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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ANVIL + HARSH + DISBELIEVER - Legend Club, Miano (MI), 10/11/2022
15/11/2022 (1112 letture)
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Se si dovesse stilare una classifica dei pionieri dell’Heavy Metal, l’inserimento degli Anvil sarebbe addirittura lapalissiano. Per collocazione temporale, qualità della proposta e ampissimi riconoscimenti nell’ambiente i canadesi hanno rappresentato una delle principali influenze per le più grandi band di lì a venire. Con tali premesse potevamo mancare? Certo che no, ecco a voi il racconto.
DISBELIEVER Lo show inizia in anticipo rispetto al cartellone, quand’ecco fuoriuscire dalle tenebre questo portentoso quintetto pisano dedito a un gothic/doom di considerevole fattura. In rigorosa tenuta goth, per tessere le loro intricate trame si avvalgono di chitarre Jackson/Harley Benton in congiunzione con Mesa Boogie e Line 6, basso Spector supportato dal glorioso Gallien-Krueger mentre la batteria risulterà in condivisione coi successivi Harsh. Il tessuto sonoro creato dai nostri è energico, vibrante e dinamico con una proposta che brilla per varietà passando da ritmiche vigorose ad altre più fosche. Dotati di ottima tecnica, precisi come orologi svizzeri (evidente frutto di anni di sudore in sala) raffigurano l’ennesima riprova dell’elevato spessore della scena nostrana ed hanno aperto nel migliore dei modi una serata che già si preannunciava mirabile. Estremamente convincente la prova del cantante, ideale anchorman il quale si destreggia tra timbri profondi finanche squillanti. Curiosa la dislocazione del palco, con tutti i musicisti posizionati sulla stessa linea orizzontale. Pollice in alto.
SETLIST DISBELIEVER 1. Icon 2. Screams 3. Reflections 4. The Last One 5. Shadow Life
HARSH Tuffo negli anni ’80 col giovane quartetto francese degli Harsh, fautore di un hard rock sanguigno, con svariate venature melodiche, di chiara matrice Guns N' Roses. Salgono sul palco con inconfondibile look hippie/glam e fin dalle prime note si fanno apprezzare per tecnica freschezza e affiatamento. Vi sono tutte le avvisaglie per un’esibizione spassosa, e così sarà! Scanzonati e divertenti, il cantante Albert Arnold, che si rileva buon showman, si diletta in saluti in italiano e proclama essere la loro prima volta in suolo italico. A metà spettacolo Arnold e il secondo chitarrista Séverin Piozzoli duellano a suon di fraseggi di stampo classico eseguiti con gran perizia dopodiché parte l’immortale cover degli Steppenwolf… stiamo ovviamente parlando di Born to Be Wild in versione abbastanza fedele all’originale ma rimodernata, fatta salva la parte solistica. Seppur nel complesso si tratti di materiale audio/visivo che non si discosta da canoni visti e sentiti chissà quante volte (tra la tante affinità, non sfugge neanche quella con gli adorabili Steel Panther), il “pacchetto” è ben confezionato, tutto è al suo posto e non da ultimo, come detto, si tratta di ragazzi che uniscono indubbie capacità strumentali ad un discreto appeal tanto da regalare uno show trascinante e affabile sotto tutti i punti di vista. In scaletta non manca neppure la cover Maniac di Michael Sembello parte, ricordiamolo, della colonna sonora del cult movie degli anni ’80 Flashdance. Si segnala il pezzo di chiusura che sfoggia un riff iniziale molto prossimo a Bark at the Moon di sua maestà Ozzy Osbourne. Band da seguire senz’altro in sede live.
