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METAL FOR EMERGENCY - Filagosto Festival, Filago (BG), 04/08/2019
07/08/2019 (3343 letture)
La sensazione che qualcosa di importante stia per accadere la si respira già arrivando a Filago e vedendo la coda di macchine che si va distendendo all’ingresso dell’enorme area parcheggio creata a fianco dell’arena concerti e parallela a Via delle Industrie, sulla quale per l’appunto campeggia un enorme e abbandonato casermone industriale. Il contrasto tra l’area verde del Filago Festival, già carica di energia e attese, rispetto al fondale che sembra preso di peso dalla copertina di World Demise degli Obituary non potrebbe essere più forte. Entriamo subito e comodamente nell’arena concerti: i Klogr sono già sul palco e notiamo fin da subito che alle cinque e mezzo il pubblico è piuttosto numeroso -anche se rispetto allo spazio a disposizione, siamo ben lontani dall’immaginare il pienone serale. Tempo per buttare una rapida occhiata e notare l’enorme tendone sotto il quale troviamo la pizzeria/birreria con tante file di tavoli e panche all’ombra e, dal lato opposto, un’altra postazione birra, cocktail, il merchandising ufficiale, i banchi alimentari e anche un banchetto dello spritz e altri che al momento non identifichiamo. Ci rechiamo immediatamente sotto il grande palco, che lancia la sua ombra sui presenti, sottraendoci al caldo e alle mosche. Eccoci al Metal for Emergency!

KLOGR
Purtroppo, consapevoli dell’orario di apertura e della lunga strada da Firenze, avevamo già immaginato che avremmo perso l’esibizione dei Klogr, con nostro dispiacere. In effetti, quando finalmente prendiamo posizione, Rusty annuncia l’ultimo brano della scaletta. Troppo poco per dare una qualunque valutazione, che limitiamo quindi ai suoni che sembrano assolutamente buoni e alla band che va scioltissima, con grande professionalità e capacità di tenere il palco. Molto interessante in tal senso l’appello a favore di Sea Sheperd, organizzazione che si occupa della salvaguardia delle specie marine dalla pesca forsennata e abusiva e l’altrettanto corretto invito a sfruttare le enormi potenzialità di internet per informarsi in profondità sulla realtà che ci circonda. Band che resta tra le più interessanti del panorama italiano e a cui ci ripromettiamo di riservare attenzione nelle prossime occasioni dal vivo.
L’attesa per il cambio palco è utile per compiere una ricognizione completa dell’arena concerti, con la parte conclusiva nella quale troviamo altri stand di merchandising e un enorme tendone che fa ombra per numerose postazioni a sedere e altri tavoloni. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e, tolta la sete, torniamo sotto il palco.

KILLIN’ BAUDELAIRE
La curiosità per l’esibizione delle Killin’ Baudelaire c’è, visto che sembrano proporre un qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre band in scaletta e si tratta di un gruppo relativamente giovane, formato nel 2015 e che all’attivo per il momento un solo EP (Tastes Like Sugar) uscito nel 2016, in attesa del rilascio dell’album di debutto previsto per quest’anno. Purtroppo, diremo subito che l’esibizione ha lasciato più di qualche dubbio: anzitutto e questo naturalmente non può essere additato alle ragazze, i problemi tecnici sono stati molteplici, tanto da costringere a metà concerto ad una pausa forzata, riempita al meglio coinvolgendo il pubblico. Inizialmente, in particolare i suoni della chitarra di Martina “Nixe” Riva sono apparsi davvero sballati e brutti e la sensazione non è migliorata fin quasi alla fine dell’esibizione. Inoltre, la band è apparsa forse anche comprensibilmente molto legata dall’emozione, con più di qualche errore di esecuzione e una perdurante sensazione che la strada da percorrere sia ancora tanta. Questo vale anche per la proposta musicale che sembra coniugare una base fortemente influenzata da Rage Against the Machine e Guano Apes, con una ricerca melodica piuttosto marcata delle linee vocali di Martina “Cleo” Ungarelli, la quale deve potenziare lo spessore del proprio screaming, ma mostra buoni fondamentali e una bella timbrica sul pulito. Gli inserti di piano e archi al momento sono poco più che incastrati negli arrangiamenti, senza una reale funzione compositiva, se non in latenza per il futuro e, al momento, si respira ancora un’aria piuttosto acerba. Niente da dire sulla sezione ritmica di Alice “Lane” Pandini ed Elisa “Helly” Montin. In particolare, quest’ultima si segnala per la bella “pacca” dietro le pelli. In conclusione, una band che ha del potenziale e che, inutile negarlo, ha tutte le carte in regola per attirare l’attenzione, come testimoniato dal calore del pubblico del Metal for Emergency, che deve crescere. Da rivedere in futuro, in attesa del primo album.

