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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Pantommind - Searching for Eternity
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( 2534 letture )
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Cinque anni di pausa, di sospensione alchemica, ed ecco rientrare in carreggiata prog i bulgari Pantommind, autori del nuovo Searching for Eternity. Dopo il buonissimo Lunasense , sequel dell'incendiario debutto Shades of Fate , ci si aspettava un album sulla corta distanza dai nostri, cosa che (per un motivo o per l'altro) non è avvenuta. Poco male, perché l'esperto combo dell'est Europa torna sulle scene ritagliandosi il suo spazio con il nuovo platter fresco di stampa.
Suono frizzante a cavallo tra progressive anni '90 e modernità, con spettri di Symphony X e DGM sempre presenti e ben bilanciati, tra la voce espressiva di Tony Ivan e le chitarre, ora infuocate ora delicate di Floyd Rossen e Pete Christ. Le tracce sono mediamente lunghe, e ci permettono di assaporare le vellutate e saporite sfumature sonore della band, come il melodico bridge di Moon Horizon, che sfocia in un perfetto assolo di chitarra supportato da una ritmica groovy e strabordante. C'è tecnica e astuzia nei ''nuovi'' Pantommind, fautori di questo ibrido prog metal sempre attuale e sempre concreto e, soprattutto, mai noioso, nonostante la complessità di alcune strutture e la durata complessiva di Searching for Eternity. Il giro di basso di Walk On sembra provenire dagli archivi privati di John Myung, e difatti la canzone è molto debitrice dei Dream Theater di Awake, risultando il brano meno entusiasmante del lotto, anche se tecnicamente inattaccabile e con la preziosa presenza del vocalist dei progster svedesi Cloudscape, Michael Anderson. È vero, la band ha aspettato tanto a tornare con nuova musica, ma questo solo perché l'attenzione prestata alla cura delle canzoni è maniacale: basti ascoltare gli arrangiamenti di Angel e Lost Lullaby , ballata delicata e graziata dalla voce splendida e sopra le righe di Ivan, come spesso accade doppiata dalle chitarre soliste, mai banali e molto sentite e ''vive'', che in questo brano tessono arpeggi soavi e lead degni delle migliori power ballad degli anni '80. Notevole. I Pantommind riescono a coprire il ponte tra tecnica di genere ed emozione, non celandosi dietro folli muri di virtuosismo dissonante, ma perfezionando il tutto con schemi metallici prefissati un millennio fa, e qui perfezionati a modo loro. Ce n'è per tutti i gusti, purché si apprezzino emozioni cristalline, tecnica e brillantezza di song-writing, e che non si disdegni il passato, perché le radici di ciò che ascoltiamo nei 62 minuti di musica proposta ha radici ben piantate in profondità nella tradizione degli anni Novanta. Non si reinventa la ruota del prog rock o del metal, non penso sia questo il loro compito e non credo sarebbe giusto, e difatti, con furente passione e rara dedizione, i nostri ci accompagnano attraverso il viaggio ''cinematografico'' e nel contempo divertente del loro nuovo gioiellino musicale. Tastiere, synth e ambience mai invadenti, bilanciamento pulito, liscio, lindo come una superficie di un disco volante proveniente dalle maree spaziali. Ritornelli tra il power metal dei primi Symphony X e un reparto ritmico che non solo non sbaglia un colpo, ma che aggiunge preziosismi a ogni brano, creando un tappeto e un muro sonoro di accompagnamento venato di fantasia cosmica e inventiva metallica. Davvero non possiamo lamentarci dei cinque/sei anni di attesa per questo nuovo pezzo della storia dei Pantommind, tanta è la succosa e croccante carne al fuoco proposta. La cavalcata finale in doppia cassa nella già menzionata Angel ci fa sbattere la testa, prima di una chicca di prog rock strumentale veramente notevole quale Hypnophobia, con il suo groove iniziale spaccaossa e le svisate tecniche della seconda parte, che richiamano addirittura i mai troppo osannati Prototype.
Spazziamo via ogni dubbio: niente filler in questa nuova fatica della band di Gabrovo. Nessun passo falso, solo ottimi brani che hanno il pregio di essere piazzati perfettamente in scaletta, aspetto questo spesso trascurato in molti casi. Parliamo di bilanciamento anche quando troviamo che il flusso musicale proposto da una band sia corretto e suadente il giusto, con una sequenza-brani che catturi, che convinca a e che non stanchi mai. Questo è il caso dei Pantommind, spesso alla ricerca del ritornello evocativo, che trovano con facilità, anche se non sempre, come nella prolissa Down to the End, forse migliorabile sotto il profilo della struttura strofa-ritornello-assoli. Ivan ci guida verso la fine del lotto con squisita intensità, tra l'agile prog di Tell Me (intenso brano di melodic metal graziato da un assolo che definire pefetto sarebbe poco), e il neo folk acustico di Heart, breve ma intensissimo brano strumentale posto in chiusura, dopo la lunga e raggiante title-track, e prima della bonus track Lost, molto heavy, che vede ospite l'ex axe-man della band Jiip Randam, il quale contribuisce alla traccia-demo in modo diretto, grazie a riff di chitarra spessi e compatti, vocals da brividi e samples d'effetto.
In definitiva, non possiamo che essere felici dopo l'ascolto prolungato di questo Searching for Eternity, album magniloquente di prog metal mai domo. Valido compendio sonoro per i Pantommind, che riescono a bissare il successo di Lunasense in modo ultra-convincente. Album garantito per la lunga distanza, per orecchie nuove ed esperte, per palati fini e neofiti. Non lasciatevi prendere dalla pigrizia del vostro divano e del caldo legno del salotto, alzate le chiappe e correte a procurarvi il nuovo album dei Pantommind, non solo non ve ne pentirete affatto, ma ci ringrazierete anche per avervi spronato a farlo. Dopo l'ascolto mi adagio sulla poltrona gustandomi il divertimento e il benessere dell'ora elegante passata in compagnia della nostra musica preferita. Ora c'è silenzio nella stanza, ma è tutto più luminoso e concreto.
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4
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@Sbarro: Sciolti nel 2013 quest\'album sembra uscito postumo. |
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3
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Bel gruppo e bel disco, mi ricordano anche un po\' gli Evergrey. Questo su Spotify mi risulta essere l\'ultimo album che hanno pubblicato ma risale a ben nove anni fa, qualcuno sa che fine hanno fatto? |
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2
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Questo è un grandissimo album, è sempre un piacere scovare gruppi prog che si focalizzano sul songwriting piuttosto che lasciarsi prendere ma smanie di esibizionismo individuale. Tell me, not for me, lost lullaby sono grandi pezzi, ma tutto l'album è su buoni livelli. Mi ricordano un po' i Novact, altro gruppo underground prog che avrebbe meritato più considerazione |
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1
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Caldo l'album, calda la recensione. Azzeccati entrambi. Mi sono divertito, ho ascoltato della buona musica e consiglio questo album agli amanti del genere. Non se ne pentiranno. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Not for Me 2. Moon Horizon 3. Walk On 4. Lost Lullaby 5. Angel 6. Hypnophobia 7. Down to the End 8. Tell Me 9. Searching for Eternity 10. Lost (Bonus)
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Line Up
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Tony Ivan (Voce) Floyd Rossen (Chitarra) Pete Christ (Chitarra, Tastiera, Basso) Sunny X (Tastiera) Dragomir Minkov (Batteria)
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RECENSIONI |
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