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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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KILLING TOUCH - Metal, Pop e poppe
26/08/2009 (3292 letture)
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Dopo l’uscita di One of a Kind, a mio parere una delle uscite di settore più interessanti dell’anno, ecco il resoconto di una lunga chiacchierata con tre membri della line-up dei Killing Touch in cui ognuno degli intervenuti ha trovato il modo di dire più di una cosa interessante e, come sempre, senza peli sulla lingua.
Raven: Allora….un album da ascoltare parecchie volte il vostro, molto meditato.
Viossy: hai ragione, Luppi ha un suo metodo di composizione, è tutto nella sua testa, poi per i brani che ha fatto da solo registrava una demo con batteria elettronica e dopo facevamo delle pre-produzioni con lui che aveva già in testa le varie parti degli strumenti. Per quelli fatti insieme partiva da riff miei o di Terenziani che poi venivano rielaborati in maniera accuratissima. Se sentissi le pre-produzioni sentiresti cose molto complesse e vicinissime a quelle definitive. E’ un album molto curato, si, ma volevi dire anche che non è molto immediato?
Raven: Non è che lo volevo dire, l’ho proprio scritto, ma non è una critica, è una constatazione.
Viossy: Si, lo prendo come un complimento, i brani sono lunghi ed articolati e volti a spiegare il concept su La zone morta di S. King, ed è sicuramente molto vario. Non volevamo certo fare canzonette di tre minuti.
Raven: Si tratta di un concept un pò adattato, no?
Viossy: Infatti sul booklet c’è scritto “liberamente adattato”, ci sono due piani narrativi, da un lato la storia, dall’altro le vicende personali del protagonista, il quale viene presentato nel primo brano. Egli entra in coma dopo un incidente e si risveglia con questi poteri e conosce il politico che scatenerà la guerra nucleare, (che nel cd alla fine c’è, abbiamo cambiato il finale), e nei testi si sente che vive il potere che ha sia come dono che come sacrificio, viene insomma approfondito il discorso psicologico.
Raven: Da ciò un lavoro molto visuale.
Viossy: Esatto, è perchè la musica è strettamente correlata ai testi, ci sono momenti rilassanti, altri cattivi, riflessivi, tutto è studiato al millimetro.
Raven: E gli arrangiamenti sono un lavoro di gruppo?
Viossy: Per motivi di tempo le chitarre le ho registrate tutte io dopo un lavoro fatto da me Luppi e Terenziani, che abitiamo tutti a 300 mt. Di distanza, gli arrangiamenti sono quindi nostri, ma principalmente di Luppi, che ha una capacità musicale incredibile, il fatto che componga senza strumenti ti dà una misura di ciò. Abbiamo fatto pre-produzioni con batteria elettronica, ma poi il batterista ha messo il suo. Le chitarre non sono tipicamente Power, ci sono moltissime sovrapposizioni, il basso fa sempre giri diversi, ma sempre in maniera coerente ed ascoltabile. Ogni volta che ascolti il disco scopri qualcosa di nuovo, magari prima poni l’attenzione sulla batteria e solo dopo molto ti accorgi del giro di basso che c’è sotto, e dopo ancora di una certa sovrapposizione di chitarre e così via.
Raven: Bene, sentiamo Luppi adesso. Michele, canzoni scritte in autonomia da te?
Luppi: Eccomi , bè, per questo primo disco mi sono preso carico di buona parte del songwriting e della produzione, non per megalomania, ma per necessità. Volevo un po’ proseguire il filone Vision Divine, non si è deciso nulla a tavolino, ma avendo in mano la patata io, (ed avere in mano la patata è sempre buona cosa – NdR), ho scritto anche i testi, ma se non avessi avuto gli altri, soprattutto Viossy e JT, non sarebbe venuto così bene.
Raven: Quanta libertà esecutiva hanno gli altri musicisti? Ad esempio per i soli.
