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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2138 letture )
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Non è per essere campanilisti, ma devo dire che non ricordo un progetto musicale che coinvolga il nostro Alessandro del Vecchio che non sia di buona fattura. Che sia la capacità di Alessandro di dare quel tocco di classe in fase di arrangiamento e di composizione, o se sia il suo buonsenso di non accettare di collaborare su lavori non convincenti non lo so, ma la morale è che dove c’è lui ci sono dischi rock di qualità ed estremamente coinvolgenti. Questo Drive, primo lavoro dei Mother Road non fa eccezione, per cui per dirla molto brevemente abbiamo a che fare con un ottimo disco di hard rock con influenze settantiane, suonato da musicisti di livello, registrato, prodotto e mixato con tutti i crismi del caso. Se è vero che Drive come detto è un debut album va anche detto che i componenti sono tutt’altro che novellini: i Mother Road sono infatti l'ennesima all star band in cui troviamo oltre al già citato Del Vecchio alle tastiere, Keith Slack già cantante degli Steelhouse Lane, di Michael Schenker Group e dei Mudpie, Chris Lyne dei Soul Doctor alla chitarra; completano la line up il batterista Zacky Tsoukas ed il bassista Frank Binke. Il progetto, nato dalla volontà di Slack e Lyne vuole essere un ritorno all’hard rock più puro e sanguigno, quello di Deep Purple, Led Zeppelin, ma con influenze southern rock e classico blues americano. Le intenzioni della band sono ben chiare fin dall’opener The Sun Will Shine Again, brano perfettamente riuscito che bilancia sapientemente hard rock di stampo settantiano alla Led Zeppelin con l’hard rock più di stampo blues e con richiami piuttosto espliciti ai migliori Whitesnake, marcatamente Deep Purple/Rainbow oriented la seconda Feather In Your Hat, con Keith Slack che sfodera una prestazione di altissimo livello che ricorda Paul Rodgers, e Alessandro Del Vecchio che riesce a dare il giusto carattere a suon di hammond. Drive me Crazy parte un riff-solo di chitarra per poi partire in un blues rock alla Whitesnake, il ritornello è un po’ banalotto e già sentito, ma stiamo pur sempre parlando di hard blues, se cerchiamo innovazione non è il disco giusto. Un discorso simile lo potremmo affrontare anche per la successiva Out Of My Mind, ma la verità è che un certo di rock piace e basta, senza cercare similitudini inevitabili; bellissimo il tappeto di hammond su cui il bravo Chris Lyne costruisce le sue trame chitarristiche, ben varie e ricche di sfumature. Tutti i brani sono proseguono su un sound che miscela come detto blues, hard rock e rock classico, oltre ai già citati riferimenti di Deep Purple, Led Zeppelin e Whitesnake, agguingiamo Bad Company e Black Sabbath con una spruzzatina leggerissima di modernità alla Gotthard. Trovare brani deboli è veramente difficile in quanto il livello compositivo è alto e tutti i cinque musicisti, banale a dirsi, sono professionisti rodati che sanno il fatto loro. Possiamo citare invece tra i restanti brani Poor Boy (Long Way Out) , decisamente accattivamente nel ritornello, ruffiano quanto basta per fare presa immediata in fase live, o Dirty Little Secret, molto Ac/Dc nel riffing iniziale ed impreziosita da un bel solo di chitarra, ma ripeto che tutti gli undici brani presenti sono delle chicche che vivono di luce propria. Nostalgicamente è dai tempi di Strenght in Numbers dei Tyketto (ed ahimé ne son passati tanti di anni…) che non sento un disco di rock dal sapore anni settanta primi anni ottanta così ispirato e ben suonato. Peccato davvero che a causa dell’enorme inflazione di dischi sul generis Drive rischia di passare un po’ in sordina, fossimo in tempi diversi le cose andrebbero diversamente, perché i Mother Road hanno confezionato davvero una serie di canzoni di pregevolissima fattura, e meriterebbero il dovuto riconoscimento dal pubblico. La cosa che colpisce è che non conoscendo la storia della band si potrebbe davvero scambiare Drive per un disco dei primi anni 80 tanta è stata la cura dei dettagli per farlo suonare volutamente poco moderno ma dargli gusto retrò che non potrà non piacere agli amanti del genere, di certe sonorità, e più sinceramente della musica fatta bene e col cuore.
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2
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La recensione mi ha già fatto venire l'acquolina in bocca... |
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1
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Un album bellissimo. Musicisti eccezionali .grande cantante.Io avrei dato un voto più alto. (Grande musica per gli amanti dell'hard rock) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Sun Will Shine Again 2. Feather In Your Hat 3. Drive Me Crazy 4. Out Of My Mind 5. These Shoes 6. Dangerous Highway 7. Poor Boy (Long Way Out) 8. Dirty Little Secret 9. Blue Eyes 10. Still Rainin 11. On My Way
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Line Up
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Keith Slack (Voce) Chris Lyne (Chitarra) Alessandro Del Vecchio (Tastiere, Piano) Frank Binke (Basso) Zacky Tsoukas (Batteria)
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RECENSIONI |
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