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LOCOMOTIV CLUB, VIA SEBASTIANO SERLIO 25/2 - BOLOGNA

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UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)

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28/04/25
HUGH CORNWELL
LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO

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ARCI BELLEZZA, VIA G. BELLEZZA 16/A - MILANO

Revontulet - Hear Me
( 2133 letture )
Arrivano direttamente da Mosca, si chiamano Revontulet e si presentano al mondo quali alfieri del symphonic metal russo, nonché “band più promettente” dell'intero panorama in questione.
Un'introduzione intensa quella del giovane act delle fredde terre dell'est, soprattutto per un gruppo che si sta affacciando sulle scene con questo primo full-length dal titolo Hear Me.
Fiducia in se stessi?
Astuta pubblicità curata da un convinto ufficio stampa?
Difficile mettersi nei panni degli interessati, ma più facile forse cercare di esaminare in maniera obiettiva la loro proposta.
Di sicuro proporsi come il nuovo che avanza in un genere come il symphonic metal equivale -nella maggior parte dei casi- ad iniziare un insidioso percorso notturno lungo una strada irta di filo spinato e mine anti-uomo, soprattutto considerando la saturazione che questo genere sta raggiungendo man mano che passano gli anni (affermazione forse banale questa, ma che si conferma sempre di più ad ogni nuova uscita).

Capirete da voi, vista la mancanza di entusiasmo in questa introduzione, come questo lavoro d'esordio del duo (più musicisti ospiti) guidato dalla mezzo soprano Alexandra Revontulet, non si stia avviando verso una valutazione positiva.
Non per povertà tecnica dei suoi interpreti, non per la mancanza di idee chiare su cosa vogliano proporre (al di là di qualche discorso sulla produzione che affronteremo più avanti), ma essenzialmente per i contenuti di Hear Me: otto pezzi pieni di alti e bassi, che lasciano sì intravedere alcuni spunti positivi, ma che -nel complesso- non riescono in alcun modo ad emergere rispetto al livello medio-basso della maggior parte delle release di questo tipo.
Melodie che suonano prevedibili e già sentite si combinano ad una preponderanza di elementi orchestrali (cori compresi) che in molti passaggi oscurano gli strumenti ritmici, facendo sembrare i pezzi come privi di solide fondamenta.
Nel corso degli ascolti si riesce senza dubbio ad individuare brani (o parti di essi) gradevoli, ma nel complesso riuscire ad arrivare al termine del disco è veramente una grande fatica (e la title-track da quindici minuti posta a conclusione non aiuta per nulla in questo senso).
Dmitriy Sakharchuk alla chitarra propone un riffing piuttosto lineare che difficilmente si spinge oltre i classici powerchord, dando dunque un apporto quasi nullo in ambito melodico e uno piuttosto povero in ambito ritmico.
La sezione ritmica -come già detto- patisce la produzione, ma nel complesso il bassista Max Orlov e il batterista Sergey Zorg (unico altro membro ufficiale della line-up) fanno tutto quello che possono per portare avanti i pezzi cercando di creare uno scheletro solido; in questo senso la batteria propone dei passaggi certamente interessanti, variegati e dal giusto brio, mentre il basso riesce ad emergere discretamente e a coadiuvare Sergey, garantendo così una certa vivacità ai brani e contribuendo a quello che è probabilmente il lato più riuscito dell'intero disco, anche se sfortunatamente messo in secondo piano.
Le componenti orchestrali (composte dalla cantante Alexandra) sono state appaltate ad un buon numero di turnisti, che hanno dunque utilizzato strumenti veri, scelta che avrebbe indubbiamente pagato a fronte di una produzione migliore; ad ogni modo tutto l'insieme di piano, violino, violoncello, viola e flauto suona ben amalgamato. I problemi non sono dunque nell'insieme degli strumenti o nell'esecuzione, ma proprio nelle composizioni e negli arrangiamenti che hanno pochi momenti veramente memorabili.
Alexandra con la sua voce da mezzo-soprano fornisce una buona prova: il talento sembra ci sia, mentre la capacità di arrangiare le linee vocali è ancora da sviluppare appieno, anche se nel complesso la sua prova dietro il microfono risulta apprezzabile; gli sporadici cori invece sono decisamente migliorabili e hanno una vaga matrice “nightwishiana”.