Luppi: Sarei bugiardo a dirti che lascio completa libertà, ma se uno porta una bella cosa la tengo senz’altro. Le parti di chitarra ritmica le facciamo in due, diciamo che mentre lui suona io faccio si che lo faccia al meglio, il mio è un lavoro di co-pilota. Nei soli Viossy mi sottoponeva le sue cose ed io correggevo dove ritenevo, chiedendo o più melodia o passaggi più Shred, è un po’ come dirigere una orchestra sinfonica, ogni elemento è importante per l’effetto globale. Niente nel Cd non è complementare a qualcos’altro, non è un disco dei Nirvana dove se cambi un tempo di batteria il disco rimane quello, questa è la mia visione musicale, cioè…se devo fare cose alla RHCP non ci metto certo un anno a fare un disco, Qui c’erano già basi solide visto che avevo già fatto dischi Power-Prog, ho sviluppato e migliorato le cose che in precedenza non era stato possibile fare con le altre formazioni o per negligenza, o per motivi di soldi e di tempo. Non ho certo la studio dei Pink Floyd a casa, ma le cose per lavorare allo stato dell’arte ci si sono, qua nessuno è miliardario ed ha i soldi per fare tours come headliner all’estero, però ho a che fare con professionisti con i quali lavorare ore ed ore in studio senza “cuocersi”, senza dispersioni. La nostra equipe –che viene dai Mr. Pig- sfrutta questo affiatamento e queste conoscenze per portare avanti un discorso che non mi sembrava concluso, soprattutto con l’ultimo disco, e dare sfogo alla creatività a prescindere dagli standard.
Raven: Una mia impressione sui brani: riff di base semplici e poi una costruzione del disco per “strati musicali”.
Luppi: E’ proprio il mio modo di lavorare, lavoro molto sul pentagramma in senso verticale, mi piace cioè fare parecchie sovrapposizioni, come dicevi tu, che sono tipiche della musica classica. Questo ha vantaggi e svantaggi, è un po’ come avere un orologio d’alta precisione che però se ti cade in acqua è da buttare, però conserva un valore in sé. One of a Kind ha qualità a prescindere dai gusti dell’ascoltatore, quando si fa musica bisogna dare energia, non semplicemente riempire uno spazio vuoto né fare dimostrazioni sterili di bravura, qui c’è lavoro come può esserci in un disco dei Dream Theatre, esempio di un gruppo dove si capisce bene chi comanda, dove molte parti vengono fatte per valorizzare batteria e chitarre a scapito delle linee vocali che sono subordinate alla parti musicali. Io ho frequentato gente che lavora con loro ed ho capito che vanno un po’ a periodi, come quando al cinema va l’horror e tutti li fanno ed il pubblico va a vedere questi film, sono dischi molto contestualizzati rispetto al momento in cui escono, mentre all’inizio erano più progettuali, una dimensione in cui io mi trovo di più. In OOAK ci sono canzoni architettate e prendibili a sé, tant’è che stiamo progettando versioni acustiche per valorizzare lo scheletro dei pezzi.
Raven: Parliamo di Steel Walking. Io l’ho interpretata più come una improvvisazione che come un brano vero e proprio, troppo lungo nel secondo caso, più comprensibile nel primo.
Luppi: Assolutamente si, non deve essere seguito come ragionamento filato, era solo qualcosa per provare le dinamiche dei microfoni in studio, infatti ci sono molti “forti” e molti “piano”, volevo lavorare a 360° sulla tastiera, poi mi sono detto: ”Bè, vado avanti, magari viene fuori un intro”, poi una sera in un locale prima di suonare l’ho riascoltata per passare il tempo ed ho deciso di inserirla nel disco. Crea contrasto col resto che è studiatissimo ed è l’unico momento della storia in cui il protagonista non sa cosa fare. Alla fine è un pezzo lungo, ma è il disco ad esserlo, e ce ne siamo accorti solo a cose fatte, addirittura abbiamo lascito fuori un pezzo che useremo come bonus più in là. E poi crea stacco.
Raven: Parlami delle vostre mire produttive, di cosa volevate ottenere.
