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Lords of Black - II
17/03/2016
( 4407 letture )
Ma cosa hanno tirato fuori questi Lords of Black? Come sono riusciti, in un periodo di vacche grasse che ha visto il ritorno di moltissimi nomi storici, a spiccare con tale violenza qualitativa, rendendo "fuffa" quasi tutte le pubblicazioni dello scorso anni su cui è stato stampato un nome che, da solo, assicura centinaia di migliaia di copie acquistate sulla fiducia? La risposta non è facile, né concisa. Partiamo innanzitutto dal frontman, Ronnie Romero, vocalist spagnolo dalle corde vocali tremendamente simili a quelle del mai troppo compianto Ronnie James Dio (sarà un caso il nome in comune?) e che è recentemente divenuto famoso per essere stato scelto come nuovo cantante dei Rainbow, in occasione della tournée estiva del colosso settantiano di Ritchie Blackmore. Partiamo da lui, abbiamo detto: voce stratosferica, partecipazione incredibile ed una giusta modulazione che lo pone sempre al centro dell’attenzione, senza tuttavia esagerare, né coprire il lavoro certosino degli altri due membri della band, Tony Hernando e Andy C. Ebbene sì, perché il successo di questo secondo album della formazione spagnola è dovuto sicuramente alle corde vocali di Romero, ma è innegabile il grandioso apporto strumentale del chitarrista (qui anche in veste di bassista) Hernando e del poli-strumentista Andy C., tellurico dietro le pelli, delicato e malinconico dietro i tasti del suo pianoforte. Quanto appena detto non vi soddisfa come risposta alla domanda iniziale? Allora facciamo una bella passeggiata tra i meandri di questo II, presentato da una copertina eccezionale, dove possiamo fare conoscenza con la rappresentazione grafica dei Lords of Black.

All’attacco dei brani, dopo il rapido e malinconico intro Malevolently Beautiful, le sensazioni suscitate dal sound della band sono numerose. Merciless ci mette di fronte un’andatura cadenzata da heavy metal moderno, con una spruzzata un po’ più aggressiva e tecnica che ci ricorda per qualche secondo gli Annihilator moderni (per fortuna quelli di Feast e The Trend), salvo poi scemare in una struttura più heavy-oriented. Questo ibrido che si attesta poi su un genere compatto, tecnico è di gran effetto e ci mette in mostra un Tony Hernando sugli scudi, fautore di una prova all’altezza della sua fama di shredder. Ma la parte bella, e forse anche un po’ più nostalgica, arriva quando la voce di Ronnie Romero esce dalle casse: intonazione, timbrica e potenza esecutiva non possono fare a meno di ricordarci Dio, in un risultato che è molto simile ma, a suo modo, vanta una certa personalità, confermando le parole di Ritchie Blackmore che lo ha definito un incrocio tra lo stesso Dio e Freddie Mercury. La potenza dei brani risiede nella loro compattezza e nel songwriting mai noioso, nonostante una durata non indifferente dell’album; questo, in una heavy metal band moderna, è oro colato. Only One Life Away si pone tra l’epicità del power, la compattezza dell’heavy e la tecnica dello shred andando a richiamare band seminali in un mix a largo spettro tra Heaven and Hell e Stratovarius; grande parte a livello di arrangiamenti, è ricaduta sulle spalle di Andy C. che, oltre ad essere solido ed efficace dietro le pelli, ammorbidisce il tutto con sapienti tocchi di sintetizzatore. La produzione pressoché perfetta ci permette di godere delle sezioni più heavy, senza rovinare i momenti più delicati, come nell’intro di pianoforte di Everything You’re Not, dove Romero conferma tutto quanto di buono è stato detto su di lui, eseguendo l’interpretazione più vicina a Ronnie James Dio dell’intero platter, soprattutto nella strofa. Che i Lords of Black non siano solo una band emulatrice, lo si capisce dal sound moderno che trasuda dai riff, dall’uso sapiente della batteria e della doppia cassa, mai troppo invasiva eppur presente, e dall’elaborazione sonora in studio che dona un certo tiro alla band. New World’s Comin’ e Cry No More confermano, come se ci fosse bisogno, lo stato di grazia di tutti e tre i musicisti coinvolti nel progetto, regalandoci altri due refrain irresistibili ed altrettanti assolo da cascata di mascella, che strabordano riferimenti agli shredder storici, Jason Becker compreso. Le potenzialità del terzetto sono enormi e, nonostante vengano ben sfruttate, lasciano ancora presagire un buon margine di miglioramento lasciando l’impressione che gli spagnoli potrebbero, e forse stanno già facendo, per l’heavy metal quello che gli Alter Bridge hanno fatto per l’alternative metal. Su dodici brani non ne troverete uno fine a se stesso, noioso o senza capo né coda, confermando una qualità stabile che si attesta su livelli ottimi, come in Tears I Will Be, Live By the Lie, Die by the Truth e lo spettacolare singolo Ghost of You, dando speranza anche all’ascoltatore più incline a farsi spaventare da durate dei platter che superano i sessanta minuti. Da menzione anche The Art of Illusions Part III - The Wasteland che funge da ponte dal debut-album, in cui sono contenute le prime due parti della “suite”, al futuro della band.

