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Audiotopsy - Natural Causes
30/09/2015
( 2300 letture )
Greg Tribbett, a suo tempo chitarrista di Hellyeah e Mudvayne, forma una nuova band affiancandosi il fraterno amico Matt McDonough, a sua volta batterista dei Mudvayne, sotto il moniker di Audiotopsy, un progetto che non è esattamente come la loro celebre band precedente, ma con evidenti rimandi ad essa. Questo è inevitabile quando ben metà di una formazione ha la stessa provenienza ed è la principale parte compositiva di una nuova proposta musicale. Il resto della line up comprende il cantante degli Skrape, Billy Keeton, ed il bassista Perry Stern.
Attraverso il loro album di debutto Natural Causes, dimostrano di essere comunque molto compatti e capaci di regalare buon materiale rispetto a certi scivoloni targati Hellyeah, ma neanche lontanamente paragonabili a ciò che fu composto nella freschezza dei primi anni Mudvayne; possiamo dire che la maggior parte della proposta musicale non spicchi per originalità, infatti la band punta su brani dai passaggi e riff appariscenti, quanto talvolta facili, per catturare l’ascolto, per arrivare poi a spessi ed appassionati ritornelli cantati, che trovano conclusione in grandi finali spaccadenti.

Sfortunatamente, di rado raggiungono gli apici aspettati, come ad esempio Swim o All We Know, che hanno solidi momenti di tutto rispetto. Al contrario, certe scelte rovinano un po’ quell’atmosfera, appunto di natura, che si cerca di richiamare anche con una copertina dal design così evocativo; per dirne uno, il testo vagamente infantile alla “band alternative degli anni novanta” del brano LYLAB (Love You Like A Bitch). L’estremo opposto ci lascia basiti quanto dubbiosi nel momento in cui in la natura fa capolino in ben due tracce di SOLA acqua corrente. Evidentemente un minuto e mezzo di interludio a metà album non è abbastanza, quindi viene riproposto, con un suono leggermente diverso, in un piatto quanto inutile finale da quattro minuti, la cosa interessante è che questo outro è nientemeno che la titletrack. Perlomeno l’interludio, intitolato H2O, trova ragione d’essere portando lentamente l’ascolto alla suggestiva Swim, che a sua volta vanta effetti sonori acquatici in chiusura. Sorvolando comunque su queste due tracce, Natural Causes non riesce a trovare una formula concreta per mantenere il proprio flusso lineare. Questo è evidente nella prima metà, dove una sezione ritmica esigente e godibile è abbinata a tonalità più timide sulle sei e quattro corde, che non esaltano esattamente allo stesso modo. Nella seconda metà invece Burn the Sky e Darken the Rainbow ritrovano l’assetto pompando a dovere la giusta grinta strumentale.
La sopracitata Swim e Disguise Your Devils giocano con melodie più rilassate, ma l’orchestrazione non viene fuori del tutto, e qui il problema, perché sono in realtà la parte più interessante di tutto l’album, dove il sound risuona leggermente meno simile agli ex progetti del quartetto e quindi più originale; a riprova di ciò possiamo notare, verso la fine della seconda, una sottile parte di tastiere ad arricchire il tutto, ma è purtroppo un unicum che lasciato lì da solo potrebbe anche essere solamente una distrazione per alcuni, un peccato. Dopo oltre sei minuti, l’ultima canzone vera e propria, Frozen Scars, è anche più ambiziosa, lasciandosi cullare da una lunga melodia anche vocale che potrebbe avere stavolta un sapore davvero Audiotopsy; anche in questo caso la struttura è penetrante, ma non abbastanza, tuttavia una batteria potente domina la traccia sulla via della conclusione.

Chissà se i Mudvayne romperanno mai la pausa dopo le incerte vendite della loro ultima fatica, difficile a dirsi contando i vari progetti intrapresi dai vari membri; qualsiasi lavoro ciascuno di loro faccia, soprattutto nel caso di una nuova band come gli Audiotopsy, sarà sempre messa a confronto con gli alti standard prima raggiunti. Di certo la prova musicale viene superata vista l’esperienza di questi ragazzi, soprattutto per quanto riguarda il cantante Billy Keeton, che non sbaglia un colpo mescolando sapientemente voci pulite e graffiate. Questi però NON sono i Mudvayne, attraverso qualche riff e passaggio, certamente azzeccato, anche Natual Causes ha quella sua piccola aura di riconoscibilità, ma dove non suona Mudvayne, suona come molti altri nel panorama hard rock/alternative attuale; alla luce di questo, contiamo per risultati più concreti per il futuro, perché a suon di occasioni mancate, una certa curiosità ce l’hanno lasciata.



VOTO RECENSORE
59
VOTO LETTORI
54.5 su 2 voti [ VOTA]
Vultumna
Mercoledì 4 Maggio 2016, 22.15.13
1
La commistione di Warrior Soul, Alice In Chains, Deftones e del meglio dell'alternative metal, la prova strumentale ottima e la grandiosa performance di Keeton (appena sopre le righe, ma davvero impressionante per potenza e versatilità), unite ad una ottima propensione alla melodia in un contesto comunque piuttosto aggressivo, lo rendono una delle migliori sorprese degli ultimi anni. Gran disco, con l'unico appunto legato forse ad una eccessiva eterogeneità e alla mancanza di assoli. Per il resto, davvero tanta qualità.
INFORMAZIONI
2015
Napalm Records
Alternative Metal
Tracklist
1. Headshot
2. All We Know
3. Lylab
4. The Calling
5. H2O (Interlude)
6. Swim
7. Disguise Your Devils
8. Burn the Sky
9. Distorted
10. Darken The Rainbow
11. Frozen Scars
12. Natural Causes (Outro)
Line Up
Billy Keeton (Voce)
Greg Tribbett (Chitarra)
Perry Stern (Basso)
Matt McDonough (Batteria)
 
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