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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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An Autumn for Crippled Children - Eternal
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21/11/2016
( 1620 letture )
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Tendono alla chiarità le cose oscure, si esauriscono i corpi in un fluire di tinte: queste in musiche. Svanire è dunque la ventura delle venture.
Un breve sguardo all’artwork ed un contemporaneo saggiare l’ultimo sforzo creativo degli An Autumn for Crippled Children non può che far risuonare una certa corda montaliana. Gli olandesi ci presentano difatti il consueto amalgama di black metal, shoegaze, post-rock definito mediante appena percepibili -ma, al contempo, onnipresenti- pennellate di darkwave declinato tuttavia nel suo versante più etereo e rarefatto, adombrando la componente più marcatamente abrasiva del loro sound, maggiormente evidente negli esordi. Il naturale termine di paragone per proposte del genere, di indubbia tendenza nel panorama estremo attuale, restano gli Alcest nonché, per certi versi, i Deafheaven di Sunbather, sebbene, in tal caso, non siano presenti né la verve onirica e nostalgica dei primi né il fitto tessuto chitarristico dei secondi. Quanto gli An Autumn for Crippled Childrententano di veicolare è una diffusa agrodolce melanconia, rivestita dalle calde tinte crepuscolari della stagione omaggiata dallo stesso monicker. Il dramma viene trasceso sino a farsi scissura cicatriziale, fondo esistenziale che increspa soltanto una superficie altrimenti limpida e trasognata. Quest’ultima si sostanzia di un riffing tendenzialmente diafano e riverberante, occasionalmente avviluppato da evanescenti ed appena tratteggiati sfondi tastierici, il tutto adagiato su una sezione ritmica che, per quanto possa infittirsi, resta ben lontana dal blast beat, scontando piuttosto un’esplicita affinità al post metal. Di particolare rilievo è inoltre il protagonismo del basso, cifra che, del resto, ha sempre caratterizzato gran parte delle release degli An Autumn for Crippled Children. L’afflato più propriamente depressive del combo è tuttavia conservato nello screaming ferale di MCHL che, seppur monocorde, risulta perfettamente integrato nella struttura delle composizioni, consentendo peraltro di intensificarne l’apporto emotivo. Sarebbe superfluo indugiare nella descrizione accurata di ciascuna delle tracce facenti parte del full-length in quanto le stesse appaiono, anche a ripetuti ascolti, piuttosto sovrapponibili e qualitativamente omogenee, eccettuando sparuti highlights significativi. Ad essere in qualche misura memorabili, soprattutto per via dei riuscitissimi intrecci melodici che le informano sono difatti On Fire, sospesa da capo a fine da un intrigante fraseggio pianistico che ne sostiene ed esalta il raffinato lavoro delle sei corde, imperniato su una suggestiva progressione in chiave minore e Cloud Mood, impreziosita da una incursione, quasi in punta di piedi, degli archi. Menzione particolare merita anche la conclusiva Matters of the Heart dotata di armonizzazioni in tremolo lievi quanto cirri poste in una tensione che oserei definire dialettica con le sezioni in cui a prendere il sopravvento è piuttosto l’ugola di MCHL. Sebbene le sostanziali affinità ed analogie dei brani tracce possano essere, almeno da un lato, considerate un pregio in quanto permettono alle stesse di prendere parte di un gradevole continuum ciò finisce per impattare negativamente sulla longevità del prodotto. Quest’ultimo, difatti, perde inesorabilmente e considerevolmente lustro se sottoposto a numerosi ascolti. Non è inoltre possibile non rilevare come gli An Autumn for Crippled Children persistano in una certa stagnazione e sclerotizzazione del proprio songwriting, presentando, a più riprese, una formula riproposta con pochissime variazioni almeno sin da Only the Ocean Knows e progressivamente depauperata di gran parte del proprio mordente. Il giudizio finale su questo esaurirsi della gravità degli esordi in un arioso e caleidoscopico .volendo apporre un’etichetta a tale sound- black gaze non potrà essere del tutto positivo, data la neppur troppo velata vacuità della proposta.
Tutto ciò fa di Eternal un full-length che sarà senz’altro in qualche misura interessante per chi ha sempre seguito senza battute d’arresto la formazione sinora e vorrà fruirne sapendo esattamente cosa aspettarsi. Per gli stessi motivi il platter può essere d’altro canto sconsigliato tanto a chi approcci tali sonorità per la prima volta quanto a chiunque prediliga lavori pienamente ispirati e dotati di più che un guizzo di personalità.
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5
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Il loro disco piu' bello e, per quanto siano ripetitivi, il loro sound li differenzia dalle altre band BlackGaze. Molto emozionante
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4
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Brava Costanza, le tue recensioni sono sempre un piacere. Noto però che questo gruppo è uno dei più villaneggiati dai recensori del sito. Questo non è un album da sufficienza risicata, se non (forse) seguendo certi parametri di politica del black sound (che io non condivido). E basta a usare come chiave critica la mancanza di evoluzione. Quella usiamola per criticare il gruppo, non le sue produzioni. |
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3
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Try Not To Destroy Everything You Love non era davvero niente male, il più zuccheroso e anche il mio preferito di questo gruppo che troppo spesso tende a fossilizzarsi su un tipo di suono ormai sviscerato in abbondanza negli ultimi anni. La cosa purtroppo si è ripetuta anche con questo nuovo disco: insipido, fiacco, senza mordente; a fine ascolto non mi è restato nulla e non mi è tornata la minima voglia di riprovarci. Per me bocciato. |
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2
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Chiedo scusa per il doppio commento, ma benedica, pure sta scelta di non voler pubblicare i testi ha stancato eh. |
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1
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Troppo troppo uguale a tutto quello che hanno fatto negli ultimi 4-5 anni. Con l'EP di fine dell'anno scorso, Portugal, sembrava la band avesse deciso di variare verso una 'leggerzza' synth pop ancora maggiore, e sperando che quello fosse un antipasto di quello che avremmo visto in questo Eternal mi ero davvero esaltato. Ma nulla. O trovano il coraggio di virare ancora di più o la solfa resta sempre quella, e dopo 5 volte (seppur perfetta) inizia a stancare.. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Eternal Youth 2. I Will Never Let You Die 3. On Fire 4. Farewell 5. This Small Space You Occupied Is So Empty Now 6. You Have Been in the Shadows for So Long 7. Days of Sleep 8. Swallowed by Night's Despair 9. Cloud Mood 10. Matters of the Heart
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Line Up
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MCHL (Voce, Chitarra, Tastiera) TD (Basso, Tastiera) CHR (Batteria)
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RECENSIONI |
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