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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Frank Zappa & The Mothers of Invention - Uncle Meat
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( 5962 letture )
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Quando nel 1969 uscì Uncle Meat, il buon Frank Zappa con i suoi The Mothers of Invention era già reduce da una serie di lavori decisamente importanti, spiazzanti, rivoluzionari. Quella che in origine doveva essere la colonna sonora di un film in realtà uscito solo dopo molti anni, segnò infatti un passo avanti piuttosto deciso verso un sincretismo trans-stilistico che, pur nel consueto segno della scarsa digeribilità del tutto ad un ascolto "normale" e non sostenuto dalla necessaria concentrazione sorretta da adeguati mezzi culturali, pone questa realizzazione tra le più importanti del compositore baffuto e quindi tra le più rilevanti dell'intera epoca da lui attraversata ed oltre. Rock, blues, classica, fusion, recitazione, free jazz, registrazioni dal vivo e molto altro, tutto unito (?) da Zappa e filtrato dalla sua particolare visione della musica e della vita, connotata da un'ironia ed una satira sottile ed anche queste poco dirette nel senso comune del termine. Le predette caratteristiche vengono fuori prepotentemente anche con la riproposizione del personaggio di Suzy Creamcheese, già apparso sia in Freak Out! che in Absolutely Free.
Fortemente connesso con i lavori precedenti, Uncle Meat presenta anche un importante lavoro svolto in sede di registrazione. Utilizzando un 12 piste, l'artista si produsse in una sfilza di modalità e tecniche d'incisione assolutamente peculiari che prevedevano, oltre ad un altissimo numero di sovraincisioni, una presenza massiccia di percussioni varie, l'utilizzo di una serie di strumenti che difficilmente troviamo nelle note di un normale CD rock e la manipolazione della velocità dei nastri per ottenere ad esempio assoli ipervelocizzati. Come di consueto è difficile seguire in maniera tradizionale una scaletta che prevede la presenza di alcuni intermezzi della durata di pochi secondi che approccia l'ascoltatore/spettatore in maniera dadaista, decontestualizzando i vari momenti musicali per conferirgli significati nuovi e mirando in modo abbastanza palese a stupire, oltre che a produrre musica in senso stretto. All'interno di una tracklist che presenta nominalmente la bellezza di ventotto pezzi divisi su quattro facciate in vinile (e chissà quanto lunga sarebbe diventata quest'opera se Zappa avesse avuto a disposizione i CD), a spiccare maggiormente sono episodi precisi. Per ciò che riguarda il lato 1 a risaltare è il percussionismo evidenziato da 400 Days of the Year -conosciuta anche come Nine Types of Industrial Pollution- che contiene anche un assolo accelerato in post-produzione con le modalità precedentemente descritte. Circa Dog Breath, in the Year of the Plague va segnalato come questa venga ripetutamente ripresa all'interno dell'opera, passando da una versione tipicamente rock'n'roll ad una orchestrale e zeppa dell'effettistica inserita sia direttamente che ancora in post-produzione. Da notare la presenza di una versione dal vivo di uno standard più e più volte ripreso anche da artisti rock-metal (Lemmy è legatissimo a questa canzone) come Louie Louie eseguita dal pioniere dell'elettronica in musica Don Preston, utilizzando l'imponente organo a canne della Albert Hall. Poi nella facciata 3 da ricordare tra le altre il cupo procedere di Mr Green Genes, importantissima in relazione ad Hot Rats. La parte più interessante è comunque confinata nella facciata 4 interamente occupata da King Kong, già annunciata sulla facciata 2. Una suite di impostazione jazzy divisa teoricamente in sei parti, alcune delle quali decisamente brevi. Dopo una melodia introduttiva inferiore ai cinquanta secondi, una seconda lunga poco più di un minuto espone un assolo di piano Fender ancora a cura di Preston, poi è il sax di "Motorhead" Sherwood a caratterizzare la terza che introduce gli oltre sei minuti sperimentali della successiva la quale, dopo l'intermezzo della quinta col sax di Ian Underwood, porta ad una parte finale al limite del noise con strumenti in modalità normali ed accelerata.
