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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Atomkraft - Future Warriors
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26/11/2016
( 2086 letture )
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Regno Unito, primi anni '80, Neat Records e cambiamento. Oggi ci viene facile etichettare un gruppo e determinare il genere in questione, ma all'epoca erano tutti musicisti che suonavano ciò che più gli piaceva, andando sempre oltre e osando in termini di velocità e pesantezza, senza perdere tempo a pensare dove tutto ciò li avrebbe portati. L'heavy metal stava prendendo sempre più piede e la Neat Records era tra le etichette che più promuoveva certi gruppi orientati a quell'innovazione grezza e sfacciata, come appunto i Venom, Raven ed altri.
Gli Atomkraft nascono dalla mente di Tony Dolan e piombavano sulla scena dopo un passato punk con il nome di Moral Fibre senza aver pubblicato nulla; iniziano ben presto a macinare riff accattivanti e imprevedibili, registrando canzoni più orientate all'heavy classico, ma anche pezzi decisamente speed, rendendo difficile collocarli in un filone piuttosto che in un altro, anche generalizzando il tutto come NWOBHM. Pubblicarono quindi i primi demo e tra questi forse il più noto è Total Metal, tuttavia con l'uscita di questo arrivò la prima rottura in line-up, evento che sarà frequente nel corso degli anni per gli Atomkraft. Una rottura causata dall'arrivo di una donna che fece innamorare il chitarrista Steve White: lei era Bernadette Mooney, cantante di poco conto dell'epoca che soffriva un po' di gelosia per il successo che gli Atomkraft stavano inziando ad avere e, per farla breve, mise alle strette il povero Steve chiedendogli di scegliere la band o lei: lui lasciò il gruppo di Dolan con il benestare di quest'ultimo e formò i War Machine con lei, pubblicando un solo disco, Unknown Soldier del 1986, sempre per la Neat, per poi sparire nello stesso nulla in cui viveva prima Bernadette. Comunque sia, formato il nuovo power trio con Rob e Ged, gli Atomkraft entrarono finalmente nei famigerati Impulse 24 Studios; famigerati perché all'epoca i dischi prodotti dalla Neat Records soffrivano un po' tutti di una produzione molto casereccia, ma in fondo era proprio quell'aria cazzona e grezza a dare quel tocco di aggressività in più. Con questi presupposti unirono quel materiale finora già pubblicato, aggiungendoci tracce nuove e da lì nacque Future Warriors, attualmente unico ''long playing'' pubblicato, album maledettamente grezzo e pieno di riff che variano dall'heavy metal, allo speed e sfiorando anche il thrash metal, con il basso di Dolan che la fa da padrone. Un senso di vero e maschio heavy metal pervade lungo tutto il disco, tracce muscolari e varie per quel contesto: spicca, infatti, la seconda traccia Starchild, con un ritmo poco conforme con il resto del disco, che all'epoca non li ha mai fatti collocare in un ambiente, anziché in un altro, anche per via delle tematiche ''futuristiche''; forse questo ha giocato un po' contro di loro in termini di critica inglese degli anni '80. Infatti, quando uscì Future Warriors fu criticato male dalle riviste e detiene infatti il peggior voto di sempre (0,5) su Kerrang!, addirittura peggio dell'1 che rimediarono i Celtic Frost, ma in fondo è un bene dati gli effettivi risultati in termini di importanza che certi gruppi hanno avuto in seguito. Arriviamo alla parte centrale affidata alle motorheadiane Pour the Metal In e (Death Valley) This Planet's Burning, per poi tornare allo speed metal più cafone possibile con Warzones che riprende la cattiveria di Total Metal e alla maideniana-prima era Burn in Hell, con l'onnipresente basso di Dolan che con il suo stile inserisce il disco tra quelli più rappresentativi e difformi della NWOBHM, affidando l'ultima traccia Heat and Pain, un ritorno alla melodia di Starchild. Tutte tracce che vanno dritte come un treno, in tempi pari e semplici, fatte proprio per assaporare quell'essenza pura dell'heavy metal senza compromessi, dal suono gracchiante e sporco.
