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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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La Coscienza di Zeno - La Notte anche di Giorno
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08/03/2016
( 4540 letture )
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Genova è sempre stata prodiga di movimenti musicali seminali: dalla scuola dei cantautori italiani, di cui è facile ricordare Fabrizio De André, Bruno Lauzi e Luigi Tenco su tutti, fino ad arrivare ad una delle prime cellule del cosiddetto Rock Progressivo Italiano (abbreviato spesso in R.P.I.) rappresentato dai New Trolls di Vittorio De Scalzi e Domenico 'Nico' Di Palo. Ad oggi, "La Superba" dimostra ogni giorno di avere ancora molto da offrire e soprattutto di essere ancora un importante centro di "accoliti" della musica progressiva. È nel capoluogo ligure infatti che lavorano in modo assiduo alcune delle più importanti etichette del settore, che ogni anno curano la produzione e la distribuzione di decine e decine di release, prima su tutte la Black Widow Records di Massimo Gasperini. Genova però non è solo produzione e distribuzione, bensì (e soprattutto) una vera e propria fucina di talenti che spesso, si riuniscono sotto una sola egida pur provenendo da esperienze musicali anche piuttosto differenti. Ed è proprio ciò che è accaduto ai La Coscienza di Zeno, che oggi vogliamo recensire, la cui attuale line-up è venuta a costituirsi nel 2007 in seguito al confluire di valenti musicisti provenienti dalle più disparate realtà progressive della città: Gabriele Guidi Colombi, ad esempio, prima di effettuare l'atto fondativo del gruppo si è fatto le ossa tra le linee di Hidebehind, Tempio delle Clessidre e Narrow Pass; sempre da alcune delle formazioni precedentemente citate arriva anche il vocalist Alessio Calandriello; Andrea Orlando alle pelli arriva invece dagli ottimi Finisterre. Completano il primo nucleo dei La Coscienza di Zeno il chitarrista Davide Serpico, Stefano Agnini (impegnato recentemente con Fabio Zuffanti con il progetto La Curva di Lesmo) e Andrea Lotti (sostituito da Luca Scherani dal 2012). Forti di una formazione già rodata dagli anni di esperienza ad un certo livello di espressione musicale, i La Coscienza di Zeno si sono messi subito al lavoro e, nel tempo di otto lunghi e intensissimi anni, sono riusciti a divenire una realtà blasonata all'interno del panorama musicale italiano. Dopo le pubblicazioni dell'album omonimo nel maggio 2011 per Mellow Records e del secondo lavoro Sensitività (2013, AltrOck Productions / Fading Records) la band genovese ha distribuito, a partire dal 31 gennaio 2015 la sua terza fatica, La Notte anche di Giorno, ancora una volta in collaborazione con l'etichetta di tre anni fa.
La Notte anche di Giorno è il frutto di un vero e proprio progetto di recupero, da parte del gruppo, delle sonorità più vicine al rock progressivo che fu introdotto nel nostro Bel Paese in seguito agli sforzi di gruppi quali i sopracitati New Trolls, Le Orme e i Premiata Forneria Marconi a cavallo tra gli anni '60 e '70. Eppure, nonostante le influenze siano ben individuabili all'interno dell'album, il grande merito della formazione genovese "contemporanea" è quello di avere lasciato anche spazio a idee veramente originali, senza il limite costituito dalla ricerca volta a dare vita a semplici amarcord musicali che possano provocare facile malinconia nelle sfere sentimentali dei più nostalgici dei tempi che furono. Per l'occasione inoltre, all'ensemble di cui sopra, si sono aggiunti anche il violinista Domenico Ingenito, la violoncellista Melissa Del Lucchese, la flautista Joanne Roan (Hotsonaten) e la cantante Simona Angioloni (Hotsonaten).
