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MORTUARY DRAPE + SERPENT RITUAL + THECODONTION - Traffic Club, Roma, 09/05/2019
16/05/2019 (2323 letture)
Venticinque sono gli anni che ci separano dalla data di pubblicazione di All the Witches Dance, un disco leggendario per il dark sound italiano, che ha portato i Mortuary Drape ad emergere con le loro litanìe ritualistiche dal sottobosco nostrano per ricoprire tutt’oggi un ruolo di assoluto rilievo in tutto il panorama internazionale. Questa sera anche Roma renderà tributo all’opera del gruppo piemontese e ci troviamo quindi al Traffic Club, dove ad aprire ci saranno Thecodontion e Serpent Ritual.

THECODONTION
I Thecodontion sono un gruppo di giovanissima formazione, che solo qualche mese fa ha debuttato ufficialmente sia in sede live che in studio, presentando l’EP Jurassic. Il loro ingresso sul palco genera un effetto spiazzante per il pragmatismo più assoluto nella scelta di avvalersi esclusivamente dell’assetto ritmico, dove la batteria fa da sfondo martellante a ben due bassi (di cui uno distorto), affondando qualsiasi tentativo di armonizzazione. I pezzi sono estremamente caotici e febbrili e dichiarano una stretta aderenza al black/death dei canadesi Antedeluvian. Sicuramente l’effetto che ne deriva in combinazione con la cavernosità del cantato del vocalist Heliogabalus è di un sound primordiale, che un po’ fa eco alle tematiche su cui si appoggia il gruppo. Come dichiara infatti la copertina dell’EP, sul quale è riportato un fossile, o come i più esperti in materia avranno intuito anche dal monicker, i concept affrontati dai Thecodontion traggono ispirazione da tematiche preistoriche e paleontologiche, una scelta davvero originale se si pensa che la maggior parte delle band deputate al metal estremo prende come “animali totem” di cattiveria e deviazione i satanici e inflazionati caproni, senza subìre il fascino che effettivamente possono trasmettere creature altrettanto terrificanti, ma geologicamente esistite, come gli esami cronostratigrafici ci hanno dato ampiamente prova.
Le premesse sono quindi promettenti, tuttavia, dal vivo ci sono ancora dei punti migliorabili: rispetto all’impatto su disco, dove l’azzeramento dell’armonia inacidisce la resa sonora ma nel complesso rende ancora possibile distinguere un pattern nei brani, dal vivo questo si perde, probabilmente anche per motivi di gestione del volume tra i due bassi, che genera un effetto disorientante nell’ascoltatore ed un’implosione dei pezzi su loro stessi. Sembra quasi che la ricchezza di una proposta così estrema dal vivo venga ridotta ad una traduzione caotica, ma più piatta di quanto emerge invece in studio.
Nonostante ciò, mi sembra che il tentativo dei Thecodontion di irrompere con coraggio con una proposta divergente dagli standard sia abbastanza lodevole, per cui confido che con una maggiore maturazione riusciranno ad arrivare anche ad una resa live ottimale.

THECODONTION SETLIST
1. Intro / Erythrosuchidae (Vermillion Digigrade)
2. Desmatosuchus spurensis (Linked Loricata of Spur)
3. Rhamphorhynchus muensteri (Wingset)
4. Stagonolepis (Robertsoni/Wellesi/Olenkae)
5. Longisquama insignis (Skeletal Analysis of a Kyrgyz Diapsid)
6. Normannognathus wellnhoferi (Crests)
7. Barosaurus lentus (Sundance Sea Stratigraphy)
8. Breviparopus taghbaloutensis (Legacy of the Trackmaker Unknown)



SERPENT RITUAL
Torniamo all’interno di coordinate decisamente più “tradizionali” nel caso dei Serpent Ritual, che si inseriscono in maniera decisa e chiara nel filone black/death metal, facendo capo a sonorità morbose ed angoscianti. Il palco si tinge di rosso sangue e la band inizia il proprio viaggio iniziatico ripercorrendo i pezzi che sono inclusi all’interno di Nexvs Diaboli e spingendo su atmosfere molto più buie dei loro predecessori. Appesantendosi con catene, facepainting, borchie ed ossa, il trio romano segnala la volontà di creare un collegamento metaforico con la propria parte più animalesca, oltre che con quella spirituale. L’aspetto ritualistico è infatti affrontato, più che in chiave sognante, in chiave strettamente ancorata alla dimensione terrestre, che giustifica un percorso ascensionale che è in realtà un paradosso diretto verso le profondità più infime del mondo sotterraneo.
L’esibizione sarà molto diretta, con le chitarre zanzarose che entreranno a volte in contrasto con alcune parti delle lyrics sussurrate da Nihil Void, come ad esempio accade in Death. Void. Khaos: un bell’effetto straniante, dove sembrerà di essere vittima di un inquietante sortilegio.
C’è tempo anche per un inedito presentato per la prima volta live e che sarà incluso nel prossimo disco della band, Katabasis, seguito dalla cover di uno dei pezzi più emblematici dei finlandesi Archgoat, Lord of the Void, con cui la band lascia soddisfatta il palco.

