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Warfist - The Devil Lives in Grunberg
( 2078 letture )
Un quartetto di polacchi incazzosi che, nel decimo anno di vita della propria band, si accorda con un’etichetta discografica dal nome impronunciabile e si appresta a mettere a ferro e fuoco l’intera Europa metallica. I Warfist possono essere riassunti così, senza troppi giri di parole o discorsi arzigogolati: violenza nuda e cruda per un thrash marcescente e infettato da elementi black che tanto stanno facendo la fortuna di numerose band polacche. Fondati nel 2004 da Witchfucker e Mihu, i Warfist hanno subito fatto intendere quale fosse la loro predisposizione musicale e testuale con la demo autoprodotta Pure Fucking Hell. Dopodiché è arrivata la conseguente pubblicazione di una seconda demo, un EP e ben tre split con altre band della scena estrema polacca. Nel 2012 fa il suo ingresso in formazione il drummer M. De Sade, completando così la line-up definitiva che appare in questo The Devil Lives in Grunberg, recentemente uscito per la label scioglilingua Wydawnictwo Muzyczne Psycho. Non sono i primi polacchi, né verosimilmente saranno gli ultimi, a proporre un ibrido tra due generi musicali estremi, motivo per cui è molto importante identificare la qualità della proposta dei Warfist: saranno l’ennesimo gruppo rabbioso e virulento che riscalda il solito minestrone a undici di gain, oppure ci troviamo di fronte a una band in grado di apportare una bella quantità di violenza casereccia e coinvolgente al pubblico metallaro? Non ci resta che ascoltarli e scoprirlo.

Un classico riff a corda vuota introduce Bestial Attack, pezzo d’apertura del disco. Sin dall’inizio si percepiscono le caratteristiche che ci accompagneranno durante tutto l’ascolto. A spiccare positivamente sono le vocals graffianti e valide, travolgenti nelle loro linee cupe e rabbiose, mentre già da subito si può notare una penalizzazione dei suoni dovuta a una produzione scadente: concentrandoci sulla batteria si può notare facilmente un rullante dal suono tutt’altro che esaltante e una doppia cassa che spicca eccessivamente sul resto della strumentazione, quasi come se volesse focalizzare l’attenzione dell’ascoltatore esclusivamente sulle sdoppiate. Le chitarre esprimono un sound graffiante e sufficientemente d’impatto, anche se talvolta vengono sommerse col compare a quattro corde dalla batteria. Dal punto di vista meramente compositivo ci troviamo di fronte a un lavoro che attinge a piene mani dalle realtà passate del genere, costruendo un album che possiede alcuni brani coinvolgenti (Thrash Through the Night, Vengeance from Hell e la title-track) ad altri abbastanza dimenticabili. Se già il prodotto non è più che buono, una produzione che occulta parzialmente gli strumenti a corde anche durante i saltuari assoli, non può che inficiare il risultato finale e far scivolare il popolo metallaro verso il pericolo più grande che si può manifestare in un nuovo ascolto: la noia. Peccato, perché le potenzialità della band sembrano essere abbastanza buone e si sarebbe potuto auspicare un esordio di ben altro livello dopo tutti questi anni.

Sicuramente questo lavoro è molto meno impressionante e possiede una qualità decisamente più bassa rispetto ai mostri sacri provenienti dalla Polonia negli ultimi decenni. La produzione non è buona, nonostante il genere non richieda suoni perfetti e limpidissimi; i volumi degli strumenti non sono bilanciati e il risultato finale appare abbastanza confusionario, senza ostentare una compattezza che è determinante in un album di metal estremo. Il songwriting, allo stesso modo, non si mantiene su un livello stabile, ma alterna brani tutto sommato coinvolgenti e validi a pezzi piatti e poco incisivi. In conclusione, a questo lavoro non manca il mordente necessario e la rabbia immanente che si riflette sulla prova strumentale e sulle vocals, tuttavia esso non è supportato da un songwriting convincente nella totalità della registrazione ed è ulteriormente inficiato da una produzione scadente. Dopo dieci anni di peripezie, EP e split era lecito aspettarsi decisamente di più; spetterà ora ai Warfist riscattarsi in un eventuale secondo album, innanzitutto curando maggiormente la prossima produzione e senza tralasciare un songwriting che necessita di molta più ispirazione rispetto a quella messa qui in campo. The Devil Lives in Grunberg è un esordio che non raggiunge la sufficienza ed è solamente raccomandato ai patiti del genere. Astenersi tutti gli altri.



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
60 su 5 voti [ VOTA]
Hermann 60
Giovedì 4 Agosto 2016, 14.32.40
1
Sono un amante del genere, quindi quando ascolto gruppi nuovi ho sempre l'orecchio benevolo nei loro confronti. Non conosco nulla della loro precedente produzione, ma il disco mi è piaciuto, pezzi brevi della durata tra i due e tre minuti belli diretti e senza fronzoli.Valgono un 75 anche perché il disco è penalizzato dal suono delle chitarre come giustamente dice ''Monky''
INFORMAZIONI
2014
Wydawnictwo Muzyczne Psycho
Thrash/Black
Tracklist
1. Bestial Attack
2. The Fire of Our Wrath
3. The Silent Assassin
4. The Last Pyre
5. Thrash Through the Night
6. Hellslut
7. Black Mass Ritual
8. Ironfist Commando
9. Vengeance from Hell
10. The Damned
11. The Devil Lives in Grunberg
Line Up
Witchfucker (Voce)
Mihu (Chitarra)
Wrath (Basso)
M. De Sade (Batteria)
 
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