Il disco ebbe un gran successo, soprattutto in termini di tour, portando la band a condividere il palco con altri importanti nomi quali Nuclear Assault, Agent Steel ed Exodus, facendola conoscere al grande pubblico che rispose apprezzando sempre di più, fino a far arrivare gli Atomkraft in diretta alla BBC, un traguardo importante per un gruppo pressoché emergente per l'epoca. L'unica pecca del disco è forse il suono eccessivamente sporco per il genere, il che rende le canzoni decisamente confuse sebbene abbiano comunque un'ottima resa in termini di divertimento. Si tratta comunque di un difetto che non porta il disco nell'Olimpo degli album NWOBHM di quegli anni. Dopo la pubbliczione, per gli Atomkraft iniziava un periodo di crisi successivo all'ingresso di Dolan nei Venom, una crisi prettamente economica dal momento che la band di Mantas si ritrovò praticamente truffata dall'etichetta, oltre ai problemi che riscontrarono in fase di produzione dei dischi, soprattutto per Temples of Ice e successivo. Comunque sia, conclusa l'infelice esperienza con i Venom, per Dolan iniziarono altri problemi nei suoi Atomkraft, che lo spinsero ad abbandonare le scene e dedicarsi al suo principale lavoro a teatro, che lo portò anche al cinema (ricordate la sua comparsa nel Giudice Dredd? O il Mr. Lamb in Master & Commander?), ma nel 2004 la Sanctuary pubblicò un'antologia sulla band e la cosa lo spinse a riformare gli Atomkraft nel 2005, rendendo un po' di giustizia a questo storico act, sperando che prima o poi ristampino quel Future Warriors che non vede luce sottoforma di ristampa dal 1989.
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5
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Quel giorno al Rollig Stone c\'ero anch\'io ma di loro ho un ricordo vago, aprirono la serata ed erano rumorosi ma tutto il set era pesante con Exodus e Venom. Proverò a riscoltarli in studio. |
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4
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Visti live all epoca con Venom e Exodus si difendevano bene, sono anche loro dei precursori visto che Dolan li formò nell 81, da notare che Ged Wolf è un ex Tysondog di cui a me è sempre piaciuto Bewere Of The Dog . Voto 75 |
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3
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Ok Rik! Grazie anche a te!Come dicevo prima e' pure la presenza del grezzissimo Demolition Man che mi incuriosisce..mi piace la sua voce rozza e il suo modo di suonare il basso...vedasi pure il suo breve assolo ( o giro) all'inizio di Prime Evil...ma anche altri! |
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2
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Ciao Doomale. È un valido album che rappresenta degnamente quella che all' epoca era chiamata la n.w.o.b.h.m. Non è imprescindibile ma sicuramente godibile nel suo insieme nel solco classico dell ' heavy metak. Ci sono moltissimi gruppi dell' epoca considerati pochissimo ma che in realtà hanno realizzato vinili molto validi (imho). Peccato. |
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1
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Ammetto di conoscere di nome l'album, soprattutto perché c'era Tony "Demolitio Man" Dolan..un grande che recentemente ho avuto la fortuna di conoscere dal vivo. Musicalmente ahimè, mai ascoltato...ma adesso vado. Penso cmq si tratti a suo modo di un album storico dell'heavy britannico. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Future Warriors 2. Starchild 3. Dead Man's Hand 4. Total Metal 5. Pour the Metal In 6. Death Valley / This Planet's Burning 7. Warzones 8. Burn in Hell 9. Heat and Pain
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Line Up
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Tony ''Demolition Man'' Dolan (Voce, Basso) Rob Mathew (Chitarra) Ged Wolf (Batteria)
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RECENSIONI |
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