Album in un certo senso "totale", Uncle Meat presenta la summa di tutto ciò che Zappa aveva da dire, ed era veramente tanto. Oltre al normale tasso di zappiana follia, se così si può dire, esso ingloba citazioni che vanno da Charles Mingus a vari compositori classici ed alla sua prima giovinezza a contatto con i pachucos messicani e i pezzi doowoop. Anche dopo una infinita serie di ascolti è sempre possibile approcciarlo nuovamente e scoprirne sfumature musicali o produttive differenti, a testimoniare la grandezza di un genio che, come tutti quelli che sono tali, è destinata a sopravvivere ben oltre la vita della persona della quale era espressione. Nella versione su doppio CD del 1995 è presente la famosa Tengo Na Minchia Tanta, da prendere comunque in maniera avulsa dall'opera originale. Frank Zappa era e rimane un artista non certo semplice, repulsivo per alcuni, semplicemente geniale per altri. Chiunque però, non può disconoscerne l'importanza assoluta e l'impronta netta che ha lasciato nel mondo della musica e non solo.
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13
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Oggi, 30 anni dalla scomparsa del genio, riascolto uno dei suoi capolavori senza tempo…1969… |
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12
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credo il suo miglior lavoro assieme a hot rats:
con uncle meat siamo in una nuova dimensione musicale per la quale l'etichetta rock, comunque la si declini o caratterizzi, non consente di contenere la vulcanica, poliedrica, trasversale e geniale cifra stilistica del grande frank |
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11
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Un disco semplicemente assurdo che unisce Rock, Jazz e musica colta. Le sue suite per piccole orchestre jazz rappresentano uno dei vertici più elevati che la musica novecentesca abbia mai toccato. I sei movimenti di King Kong sono inferiori (forse) solo a 21st Century Schizoid Man e Miss Fortune. Zappa al suo apice, un disco senza eguali: ogni tanto ho dato qualche voto alto magari preso dai ricordi o dai gusti personali ma con questo disco sono sicuro di assegnare il massimo dei voti. Epocale. |
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10
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probabilmente lo baratterei con un organo se fosse possibile... |
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9
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Si, pensavo ad uno Zappa ipoteticamente anziano che si guarda indietro. Uno Zappa del 2000  |
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8
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Diversi pezzi di questo disco sono presenti nei live degli anni '80, tra ufficiali e bootleg parliamo di cifre non umane e dato che variava spessissimo le scalette ci trovi praticamente tutto... |
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7
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Analisi interessante. Sarebbe bello risentire queste composizioni suonate da uno Zappa invecchiato, ma ovviamente non è possibile  |
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6
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Una delle migliori perle di zio Frank, un disco che contiene dei brani incredibili. Ho sempre sostenuto che lui scrivesse, in questo preciso periodo storico, cose più grandi di lui e di quella schiera di fenomeni che riusciva a reclutare (ricordiamoci che è nato nel 1940 fate voi i conti di che età avesse nel 1969). mi spiego meglio, l'enorme complessità di quello che scriveva limitava spesso gli arrangiamenti, quest'idea mi è confermata dalle riproposizioni di questi brani nel live degli anni successivi. I musicisti di questo periodo, per quanto stellari, non avevano ancora la preparazione tecnica e mentale (per quest'ultima credo anche lo stesso Frank) per riuscire a tirar fuori il massimo da quelle composizioni. Una curiosità interessante su King Kong è stata riproposta l'anno successivo come title track del disco di debutti di Jean-Luc Ponty dove praticamente suonava tutta la band di Zappa, lui compreso. |
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5
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Di Zappa ho solo Hot Rats, che apprezzo molto. Mi piacerebbe approfondire, ma avendo sfornato mille dischi, non so mai da dove iniziare. Questo me lo segno  |