Luppi: Produzione e mixaggio –fatte con Roberto Priori- miravano a fare un disco non dopato, che ascolti a volume molto alto senza fastidio a differenza di molti dischi moderni dove dopo un po’ devi abbassare perché da fastidio per l'effetto Loudness, io ho voluto fare un disco da ascoltare , non da gare di potenza . L’ascoltatore superficiale non farà caso alla batteria vera, al pianoforte vero, ma lo noterà quando tornerà ad ascoltare i dischi come quelli di cui parlavamo prima. Ho cercato di sfruttare le mie esperienze anche nel pop, nella leggera, proprio come conoscenze di psico-acustica, ed è nato un disco sulla carta quasi impossibile, con soluzioni acustiche difficilissime, perché ci vogliono strumenti, attrezzature, editing, lavoro, ma sono soddisfatto anche in proiezione futura, perché sono state fatte tante scoperte apprezzabili confrontando le prime versioni dei brani rispetto a quelle definitive. Ora sto finendo un disco a LA, ma abbiamo intenzione di fare un DVD didattico con versioni prive di certi strumenti in modo che ci si possa suonare e cantare sopra, i cosiddetti Minus One, così ci si accorge di molte soluzioni particolari.
Raven: Magari ne riparliamo a parte e ci tiriamo fuori un pezzo in esclusiva. Intanto hai citato LA, cosa significa?
Luppi: A LA ho fatto un disco due anni fa con Greg Giuffria tra gli altri ed ora sto facendo il secondo capitolo, ma le voci sono incise qua. Dovrebbe essere pronto tra Ottobre e Novembre, è una cosa complementare al metal nata nel 2005 come Strive.(vedi qui ).
Raven: Sai che l’intervista che ci hai dato nel 2005 ( vedi qui) è ancora oggi quella con più commenti?
Luppi: Me la ricordo, c’è stata tanta gente che si è voluta fare pubblicità, io faccio sempre le cose esponendomi, ma non credo di vendere più copie facendo polemiche sterili, ed è ad esempio una cosa giusta anche il tuo evitare paragoni qui e nella recensione. Non ti faccio nomi, ma l’unico sito che ci ha fatto una brutta recensione non ha nemmeno ascoltato il disco, è stato detto ad un mio amico che dovevamo essere stroncati perché avevamo dato l’esclusiva per lo studio report ad un altro portale, allora mi chiedo: girano soldi per queste cose? (Qui sicuramente no – NdR), Perché c’è mania di protagonismo anche tra i forum nei vari commenti, di più, c’è gente che crea casino volutamente , un po’ come se io scrivessi brutte cose su di me per fare polemiche ed alimentare l’interesse. Il problema è la passione, come quella che ci mettete voi, se no è meglio andare al bar.
Raven: Secco, quanto ti scoccia essere italiano? Magari se questo disco fosse stato edito in Germania avresti fatto il botto.
Luppi: Guarda, mi prendi in un momento sbagliato per farmi questa domanda, perché adesso ce l’ho veramente col mio essere italiano, e non era mai stato così. Mi sono sempre sentito fiero e fortunato di esserlo, e non credere che non ci siano musicisti americani affermati che suonano per 30 dollari in un localino magari per il piacere di farlo, ma oggi sono molto deluso di essere italiano, di essere in un paese in cui le cose non si fanno nemmeno per interesse, ma solo per simpatia ed antipatia, e con una incredibile ignoranza e senza rispetto per chi fa musica. Io mi ci ritrovo in mezzo, cerco di aver pazienza senza voler fare la star, voglio suonare, cantare, fare progetti perché mi piace, però vorrei avere strutture che distribuiscono meglio i dischi, che fanno fare concerti migliori. Il problema dell’essere italiano è che il primo disco fatto a LA ha venduto benissimo perché venduto come disco americano, capisci? Ed i dischi dei Vision Divine non hanno venduto un cazzo perché italiani. Io credo che la gente ragioni in parte come legge, un po’ come ragiona ed un po come crede di dover ragionare, seguendo certi stereotipi per non restare fuori dal giro, le voci fuori dal coro sono considerate propaganda o provocazione, io dico solo quello che penso, mentre giornali e magazines spesso strumentalizzano tutto, ma per soldi, per protagonismo. Io sono già fortunato a poter fare dischi con questi musicisti della Madonna, ma qui è un lusso, dentro il mondo dei musicisti c’è molta meritocrazia, in quello dello spettacolo no, noi vogliamo fare i musicisti non i commercianti, fare dischi come negli anni 70 e 80, con passione, quando i musicisti erano veramente tali. Bisogna distinguere tra intrattenitori e chi fa arte.