La Notte anche di Giorno si presenta ai nostri occhi essenzialmente sotto forma di LP camuffato da opera moderna: con ciò si intende che l'operazione dei CdZ è anche volta al recupero della forma canzone più tipica del progressive di prima fattura, ovvero la suite. L'essenza del disco è infatti costituita da due sole lunghe composizioni, Giovane Figlia e Madre Antica, che superano i venti minuti di durata. Ciò che molto interessa all'interno di questa release sono anche i testi, di composizione esclusiva di Stefano Agnini che si dimostra fine narratore, capace di dare vita ad una storia dai lineamenti tragici: Giovane Figlia è la narrazione della vita di una fanciulla destinata a morire suicida (ispirata a Serena Zaiacometti, ragazza genovese); Madre Antica è invece dedicata a una ormai centenaria scultrice affannata da una sofferenza inconsolabile derivante dalla guerra vissuta (figura ispirata a Bianca Orsi).
L'incipit dell'album, affidato ad A ritroso (prima parte di Giovane Figlia) è in medias res e ci catapulta direttamente nel mondo musicale dei La Coscienza di Zeno. La voce cristallina di Alessio Calandriello apre la suite e si dimostra subito efficace nel suscitare le emozioni dell'ascoltatore. Tutto appare immediatamente come "curato nei minimi particolari", dalle atmosfere create dai vari musicisti, ottimi non solo sul piano tecnico ma anche a livello di scelta sonora: particolarmente efficaci, in questo senso, i suoni di tastiere e chitarra che ricoprono alla perfezione i loro ruoli solisti. Si tratta di scelte "Genesis-friendly" (anche se, probabilmente, le chitarre di Serpico risentono maggiormente dell'influenza IQ) che rivestono le composizioni di una glassa dal dolce sapore settantiano. Il giro del Cappio, che segue all'opening track, concede uno dei momenti più intensi e riusciti dell'album. Il testo invita a riflettere sull'essenza della vita e sulla "possibilità" costituita dal suicidio e si forma attraverso tutti gli interrogativi che perseguitano la protagonista del racconto:
Per questo ora mi chiedo cosa ci porti al gesto estremo.
Qui la prestazione vocale di Calandriello tocca i livelli massimi di espressività e si inserisce alla perfezione sul tappeto costruito dai restanti membri della band. Il passaggio a Libero Pensatore è pressoché impercettibile, eppure quasi d'improvviso ci troviamo immersi in un assolo di Serpico di neoprogressiva memoria, intervallato da una sezione di violino che riecheggia la cifra stilistica più estrosa dei Gentle Giant. Il brano si sviluppa ancora una volta attorno al cantato di Calandriello ma ciò che più impressiona l'ascoltatore è il drastico cambio finale che lo immerge in un'atmosfera tra il "jazzy" e lo scenario di Canterbury, nella quale chitarra e violino tornano ad essere i protagonisti di un delizioso scambio di battute. Quiete Apparente rappresenta una sorta di reprise di A Ritroso, di cui riprende non solo il testo bensì anche le melodie tipiche dei Genesis (gli arpeggi di tastiera che accompagnano la voce ricordano da vicino i trick del Tony Banks di Trespass) e introduce alla strumentale Impromptu pour S.Z. (la sigla del titolo rappresenta la dedica a Serena Zaiacometti, ragazza genovese cui la vicenda narrata si ispira) dove a fare da padroni sono il violino di Ingenito e le tastiere di Scherani, bravi a dar vita a un'improvvisazione jazzistica. La prima suite dell'album si chiude con Lenta discesa nell'averno, brano energico nello stile dei Marillion: Calandriello recita e canta allo stesso tempo e convince appieno in entrambe le situazioni mentre i suoi degni compagni creano uno sfondo che rammenta, ancora una volta, le prime esperienze dei Genesis di The Knife. Da segnalare la seconda parte del brano, cantata in francese da una bravissima Simona Angioloni che offre la sua voce al violoncello di accompagnamento in un suggestivo crescendo di emozioni e sensazioni. L'ugola femminile, pian piano, finisce per spegnersi e lascia il posto al violino, sulle note del quale sfuma la prima suite di La Notte anche di Giorno.