È stata più volte citata in maniera negativa la produzione, cosa non va dunque?
Nonostante il cd sia passato anche per le mani di persone piuttosto esperte (mastering curato da Hiili Hiilesmaa), i suoni sembrano poco curati e poco ricchi, come se fosse stato tutto registrato e ripreso con microfoni poco performanti in ambienti non adeguatamente trattati.
La chitarra distorta suona estremamente impastata, mentre voce e strumenti orchestrali suonano piuttosto poveri di armoniche e in generale poco saturi.
Se a questo aggiungiamo la già menzionata penalizzazione in termine di volume degli strumenti ritmici e della chitarra elettrica in fase di mixaggio a favore di una maggiore presenza di orchestra e voce, il cerchio si chiude malamente.

Che dire per tirare le somme?
Purtroppo i Revontulet hanno ancora molta strada da fare se vogliono farsi notare a livello internazionale e uscire dai confini russi con la loro musica.
Bisogna certamente fare più selezione a livello di riff e di melodie, oltre che rivedere in toto la produzione, visto che ormai molti altri gruppi riescono a proporre (anche grazie alle moderne tecnologie) produzioni patinate decisamente adatte al genere.
Ad ogni modo si tratta di un'opera prima, dunque -viste le capacità tecniche dei membri della band- le possibilità di fare meglio in futuro ci sono tutte.



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
Lizard
Venerdì 17 Ottobre 2014, 17.31.31
8
Oppure scrivere nel forum, nell'apposito topic. Grazie.
Elluis
Venerdì 17 Ottobre 2014, 16.38.29
7
In campo hard rock ci sarebbe anche l'ultimo Tesla da recensire..... la butto lì
Matocc
Venerdì 17 Ottobre 2014, 15.54.57
6
...eh, siamo in Italia.
Le Marquis de Fremont
Venerdì 17 Ottobre 2014, 15.22.14
5
Che burocratici...
Er Trucido
Venerdì 17 Ottobre 2014, 14.36.39
4
Per le richieste bisogna inoltrare una mail a erminio.ottone@metallized.it
Le Marquis de Fremont
Venerdì 17 Ottobre 2014, 11.12.53
3
Beh, se volete ho qualche suggerimento: Echoes - The Pursuit; In Flames - Siren Charms; Arcana Coelestia - Nomas; Falloch - This Island, Our Funeral; Winterfylleth - The Divination of Antiquity; Scar Simmetry - The Singularity; Hell's Guardian - Follow Your Fate per parlare di quelli che conosco io. Ma c'è anche dell'altro penso, senza perdere tempo con l'ennesimo clone symphonic/gothic che viene da chissà dove e con scarsi risultati, sembra, dalla recensione. Intanto fate questi, poi potete sempre consultare il vostro concorrente "true" che vi precede sempre di qualche mesetto... Au revoir
Room 101
Giovedì 16 Ottobre 2014, 19.45.00
2
No!
Le Marquis de Fremont
Giovedì 16 Ottobre 2014, 17.32.08
1
Ma non avete altro da recensire?
INFORMAZIONI
2014
Arcus Records
Symphonic Metal
Tracklist
1. Blizzard
2. Infernal Angel
3. Suomi
4. Rainheart
5. Velvet Night
6. The Pianist of the Darkest Night
7. Eternal Autumn
8. Hear Me
Line Up
Alexandra Revontulet (Voce)
Dmitriy Sakharchuk (Chitarre)
Yuriy Leshchishen (Chitarra acustica in tracce 3 e 8)
Max Orlov (Basso)
Sergey Zorg (Batteria)
 
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