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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Self Spiller - Worms in the Keys
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( 2125 letture )
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Allora aspetta, glielo dico? No, sì, ma tanto che vuoi che mi possano fare? In fin dei conti io sono immortale, inusuale, occipitale, orbitale, mentale, ah, chi sono? Ciao, piacere. No, attendi, taci rifletti e ok. Tre, due, uno. Buh!
Ahhh. Io ho votato Blatter per le elezioni fifa, mi ha pagato!
Che paura… per fortuna ero solo io. Che devo dirgli a questo qui? Ah sì, giusto. Sai che in questo disco ci sono tanti artisti che tu conosci, uniti in un solo progetto, che hanno inviato il materiale di sei anni a questo amico mio che dopo si è messo lì a scrivere e mettere insieme tutto mentre tu non sapevi nulla e adesso un disco di avantgarde black jazz psichedelico è stato creato? Prendi fiato. Ci sei, la virgola non va di moda ricordalo! Digli anche che non c’è una line-up definitiva e molte specifiche non sono state diramate, nemmeno chi suona chi o cosa suona cosa. Ora sono un robot: “Il-nome-della-band-è-detto-Self Spiller-e-questo-album-uscì-originariamente-tre-anni-fa-ma-viene-distribuito-su-larga-scala-solo-oggi”. Sì, perché era un feticcio, un reliquiario di idee e io le custodivo come tesoriere del gran duca d’Aragona, Menelao il magro. Sapete che anche le voci sono state campionate ed unite, non esiste una vera voce solista ma il risultato è quello dell’unione di tante tonalità? Già già, vi ho fregato, suvvia. Il padrone dovete conoscerlo, si chiama Jason Walton e suona la batteria negli Agalloch. Taci pazzo, non parlarne! Morirai!
Questi devono conoscere altri elementi sulla musica? Gollum, Gollum!! No, il padrone non vuole… il padrone protegge un progetto pazzo, scellerato. Parla, Caino! Guarda volo, sotto di me un fondo rossastro e I pettirossi fanno la lotta con le carpe koi. Scendi, pazzo, soffro di vertigini! Come quelle che si provano ascoltando brani sulla falsariga di Therefore I Worship o I Spit in the Stomach of Zombies, dove tutto viene unito, infarcito, cucinato in salsa elettronica e scaldato per tre ore a temperatura ambiente, sul bagnasciuga della creatività dove la mente sbatte alle onde del razionalismo. Ci sono molti gruppi che devi descrivere, di cui devi parlare. Uh guarda, una conchiglia che cucina un camaleonte in crosta di sale! Ci sono i saldi! I saldi estivi… no, frena, tu vai in giro nudo. Ricordati di parlargli dei Sigh, dei Fantômas e di tutta la scena avantagarde estrema che decontestualizza il tutto e lo dà in pasto a chi vive negli anni Ottanta. Slayerrrrrr. Vai in castigo! Slayerrrrr…Tupa-Tupa-Tupa-Tupa. Il sano vecchio quattro quarti che qui scappa inorridito e lascia spazio a cromatiche infami e mefistofeliche. Questi parlano, urlano, strombettano, schiamazzano, insegnano ad usare il mondo come dipinto e la genialità come pennello. Ma altolà sudore, vogliamoci bene e inorridiamo all’idea di cosa esce. Io rileggerò quello che scrivo? Fallo, se hai il coraggio! Leggi, leggi, bastardo, e ricordati che sarai come questo disco, un conglomerato di svenimenti post demenza-senile dove tutto ha un senso ma un senso non ce l’ha in fin dei conti, poiché il tutto è tutto e il niente diviene tutto in pochissimi istanti in cui l’anfitrione delle idee barcolla e saluta timoroso. O Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?. Push the button baby, let’s rock this place. Avresti mai pensato che persone che vengono dal un mondo distante e semiparallelo potessero dar vita ad un album? No, ma lo speravo. E questo cosa ti sembra, scemo? Un insieme di porcherie? No no, aspetta, le idee sono bellissime, ma sono gli ingredienti per poterne usufruire al meglio che mi mancano. Un po’ come quando ti scordi di salare l’acqua per la pastasciutta. Ecco, hai presente che manca la farina che incolla e fa diventare delle uova una tornata? Perfetto, qui manca la colla per unire gli ingredienti che uniti formano un caleidoscopio. Keplero aveva ragione. Taci, Keplero è un eretico, lui divinizzava la salsa di soia! Ho idea che tu non stia capendo nulla, vero? Finiamola e abbassiamo le saracinesche, per favore, dammi la chiave che ho solo monete e non ho resto.