Non è facile aggiungere un paragrafo conclusivo che non sia ridondante a quanto appena affermato nella disamina. Ebbene, i Lords of Black hanno tirato fuori dal cilindro una prova maiuscola, capace di rinvigorire un genere che, negli ultimi anni, è andato incontro ad una flessione piuttosto naturale, a favore di frange più moderne e/o estreme. II di banale ha solamente il titolo: il resto sono grandi canzoni, scritte con la testa e suonate col cuore, da un trio capace e preparato in cui nessuno, almeno dal punto di vista tecnico, oscura gli altri e tutti si completano a vicenda. Certo, la voce di Ronnie Romero è il tratto maggiormente distintivo del lavoro, grazie a quella timbrica favolosa che ci ricorda uno degli eroi, se non l’eroe assoluto dell’heavy metal, senza tuttavia scimmiottarlo eccessivamente. Per quelli che non lo conoscono ancora, diciamo solo che se la ponderata scelta di un certo signor Ritchie Blackmore è ricaduta proprio sul frontman dei Lords of Black, allora ci si può quasi fidare a priori sul fatto che il talento e la tecnica vocale non gli manchino, conoscendo il caratterino dell’istrionico ex-chitarrista dei Deep Purple. Bene, a tutto questo c’è il valore aggiunto del Romero compositore, che svolge un lavoro che sarà destinato ad entrare in numerose top ten di fine anno, per quanto concerne l’heavy metal classico. Se mescoliamo anche la tecnica di Tony Hernando, shredder dotato di un ottimo gusto artistico e di dita al fulmicotone, ed il talentuoso polistrumentista Andy C. alla ricetta, non possiamo che inchinarci di fronte ad una delle uscite che più faranno faville in questo 2016. In conclusione, se amate l’heavy metal sin dai profondi anni settanta e vi siete lasciati affascinare dalle produzioni moderne, allora farvi scappare II è un reato penalmente perseguibile. Non fate sciocchezze.



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
88.4 su 10 voti [ VOTA]
francesco chiummento
Giovedì 26 Gennaio 2017, 20.18.49
9
pienamente d'accordo con il recensore ho comprato in contenporanea il live in memories dei rainbow 2016.e 2 il secondo disco dei lords of black.e serve questo raffronto perche' mentre nei rainbow ronnie romero. arricchisce di tante sfumature degne di un grande brani che hanno fatto la storia del rock.con i lords of black tira fuori gli artigli dando una carica che si avverte subito,una grande sorpresa si capisce che ci ha lavorato molto.ma la gioia che esprime nel dvd con i rainbow ti cattura .l'umilta' che traspare dai tanti video che sono in rete .con la sua arte limpida ridanno aL rock vigore solo cosi' la musica puo'risalire evviva
Sandro70
Lunedì 21 Novembre 2016, 6.20.30
8
Miglior disco power metal di quest'anno.
Maverick
Venerdì 29 Aprile 2016, 20.51.54
7
Giusto per una precisazione. Ronnie Romero è di origine cilena trasferitosi in Spagna nel 2011 come da sua biografia. Ottima band, una delle migliori recentemente affacciatesi nel panorama Heavy.
Avantasia
Martedì 22 Marzo 2016, 12.24.45
6
Buon album ma 83 è eccessivo. Parte bene con delle tracce niente male davvero, ma secondo me cala col passare dei minuti. Per me è un 75
Metal Shock
Sabato 19 Marzo 2016, 18.17.17
5
Questo album è fenomenale, e non solo per il cantante Romero. Anche il resto della band è veramente valida e le canzoni eccellenti. Per me sarà un dei top album dell'anno.
angus71
Sabato 19 Marzo 2016, 8.21.43
4
confermo gran bel disco, bellissima anche la cover di innuendo(sentito su spotify)
Klunk
Giovedì 17 Marzo 2016, 20.39.06
3
Ho appena ascoltato ghost of you veramente veramente bella
Klunk
Giovedì 17 Marzo 2016, 20.31.01
2
Ammetto di non conoscerli ho ascoltato qualcosa sul tubo e sapete che vi dico una voce che spacca il c..o ai passeri, grandi assoli e doppia cassa a gogo' ............ Che dire gran gruppo chapeau
LORIN
Giovedì 17 Marzo 2016, 14.36.07
1
Ottimo album. La descrizione del recensore è perfetta, è un disco che lascerà (nel tempo) un segno forte nell'heavy metal. Personalmente non vedo l'ora di sentirlo dal vivo il buon Romero, la cover di Lady Of The Lake è a dir poco stratosferica.
INFORMAZIONI
2016
Frontiers Records
Heavy
Tracklist
1. Malevolently Beautiful (Intro)
2. Merciless
3. Only One Life Away
4. Everything You’re Not
5. New World’s Comin’
6. Cry No More
7. Tears I Will Be
8. Insane
9. Live by the Lie, Die by the Truth
10. Ghost of You
11. The Art of Illusions Part III - The Wasteland
12. Shadows of War
Line Up
Ronnie Romero (Voce)
Tony Hernando (Chitarra, Basso)
Andy C. (Batteria, Piano, Sintetizzatori)
 
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