METHEDRAS
Il cambio di atmosfera rispetto all’esibizione precedente non potrebbe essere più netto e con i Methedras (che peraltro hanno prestato meritoriamente il loro drumkit alle band precedenti), possiamo dire che il festival entri davvero nel vivo. Il pubblico che nel frattempo sta diventando davvero numerosissimo e arriva già a lambire il mixer, si accorge subito che la bestia è scatenata e che l’esibizione è di quelle da ricordare. Forti dell’ultimo ottimo The Ventriloquist, i Methedras semplicemente non ne hanno per nessuno e martellano i presenti col loro furioso thrash/death offrendo una prestazione di alto spessore. Perfettamente a loro agio sulle assi di un palco così importante e davanti al pubblico delle grandi occasioni, i quattro aizzano la folla a più riprese ottenendo un riscontro calorosissimo e anche una bella serie di partecipati e polverosissimi circle pit. Onore al merito ad un Claudio Facheris dominatore del palco e maestro di cerimonia che conduce gli astanti in mezzo alla gragnuola di colpi inferti dai compagni di band, col proprio screming/growl che ricorda quello di Chuck Billy. Assolutamente impeccabile in ogni caso la prestazione tecnica dei musicisti, confortati da dei suoni bilanciati e potenti, che non sacrificano la chitarra di Daniele Colombo, molto definita anche in fase solista. La scaletta pesca invariabilmente da tutta la discografia dei lombardi, che giustamente piazzano nella prima parte un tris di bastonate da The Ventriloquist, per poi tornare nella seconda parte sul materiale precedente. Sul finale spazio anche per la chicca Vermination che viene presentata come una piccola sorpresa riservata al Metal for Emergency e, anche in questo caso, corretto e accorato (e anche sboccatissimo) appello per sostenere l’associazione e per fare davvero la differenza. Trionfo puro quello dei ragazzi, che alla fine coronano l’esibizione con la foto di rito davanti ad un pubblico festante e lo ribadiamo, già a quest’ora, decisamente numeroso.

SETLIST METHEDRAS
Subversion
A Deal with the Devil
Sham Knockout
Stab Me Again
Deathocracy
Flag of Lie
Vermination
Brawl


SKANNERS
Vista l’immediata vicinanza con l’area ristorazione e la grande affluenza di pubblico, decidiamo di approfittare del cambio palco per comprare qualcosa e rifocillarci. La fila per birra e maglietta ufficiale del festival è piuttosto veloce, ma qua compiamo un errore strategico fondamentale, infilandoci nella coda per il cibo che si rivelerà invece mortale. Purtroppo, occorrerà più di un’ora per addentare finalmente qualcosa e questo danneggerà inevitabilmente la visione degli altoatesini Skanners che invece, a giudicare da quanto sentiamo, sono montati sul palco con l’intenzione evidente di sbranare il pubblico del Metal for Emergency facendo valere tutta l’esperienza e la qualità della propria musica. E’ in particolare impressionante la prestazione di un Claudio Pisoni per il quale il passare del tempo sembra solo sinonimo di crescita continua e affinamento vocale: il cantante regge non solo benissimo la distanza del concerto, ma cresce canzone dopo canzone, arrivando sul finale con una potenza e degli acuti notevolissimi. Parlando di brani, perfetta la resa della potente Factory of Steel ed esaltante il chorus di Rolling in the Fire, mentre è pura poesia la chiusura con le mazzate di Starlight e l’inno Hard and Pure. Onore al merito alla band altoatesina che quando le occasioni contano, risponde sempre lasciando il proprio segno. Dispiace infatti non poter rendere miglior servizio agli Skanners che col loro heavy aggressivo e dinamico hanno davvero conquistato tutti gli astanti e le braccia alzate a fine esibizione di un’arena ormai piena non possono che confermarlo appieno.

