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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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24/02/2016
( 2093 letture )
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La mitologia, in particolare quella vichinga e celtica, assieme alla letteratura fantasy, è una delle tematiche che ha accompagnato il metal fin dalle sue origini. L’ispirarsi a battaglie combattute da coraggiosi e nerboruti barbari con l’elmo dotato di corna, in questo genere musicale, è talmente comune da non essere più prerogativa solo di band provenienti dai paesi scandinavi, ma al contrario molti gruppi di diverse nazionalità si sono lasciati ispirare da questo affascinante quanto abusato mondo. Ma a fronte di queste band, ve ne sono altrettante che decidono di prendere spunto dalle più disparate culture, vuoi per omaggiare le proprie origini, vuoi per semplice passione. I Centvrion sono una di queste: nata nel lontano 1992, la band, dedita ad un heavy di stampo piuttosto classico, con rimandi ad atmosfere epiche, giunge nel 2015 al traguardo del quinto album, intitolato per l’appunto col numero romano V.
Dopo una traccia introduttiva, nella quale si sente un estratto del discorso di Giulio Cesare in Senato, apre le danze The Legionary, prima vera canzone dell’album, che mette immediatamente in mostra un sound esplosivo e molto curato. Come già detto, ci troviamo davanti ad un heavy metal che omaggia palesemente il sound e lo stile di band come Accept e Judas Priest, ed il pezzo in questione ne è già da solo una prova più che valida, grazie a ritmiche martellanti ed un riffing dal sapore old school, che sfocia in un ritornello melodico a metà fra la grezza epicità del primo power metal e le cavalcate tipiche della NWOBHM. Proseguendo l’ascolto il forte spirito heavy dei nostri emerge ancora di più nei duri riff di Kommander o nella tellurica Sins of the Nation, così come nelle veloci ed accattivanti Eye for an Eye e One Shot, One Kill, dotate di ritornelli dall’alto potenziale soprattutto in sede live. Il tempo di riprendere fiato con Days of Mourning, una ballata totalmente acustica, molto d’atmosfera, per poi ritornare alla carica con War Red Skies e Parasite, trovando spazio persino per alcune sperimentazioni più melodiche, come nella conclusiva Burnin’ Pyres (introdotta da un ispirato arpeggio di basso) la quale, nella sua versione elettrica (in quanto ne è presente anche una piacevole versione acustica, che però a conti fatti, non regge il confronto con la già citata Days of Mourning) si presenta come un buon brano, molto incline al power metal. I rimandi ai mostri sacri sopracitati sono molti, a cominciare dall’ottimo stile canoro di Roberto Cenci, dotato di un timbro aggressivo e graffiato, che si ispira chiaramente, soprattutto nelle fasi acute, a quello di Rob Halford, con risultati più che soddisfacenti. Nel complesso, comunque, l’esecuzione di ogni componente risulta curata e ben eseguita: dalla sezione ritmica, dominata da Giovanni Pezzola che dietro le pelli offre una performance davvero godibile, arrivando a toccare senza problemi anche alcuni momenti di blast (come in Non Omnis Moriar) mentre il basso di Gianluca Mandolesi risulta un po’ nascosto (tranne in alcuni specifici passaggi) ma assolutamente essenziale al fine di conferire spessore ad un sound che trova il proprio apice nelle chitarre di Fabio Monti e Leonardo Postacchini. Già, perché è proprio nei riff selvaggi e negli assoli taglienti dei due chitarristi appena citati che si toccano forse alcuni dei momenti più alti dell’intera produzione, grazie ad un suono sapientemente curato, che non si perde mai, ma resta sempre perfettamente nitido ed in grado di colpire allo stomaco, trascinando l’ascoltatore in quel turbinio furioso messo in piedi dal resto della band.
V è un disco con molti pregi. Per il traguardo del quinto album i Centvrion sono riusciti a sfornare un lavoro potente, nel quale il ritmo si mantiene alto per buona parte dell’opera, merito anche di un estro compositivo che omaggia i grandi nomi del metal (mantenendo tuttavia una propria anima) e ad un muro sonoro invidiabile, che sapranno sicuramente soddisfare la voglia di pogo e di headbanging che si cela in ognuno di noi.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Caesar's Speech to the Senate 2. The Legionary 3. Kommander 4. Non Omnis Moriar 5. Eye for an Eye 6. Sins of the Nation 7. One Shot, One Kill 8. Days of Mourning 9. War Red Skies 10. Parasite 11. Burnin' Pyres 12. Burnin' Pyres (Acoustic Version)
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Line Up
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Roberto Cenci (Voce) Fabio Monti (Chitarra) Leonardo Postacchini (Chitarra) Gianluca Mandolesi (Basso) Giovanni Pezzola (Batteria)
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RECENSIONI |
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