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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Ultimo live a Bowling Green, Tratto da una storia vera - La Recensione
22/05/2019 (2181 letture)
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Già. Dave morì da solo. Come un cane. In uno squallido cesso di un fottutissimo treno della South West Transit. In vena aveva un ago, la sua ultima spada.
Queste sono le concise parole che aprono il secondo romanzo di Mariano Fontaine e Cristiano Mastrangeli, Ultimo Live a Bowling Green -edito dalla storica Albatros. Ed è sin dall’incipit che, senza mezzi termini e con il lessico incisivo e paratattico caratterizzante il resto della trama narrativa, si intuisce la voglia di mettersi a nudo ed in gioco, ancora una volta. La traslazione della location in una sorniona cittadina di provincia statunitense e l’uso di nomi fittizi fungono difatti da espediente narrativo utilizzato dagli autori per riversare tra le righe la loro lunga esperienza nell’underground centro-meridionale degli anni Novanta: espediente che ci viene svelato tanto dal sottotitolo (Tratto da una storia vera), quanto dalla dedica che precede l’antefatto. La brevità del testo, l’apparente ingenuità di alcune soluzioni -un lettore frettoloso difatti, nello sfogliare il libro, potrebbe ritenere che vi sia un eccesso di spazi bianchi- e l’intreccio inizialmente piuttosto semplice, potrebbero trarre in inganno i più; soltanto la conoscenza del finale ed uno sguardo complessivo sulla lettura appena completata sono in grado di restituire appieno la studiata furbizia di alcune scelte. Nel seguire le tumultuose vicende dei giovani Nationfire, spinti da un lato dal desiderio di prender di petto il bigottismo della loro terra natia con temi controversi ed uno stile di vita dedito ad ogni sorta di eccessi e, dall’altro, dall’esigenza di far della musica una professione, si ha inizialmente una sensazione di déjà-vu, suscitata dalla presenza di qualche cliché qua e là. Man mano che veniamo trascinati nell’abisso torbido in cui si avviluppano e complicano le vicende esistenziali dei nostri, l’intreccio acquista spessore: nulla è ciò che sembra, figure inizialmente stereotipate iniziano a risplendere di luce propria in cammini più o meno riusciti di redenzione. E la suddivisione in paragrafi minuti, ciascuno accompagnato da un titolo, non restituisce altro che l’andamento di una suite, o, ancor meglio di un disco grunge/metal a tinte punkeggianti, lo stesso genere che i Nationfire praticano sul solco di mostri sacri quali Nirvana, Sex Pistols e primi Napalm Death. Non mancano inoltre interessanti coordinate storiche, che rendono accurato e credibile il dispiegarsi degli eventi. Il pedissequo ordito che avviluppa arte, vita, fragilità esistenziale ed esigenza espressiva trova il proprio culmine negli allucinati capitoletti finali, nel quale un vero e proprio twist inaspettato costringerà il lettore a focalizzare retrospettivamente l’intera vicenda. Ci troviamo dunque non tanto dinanzi un romanzo sulla musica, ma un romanzo nella musica: le braccia di Euterpe cingono ad ogni riga -e tra le righe- i personaggi sospesi tra realtà e finzione, e ne determinano il destino in 146 pagine che scorrono avvincenti e mai prolisse -bensì a tratti fin troppo stringate. Se state cercando un romanzo che trasudi passione per il metal da tutti i pori, agile e conciso, Ultimo Live a Bowling Green vi terrà indubbiamente buona compagnia per qualche ora.
::: ::: ::: RIFERIMENTI ::: ::: ::: AUTORE: Mariano Fontaine con Cristiano Mastrangeli TITOLO: Ultimo live a Bowling Green, Tratto da una storia vera EDITORE: Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma, 2019 N° PAGINE: 146 PREZZO: € € 12,00
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