutto cio’ che riguarda la musica (la mia più grande passione in campo artistico forse) dalle cassette ai vinili alle riviste. @Rob non le ascolto ma ripeto mi dispiace disfarmene. (Sarebbe bello approfondire, ovviamente in altra sede, il tuo discorso sulle recensioni vecchie). @The Skull, io invece ho sia Cowboys the videos che Vulgar Videos in vhs e anche il vinile con la copertina censurata di Far Beyond Driven 😁 |
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Anche io ho tenuto le vhs originali, pochissime in verità, le cassette audio originali le avevo già smarrite/rovinate in precedenza... Personalmente però ritengo di aver conservato tutto realmente portandomi quei video e quegli audio in digitale. Si è vero, sono "oggetti" freddi ed impersonali... perché sono l'essenza, non il supporto. Per assurdo, pure potendola riprodurre, ma sai che schifo un vhs a 300 linee su un TV attuale?! |
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.....le riviste dopo anni di accumulo le ho buttate...preferisco i libri sul metal.....stessa cosa cassette e mp3......meglio collezionare vinili e cd......come le magliette dopo anni di lavaggi..... |
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In poche parole le 5s nipponiche (s l’inizale di 5 termini giappo) sono la base di partenza della riorganizzazione dei reparti produttivi, penso sia stata toyota a sdoganarla. In pratica devi separare ciò che usi sempre da ciò che non usi mai e da ciò che potresti utilizzare. Dopo un po’ di tempo le cose del terzo gruppo, quelle sospese, andranno o nel primo o nel secondo gruppo, e le cose che non usi mai andranno eliminate. Poi si pulisce e soprattutto si mantiene pulito e si evita di accumulare roba che non ti serve e periodicamente butti quello che non usi. |
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Capisco quello che intendi rob e infatti le ho buttate dopo anni perché comunque occupano spazio e, quando ti viene in mente di andare a recuperare una recensione o un’intervista, diventi matto a trovarla. Lo so perché dopo il periodo flash (che ho sempre preferito a metal shock) adesso da una decina d’anni compro solo rock hard, e dopo qualche anno faccio un reset. Tornassi indietro mi terrei solo i vecchi hm, se vado a vedere su ebay le copertine riaffiorano un sacco di ricordi, tra l’altro nella cameretta che avevo dai miei ci sono ancora gli adesivi che allegavano attaccati alla scrivania, stiamo parlando di oltre trent’anni fa. Il bidone della carta non ha risparmiato nemmeno la mia collezione di dylan dog (che ho smesso di comprare da almeno vent’anni), mi sono tenuto solo i primi venti numeri originali che si venderanno (più tardi possibile) i miei eredi. |
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Noooooo @tino noooooo. Le riviste non si buttano (o quanto meno, dei Metal Shock ho conservato le recensioni)! Psycho! e Classix e Classix Metal sono ancora lì in bella evidenza. Altrimenti se oggi ti viene la fregola di comprare con un ritardo di 25 anni un cd, come fai? Recuperi la rivista, cerchi la recensione e scopri perché a suo tempo non lo comprasti. E poi te ne penti e emendi l'errore (vedi Balance dei Van Halen, il primo che mi è venuto in mente). Sulle VHS anch'io ho conservato gli originali (a proposito di "calore", la collezione di Russ Mayer non si può buttare) e qualche duplicato come il Monsters del '92 o i Live di Malmsteen. Attendiamo delucidazioni sulle "5s" nipponiche. |