DESTRAGE
La curiosità nei confronti della band milanese è palesemente alle stelle. Il gruppo che col recentissimo The Chosen One ha confermato le proprie altissime ambizioni, è senza dubbio una delle realtà più interessanti, originali e personali che siano emerse negli ultimi anni e non parliamo del solo livello nazionale, perché le qualità messe in mostra finora vanno ben oltre i ristretti e mai troppo grati confini patri. I cinque si impossessano del palco molto rapidamente e fin da subito mostrano anche nel look la loro alterità rispetto al tipico abbigliamento metal: Paolo Colavolpe e Federico Paulovich sfoggiano infatti un abbigliamento da rapper, con magliette da basket e capellino da baseball girato il primo, lunghissimi dreadlocks il secondo. Quasi hipster invece Matteo Di Gioia sulla destra del pubblico, mentre più compassato il compagno d’ascia Ralph Salati sulla sinistra; si fa infine notare per i Km fatti sul palco e per i tasti fluorescenti del suo basso, Gabriel Pignata. Al di là delle notazioni stilistiche, completate dalle presentazioni e dalle movenze hip hop di Colavolpe in un florilegio di Raga e Ci stiamo o no?, che esaltano la “milanesità” del gruppo, è ovvio che i cinque intendono stracciare ogni barriera stilistica e compositiva e quasi umiliare tecnicamente ogni concorrenza. La padronanza strumentale del quintetto è quasi imbarazzante e se è vero che qualche finezza, in particolare del lavoro delle due chitarre, finisce un po’ per perdersi nell’orgasmo dell’esibizione dal vivo, la sensazione è che questi ragazzi suonino a livelli stratosferici e, forse, anche troppo. Se infatti, per chi non è già avvezzo ai loro contorsionismi strumentali che fagocitano e risputano alternative, numetal, math, prog, djent e quasi ogni altra cosa, con Colavolpe che passa con una disinvoltura degna di un Mike Patton dal growl al pulito, i primi brani sono un filotto che lascia letteralmente di stucco, da At the Cost of Pleasure si comincia ad intuire che compositivamente c’è qualcosa di ben più profondo che non la sola esaltazione tecnica e la ricerca dell’effetto straniante. Eppure, è indiscutibile che l’ascolto sia piuttosto impegnativo e che si arrivi alla fine dell’esibizione sì esaltati, ma anche piuttosto provati dalla mostruosa prova strumentale e tecnica dei Destrage. In questo senso, la maggior compattezza dei brani di The Chosen One sembra essere una scelta intelligente, che non ha affatto sacrificato la complessità delle composizioni, ma ha ridotto al necessario tutto il resto. Non sono mancati a dire il vero momenti di puro sfogo fisico e anche durante la loro esibizione i circle pit sono stati devastanti e ripetuti, col pubblico in letterale visibilio e in costante supporto della band, la quale da par suo, oltre che la qualità strumentale dimostra una grandissima capacità di tenere il palco e interagire alla grande con i presenti, coronata da un autoironico “chi non salta è un fottuto milanese” prima del pezzo finale. Insomma, se ci fossero dubbi, tutte le premesse iniziali vengono letteralmente polverizzate dalla clamorosa prestazione dei cinque. Strepitosi e vincitori senza dubbio della giornata, nonostante le ottime prestazioni delle band precedenti e quella degli inossidabili Anthrax.

