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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2264 letture )
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I Rosàrio sono una band padovana nata nel 2013, che arriva con Vyscera alla sua prima fatica discografica. Quello che troviamo in questo debuttto è uno stoner si diretto e senza fronzoli, ma che purtroppo non riesce a centrare completamente il bersaglio. È un vero peccato dover bocciare questo progetto, data la presenze di indubbie potenzialità, ma queste ultime non emergono quasi mai in modo netto e deciso dalle partiture del presente album di debutto. Nello stoner proposto dai nostri, quel che manca è il mordente, quel quid in più che ti regala, alla fine di un disco, la voglia di spingere nuovamente il tasto play del tuo lettore mp3.
I pezzi adottano discrete soluzioni all’interno dell'architettura musicale, i break strumentali dei brani sono di frequente apprezzabili, con un solo vero e proprio sussulto a salvare l'album (la bella strumentale Naktamkara ) ma altrove c'è sempre quell'alone di incompiuto che non permette ai nostri di lasciare il segno. Qui si giunge quindi al nodo della questione: oltre a mancare una qualità omogenea nel songwriting dei singoli pezzi, quel che mi ha lasciato interdetto è la prova vocale, non perché il cantante sia stonato, non me ne voglia Alessandro che sicuramente ci ha messo l'anima, ma nella sua prestazione manca qualcosa, soprattutto nell'interpretazione dei brani. Inoltre la timbrica è poco personale e le linee vocali sono spesso noiose ed appiattiscono delle canzoni che avrebbero potuto brillare maggiormente. Infatti è nei pezzi in cui l’approccio si fa più personale dove i nostri riescono a tirar fuori le cose migliori, come nella conclusiva Inner , dove lo stoner si fonde alle atmosfere più oniriche dei Tool ed il cantato trova le modalità per incidere. Altrove regna purtroppo una mediocrità di base intervallata a piccoli guizzi che abbandonano dietro di loro un gusto amaro, perché lasciano percepire come le potenzialità ci siano, spero che in futuro i nostri abbiano l’accortezza di correggere il tiro. Prendete un pezzo come Dome , l'opener che apre le danze, quattro minuti e trenta che sembrano non decollare mai vista l'intro di quasi un minuto e mezzo che precede l'ingresso della voce, ma che, come dicevo poc’anzi, non riesce ad imprimere una spinta abbastanza decisa e decisiva alla composizione. L'album scorre sulle stesse coordinate, sette brani per poco più di 25 minuti di durata che rimandano più al concetto di “EP allungato” che ad un vero full length, ma che, d’altra parte, salvano i nostri visto che non si ha nemmeno il tempo di annoiarsi che il disco ha già raggiunto la sua conclusione. Bella la copertina, molto stoner e Malleus-oriented, ma purtroppo non sufficiente a redimere un’opera che si segnala come un -ci si augura unico- passo falso della formazione veneta.
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INFORMAZIONI |
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In The Bottle / Audioglobe
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Tracklist
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1. Dome 2. Road to Polaris 3. We, haunted 4. Natkamtara 5. Caravan Kid 6. Callistemon 7. Inner
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Line Up
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Alessandro Magro (voce) Nicola Pinotti (chitarra) Fabio Leggiero (basso) Stefano Battisti (batteria)
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RECENSIONI |
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