ANVIL E finalmente, dopo diversi rinvii, salgono sul trono gli Anvil. La partenza è delle migliori e vede Steve "Lips" Kudlow imbracciare la sua fida October modello Flying V con la quale si tuffa in mezzo al pubblico per scagliare un lancinante assolo di chitarra. L’altro membro storico, il batterista Robb "Robbo" Reiner, si munisce di doppia cassa e tortura le pelli tramite l’impugnatura tradizionale delle bacchette, scelta non comune in ambito metal. Il fido Chris Robertson al basso si avvale infine di un Fender Dimension a 5 corde, strapazzato con l’uso delle dita. Quota 45 anni di gloriosa carriera per una band vecchia maniera che viaggia praticamente col pilota automatico, eppure lo spirito e l’entusiasmo paiono immutati, quale abisso rispetto a talune nuove plastificate offerte. Pochi ed essenziali pedali/effetto per Lips, che utilizza quasi esclusivamente un distorsore in fase solista ed amplificatori combo della Fender, altra scelta non comune ma d’altronde siamo al cospetto di una formazione, per molti versi, fuori dagli schemi! Si nota subito un’invidiabile fisicità di Robertson, che più volte compie salti e piroette di David Lee Roth lontana memoria! Nessuna esitazione nel corso della performance fin quando si arriva ad uno dei momenti più emozionanti: prima di eseguire Free as the Wind, Lips offre una dedica a Lemmy Kilmister e racconta sia il leggendario episodio della sera che Eddie Clarke abbandonò i Motörhead e il giorno dopo il manager chiamò Kudlow chiedendogli di unirsi alla band (il diniego dipese da una scelta di coerenza e correttezza verso i membri degli Anvil) che altri incredibili vicende vissute durante il tour inglese dell’83 con Lemmy&soci. La decima Forged in Fire risulta uno dei pezzi maggiormente apprezzati dalla platea e vede uno dei tanti siparietti del duo Kudlow/Robertson, qui intenti a rincorrersi sul palco (col concreto rischio, per quest’ultimo, di inciampare sui cavi visto che non utilizza il wireless!). Ma non è finita, Kudlow nel bel mezzo di Mothra estrae un vibratore in funzione di plettro e slide nello spazio dell’assolo! Bitch in the Box è un altro episodio particolarmente acclamato dal pubblico mentre sulla terzultima Swing Thing si segnala un gigantesco solo di batteria di Reiner. A degna conclusione di un concerto da incorniciare, ci deliziano con uno dei loro inni più conosciuti, Metal on Metal durante la quale Lips cala nuovamente in mezzo al pubblico e vi rimarrà fino a concerto terminato restando a totale disposizione dei fans. Che dire, l’incudine è ancora rovente, long live!
SETLIST ANVIL 1. March of the Crabs 2. 666 3. School Love 4. Legal at Last 5. Take a Lesson 6. Badass Rock 'n' Roll 7. Winged Assassins 8. Free as the Wind 9. On Fire 10. Forged in Fire 11. Mothra 12. Bitch in the Box 13. Swing Thing + assolo di batteria 14. Ghost Shadow 15. Metal on Metal
CONCLUSIONI Innanzitutto preme fare un plauso al fonico grazie al cui gran lavoro i suoni, nonostante i volumi sostenuti, son risultati cristallini con qualità quasi pari allo studio. Bella cornice di pubblico, di prevedibile età medio alta, e dimensione d’altri tempi, quando c’era più attenzione per familiarità e sostanza, abbiamo finalmente assistito ad un gruppo omerico che sale sul palco e senza tanti fronzoli né salamelecchi suda, suona e si dedica fino all’ultimo secondo ai supporter. Unica pecca, l’anticipo degli orari rispetto alle comunicazioni ufficiali, suscettibile di nuocere, nello specifico, l’esecuzione iniziale.
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10
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Presente alla bella serata e bravi anche i gruppi che l'hanno aperta. Che dire li avevo visti anni fa insieme ai Riot ed anche stasera i nostri hanno suonato molto bene con un Reiner sempre sugli scudi confermo che si sentiva ottimamente e poi la solita disponibilità per autografi su vinili e foto con tutti i presenti. Si davvero un bella serata all'insegna del divertimento e buona musica proprio come una volta. |
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9
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Grandi Anvil, 'RI'visti a Roma due giorni prima. Mitici! |
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8
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Molto d'accordo con @rik. Sono concerti che riconciliano col metal. Prezzo onesto del biglietto, niente fronzoli e metal puro e duro suonato coi conttocazzi. Sugli anvil che dire, band super che ha fatto la storia del genere. Musicisti ma non rockstar. Lips personaggio pazzesco, simpaticissimo oltre che veramente bravo, e che non fa pagare il meet and greet 2000 euro.. ogni riferimento a band ricostituire è puramente casuale.
Un piacere inoltre averlo visto in compagnia di Al e moglie. |
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7
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Da quel che ho letto Reiner da giovane suonava in banda, e questo spiegherebbe la presa tradizionale, peraltro comodissima |
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6
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Visti nel 2019 a Erba niente da aggiungere grandi musicisti, grande musica ma soprattutto persone umili. Anvil never die. |
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5
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me lo sono perso no! loro sono metal 666 fumante era un bel concerto ma non lo sapevo che suonavano |
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4
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Sono importanti questi show improntati alla semplicità e genuini come lo spirito primordiale dell heavy metal. Gli anvil sono sempre stati degli onesti fabbri di metallo. 🤘🎸 |
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3
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Maledetto Covid ! MI ha bloccato a casa e ho dovuto saltare..ma mia figlia è tornata con un sorriso stampato in faccia e le foto con Lips e Robb! grandi Anvil!! |
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2
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bellissima serata. Non mi divertito così tanto a un concerto da un pò di tempo. Peccato l'anticipo sulla tabella di marcia, purtroppo ho perso il gruppo d'apertura. Gli Harsh sono stati un bella sorpresa. Anvil immensi. |
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1
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Come mai risulta un articolo? Pensavo fosse uno split |
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