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Anche le vhs (cugine strette delle cassette audio) ne avevo un casino registrate e regolarmente buttate, ho tenuto giusto le poche originali che avevo ma perché comunque l’originale ha sempre un suo perché anche solo come oggetto di arredamento che “da calore” e fa sentire a casa, un po’ come quelli che hanno enormi librerie di libri che magari non hanno mai letto o non leggeranno mai più ma comunque continuano a rimanere lì. Così a memoria penso di avere ancora le vhs di the video link, di live intrusion, di exposed dei kiss (bellissimo), di a show of hands…come eccezione ho conservato la registrazione su videomusic di santo stefano quando diedero al pomeriggio il monsters of rock del 1992 di reggio emilia. Comunque Silvia anche io ero come te e accumulavo oggetti inutili, tipo riviste (hm prima, flash poi, e rock hard adesso), ogni gadget di viaggi (tipo sportine, depliant, scontrini, brochure…), poi invece da anni ho cominciato a buttare e quando lo faccio mi sento leggero, come purificato, non so spiegarlo ma è una bella sensazione, fa sentire bene e devo dire che poi non ti mancano cose che magari non sapevi neanche di avere…un po’ come applicare la regola aziendale giapponese delle 5s nella vita di tutti i giorni. |
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Io ho fatto come @Skull: e al momento del trasloco ho tenuto solo le originali e quelle registrate i cui album non sono ancora riuscito a trovare in cd. Ma sono curioso: chi ha le vecchie cassette trova il modo di ascoltarle ancora? |
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@silvia : ci sta. Anche io sono "geloso" dei miei CD ma in questo caso mi anima proprio solo il senso pratico (parliamo di cassette registrate) e ti dirò pure che ho smarrito alcune chicche in vhs, originali, tipo Vulgar Video, che scazzo.. ma sono anni che non avrei in casa un vrc per riprodurlo... e anche lì stessa cosa, scaricato il file e amen. Opinabile si ma tanto quanto il pagare due volte per la stessa cosa. |
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Io sono molto più sentimentale, in alcune cassette ci sono anche dediche o battute di amici oltre ai disegni 😅 |
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@silvia: la liquida ha già vinto da tempo, un CD è in sostanza una bottiglia di liquida  |
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@tino/Galilee : ne avevo due borsate piene, registrate da amici o dai CD che compravo/rivendevo... intorno al 2005, mi sono scaricato tutto in mp3 e le ho buttate via. Non ho rimpianti, forse mi resta una vecchia radio che può riprodurle... ho attraversato un'epoca ed i miei album preferiti sono ancora con me, il resto è tutto bello ma opinabile. Non ho buttato via quegli album o la possibilità di ascoltarli, ho buttato plastica inutile durante un paio di traslochi.. che aiutano in queste decisioni drastiche  |
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@Gals anch'io disegnavo le copertine!!! 😃 tino io non ho coraggio di buttare niente/// JC vero, la musica liquida è molto più comoda e oggi penso che col giusto settaggio possa anche offrire altissima qualità. |
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X Tino. Ho tenuto quelle originali, quelle che mi registravano gli amici, quindi di artisti o album che non possiedo in collezione, e quelle più carine dal punto di vista estetico. Mi divertivo a fare disegni e scritte un pò artistiche. Il resto l'ho buttato. Quindi si può dire che su mille mc ne ho tenute un 200. |
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È un fenomeno proprio curioso quello delle cassette.... In effetti ho assistito ad alcuni concerti di gruppi metal (non proprio famosissimi), durante i quali alla bancarella del merchandising vendevano accanto a cd e vinili anche le musicassette... A detta dei gruppi poi le vendite di queste ultime non andavano poi così male... Personalmente però non credo comprerò mai una cassetta. Rimango su vinile o cd...