SETLIST DESTRAGE
The Chosen One
Mr. Bugma
Double Yeah
My Green Neighbour
At the Cost of Pleasure
Symphony of the Ego
Hey, Stranger!
The Chosen One
Destroy Create Transform Sublimate
About That
Don't Stare at the Edge
Purania
Jade’s Place


ANTHRAX
Alle ventidue e trenta in punto, con un pubblico che definire torrenziale è davvero troppo poco, per numerosità e calore, è finalmente tempo di celebrare l’apoteosi della giornata. Compito difficile per gli Anthrax quello di chiudere un festival decisamente in ascesa continua, ma la verità è che i newyorkesi sono talmente padroni della situazione da apparire assolutamente a loro agio e pronti ad onorare il loro ruolo di headliner al meglio delle proprie possibilità. Curioso ma graditissimo l’intro con l’intera The Number of the Beast sparata a mille (sarà un omaggio alla Doctor Doctor che ormai da anni i Maiden utilizzano per i loro intro?), col pubblico che intona il brano e poi viene letteralmente travolto dall’arrivo sul palco della band che parte a razzo con Caught in a Mosh. Si nota fin da subito un bilanciamento dei suoni assolutamente perfetto e migliore di tutti i precedenti, ma anche un volume leggermente più basso. Il che, a dirla tutta, se all’inizio lascia un po’ sorpresi, con l’andare del concerto permette di apprezzare e godere al meglio le qualità strumentali di una band che ha fatto storia e sembra non aver ancora smesso di divertirsi. A dirla tutta, mentre il resto del gruppo sembra decisamente in palla, il povero Joey Belladonna dà l’impressione di essere praticamente afono sin dal primo pezzo e questo naturalmente non sembra molto promettente per il resto del concerto. Ma non c’è tempo per i dubbi, perché in sequenza arrivano due pezzi da 90 come Got the Time e Madhouse che Belladonna invita tutti ad intonare con ottimi risultati. Il cantante dà veramente l’anima sul palco, intrattenendo e interagendo al massimo col pubblico, quasi a compensare la non eccelsa condizione canora e alla fine vince qualsiasi resistenza, ammesso che ce ne fosse qualcuna. La verità è che tutti sono qua per divertirsi e con gli Anthrax è praticamente impossibile non riuscirci. Da segnalare in mezzo a tutto il resto, la prestazione clamorosa di Charlie Benante: un batterista davvero fantastico, che esalta al massimo i ritmi “rimbalzoni” dei compagni di band. La scaletta è in pratica un filotto di classici e se il pubblico viene nuovamente invitato a sgolarsi su I Am the Law, Belladonna fa del suo meglio per gestire Medusa e Now It’s Dark, per poi scatenare ancora il pubblico con la liberatoria Efilnikufesin (N.F.L.) che letteralmente non fa prigionieri. Cambio deciso di atmosfera con Hymn 1 che fa da preludio ad In the End; aperto dal lugubre rintocco di una campana Il pezzo conferma di essere una delle migliori composizioni in assoluto realizzate dalla band nella sua carriera e col suo mood oscuro e doomeggiante, pur nel solco del classico thrash, costituisce una piacevole coloritura in mezzo ad una scaletta composta praticamente in totale da brani classici. Anche qua Belladonna fa del suo meglio e riesce a portare a casa il brano, anche se non proprio in maniera esaltante. Ancora più difficile per lui la resa della fenomenale A.I.R., introdotta da un breve discorso del sorridente Scott Ian che presenta al pubblico la “più stupida delle domande” (parole sue), ovverosia: “vi piace il thrash metal?” Risposta inevitabilmente scontata e pezzo forsennato che scatena nuovamente il circle pit di un entusiasta pubblico che non sembra rassegnarsi al saluto del gruppo che lascia il palco dopo un’ora e un quarto di esibizione. Infatti, ecco che dopo poco i cinque riprendono possesso dello stage e regalano il più classico degli encore con la cover di Antisocial, intonata da tutti i presenti e si congedano in un tripudio di colonne di vapore con la fantastica Indians.
Peccato per una scaletta forse appena breve, che esclude tantissimi brani fondamentali come Metal Thrashing Mad e Among the Living, ma evidentemente forse per le condizioni vocali di Belladonna o forse perché comunque siamo ormai alle porte della mezzanotte, il buio cala sul palco definitivamente, lasciando tutti più che felici per l’esito di un festival davvero riuscito e che ha soddisfatto tutti i numerosissimi presenti.

SETLIST ANTHRAX
The Number of the Beast (Intro)
Caught in a Mosh
Got the Time
Madhouse
Be All, End All
Breathing Lightning
I Am the Law
Medusa
Now It’s Dark
Efilnikufesin (N.F.L.)
Hymn 1
In the End
A.I.R.

