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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Bergrren Kerslake Band - The Sun Has Gone Hazy
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( 1916 letture )
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È da un po’ di anni che, nell’ambito della musica pesante, si guarda al passato senza quel timore riverenziale col quale si descrivevano gli anni 70 come un periodo eccezionale ma irripetibile. Molte band hanno confessato di essersi ispirati a gruppi come Led Zeppelin, Deep Purple ed Uriah Heep, ma pochi ne hanno davvero seguito le orme. Per i primi dieci anni del nuovo millennio le tastiere sono state la prerogativa di generi nati non prima degli 80s, mentre chi proponeva musica alla Zeps ha sempre avuto un alone alternative che offuscava le reminescenze settantiane. Con l’inizio della nuova decade, però, molte band (tra cui svariate vecchie glorie) hanno avuto il coraggio di riproporre quel tipo di rock che ha dato vita a tutto ciò che noi oggi amiamo. Sempre consapevoli del fatto che quei fasti non potranno mai più tornare, diversi gruppi si sono caricati sulle spalle il compito di far conoscere alle nuove generazioni come tutto è cominciato. Sotto quest’ottica va visto il lavoro della Berggren Kerslake Band. Lee Kerslake, in effetti, gioca in casa, essendo stato il batterista di Uriah Heep e Ozzy Osbourne nei rispettivi anni d’oro, ma se anche Stefan Berggren non ha “fatto la storia” come il collega, ha comunque contribuito per un lungo periodo a predicare la parola dei Whitesnake. Insomma, non proprio due novellini, anche se sono riusciti a dare un tocco di freschezza ad un genere che ormai si avvicina a compiere mezzo secolo di vita.
Entrando nel vivo di The Sun Has Gone Hazy, non si può discutere sul fatto che questo lavoro trasudi classe da tutti i pori. Hard rock come non si sentiva da parecchio, con leggere influenze blues e prog e con quell’immediatezza che spesso i moderni confondono con frivolezza. Il drumming deciso del musicista britannico è così old-style che ci si chiede che fine abbiano fatto i cari e vecchi groovers di una volta, e la voce graffiante del singer svedese fa quasi urlare al miracolo. L’abilità dello scandinavo traspare anche dal suo lavoro alla chitarra e alle tastiere, mentre il basso di Tomas Thorberg, pulito e preciso, crea una ritmica eccezionale abbinato alla batteria di Kerslake. Il songwriting è ispirato, e nonostante si avverta spesso una sensazione di già sentito, viene spontaneo paragonare questi episodi agli stilemi classici del genere, più che a canzoni in particolare. Un altro aspetto che colpisce è che i brani lenti contenuti nel platter non hanno niente a che vedere con l’idea di power ballad a cui si è abituati a pensare dagli anni ottanta in poi. Per essere più chiari, dimenticate Is This Love e rispolverate Ain’t Gonna Cry No More. L’unico neo che si avverte scorrendo la tracklist è che la seconda parte è caratterizzata da troppi brani lenti. In fondo, è comunque un album hard rock, e ci si aspetterebbe qualcosa di più movimentato in chiusura dell’album. Detto questo, nulla da dire sulle tracce che occupano i primi posti: l’opener Walk Tall, Super Sonic Dream, My My, la title-track e Free scorrono che è una meraviglia, mentre, come già detto, dalla 6 alla 10 l’eccitazione febbrile scema in un più distratto apprezzamento.
Fa piacere scoprire che la vena compositiva di alcuni musicisti all’attivo da quarant’anni non è scomparsa, come pure la loro spontaneità con lo strumento, ma c’è ancora qualcosa che manca. È vero che oramai è più difficile essere originali scrivendo pezzi veloci al fulmicotone, ma è anche vero che pezzi del genere ce li si aspetta da un disco del genere, e non dovrebbero mai mancare. Grazie Berggren e grazie Kerslake per ciò che avete sfornato, ma in futuro ricordatevi di non lesinare su velocità e la potenza, non sono affatto fuori dalla vostra portata.
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Un album davvero godibile. Queste sono le chitarre che adoro! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Walk Tall 2. Super Sonic Dream 3. My My 4. The Sun Has Gone Hazy 5. Free 6. Fools Asleep 7. As Time Goes By 8. Rock ‘n’ Roll Gangsta 9. Back on the Road Again 10. Born Again
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Line Up
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Stefan Berggren (Voce, Chitarra, Organo, Pianoforte, Moog, Tamburello) Tomas Thorberg (Basso) Lee Kerslake (Voce, Mellotron, Batteria, Chimes)
Musicisti Ospiti:
Joakim Svalberg (Organo, Moog nelle tracce 7 e 8)
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RECENSIONI |
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