Signori e signori, benvenuti alla conclusione, prego prendete i vostri posti e contate fino a dieci. 1… 2… 3… 4…. 4 e mezzo… Bubusettete, dai finisci, il padrone ci vede, sii serio. Dei Self Spiller non posso parlar male, altrimenti qualcuno se la prende, ma non credete a tutte le belle parole che ci sono in giro: questo album puzza di bucato soffritto, diciamo meglio che ogni trenta secondi è bello ma nessuno di questi trenta secondi forma una canzone e quello che in passato hanno fatto band più famose qui è stato scorporato male. Sai che nessuno viene a leggere le recensioni negative di gruppi che quasi nessuno conosce? Taci, giraffa dal collo bon ton, io scrivo quello che voglio, perché io valgo! Saluta e digli che… biiip bip bippp bipppp b i p bip.
Encefalogramma piatto.
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9
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@ad astra .io dopo gollum gollum mi sono fermato, non ho capito un cavolo dell'album e non l'ho capito neppure leggendo la conclusione. Ovviamente voi dovete fare quello che sentite, esprimervi come meglio credete. Per me però questa recensione però è del tutto inutile e troppo faticosa per essere fruibile. La mia vorrebbe essere cmq una critica costruttiva, sepro si colga |
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8
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Il punto ê che si scrive senza aver una idea di come suoni l'aalbum. Se solo si provasse ad entrare nella mentalità. Con cui ê stato concepito distaccandosi dai soliti canoni di scrittura forse...si potrebbe comprendere. Ma io chi sono no? |
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7
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Io penso che la recensione debba dare indicazioni CHIARE sulla qualità del disco, in modo che chi legge CAPISCA se vale la pena di ascoltare/comprare il disco stesso. Lo scritto in sè è fatto benissimo, ma non è adatto per una recensione, secondo me  |
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6
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La recensione è un testo valutativo e interpretativo di un'opera, di cui analizza gli aspetti contenutistici ed estetici, esaminando elementi informativi, interpretativi e valutativi. Questo testo, per quanto magari carino da leggere, non credo si attenga a tale categoria, esasperando la posizione centrale dell'autore (non a caso è usata più volte la prima persona), che si sostituisce all'opera come vero fulcro, dicendo quindi in realtà poco di oggettivamente informativo e significativo. Sarebbe giustificabile in un blog personale, ma in una webzine mi pare fuori luogo. Detto questo il disco in questione è uscito nell'aprile del 2012, mentre quella in questione è solo la nuova stampa in vinile... |
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5
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Non so se fa più cagare il disco o la recensione ahaga patetico |
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4
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Ho capito: il recensore voleva parlare male del disco ma siccome i nomi coinvolti avrebbero potuto scatenare il putiferio qua sotto ha scritto una roba che non sembra c'entrare nulla ma che in realtà è metafore del disco stesso così che solo pochi sarebbero riusciti a capirne il vero significato. Grande. |
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3
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La recensione è fuori di testa, ma il bello è che il disco lo è circa sugli stessi livelli! A parer mio, calzante. |
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2
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Bella per chi è riuscito a leggerla tutta e non s'è fermato a "occipitale" |
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1
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Senza offesa per nessuno, una recensione degna della miglior Irastrana: ho fatto veramente fatica a leggerla tutta. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Event 2. Folds Of Skin To Lay 3. Like Three Asps 4. Therefore I Worship 5. Rot On Root 6. I Spit In The Stomach Of Zombies 7. Skite 8. Strong But Damaged
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Line Up
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Jason Walton Don Anderson Nick Loiacano Rob Kleiner Yamo Kuro Marius Sjoli Svein Egil Hatlevik Robert Osgood Food Fortunata Andy Winter Mirai Kawashima Dr. Mikannibal Bernt Karsten Sannerud Brock Bousfield
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