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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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HIDEOUS DIVINITY + GUESTS - Ekidna, Carpi (MO), 01/02/2020
04/02/2020 (2406 letture)
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L'Ekidna di Carpi è pronto ad ospitare una serata tutta nostrana con band sia giovani che ben rodate. Gli headliner Hideous Divinity hanno scelto la provincia di Modena prima di imbarcarsi per un tour in America di supporto ai Vader. Aspettando l'inizio del concerto faccio un giro per il locale, che offre al pubblico musica d'attesa con brani che variano dal prog al nu-metal. Dopo l’immancabile tappa al merch per l’acquisto di una maglietta, le danze possono iniziare.
KAMION Con un po' di ritardo sulla tabella di marcia (che si protrarrà per tutta la serata), i primi a salire sul palco sono i trevigiani Kamion. Il gruppo non suona death metal ma un onesto hard’n’heavy. Questa scelta di far aprire le danze ad un genere veramente diverso dal mood della serata è stata apprezzata dal sottoscritto: se da un lato è vero che la band ha un solo album all'attivo, bisogna ugualmente constatare che il gruppo è composto da musicisti di buon livello, capaci di far divertire l'ancora scarso pubblico dell'Ekidna. La band di Treviso estrae brani dal debut album Gain. Gli strumenti sono perfettamente calibrati e permettono di far percepire ogni pezzo senza mancanza o sovrabbondanza di suoni. Il set procede liscio fino all'ultimo pezzo, durante il quale la band è costretta a ricominciare a causa di un problema della spia del chitarrista Paul. Dopo un rapido controllo, la situazione può proseguire più senza intoppi. Il gruppo saluta l'Ekidna lasciando spazio ai gruppi più “pesanti” della serata.
HUSQWARNAH Si inizia ad andare sul pesante ma non troppo, questo perché a salire sul palco sono gli Husqwarnah, fautori di un onesto melodic death metal. La band è fresca di formazione, ma si sente già l'esperienza dei vari musicisti, tra cui troviamo ex-membri di Sojourner, Atlas Pain e Black Rage. In attesa di entrare in studio per registrare il primo album, il gruppo dispone già di vari pezzi pronti che mi hanno molto preso ‒certo, probabilmente non rivoluzioneranno il genere, ma sia il gruppo che il pubblico appare divertito dai vari brani. Le canzoni proposte appaiono sia tirate come la tradizione Unleashed insegna (vanno citati i brani Melting Face e/o Ignoto1), ma anche rallentati e di chiara scuola Asphyx (ne è un esempio Death Proof). La band abbandona il palco dopo poco più di una quarantina di minuti, lasciandomi veramente curioso di ascoltare la prima prova in studio.
ULVEDHARR Finalmente riesco a vedere gli Ulvedharr, ho sempre ascoltato con piacere i loro dischi e i nostri si presentano al pubblico di Carpi in pompa magna, visto che la band bergamasca sta portando in giro l’ultimo disco World of Chaos pubblicato lo scorso anno da Scarlet Records. Come ad ogni tour di supporto ad una nuova release, i guerrafondai estraggono brani principalmente dal nuovo disco, iniziando con la doppietta What Have We Done? e Death Stare. Durante tutta la durata del set si percepisce l’attaccamento e la dedizione del gruppo nei confronti dei propri brani. I nostri sono ben rodati ed emerge un certo grado di esperienza, veicolato da un death/thrash metal in grado di far scapocciare e divertire. Il gruppo prosegue con Legion per poi pescare dal primo album Swords of Midgard il pezzo War is in the Eyes of Berserker. Il bantante e chitarrista Ark Nattlig Ulv scherza e carica il pubblico senza dimenticarsi di suonare anche un pezzo da Ragnarök, ovvero The Last Winter. Si torna a episodi estratti dall'ultimo disco, quali Cold War e Fire in the Hole. I guerrafondai ci salutano con un ultimo brano prima di lasciare posto agli headliner e buttano in faccia al pubblico l'aggressiva Skjaldborg. Ciò a cui abbiamo assistito è sinonimo di una cosa: non si può negare che i ragazzi hanno fatto gavetta.
HIDEOUS DIVINITY Devasto. Solo con questa parola posso descrivere il set di un'ora che i romani propongono all'Ekidna. I nostri salgono sul palco in tutta tranquillità e, dopo una breve intro, partono subito all’attacco con Deleuzean Centuries, traccia d'apertura del nuovo disco Simulacrum ‒principale fonte delle canzoni proposte questa sera. I deathster appaiono in sincronia perfetta, non sbagliano una nota e tutto suona perfettamente. La sezione ritmica formata da Stefano Franceschini (basso) e da Giulio Galati (batteria) è incredibile: i due si esibiscono in perfetta sincronia e ciò permette ai due chitarristi Schettino e Benedini di offrire al pubblico gli assoli dei vari pezzi, suonati in maniera magistrale. Il più attivo con il pubblico è ovviamente il cantante Enrico “H.” Di Lorenzo, che ad ogni pezzo interagisce con gli spettatori e presenta i vari brani, ma che durante l'esecuzione degli stessi cambia totalmente umore offrendo un'ottima prova sia a livello di growl che a livello di scream. La band offre nel corso della serata anche episodi tratti dai precedenti dischi: è il caso di Ages Die e The Passage (da Adveniens) e The Alonest of the Alone (da Cobra Verde). In poco più di un'ora gli headliner concludono la loro scaletta, scelta da considerarsi azzeccata se consideriamo l’ingente quantità di tecnicismi proposta al pubblico.
Esco dal locale subito dopo la conclusione del concerto senza purtroppo avere l’occasione di scambiare due chiacchiere coi vari membri del gruppo (mi tocca, infatti, affrontare la famigerata nebbia della bassa modenese), ma posso ritenermi soddisfatto dell'ottima serata. Consiglio a tutti di assistere ad un concerto degli Hideous Divinity anche solo per supportare dell'ottimo metal (in questo caso death) nostrano, che può fronteggiare anche i più grandi a livello mondiale.
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