----- Encore -----

Antisocial
Indians


UN NUOVO STATUS
Gli organizzatori avevano più volte annunciato che quest’anno la volontà per il Metal for Emergency era quella di arrivare al livello dei più famosi festival continentali e, almeno a livello di partecipazione, incredibilmente elevata, l’obbiettivo può dirsi pienamente raggiunto. L’amplissima e comoda area parcheggio, le notevoli attenzioni in termini di zone d’ombra, ampiezza delle aree ristoro, stand e quant’altro facesse da contorno al concerto, confermano la volontà di offrire qualcosa di più e di meglio. L’arena concerti ottenuta all’interno del Filagosto Festival che, citando gli organizzatori, “ha trasformato un'area piena di rovi” in un luogo tutto sommato confortevole e ben più che apprezzabile. Questo non significa che non ci siano evidenti margini di miglioramento: che fino a qualche giorno prima la situazione fosse quella descritta è piuttosto evidente, con le radici dei cespugli che affioravano ovunque, così come qualche mozzicone di alberello; il terreno diseguale e pronto a trasformarsi in un’arena di fango, nel malaugurato caso di pioggia e un’evidente sensazione di “non finito”, per quanto attrezzato al meglio, compresi anche numerosi bagni chimici, fa pensare che ancora si può lavorare. Ma ed è un ma grande come una casa, il punto di partenza è davvero buono ed è assolutamente nella giusta direzione per superare tutti i classici limiti dei festival estivi italiani: ovverosia location improvvisate, disorganizzazione al massimo livello, suoni pessimi per tutto l’arco della giornata, totale noncuranza del benessere dei presenti e palese insufficienza delle forniture, in cambio di prezzi il più delle volte criminalmente alti, rispetto alla qualità del prodotto offerto. Probabilmente, neanche gli organizzatori si aspettavano un’affluenza così elevata e questo è senz’altro motivo di orgoglio, che letteralmente fa guadagnare un nuovo status al Metal for Emergency e che merita un grande plauso a loro e al Filagosto Festival che ha ospitato questa giornata memorabile. Da questo 4 agosto, è lecito alzare notevolmente le aspettative per un evento che ci auguriamo continui a crescere, anche senza forzare troppo la mano, ma con coscienza e voglia di migliorarsi. Si può fare.
Ultima nota per la qualità delle esibizioni: parliamo di band unicamente italiane, in supporto ad un headliner straniero di grande pregio. Ebbene, possiamo essere più che fieri del livello di queste e di tante altre band che vedremmo volentieri sul palco del Metal for Emergency e questo è un gran bel segnale che l’Italia finalmente è in grado di dare al resto d’Europa e del mondo: siamo alla terza generazione metallica e il livello si sta alzando clamorosamente. Forse arriviamo ormai fuori tempo massimo per il metal in generale, a livello di grandi numeri, ma ci siamo e alla grande. Se c’è pubblico, avremo davvero tutti gli elementi per una scena di livello superiore e sarebbe anche l’ora.