PS (anche se non c'entra con l'articolo): ma vi ricordate le mitiche cassette del C64??? |
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.....perche'.....la breve durata delle pile.......?...il walkman consumava tantissimo.......e i nastri che si rovinavano...? |
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Ma veramente avete ancora le cassette registrate? Posso capire le originale ma le copiate boh |
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Chi ha fatto il pendolare per anni come me si ricorderà per forza i mille problemi che un walkman con le sue mc portava. Nastri incastrati, nastri da arrotolare. Cuffie difettose che per farle funzionare si era obbligati a delle pose di yoga improponibile per riuscire a farle funzionare. E se ti muovevi era la fine. Io avevo un walkman della Sony che era fantascienza. Ero un privilegiato. Credo funzioni ancora oggi. Anch'io ho ancora tutte le mc. Tra l'altro dal 87 al 93 comprai un bel pò di vinili e non avendo il giradischi me li facevo registrare su mc. Poi successe anche coi CD... 😁 |
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...lisa?.....viva il vinile...non sai che ti perdi......anche solo toglierlo dalla custodia e..... metterlo sul piatto....appoggiare la puntina.....altro che musicassetta....certo la cassetta e' stato il primo supporto...da me conosciuto...ma il vinile e' un'altra cosa..... |
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Da ragazzino non avevo tanti soldi, così, all'inizio compravo le cassette, che costavano la metà esatta dei CD. Con trentamila lire si potevano comprare due cassette e così cominciai ad ascoltare musica al ginnasio. Già al liceo però compravo solo CD e all'ultimo anno il lettore CD portatile aveva sostituito il walkman.
Che dire...non ne ho nessuna nostalgia. Ormai il mercato musicale é moribondo e più che la musica si vendono personaggi televisivi o per i più giovani del mondo di internet. Le vendite di dischi sono crollate e se penso che quando ero giovane io avevamo tutti quanti la band che suonava nei locali , oggi non mi capita più di vedere ragazzini che suonano nei pub. Siamo ancora e sempre noi, i soliti, oggi quarantenni, non c'è stato ricambio generazionale. comunque, ormai io compro solo vinili, per collezione, ma poi la musica la ascolto su Spotify (abbonato) per comodità. |
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Tra un po' venderanno anche le TV a tubo catodico senza il telecomando! Comunque, articolo curioso. |
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Silvia..sì ma io parlo proprio delle " cuffiette", gli auricolari li odiavo proprio perche' non mi stavano nell' orecchio, una tortura! Comunque avevo lo stereo "Panasonic" doppia cassetta, una per ascoltare e una per registrare..anch' io amo i booklet dei CD, per questo dico lode ai CD in eterno..😀
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Non sono sicura del fatto che oggi si vada verso la musica liquida perché credo che l'attaccamento al supporto fisico ci sia ancora, almeno nel nostro genere e nel rock in generale o almeno x chi non è giovanissimo (se ne parlava anche nel forum). Io adoro i booklet, in particolare quelli dei CD mentre rimanevo molto delusa dal fatto che le cassette spesso avevano solo un foglietto con copertina e tracklist 🙁.///
@Lisa, giusto ricordare il Walkman con gli auricolari che pero' non entravano nel canale uditivo 😁! |
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Eheh bell' articolo davvero, le cassette😊, quanti ricordi! Le conservo.ancora con amore, ma adesso per me esiste solo il CD, se tornano di moda a me non dispiace, ma il CD e' sacro. Ricordo ancora la gioia di quando correvo a comprare le cassette, avevo il Walkman, le " cuffie"..mamma mia quanti anni son passati, un secolo..😪 |
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Ne ho un po' in box a prendere polvere. Quanti ricordi! Noleggiavo i cd e poi copie a nastro e scambi con amici. Ora non hanno proprio senso. Operazione per spillare soldi. |