A quanto pare, i La Coscienza di Zeno sono amanti degli incipit improvvisi, poiché anche la seconda composizione dell'album (ispirata alla figura della scultrice partigiana Orsi Bianca), ovvero Madre Antica, si apre con decisione sulle note stridenti di Ingenito accompagnate da un riff di chitarra e basso che dimostrano che talvolta anche i King Crimson di Larks' Tongues in Aspic e Le Orme di Contrappunti possono incontrarsi creando armonie piacevolmente godibili. Lo scenario cui introduce Cavanella, seconda parte di Madre Antica, è abitato solo da guerra e violenza: Agnini immerge l'ascoltatore direttamente in un'Italia dilaniata dai soprusi di quel dominio nero del Fascismo che non risparmiò nessuno, né vivi né morti. Anche in questa situazione la musica dei La Coscienza di Zeno risulta essere quasi più convincente -sul piano narrativo- di un romanzo e, in particolare modo, l'interpretazione quasi "teatrale" di Calandriello offre un'intensa esperienza all'ascoltatore.
Scoppiano i rastrellamenti, alle donne non si fan complimenti. […] Passano il tempo a colpire con la fionda i cadaveri in divisa che galleggiano sul Po.
La staffetta, che racconta dell'attività partigiana di Bianca, è un altro brano dallo sviluppo non lineare: l'apertura è affidata a tastiere e violino, presto sostituiti da una sezione di cantato che, a sua volta, lascia il posto a una sognante coda classica affidata al pianoforte di un Luca Scherani che dimostra di avere ben poco da invidiare ai fratelli Nocenzi dei Banco del Mutuo Soccorso. Il synth di Agnini introduce l'ultima sezione del disco, Come Statua di Dolore, narrazione dell'esperienza di coloro che sono sopravvissuti ai campi di concentramento. Si tratta di un pezzo che rappresenta senza dubbio una degna chiusura per l'album, alternando dei momenti struggenti -interpretati inevitabilmente dal violino- e altri rabbiosi, affidati a Serpico e alla sua sei corde.
Il platter è stato accolto dalla critica come il lavoro della definitiva maturità dei La Coscienza di Zeno ed è facile essere d'accordo con questa definizione. Quest'album infatti, è quasi certamente il miglior lavoro della band genovese che, anche nel corso del 2015, si è dimostrata una delle più convincenti interpreti della scena del rock progressivo nostrano. Insomma, La Notte anche di Giorno, se amate il prog-rock a 360°, si pone come un acquisto consigliatissimo se non obbligato.
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12
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Ciao a tutti, sono il bassista di CdZ. Trovo doveroso ringraziare pubblicamente Marco (autore della recensione) : conoscendo abbastanza a fondo l'attuale ambiente del prog italiana mi sorprendo nel vedere che chi suona in un gruppo "concorrente" (perchè il pubblico gradisce questa definizione) oggi possa scrivere così bene di CdZ. Fidatevi ... quello di Marco è stato un gesto "puro" , un'azione che raramente compare in questo ambiente. Ringrazio anche tutti coloro che esprimono giudizi su CdZ.. e non fa davvero differenza che queste opinioni possano essere positive oppure negative. E' importante scatenare un'emozione ... Ps. davvero non capisco come si possano citare i "Picchio dal Pozzo" come un gruppo qualsiasi nell'ambito della musica italiana ... Con tutto il rispetto che ho verso i The Watch (sottovvalutati nel loro discorso inedito) i PdP sono Storia della musica italiana, l'unico caso in cui in Italia si è creato qualcosa di direttamente assimilabile alla Scuola di Canterbury. Un Unicum insomma ... Il Trono dei Ricordi, The Watch, il Tempio delle Clessidre etc etc sono tutti gruppi notevoli con un percorso importante, ma tutta la musica va contestualizzata .. se si perde di vista questo concetto, si rischia davvero di commettere errori di valutazione musicale. Scusate lo sproloquio. G G |
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11
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Ho appena finito di studiare Svevo, apro Metallized e mi trovo "La Coscienza di Zeno" anche qui. Inizialmente ho pensato che stessi impazzendo e che stessi iniziando a vedere opere di Svevo ovunque ahahaha. comunque cercherò di recuperare perchè la rece mi ha incuriosito e non poco |
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10