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4
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Pou moi, uno che prendeva tutti per i fondelli. L'ho visto alcune volte dal vivo a Parigi (per il mio amico François era un genio...) ed è stato semplicemente penoso. I soldi, però (che ha pagato François...) erano veri e lui se li teneva malgrado criticasse il capitalismo, ecc. Lo si vede dai titoli delle canzoni che non è mai stata una cosa seria. Una valanga di strumentisti e strumenti per mere ciofeche di canzoni. E tutti a darli del genio... Misteri della mente umana... Au revoir. |
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3
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Un genio veramente, nel mettere insieme vari stili musicali, quello che non mi è mai piaciuto è il cabaret nella musica, magari il suo faceva ridere parte del pubblico americano, boooo, oltre al fatto che spesso parlasse col suo vocione nei concerti, per il resto ha sempre avuto grandi musicisti e lui era un gran chitarrista. |
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2
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Disco ALIENO. 100 è anche poco. Tra i miei preferiti di Franco. |
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1
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un disco molto schizofrenico, dove Zappa sperimenta di tutto e di più (all'origine doveva essere la colonna sonora di un film). Da menzionare che sulla ristampa in cd, è presente anche la celebre Tengo Una Minchia Tanta, sebbene mi sia sempre chiesto cosa cavolo centri quel pezzo con questo disco, visto che poi venne scritta più avanti. 96 ci sta tutto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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SIDE ONE 1. Uncle Meat: Main Title Theme 2. The Voice of Cheese 3. 400 Days of the Year 4. Zolar Czakl 5. Dog Breath, in the Year of the Plague 6. The Legend of the Golden Arches 7. Louie Louie (At the Royal Albert Hall in London) (Richard Berry) 8. The Dog Breath Variations -
SIDE TWO 9. Sleeping in a Jar 10. Our Bizarre Relationship 11. The Uncle Meat Variations 12. Electric Aunt Jemima 13. Prelude to King Kong 14. God Bless America (Live at the Whisky a Go Go) (Irving Berlin) 15. A Pound for a Brown on the Bus 16. Ian Underwood Whips It Out (Live on stage in Copenhagen)
SIDE THREE 17. Mr. Green Genes 18. We Can Shoot You 19. If We'd All Been Living in California.. 20. The Air 21. Project X 22. Cruising for Burgers
SIDE FOUR 23. King Kong Itself (as played by the Mothers in a studio) 24. King Kong (it's magnificence as interpreted by Dom DeWild) 25. King Kong (as Motorhead explains it) 26. King Kong (the Gardner Varieties) 27. King Kong (as played by 3 deranged Good Humor Trucks) 28. King Kong (live on a flat bed diesel in the middle of a race track at a Miami Pop Festival...the Underwood ramifications)
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Line Up
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Frank Zappa (Voce da basso, Chitarra, Percussioni) Ray Collins (Canto in crescendo) Don (Dom De Wild) Preston (Piano elettrico, Carte da tarocchi, Riso marrone) Roy Estrada (Basso elettrico, Cheeseburgers, Falsetto da pachuco) Jimmy Carl Black (Batteria, Comicità divertente, Miseria) Billy Mundi (Batteria) Bunk Gardner (Ottavino, Flauto, Clarinetto, Clarinetto basso, Sax soprano, Sax contralto, Sax tenore, Fagotto) Ian Underwood (Organo elettrico, Piano, Clavicembalo, Celesta, Flauto, Clarinetto, Sax contralto, Sax baritono, Assistenza specifica, Copista, Relazioni industriali & Fascino adolescenziale) Artie Tripp (Batteria, Timpani, Vibrafono, Marimba, Xilofono, Blocchi di legno, Campane, Campanelle, Aspetto gioioso & Richieste particolari) Euclid James "Motorhead" Sherwood (Popstar, Svisature frenetiche di sax tenore, Tamburello, Coreografia, Ostinazione & Montatore della strumentazione quando non ci sta provando con le groupie del posto)
Musicisti Ospiti Ruth Komanoff (Marimba e Vibrafono con "Artie" nella maggior parte dei brani) Nelcy Walker (Voce da soprano con Ray e Roy nelle tracce 8 e 11) Pamela Zarubica (Nel ruolo di "Suzy Creamcheese, non accreditata)
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RECENSIONI |
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