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Che bell'articolo e che bell'argomento! Ne parlerei per ore intere! E se da una parte non posso che essere d'accordo con i tanti che si chiedono il senso di una cassetta oggi, che di tutti i i supporti è il più "vecchio" (inteso come pensiero concettuale) e il più "macchinoso" e di cui i giovanissimi ignorano quasi l'esistenza, dall'altra parte non posso nascondere che io le cassette le ho sempre amate e le amerò per sempre: se ci sono dischi che mi piacciono, cerco sempre di acquistarli (anche) in cassetta; il mio stereo ha ormai tantissimi anni, ma non mi ha mai deluso e per certi versi (e generi) tutti i "difetti" audio che l cassetta porta con sé mi fanno impazzire. Certo, per me è un supporto che si identifica bene per certi generi più che per altri: non immaginerei mai l'ultimo disco di Devin Townsend su cassetta, mentre invece il più marcio dei dischi punk ha il suo perché ed il suo relativo fascino. Noise, punk, grind, ambient, black metal, sono questi i generi che a mio parere stanno a pennello su una cassetta. Molti dei dischi a cui tengo di più li ho in cassetta - "Adore" degli Smashing Pumpkins, "Issues" dei Korn, l'intera discografia di Bob Marley e la discografia dei blackster Judas iscariot, la magnifica edizione di "Scar Sighted" dei Leviathan... - ed anche di recente ho preordinato un nuovo disco stoner/doom italiano, ho appena ricevuto da una nuova label una cassetta di un gruppo anarcho-synth-punk italiano (bellissima) e aspetto con ansia la nuova dei Darkthrone. Il fascino per me è ovviamente legato all'infanzia, come per molti di voi, ma non si è mai fermato: amo vedere girare il nastro più che sentire i fruscii del vinile; la stessa cosa vale per l'oggetto in sé: la cassetta per me è un bellissimo oggetto da vedere e toccare, specie quando "puzza" di underground ed autoproduzione, il vinile è fin troppo "borghese" da questo punto di vista (prendete con le pinze quest'affermazione), leccato e rifinito - poi oh.. I miei vinili originali prime stampe dei Crass sono marcissimi e bellissimi più che mai, però in generale il discorso è un po' quello. L'ultimo punto è che, da frequentante di Bandcamp, posso dire che le band emergenti (ma non solo) fanno spesso merch limitato in cassetta, che spessissimo ha dei costi davvero irrisori e questo è un dato importante. Chiaramente se i Metallica decidessero di fare una special ltd. edition esticazzi in cassetta di un loro disco non la venderebbero mai a cinque/sei euro, ma la realtà è che molte cassette di artisti nella media sui siti online hanno circa quel prezzo; per dire, l'intera (senza contare le collaborazioni) discografia di Bologna Violenta in cassetta io l'ho pagata in tutto neanche trenta euro... E parliamo di cinque dischi.
Ok, ho finito di fare l'outsider, ancora complimenti per l'articolo e per il dibattito che ne sta uscendo!  |
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Stiamo andando verso un era totalmente "liquida",che piaccia o meno e a scanso di stravolgimenti epocali (non così inimmaginabili),il modo di approcciarsi sarà completamente diverso e già oggi che siamo solo all'inizio ne vediamo gli effetti e conseguenze.Non ho idea di come sarà ma temo che sarà una gran cahata (personale),preferisco restare al vecchio,non per un discorso di nostalgia ma perchè i profumi le sensazioni il rapportarsi era reale,una realtà che resta a dispetto dei tempi.Ma temo che queste cose andranno perse. |
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oggetto divertente, ottimo per fare compilation alla fidanzatina ma anche basta. oggi, più che allora, supporto senza senso. |
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Anch'io ne ho a pacchi,ma penso che se andiamo avanti cosi' ci sara' anche il ritorno dei cilindri di cera di Edison. |
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detestó questi ritirni di fiamma, a prescindere dal tema o dalla tecnologia riproposta... comprendo molto bene l'effetto "nostalgia", anche io vengo investito dai ricordi del passato... che non può tornare e non tornerà, mentre la nostalgia tornerà anche dopo che ci avranno alleggerito di qualche decina di euro... non pretendo che tutti siano concordi, ma personalmente mi fa incazzate essere considerato target (vacca da mungere) per qualunque minchiata si vogliano rivendere... |