Raven: Credi che il grosso pubblico faccia questa distinzione?
Luppi: Non credo che esista “il grosso del pubblico”, secondo i dati di vendita che conosco ci sono artisti pop che spendono milioni in video e che vendono meno di noi.
Raven: Sappiamo come vengono fatte le classifiche pop….
Luppi: Esatto, e perché un gruppo italiano che vende 6 volte un gruppo straniero deve fargli da spalla quando questo viene a suonare in Italia?
Raven: Solito discorso….torniamo a noi, c’è una sottigliezza del disco che vorresti rimarcare in particolare?
Luppi: Bè, detto del resto parlerei dei testi, la gente comincia a capirli ora, ne sono molto fiero perché sono molto introspettivi. Come produzione avere usato il piano acustico è stato molto difficile . Una volta si suonava come veniva, tanto erano più o meno tutti scordati, oggi no, gli standard si sono alzati ed io ho dovuto studiare molto. Poi la chiarezza di tutti gli strumenti, tipica del pop e rara nel metal che può addirittura distrarre l’ascoltatore tipico del genere, un po’ come quei messicani che sono abituati alle salse piccanti e senza non capiscono cosa stanno mangiando. Insomma, invece di fare tre dischi prima di trovare il suono giusto abbiamo concentrato il lavoro al massimo livello per avere tutto al top senza nulla che sia lì per caso, facendo anche delle scoperte produttive , ed avere ottenuto certi volumi non invadenti , ma con grande dinamica, di grande respiro. I dischi di oggi hanno dinamiche esagerate e forti, quindi non suonano bene, nel nostro non c’è quel retrogusto di finto, e la gente se ne rende conto. Poi può anche scegliere quello, c’è chi preferisce le poppe finte e chi le poppe vere, io, come se il cd fosse il corpo di una donna, ho cercato di valorizzare le sue parti senza nascondere quelle vere. Le poppe finte stanno su, ma non è la stessa cosa, no?
Raven: Non c’è dubbio, viva la natura. Ok Michele, ti saluto e passo brevemente a Terenziani.
Luppi: Ok bello, a presto.
Raven: Dimmi la verità ora che lui non ci sente, quanto è difficile lavorare con Michele?
Terenziani: La cosa ha due facce, da un lato tira sempre fuori il tuo meglio, dall’altro vorresti ucciderlo, ma è il patto implicito che esiste tra noi, tutti controllano gli altri cercando il massimo. E’ chiaro che quando stai lavorando su una cosa dando il massimo e all’improvviso arriva un altro e ti dice che puoi fare di meglio ti incazzi, ma è una cosa a 360°, quindi anche sulla grafica, sui testi, sulla produzione, sulla qualità degli arrangiamenti. Il Mixing è stato interamente curato da Luppi, ma non c’è stato un passaggio che non abbia sottoposto alla nostra approvazione, e non ha esitato a farsi spronare se non andava bene, sempre con rispetto. Poi in nove mesi di lavoro capita di guardarsi storto, ma è anche bello passarci poi sopra per cercare di arrivare al meglio. Io lo conosco da dieci anni e considero lui e Viossy fratelli maggiori, abbiamo fatto 700 date insieme e viste di tutti i colori , condiviso progetti, quando ti trovi a lavorare insieme capita il picco forte, ma è così che deve andare.
Raven: E della tua prestazione che mi dici?