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i the watch meriterebbero più successo in italia,mentre molti gruppi prog che cantano in italiano fanno troppo rimpiangere i maestri degli anni 70 ,ai quali non si possono paragonare,e senza nominare banco,orme,pfm ,neanche biglietto per l'inferno,balletto di bronzo,semiramis,ma neanche " MU" di cocciante,e poi l'ascoltatore prog li compra magari in vinile giusto perchè pensa che un giorno diventeranno rari e di valore,io preferisco il prog italiano di una volta e se devo andare sul sicuro come gruppi di adesso apprezzo i the watch e i mangala vallis,e comunque l'amante prog schifa in tutto e per tutto ciò che è uscito dagli anni 80 in poi,preferisce comprare la ventesima ristampa masterizzata dei J tull o genesis piuttosto che un cd dei endragon o iq o spock's beard,non so se ho reso il concetto. |
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9
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Buongiorno a tutti e grazie per i feedback, positivi e negativi, alla recensione: è sempre un piacere dare input per dibattiti costruttivi. @Lo Struzzo: Grazie per il benvenuto! Comunque sì, i RanestRane stanno sfornando buone cose ultimamente: l'ultimo H.A.L. mi è piaciuto parecchio! @ayreon: in effetti i The Watch sono spesso passati in sordina nei dischi in cui hanno proposto composizioni originali, forse proprio perché considerati dai più semplicemente una tribute band dei Genesis, perciò non degna di essere approfondita a fondo. P.S.: Ammetto di conoscere Il Trono dei Ricordi! Approfondirò! |
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Il trono dei ricordi...fantastico... |
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chissà perchè da parte di una webzine italiana non ho mai sentito sperticare lodi sui the watch,realtà prog italiana che ben si districa tra il materiale genesis dell'era gabriel ( con il quale fa sold out live in tutta europa tranne che in italia )e dischi di inediti che pagano si' pegno ai genesis,ma avercene di roba cosi' buona.meditate,prima di inchinarci davanti al picchio dal pozzo,maniscalco maldestro e cose varie,anzi segnalo un cd uscito prima del 2000, "il trono dei ricordi",passato troppo inosservato e gran capolavoro,quello si' |
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Benvenuto Marco! Il disco è ottimo e la band è ormai matura. Occhio a questo gruppo così come per Le RaneStrane, due realtà italiane di livello altissimo che in pochi conoscono. |
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Produzione amatoriale. Banali. Sembrano cantare la sigla di un cartoneanimato. Ti basta? Pero' sono italiani voto 110 e lode! |
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Certo che questi gruppi italiani progressive, sono sempre arzigogolati nella scelta del nome... ma non era il titolo di un libro? Comunque vedrò di ascoltarlo. Le influenze citate sono tutte di prim'ordine. Au revoir. |
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Come al solito basta essere una band italiana e ricevi un voto sproprorzionato rispetto alla qualita' del disco. Bho!!! 60 era pure troppo! |
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ottima recensione, concordo con il voto.....disco consigliatissimo! |
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INFORMAZIONI |
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AltrOck Productions / Fading Records
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Tracklist
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Giovane Figlia: 1. A Ritroso 2. Il Giro del Cappio 3. Libero Pensatore 4. Quiete Apparente 5. Impromptu pour S.Z. 6. Lenta Discesa all'Averno Madre Antica: 7. Il Paese Ferito 8. Cavanella 9. La Staffetta 10. Come Statua di Dolore
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Line Up
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Alessio Calandriello (Voce) Davide Serpico (Chitarre) Stefano Agnini (Tastiere) Luca Scherani (Tastiere, Pianoforte, Bouzouki) Domenico Ingenito (Violino) Gabriele Guidi Colombi (Basso) Andrea Orlando (Batteria, Percussioni)
Musicisti Ospiti Simona Angioloni (Voce) Joanne Roan (Flauto) Melissa Del Lucchese (Violoncello)
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RECENSIONI |
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