SERPENT RITUAL SETLIST
1. Introitvs - In Pvlverem Mortis
2. The Heinous Blessing
3. Death.Void.Khaos
4. Nexvs Diaboli
5. Katabasis
6. Lord of the Void (Archgoat cover)


MORTUARY DRAPE
Sono passati circa tre anni da quando ho visto i Mortuary Drape qui in Capitale, in occasione di un bel concerto che li ha visti protagonisti insieme a Venom Inc. e Vital Remains (report qui), ma sono entusiasta di rivederli finalmente da protagonisti e, soprattutto, alla luce di un set davvero senza precedenti.
In tutte le volte che li ho visti anche all’estero (come in occasione dell’ultimo Nuclear War Now! Festival a Berlino), il gruppo si è sempre distinto per un’assoluta professionalità nel condurre la performance, essendo in grado di ricostruire tutto l’impalcato sinistro e macabro dei loro pezzi. Ma l’adrenalina, se possibile, questa sera sarà a livelli ancora più alti dato che siamo pienamente coscienti di ascoltare nella sua interezza All The Witches Dance, disco maledetto uscito nel 1994. Primordial, infatti, interrompe l’intro agghiacciante ma al tempo stesso seducente, per portarci dritti nel vivo del concerto. La furia si scatena nel parterre, che esplode in una partecipazione violenta che si placherà solo nei brevi momenti in cui i pattern musicali concedono intermezzi più cerimoniali.
La voce riverberata e lugubre del frontman Wildness Perversion racconta di riti occulti di necromanzia, evocando terribili atmosfere nelle quali ci sentiamo completamente immersi, grazie al fatto che la particolarità dei Mortuary Drape sta anche nell’aver gestito con gusto l’aspetto più sulfureo e vizioso, sia con melodie più pesanti ed aggressive, che con hooks che agganciano l’ascoltato rendendo i pezzi più catchy.
E’ il caso, ad esempio, di Tregenda (Dance in Shroud), una vera e propria pietra miliare, di tutto il disco ma in generale di tutta la produzione dei Mortuary Drape, dove è praticamente impossibile non unirsi in un coro deviato a suon di " Solve at Coagula... Solve at Coagula.../All the witches dance".
Un altro momento di climax si raggiunge anche durante Medium Mortem, un brano davvero emozionante da ascoltare finalmente dal vivo, con quei riff di basso sinistri che mettono letteralmente i brividi. Ma la serata è ancora lunga e veniamo di colpo proiettati nella seconda parte del concerto, che vede l’esecuzione di una bellissima cover dei Mercyful Fate, a cui fa seguito tutto Into The Drape. Nel momento stesso in cui se ne rende conto, il pubblico si abbandona in un ultimo, disperato pogo, che sembra coagulare tutte le sensazioni che ci hanno accompagnati durante il concerto, che adesso tentano di manifestarsi con maggior aggressività. Sarà difficile non subìre qualche spinta, ma il tutto è a corredo perfetto di un vero e proprio bagno di folla da cui verranno investiti i piemontesi quando Wildness Perversion chiude il suo leggìo, sancendo la fine del live.

Al termine del concerto siamo esausti, ma consapevoli di aver assistito ad una performance storica che, se possibile, ha superato le già alte aspettative. Semplicemente memorabile.

MORTUARY DRAPE SETLIST
1. Primordial
2. Astral Bewitchment
3. Funeral Chant
4. Larve
5. Tregenda (Dance in Shroud)
6. 13th Way
Intro (Chain)
7. Medium Mortem
8. Occult Abyss

--- Encore ---
9. Nightmare Be Thy Name (Mercyful Fate cover)
10. Mother
11. Crepuscolar Whisper
12. Moon
13. Zombie
14. Vengeance From Beyond



Doomale
Sabato 18 Maggio 2019, 16.49.42
4
Mi spiace però causa lavoro in notturna, non avervi partecipato...anche se verso quell'ora son passato davanti il TRAFFIC e non ho visto grossa affluenza. Vabbè, poco importa. L'ultima volta al Branca son stati fantastici e mi auguro anche senza occasioni speciali, di rivederli da Headliner. Li conobbi grazie ad un mitico concerto al Castello ( Borgo Pio, Roma centro..gira ancora il VHS su youtube) tanti e tanti anni fà e da allora sempre molto rispetto per loro.
Voivod
Sabato 18 Maggio 2019, 11.59.35
3
Visti mesi fa a Bologna: ok, non ascolto molta musica estrema, ma questi qui dal vivo spaccano!
Immolazione
Venerdì 17 Maggio 2019, 13.28.27
2
Mortuary Drape incredibili, patrimonio italiano nel mondo. Thecodontion fighi, peccato per i suoni ma credo che una band black death con due bassi, senza chitarre e testi sulla preistoria sia qualcosa di unico
Doomale
Venerdì 17 Maggio 2019, 12.54.10
1
Puro Culto.
IMMAGINI
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locandina del concerto
ARTICOLI
16/05/2019
Live Report
MORTUARY DRAPE + SERPENT RITUAL + THECODONTION
Traffic Club, Roma, 09/05/2019
 
 
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