Interiors
Sabato 7 Settembre 2019, 16.51.19
23
Grandi ragazzi!! Anthrax rules anche se Belladonna faceva davvero fatica!!
ObscureSolstice
Sabato 24 Agosto 2019, 19.19.32
22
Anthrax e Destrage gratis: bisogna solo ringraziare
Korgull
Sabato 24 Agosto 2019, 19.15.11
21
I Destrage sono un gruppo meraviglioso, non somigliano proprio a nessuno, hanno la sfiga d'essere italiani altrimenti dominerebbero la scena da anni
Dark
Sabato 24 Agosto 2019, 15.11.57
20
I Destrage sono attualmente il gruppo italiano più originale e apprezzato all'estero, solo [edit: niente insulti, grazie] può denigrarli accusandoli di copiare i Rage against the machine. No comment, vi meritate gli Skylark
Lorenzo
Sabato 24 Agosto 2019, 14.48.07
19
skanners bravissimi destrage mai sentita musica piu brutta in vita mia, sono la brutta copia di rage against the machine
Masterburner
Mercoledì 21 Agosto 2019, 12.08.56
18
Immensi gli Skanners, Pisoni mi ha davvero impressionato... peccato non abbiano fatto brani da Pictures Of War! Belladonna sel l'è cavata di mestiere, ma davvero ce l'ha messa tutta!
alberth86
Martedì 20 Agosto 2019, 17.44.00
17
da annoverare, l'omaggio ai Pantera da parte degli Anthrax, con il riff di "cowboys from hell" prima dell'inizio di "caught in a mosh" ed anche a chiusura concerto!
Hellion
Mercoledì 14 Agosto 2019, 22.09.20
16
Bellissima serata...
Beta
Martedì 13 Agosto 2019, 14.02.04
15
Bel report, mi fa piacere leggere che sia uscito un bel festival e che sia in verosimile miglioramento. Quest'anno per vari motivi non sono andata, anche se ci avevo fatto un pensiero, credo che negli anni a venire cercherò di andare.
AL
Martedì 13 Agosto 2019, 1.23.46
14
Festival che ha fatto davvero dei passi da gigante. Mi ricordo le prime edizioni nel campo sportivo di Cenare Sopra. Quest'anno davvero molto professionale e risolti alcuni problemi di code chilometriche avuti un paio di anni fa con cibo e bere. Complimenti agli organizzatori.
SkullBeneathTheSkin
Lunedì 12 Agosto 2019, 20.46.22
13
Sono contento che abbia avuto successo, spero ne abbia ancora di più in futuro. Leggo di una buona organizzazione ed immagino che in qualche modo ci abbiano "creduto" anche gli Anthrax... un risultatone.
Lizard
Lunedì 12 Agosto 2019, 15.46.06
12
Un po' di colore e' sempre apprezzabile
GHOST RIDER
Lunedì 12 Agosto 2019, 15.21.24
11
Mi scuso per la parte sboccata dell'appello, ma ero davvero troppo carico per trattenermi ahahahah... Cmq grazie mille per le tue belle parole e felice che il nostro show ti sia piaciuto
Icio
Lunedì 12 Agosto 2019, 7.19.49
10
Grande Gino. Grande Metal for Emergency. Complimenti per Bill ed organizzazione !
Awake
Domenica 11 Agosto 2019, 23.00.15
9
Che avevi detto su Gino Strada e su Emergency?
darrell75
Domenica 11 Agosto 2019, 21.24.19
8
bellissimo concerto, buone le band italiane e poi a Bergamo!! Unica pecca l'organizzazione per quanto riguarda il cibo, speriamo l'anno prossimo sia piu' veloce !!
tino
Domenica 11 Agosto 2019, 21.14.41
7
Condivido il vostro appoggio. Gino un grande senza dubbio
Angus71
Domenica 11 Agosto 2019, 20.00.45
6
Buona azione comunque
Lizard
Domenica 11 Agosto 2019, 19.33.38
5
Ciao Angus71, non siamo sponsor, ma con grande piacere "semplici" media partners
tino
Domenica 11 Agosto 2019, 17.57.33
4
E' sicuramente stata una bella giornata, poi gli anthrax come headliner sono perfetti per eventi del genere. Strano che belladrini non sia stato in palla, un mese fa all hellfest e' stato mostruoso, concerto ufficiale visto su youtube
Angus71
Domenica 11 Agosto 2019, 17.41.02
3
A parte le polemiche, non sapevo metallized fosse tra gli sponsor. \m/
Halo
Sabato 10 Agosto 2019, 16.28.20
2
Non posso giudicare la qualità dei servizi offerti (tranne lo spettacolare, immenso parcheggio) poichè giunto sotto al palco alle 17 non mi sono più mosso da lì. Però che belle band quest'anno, ho gradito la proposta musicale di ogni gruppo. E poi gli anthrax sempre divertentissimi dal vivo. Complimenti ancora
Ulvez
Sabato 10 Agosto 2019, 10.55.44
1
mi associo ai complimenti all'organizzazione del fest, davvero fatto bene (e far suonare gli Anthrax a un festival gratuito non è cosa da poco!). peccato solo che Belladonna non fosse molto in forma, ma sono riusciti comunque a regalarci un concerto di quelli belli.
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