Terenziani: La cosa migliore è proprio la tipologia del suono, col basso che viene fuori in maniera insolita per un disco metal, e sapendo che ti sentiranno in un certo modo bisogna stare attenti visto che il basso è talvolta quasi più alto della chitarra.
Raven: A quando date al Sud?
Terenziani: C’è un problema di crisi globale, magari solo di fiducia. Noi teniamo a suonare al Sud, ma la difficoltà di raggiungere certe località è pari a quella di suonare il Olanda, e non ha senso. Capita che passi dall’essere trattato come gli U2 a promoters che scompaiono quando si tratta di prenotare l’albergo, ci è capitato due volte in Puglia ed una in Calabria e Basilicata, con tutto già organizzato , manifesti stampati, contratti firmati e gente che scompare con la prevendita. Ma il Sud per noi è priorità, perché qui facciamo sempre il pieno e ci conoscono tutti, il Sud ci interessa di più perché dal vivo porti il tuo lavoro a tutti ed hai un ritorno enorme. Essere sul campo fa la differenza , puoi avere tante recensioni, ma il concerto è tutto. Io tengo dei corsi di management lavorando con le agenzie e quello che dico sempre è di suonare dal vivo, perché ti migliori e perché così esisti. Myspace va bene, ma non fa la differenza.
Raven: E’ stata una intervista veramente lunga, mi pare più che sufficiente.
(Insieme): Ciao a tutti i lettori e grazie per l’intervista.
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Ah beh ok, se già non ascolti il genere è un altro discorso.. per tutti quelli a cui i pezzi hanno fatto una buona impressione stra consiglio di vederli live, sarà ancora meglio.. |
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Eh beh si eh... beh vedremo dopo che li avremo sentiti live  |
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Sarà che proprio non apprezzo il genere...questo tipo di Prog/AOR con parti tendenti al Power melodico non mi ha mai attirato...Non nego le loro indubbie capacità, ma mi appaiono molto freddi e tendenti a tecnicismo a tutti i costi. Opinioni. |
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Se posso intromettermi: ho ascoltato i brani sul myspace e mi sono piaciuti molto. Vorrei comprare il CD ma ho fatto una scelta precisa: so che passeranno -più o meno- dalle mie parti: andrò a vederli e comprerò direttamente in quell'occasione il disco. Subodoro musica molto buona... |
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A me sembra che l'album scorra piuttosto agevolmente nonostante la cifra tecnica elevata. Chiaramente ognuno la vede a modo suo  |
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@ Nightblast: se ne hai l'occasione guardali live e dimmi se ti danno la stessa impressione.. Se li hai già visti invece, rispetto per il tuo parere.. |
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Bella intervista Raven...Però a me continuano a sembrare freddi e troppo dediti a stupire... |
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Grandi Killing...musica spettacolare e persone fantastiche... |
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Gran bella intervista Francesco... e complimenti a Luppi e soci per le risposte! |
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Gente io li ho visti suonare dal vivo -come Mr Pig- e come ho avuto occasione di dirgli alla fine dei loro concerti, senza voler togliere nulla alle altre band, questi sono musicisti di una caratura diversa rispetto a quelli che solitamente si vedono nei locali dove si suona musica live. Decisamente di un altro livello, mantenendo doti di simpatia e umiltà che ti permettono di fare 4 chiacchere alla fine delle loro esibizioni- e meno male che è così... |
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Una cosa che farebbe ben poco onore ai suoi autori. |
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Come al solito le interviste con i KT sono interessanti. Confermo che ho visto in giro una sola stroncatura a OOAFK e davvero mi è sembrata premeditata. Frutto di chiare ripicche. |
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Leggendo l'intervista mi è venuta voglia di sentire i KT, che confesso di non conoscere. Intanto vado sul myspace e ascolto... |
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Ci sono dentro un paio di spunti che dovrebbero alimentare un bel pò di commenti, vedremo |
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Intervista davvero di gran classe! Domande intelligenti e risposte... interessanti! |
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