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Mah, ci sono cresciuto con le MC e devo dire: SIA LODATO IL CD!!!! Non mi mancano per niente se non per un solo ricordo di quando ero bimbo...tutto qui! |
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Il mercato è saturo,stanno cercando di rilanciare l'effetto nostalgia per rilanciare un mercato che ormai non sa più dove andare a parare in attesa di nuove tecnologie in cui investire,brutto segno,la verità ,forse,è che è un mondo prossimo alla fine (quello musicale,anche se il resto non scherza),la cassetta è morta insieme a molte altre cose,mi dispiace e più ora di prima. |
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Eh, appunto frutto di "scambi" o post noleggio nei negozi che nolegigavano cd (bei ricordi) però una cosa do it yourself non "politically correct". La cosa che mi lascia perplesso è il prezzo delle cassette oggi. |
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Raven #12 vale anche x me! 🙂 |
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Tuffo nel passato 😃! Anch'io (adolescente negli anni 80) ne ho tante, soprattutto duplicate di tutti i generi che ascoltavo e demo, mentre se potevo compravo il vinile e in seguito il CD. Un punto importante era il loro basso costo x cui erano anche il mezzo più utilizzato x le demo (che infatti è abbreviazione di demotape) come dice Costanza. Inoltre le utilizzavo x registrare i pezzi dalla radio, ho parecchi di questi mix heavy dalle radio locali. Anche x me molto scomode comunque perché tendo ad ascoltare gli album o i pezzi parecchio quindi il nastro si attorcigliava spesso. Incubo quando sentivo che iniziava a rovinarsi 😵!!! Se facevo in tempo la cassetta si salvava ma in ogni caso l'audio in quel punto rimaneva "tremolante" 😑 altrimenti era da buttare. Preferisco decisamente altri supporti cmq vedo che in alcuni generi sta ritornando in auge. Articolo molto bello e accurato |
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Ne conservo moltissime, frutto degli "scambi" dopo l'acquisto dei vinili tra amici. |
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Nel 2019 ennesimo tentativo di spellare i polli con edizioni ltd Deluxe. Ne faccio stra volentieri a meno sebbene siano state parte integrante della mia crescita e dei miei ascolti. |
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Anche io ancora ne conservo ancora diverse originali e rare. Soprattutto thrash, primo Death fine 80 e inizi 90 e qualcosa degli Iron. Me le tengo strette, però onestamente oggi non le comprerei mai ( se è per questio manco i vinili data la scarsa resa di alcuni ). Inoltre una bella rottura di coglioni andare a mettere nel lettore rischiando di fare mangiare il nastro. . Fedele al Cd ( x vari fattori ) ieri oggi e chissà, domani. |
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quoto Galilee, le odiavo anche io ai tempi e non mi mancano per nulla... altra plastica inutile  |
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Mammamia che viaggio nel passato! Come ognuno di noi, e Zio Paperone, anch'io ho la mia N. 1: C60 Greatest Hits del Beatles registrata dal figlio di un amico di mio padre. Per me è nato tutto da lì. La conservo ancora. Dopodiché i miei primi acquisti per la promozione in terza media: Abbey Road e With The Beatles. Negli anni d'oro, registravo cassette in modo compulsivo: mi facevo prestare il vinile, fotocopiavo la copertina interna con i testi e mettevo su nastro; dapprima C45, poi visto che lo spazio mancava C90: 2 album per lato. Il meglio. E con un magnifico radio-regitratore a doppiabocca con autoreverse avevo 3 ore di musica assicurata senza dovermi alzare a girare il lato del vinile. Ma se ho nostalgia di quei tempi non ho nostalgia dei nastri. Non so quante volte mi si sono arrotolati, rotti, cancellati...Ora ho tenuto solo gli originali (tra cui le collezioni complete di Beatles, Creedence e Led Zeppelin) e qualche chicca introvabile registrata come i Dreams of Sanity, per il resto è finito tutto nel bidone. |
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Da collezionista un pò feticista penso sia una cagata mondiale. A me non interessano. Le odiavo già ai tempi. |
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Hagen ha riassunto in poche righe esattamente quello che penso anch'io; aggiungo che secondo me il fenomeno delle cassette, a differenza del vinile, è destinato a ridimensionarsi in fretta, proprio per le ragioni spiegate da Hagen. |
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...articolo molto interessante......ma alle cassette ho sempre preferito....vinile e cd.......certamente ha il suo fascino.....ho iniziato ad ascoltare questa musica......con quel supporto......ma e' un formato che non apprezzo piu'....troppo fragile........che perde qualita' molto velocemente......soprattutto dopo cancellazioni e ri-registrazioni......quanti nastri ho perso nel walkman..... |
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4
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Non so nemmeno quante ne ho di cassette, il mezzo di scambio per eccellenza fino alla metà dei 90. Di certo operazione simpatica, ma un mezzo scomodo per la ricerca dei brani. L'unica cosa che rimpiango del nastro è il registratore a bobine, dove ci registrai la demo in presa diretta, il suono era bellissimo, ricordo che una bobina costava la bellezza di 300 milalire |
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Forse per l'artista usare la cassetta può avere senso, per via dei minori costi di produzione, ma per il consumatore no: non ha la copertina grande e bella del vinile, non ha la comodità del digitale, non ha la resistenza all'usura del CD, qualità audio inferiore e soggetta a degradarsi con il tempo. Come dice l'articolo, il suono caldo vintage può avere un suo fascino, ma a questo punto meglio il vinile. |
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Sembra di parlare di un oggetto preistorico, in realtà poco meno di tre decadi. La cassetta era comoda, pratica e occupava poco spazio. La qualità non era un granché e i problemi del nastro erano numerosi. Ho notato che anche il mio dischivendolo di fiducia è da circa tre/quattro anni che ha in vendita sia nastri vergini che nuove pubblicazioni. Certo i numeri non sono elevati, però mi hanno detto che c'è un certo numero di appassionati che le acquistano. Non so se per effetto nostalgia o altro. Io non ho neanche più il supporto per poterle ascoltare le cassette. Chissà cosa ne pensano i giovani, tipo i millennials abituati a utilizzare solo ed esclusivamente files.. 🤔🤔 Cmq articolo molto apprezzabile 🤘 |
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Anche io classe 70 mi sono approcciato alla musica con le cassette, ricordo la prima che comprai fu dynasty dei kiss penso fosse il 1980 e la comprai con i miei genitori al mercato cittadino. Ovviamente, ma lo imparai dopo, era una copia di quelle taroccate, però ricordo ancora la sensazione bellissima che provai inserendo la cassetta in un vecchissimo registratore portatile. Poi comprai unmasked, ricordo alla coop dove vendevano anche le cassette e dovevi chiamare la commessa per prelevarla. Poi qualche anno dopo mi regalarono lo stereo compatto, quelli anni 80 che integravano piatto giradischi, radio e cassette, e mi comprai the number of the beast e successivamente piece of mind e killers. Queste due ancora le conservo, bellissime le versioni emi in plastica bianca con le scritte nere e le canzoni scritte retro in bianco con fondo azzurro. Poi come tutti ho cominciato a registrare e negli anni ne ho accumulate centinaia, all’inizio le compilavo con il lettering dei voivod, poi con le prime stampanti e i computer le riscrissi tutte con la stampante e i testi gotici, cosa che feci anche con i cd masterizzati (anch’essi tantissimi). Ormai da una decina d’anni ho buttato tutto e ho tenuto solo le poche cassette originali degne di nota, ma giusto per ricordo, erano comode ma il suono è sempre stato un grosso problema oltre ai problemi tecnici dovuti al nastro magnetico che spesso si rovinava perché veniva mangiato dall’impianto. Comunque non penso possa esserci un reale mercato, è puro collezionismo retrò che non so quanta gente possa realmente coinvolgere. La musica fisica è morta c’è poco da fare, io ancora compro qualche cd ma non c’è un reale bisogno se non quello di gratificarsi e cercare di supportare chi si sbatte sugli strumenti per regalarci emozioni. |
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